sabato 31 luglio 2021

Review party: "Forse ci ritroveremo"


"Forse ci ritroveremo" è un romanzo di Emily Lockart, pubblicato dalla casa editrice Deagostini. 

Adelaide è stata appena lasciata da Mickey, il fidanzato di cui era profondamente innamorata, al quale ha cercato di dare tutta sé stessa. Eppure, evidentemente, il suo sentimento non è bastato. Il suo amore è stato insufficiente anche per guarire Toby, il fratello tossicodipendente. La realtà sembra una distesa stagnante e priva di futuro, allora Adelaide inizia a meditare i vari futuri possibili, che potrebbero essere innescati da una sua semplice scelta diversa. 
Cosa sarebbe successo se avesse detto una frase invece di un'altra? Se avesse accettato quell'invito rifiutato? 
In un intreccio di storie possibili, si dipana la storia della protagonista, in un gioco narrativo che lascia al lettore il compito di disambiguare e individuare il filo logico del libro. 

Adelaide è una protagonista triste, che prova scarso rispetto nei propri confronti e poca fiducia in generale nei confronti delle persone, che l'hanno spesso delusa. Il dolore causatole dalla dipendenza del fratello Toby l'ha distrutta, poiché si è convinta che in qualche modo quella caduta sia stata colpa sua, la conseguenza di un mancato affetto, dell'incapacità di volergli bene oppure di dimostrarglielo. 
Toby tiene la sua intera famiglia sotto lo scacco della spada di Damocle di un ricatto psicologico, una situazione paradossale in cui ciascun membro si sente alternativamente vittima e carnefice, innocente e colpevole. 

Le dipendenze sono sempre imprevedibili e trovare un capro espiatorio fuori di sé è la sola soluzione che Toby individua per non impazzire e non sentirsi debole. Mentre la sorella, all'opposto, si autocolpevolizza e si convince che avrebbe dovuto essere più presente, più amorevole, più attenta per accorgersi prima delle debolezze del fratello. 

La particolarità della narrazione è la ripetizione degli eventi. Scritto in terza persona da un punto di vista esterno, il libro presenta episodi ripetuti continuamente, con piccoli cambiamenti: variazioni dello stesso episodio, a seconda delle diverse possibili scelte della protagonista. 

Adelaide vive in bilico tra le possibilità della vita, le sperimenta tutte e allo stesso tempo nessuna, la sua esistenza è come un gioco a bivi che si svolge nella sua testa e le mostra le possibili conseguenze e i probabili snodi narrativi che scelte diverse avrebbero potuto innescare. 

Lockart, con questo romanzo, regala ai suoi lettori un'opera strana, psichedelica ed originalissima, capace di far riflettere sul destino, sulle occasioni mancate, sulle mille opportunità che la vita ci offre, se solo scegliamo di aprirci al mondo invece di chiuderci a riccio nel dolore o nel ricordo di colpe che non sono mai state veramente nostre. 

mercoledì 28 luglio 2021

"L'ora della lepre" di Vincenzo Malavolti

"Era l'ora della lepre, quella appena dopo l'alba, l'ora in cui la concubina porge i vestiti al suo amante, che avrà tutto il tempo di rivestirsi e tornare a casa fingendo si essersi appena alzato e preparato per fare colazione, all'ora del drago, con la moglie, prima di andare al lavoro, all'ora del serpente."

"L'ora della lepre-Storia di Yu-yu" è un romanzo pubblicato da Edizioni Risguardi, scritto nel 2015 da Vincenzo Malavolti - già autore di varie opere elogiate dalla critica- e che collabora con la casa editrice dal 2013, con cui ha pubblicato anche "Una vita spezzata" e "Un padre in esilio".
In quest'opera l'autore, da sempre intrigato dal misterioso mondo orientale, ha approfondito una cultura lontana da quella occidentale andando a ripercorrere la storia della Cina degli ultimi anni.

