RITORNO NEL MONDO DELLE FATE CRUDELI
Maggio 2023 ha portato una bellissima sorpresa a chi ha amato la trilogia "The folk of Air" di Holly Black (clicca qui clicca qui per la recensione): l'autrice decide di riportare i suoi lettori nell'universo delle fate crudeli in "L'erede rapito" (The Stolen Heir) sua ultima opera letteraria, primo capitolo di una dilogia.
Sin dalle primissime pagine anche noi veniamo "rapiti" dalla prosa della Black, che incatena alle righe proprio come se usasse uno degli incantesimi di cui narra.
LA TRAMA. DOVE ERAVAMO RIMASTI?
Il romanzo, si colloca temporalmente otto anni dopo la Battaglia del serpente narrata in "La regina del nulla".
La protagonista della storia, che racconta in prima persona le sue singolari vicissitudini, è Soren. Non è umana, non è una fata, ma è una creatura magica particolarissima: una ragazza dalla pelle azzurra, i denti affilati, gli occhi chiarissimi, l'aspetto fatato ma sgraziato e fatale.
Cammuffata da bambina mortale, soffre moltissimo quando i suoi genitori biologici irrompono nella sua abitazione per strapparla alla sua famiglia adottiva, per riportarla nella terra delle fate, dove è destinata a diventare la regina della Corte dei Denti.
Educata con metodi violenti e punita sempre con estrema cattiveria, Soren non ha fatto altro che tentare di scappare, fino a riuscirci. Vive un'esistenza sempre in fuga, nascondendosi dai mortali - che sarebbero terrorizzati dal suo aspetto - e dai suoi simili, che la cercano per rapirla di nuovo, o magari ucciderla.
Una notte, durante l'ennesima fuga, viene catturata dal principe Oak, futuro sovrano di Elflhame. Il principe, sorprendendola, le spiega che desidera il suo aiuto per appropriarsi del trono della Corte dei Denti. In cambio, le concederà qualsiasi cosa lei chiederà.
Soren ha conosciuto molte creature magiche capaci di ogni abiezione senza il minimo rimorso, quindi non sa se fidarsi o meno. Ma la sua vita da reietta non può durare a lungo quindi, non avendo assolutamente nulla da perdere, decide di acconsentire. Quali avventure ed insidie riserverà la loro missione?
L'autrice, che già nei precedenti romanzi aveva dimostrato una predilezione per il backforward, in "l'erede rapito" costruisce la prima parte della narrazione interamente su una lenta ricostruzione del passato della protagonista, ossia gli eventi accaduti tra il prologo e il primo capitolo.
UNA STORIA D'AMORE... O FORSE DUE.
La Black concentra gran parte della sua narazione sui sentimenti, raccontando due storie d'amore diverse ma ugualmente coinvolgenti: quella tra Suren e Oak e quella, in secondo piano ma non meno importante, tra Hyacinte e Tiernan.
Suren, affamata d'amore e Oak, amatissimo dalle sorelle ma cresciuto con l'amore distorto delle fate, è fino alla fine ambiguo nelle sue azioni, ed ogni suo gesto viene percepito con diffidenza da Suren, dilaniata dal desiderio di credere alle sue attenzioni e dal timore che ogni parola del principe non sia che una menzogna, un'altra ferita sul suo cuore.
Hyacinte e Tiernan, due soldati, ex amanti separati dalla scelta di diverse fazioni durante la Battaglia del Serpente, accompagnano il principe Oak: Tiernan perché è la sua guardia personale, Hyacinte perché è stato fatto prigioniero da Tiernan. Sebbene si siano fatti vicendevolmente del male, si amano moltissimo e si proteggono a vicenda. Soffrono entrambi per la lontananza, ma temono che le loro divergenze siano tali da impedire una riappacificazione.
Inoltre, Tiernan tiene prigioniero Hyacinte anche perché vorrebbe tornare con lui, ma come gli fa notare Suren è impossibile che Hyacinte lo ami ancora se lo tiene prigioniero. E lei, quando parla di prigionia, sa benissimo di quale sofferenza si tratti.
Ammetto di aver preferito la seconda storia d'amore: mentre la prima a tratti rischia di diventare troppo ponderante e soffocare la storia narrata, l'amore tra i due soldati si caratterizza per una delicatezza che la rende ancora più toccante e verosimile.
UNA NUOVA TRADUZIONE: ERA NECESSARIA?
Chi ha letto la prima trilogia nella precedente traduzione, si troverà spaesato nell'incontrare alcuni nomi poco familiari nelle prime pagine. Farnia, infatti, in questa edizione è diventato Oak; il regno degli elfi è diventato un più pratico "Elfhame".
C'era bisogno di questi rimaneggiamenti nella traduzione?
Ovviamente no. Mi sono piaciuti? No: se potevo capire la scelta di lasciare che il nome del principe restasse Oak e non Farnia mi risulta misteriosa la necessità di cambiare "il regno degli elfi" in "Elfhame", che risulta decisamente sgraziato nel testo italiano.
Al di là di questi rimaneggiamenti che non ho apprezzato, il testo è decisamente pregevole, scorrevole e, in quasi tutti i punti, ben tradotto. Ci tengo a precisare che tradurre un romanzo di Holly Black non è semplice, a causa del suo massiccio uso di giochi di parole, dei quali è difficile rendere il senso in italiano.
CONCLUSIONE
La violenza spietata delle creature fatate ritorna in questo ultimo romanzo, che descrive magia, sortilegi e tradimenti con tanta verosimiglianza da indurre quasi a credere che sì, un mondo fatato esiste veramente, appena oltre i confini del paese, laggiù oltre i folti alberi, dove lo sguardo ardito si spinge, dove qualcosa di luccicante brilla, in fondo ad un lungo sentiero...
"Con i capelli e questo vestito sono proprio bella. Il tipo di bellezza che permette ai mostri di ingannare la gente nella foresta e trascinarli in danze che li porteranno a una tragica fine."
Ringrazio la Mondadori per l'invio della copia digitale e cartacea e le mie amiche lettrici che hanno organizzato il review party. Vi invito a visitare i loro blog per leggere pareri differenti e scoprire cosa pensano dell'ultima opera di Holly Black.