"Affascinante ma, nello stesso tempo, diabolica e prevaricatrice."
Queste sono le parole che l'autore usa per descriver la Shanghai del 1927, immersa in una situazione politica difficile, senza più un imperatore, territorio conteso dai Signori della Guerra, spesso vittima dei soprusi del Giappone, sino ad arrivare all'affermazione del Comunismo di Mao Tse-Tung.

La storia segue le vicende di Yu-yu, bambina cinese figlia di contadini venduta in cambio di un thermos ad un commerciante americano. Egli la compra come compagnia per Odette, la sua bellissima amante, un'artistocratica russa che ha lavorato come prostituta in un famoso bordello di Shanghai. 
Odette, donna fatale e desiderata da molti uomini, si affeziona a Yu-yu come ad una figlia e cerca di fare di lei una donna colta, sperando di poterle offrire una vita diversa da quella che avrebbe avuto nella sua famiglia d'origine. 
Purtroppo il destino la costringerà a seguire i passi della sua "maman" adottiva. Dovrà infatti affrontare l'esperienza della prostituzione. 
Ma Yu-yu continua anche a studiare e ad affinare il suo spirito, accettando ogni dolore con il sorriso, nascondendo le sofferenze e combattendo con ogni sua forza per avere quel futuro migliore che Odette desiderava per lei. Ci riuscirà?

Con una narrazione che procede sui toni di un'epopea al femminile, Malavolti racconta una Cina antica in cui gli uomini sono ben poco eroici e le donne lontane dall'ideale della bella ed innocente fanciulla in attesa del suo principe, ma guerriere che sotto gli abiti di geisha nascondono affilati pugnali.

I soldati sono dipinti come burberi guerrieri spesso senza onore né pietà, animi inariti in cui la guerra alimenta un folle desiderio di distruzione e sottomissione del prossimo, soprattutto del genere femminile. Questa condotta universalmente riconosciuta era avallata dalla stessa società, che non condannava una mentalità maschilista. 

La donna era vista soprattutto come concubina, tempio del piacere da profanare con la forza, raramente vista come una persona degna d'amore e rispetto. Sin da giovanissime, le ragazze venivano sottoposte a torture fisiche e psicologiche, accettate con passività pur di evitare l'ira di uomini che di umano avevano ben poco. 

Un esempio era la tradizione del "Fiore di loto", una mutilazione ossea che doveva mantenere i piedi delle donne piccoli e aggraziati, per assecondare la follia di chi riteneva che fosse una caratteristica femminile attraente. 

In questo scenario poco favorevole per il genere femminile vive la protagonista che, nonostante abbia a malapena compiuto quindici anni, abbraccia il suo destino e accetta di diventare la concubina di uno spietato colonnello giapponese, riuscendo a legare a sé quell'uomo apparentemente tanto freddo e scostante. Yu-yu si mostra ubbidiente ma sempre piena di iniziativa, convincendolo di apprezzare sinceramente i loro incontri, che in effetti la incuriosiscono. Essendo il suo primo amante, si infatua di lui ma l'uomo, pur mostrandole sporadici momenti di tenerezza, la deluderà causandole il più grande dei dolori, ossia portandole via il bambino che avrà da lui.

Quell'esperienza insegna a Yu-yu che la concessione del proprio corpo -dalla femminilità appena sbocciata e dirompente- esercita un potere travolgente sul genere maschile, dando all'altro l'illusione di possederla, anche se in realtà non permette mai a nessuno di conoscerla veramente. 

"Era la sua caratteristica, in fondo c'era sempre qualche cosa in lei che apparteneva solo a lei, guai a dire la verità per intero..."

Grazie al suo aspetto piacente e alle sue abilità amatorie, Yu-yu saprà muoversi in un mondo di uomini, apparentemente mansueta, ribellandosi poco alla volta per emergere e brillare come figura di riferimento, che si batte per l'affermazione del Comunismo nel suo paese e per i diritti delle donne. 

"L'ora della lepre" è un libro che richiama i grandi classici della letteratura cinese, romanzo perfetto per gli amanti della cultura orientale, che vorrebbero conoscere più approfonditamente un frammento importante della storia della Cina, un capitolo di storia ben intrecciato con le vicende di personaggi verosimili nei loro pregi e difetti.

martedì 27 luglio 2021

"Il furto del secolo" di Daniele Nicastro


"Il furto del secolo" è un giallo storico per ragazzi pubblicato da Einaudi, scritto da Daniele Nicastro, autore di numerose opere di successo dedicate soprattutto ad un pubblico giovane. 
Sempre per Einaudi ha pubblicato "Grande" e "Stalker". 

Il romanzo, ambientato nel 1911, a Parigi, e ipotizza che, in una calda giornata di Agosto, un ignoto ladro sia riuscito a sottrarre al Louvre il suo quadro più famoso: la Gioconda! Come è possibile che nessuno se ne sia accorto? E chi può essere stato? Un professionista oppure il più comune dei ladri?
La polizia brancola nel buio, subendo le pressioni della stampa e della gente indignata. A tutti sembra intollerabile che un'opera così preziosa sia stata rubata con facilità. 

-Com'è possibile che i custodi non abbiano visto niente? 
-Proprio la Gioconda, la più custodita del musero!
-Che sia uno scherzo per dimostrare la scarsa sorveglianza?

I sospettati, sempre più numerosi, si accusano l'un l'altro, l'atmosfera è sempre più tesa ed è facile dubitare di chiunque,  persino dei dipendenti più fidati del museo. 
Ma non solo: anche personalità importanti finiscono sulla lista dei probabili autori del furto, tra cui il poeta Apollinaire e il povero Picasso. Chi può essere riuscito in un'impresa che sembra impossibile anche solo da concepire? 
In questo clima di confusione generale e dubbio, si incontrano Alfio e Amèlie, due ragazzini completamente diversi - figlio di immigrati italiani lui, figlia del direttore del museo lei - che, accumunati dal desiderio di scoprire la verità sull'intricata faccenda -a loro parere gestita malissimo dagli adulti- decidono di iniziare una propria personale indagine per individuare il colpevole. Riusciranno nel loro ambizioso obiettivo? 

Parlando con la ragazza scoprì che nonostante le difficoltà avevano almeno una cosa in comune: il mistero del furto. 

Le amicizie possono nascere in molti modi diversi:  da un'affinità elettiva, da un interesse comune, persino da un'iniziale rivalità. Tra Alfio e Amèlie, questo legame si instaura perché entrambi vogliono scoprire chi ha rubato La Gioconda. 
Tra i due, però, non si stabilisce subito un'innata fiducia, anzi.
Alfio, figlio di un immigrato italiano che ha lasciato il Piemonte in cerca di fortuna, è abituato all'emarginazione e ai pregiudizi della gente, spesso bersaglio di commenti sprezzanti e poco carini.

"Gli italiani come te li conosco, credimi. Non rispettate le regole e basta una gonna per farvi perdere la testa."

Quando incontra Amèlie, ragazza della buona società, teme di non poter instaurare con lei un'amicizia perché immagina che sia come tutti gli altri: una persona di facili giudizi che non rivolge la parola a chi non appartiene al suo medesimo status sociale. Tuttavia Amèlie, dopo una prima reticenza, si rende conto che Alfio è molto diverso da come aveva immaginato che fosse un immigrato. È brillante, gentile ed educato.

Per entrambi avvicinarsi rappresenta una notevole sfida: devono allontanarsi dalla propria "comfort zone" e dai propri preconcetti per aprirsi con sincerità. Inoltre, il furto rappresenta un'ulteriore difficoltà perché il loro rapporto deve anche costruirsi sulla convinzione che l'altro non sia in qualche modo coinvolto. 
Man mano che la loro amicizia si rafforza, i due giovani si scoprono simili e si raccontano le reciproche storie, facendosi dono l'un l'altra dei propri mondi interiori e delle esperienze vissute, scoprendo così che la diversità può diventare una ricchezza da condividere e non un muro invalicabile. 

"-Sul serio, dimmi qualcos'altro di te- insistette lui. 
Amèlie non si tirò indietro. Gli raccontò della rigidità di sua madre (ossessionata di etichetta e buone maniere), delle compagne di scuola, che era stato il padre a trasmetterle l'amore per l'arte e che sognava un giorno di lavorare al museo del Louvre. 
Alfio ricambiò con le storie del trasferimento a Parigi, della vita in un quartiere difficile, del sorriso che era sparito dalla faccia del padre e delle rughe che invece erano apparse su quello della madre. In effetti le confidò più di quanto aveva immaginato, tanto da abbandonare i sospetti per godersi la compagnia della nuova amica."

In un romanzo breve ed incalzante, Daniele Nicastro ricostruisce meravigliosamente - con un linguaggio semplice ma efficace - una suggestiva Parigi dei primi anni del Novecento e riesce a coinvolgere il lettore in un piacevole clima di tensione, proponendo un vasto scenario di personaggi tra cui è impossibile individuare il colpevole prima della fine. 

In questo giallo dal ritmo serrato, Amèlie e Alfio indagano insieme per scoprire la verità dietro il furto della Gioconda, ma ciò che trovano, durante la loro ricerca, sarà qualcosa di ancora più prezioso, un tesoro dal valore inestimabile: una bellissima amicizia. 

lunedì 26 luglio 2021

"Forte nel tempo" di Giulia Ungarelli

"L'amore, quello vero, quello grande, quello unico, va protetto e vissuto senza paure né freni."

"Forte nel tempo" è un romanzo Giulia Ungarelli, accattivante sin dalla copertina: un elegante velluto verde su cui una mano regge un orologio dall'aria antica, oggetto che metaforicamente simboleggia tutta la storia, che si costruisce nel corso di un lungo arco temporale, andando a ripercorrere le vite di vari personaggi. 

Dopo aver lasciato la Scozia, suo paese natale, Ishbel Logan si trasferisce nella caotica new York. 
Le ferite cambiano le persone e anche lei è stata profondamente segnata dalle esperienze traumatiche del suo passato, delle quali è molto restia a parlare e che spera di essersi lasciata alle spalle, ma che le sono servite da ispirazione per scrivere un libro di successo. Mentre cerca un'idea per un secondo romanzo, un evento inatteso sconvolge la sua vita. Viene infatti invitata a fare ritorno in Scozia a causa di una complessa faccenda ereditaria: diventerà proprietaria della tenuta di famiglia insieme a Glen, nipote del secondo marito di sua nonna. Ish non è entusiasta della decisione e, per quanto le manchi la nazione in cui ha vissuto l'infanzia e la gioventù, non sa se tornarci sia una buona idea, perché ha lasciato lì emozioni che una parte di lei vorrebbe dimenticare. 
Nonostante tutto, decide di partire. In Scozia avrà modo di incontrare il cugino Glen, che non vede da anni e riaccende in lei emozioni che credeva sopite, e conosce l'architetto Grant, il quale, con il suo carisma, non la lascia indifferente. 
Oltre a doversi confrontare con due uomini molto diversi ma ugualmente affascinanti, Ishbel scoprirà anche molte verità che si nascondono tra le pieghe della storia della sua famiglia. 
Cosa le riserverà il futuro? E saprà fronteggiare le ombre del passato?

La prosa, sempre molto frizzante, è il punto forte dell'opera: la narrazione si alterna fra capitoli in prima persona dal punto di vista di vari personaggi, che permettono al lettore di conoscerli meglio e di scoprire più approfonditamente le motivazioni che li muovono e i taciuti dolori che si agitano nei loro animi. 
Ogni capitolo, inoltre, è introdotto da una frase particolarmente importante per il protagonista, un frammento significativo che aiuta a capire qualche dettaglio in più. 

Ishbel è una giovane donna tenace, una protagonista positiva proprio per la sua capacità di resilienza. L'incontro con due uomini interessanti le causerà qualche turbamento, e l'intreccio romantico che ne deriva sarà particolarmente apprezzato dai lettori amanti del genere. A chi darà il suo cuore? 

"Avevo bisogno di una doccia per riflettere su quello che stavo combinando. Stavo flirtando con due uomini e loro ne erano persino al corrente, ma cosa mi stava dicendo la testa? Io non ne volevo nemmeno una di relazione, figuriamoci due. Dovevo mettere fine a tutto e tornarmente al più presto a New York, tornare con i piedi per terra, pensare alla mia carriera, ai miei amici e a me stessa."

Elemento importante, nel libro, è la passione della protagonista. Da sempre innamorata dei libri, ha sempre usato le parole come valvola di sfogo per i propri personali dispiaceri, e la sua sincerità nella scrittura le ha permesso di pubblicare un'opera che ha riscontrato un notevole successo di pubblico. 

Odiavo l'algebra, preferivo di gran lunga le parole. Hanno il potere più grande del mondo, possono ferire, far gioire, raccontare, comunicare e insegnare. I numeri, invece, rendono solo le cose complicate e creano un mucchio di guai. 

Ma Ish non riuscirà a trovare una nuova storia da raccontare, non finché non avrà completamente svelato i segreti della sua famiglia. Misteri che, come avrà modo di scoprire, sono decisamente più numerosi di quelli che avrebbe mai immaginato. 

Segreti, intrecci romantici, un eterogeneo gruppo di personaggi: sono questi gli elementi che costituiscono il romanzo "Forte nel tempo", che riesce a trascinare il lettore in un'avvincente storia a metà fra romance e saga familiare, che saprà intrigarvi e coinvolgervi pagina dopo pagina, sorprendendovi con inattese rivelazioni e colpi di scena. 

domenica 25 luglio 2021

"Amici, amore e guai" di Anne G. Right

"Amici, amore e guai" è una storia romantica, nata dalla penna di Anne G. Right che, come dice lei stessa, è una "celebrazione di ricordi", una narrazione che sa di gioventù, di giorni di gioia, d'amore e drammi adolescenziali. 

"È strano, ma quando sei felice tu vorresti che lo fossero anche gli altri. È un pensiero un po' egoistico in realtà." 

La storia, ambientata tra Modena e la Riviera Romagnola, narra le avventure di un gruppo di amici al quinto anno di superiori. Durante gli ultimi giorni del periodo estivo, i giovani protagonisti si trovano sulle coste Romagnole per dare un degno coronamento alla loro ultima estate da liceali. Qui Angelica, una delle protagoniste della narrazione, incontra Lorenzo, ragazzo universitario dal fascino misterioso e dallo sguardo malinconico che, da subito, la attrae. Questa intesa, però, svanisce veloce come un soffione in una giornata ventosa: Lorenzo sparirà dalla vita di Angelica senza lasciare traccia, abbandonando la giovane in un sogno ad occhi aperti da cui i suoi migliori amici, Stefano a Katte, cercheranno di distoglierla.
Cio' che Angie non nota, però, è che Stefano, caro amico di infanzia, "sciupafemmine" e ballerino talentuoso, sta coltivando per lei un sentimento molto simile all'amore, che minaccia di mandare a gambe all'aria sia la loro amicizia che la dinamica interna del gruppo di amici, di cui loro sono colonne portanti. Intanto, però, il tempo non aspetta nessuno e le campane della scuola ricominciano a suonare, richiamando gli studenti allo svolgere il proprio lavoro, ancora per un ultimo anno tra quelle mura. Ed è proprio fra i banchi di scuola che la sarcastica ma sognatrice Katte, incontra Filippo, un giovane molto maturo che, a causa di problemi familiari, non è riuscito ad essere ammesso agli Esami di Stato dell'anno precedente. Fra i due nascerà subito una corrente elettrica fatta di scherzi e battutine e, prima ancora di poter battere ciglia, inizieranno a cercarsi e a trovare l'una nell'altro il supporto che desiderano ma non sapevano di volere. Ma cosa succedrà quando Lorenzo tornerà a farsi vivo nella vita di Angelica? Come reagirà Stefano? E quando gli eventi cercheranno di allontanare Katte e Fillo, riusciranno i due a rimanere uniti? O verranno messi in ginocchio da avvenimenti più grandi di loro? 

"Perchè per mettersi insieme servono due persone, mentre per lasciarsi ne basta una sola? Com'è possibile che due persone si trovino e altre invece si scontrino e solo una rimane col cuore in trappola?" 

Tutt'altro che privo di errori di battitura che, per fortuna, non influiscono gravemente sullo scorrere della narrazione, "Amici, amore e guai" è una lettura che è in grado di farsi apprezzare a più livelli da chi è disposto a seguire le vicende con attenzione. Attraverso la spiazzante, seppur efficace, scelta di dividere la narrazione in quattro punti di vista differenti, infatti, l'autrice riesce a dare al racconto una connotazione quasi di un bizzarro diario a "otto" mani in cui, ognuno dei quattro pragonisti, riesce ad esprimersi appieno, regalandoci la possibilità di conoscerli e apprezzarli per la propria unicità e per la loro storia. Importante anche da sottolineare l'efficace resa su carta di tutto il parco dei coprotagonisti, valide spalle, a volte anche comiche che,  incarnano degli stereotipi scolastici che tutti abbiamo ben presente: l'intelligentone, la bella-ma-stupida, il casinista, il consigliere, solo per citarne alcuni. 
Altro aspetto fondamentale della storia è la capacità dell'autrice di fornire uno spaccato incredibilmente realistico della vita giovanile all'approcciarsi degi anni venti del ventunesimo secolo e la descrizione accurata di un età delicata, in cui si inizia ad abbandonare l'adolescenza e si prosegue verso la vita adulta attraverso una linea che  dobbiamo tracciare con le nostre mani, vivendo ogni giorno per quanto felice o triste sia, imparando da ogni cosa che ci sta attorno e andando avanti, nonstante le intemperie.

"Quante cotte per compagne di classe inarrivabili, quanta complicità, quanta amicizia, quanto amore, quanta fatica...Sta per finire tutto e ancora non sembra vero.
Come si fa a smettere di andare a scuola da un giorno all'altro? Come si fa ad affacciarsi alla vita adulta, così piena, frenetica, grigia...Dove si rivolgernno i nostri passi?" 

Per le sue atmosfere, per la maggior parte spensierate con un pizzico di romanticismo e dramma che non guastano mai, e per l'ambientazione fra i banchi di scuola, lo ritengo un libro maggiormente adatto ad una fetta di pubblico che va dalla piena adolescenza all'età dei giovani adulti, anche se non faticherei a immaginarlo fra le mani di lettori e lettrici anche più in la nella vita, con lo scopo di rivivere con una punta di nostalgia bei momenti passati o anche solo per la voglia di dedicarsi un attimo di serenità e spensieratezza, lontani dalla vita reale e dalle preoccupazioni di tutti i giorni, per vivere, almeno per qualche ora, in un atmosfera familiare. 

"Amici, amore e guai" è un ottimo libro, pieno di potenzialità ma non privo di piccoli difetti, adatto a questa estate, così lontana dalla normalità, che ci ricorda che tutti siamo stati un po' sciocchi ai tempi della scuola e che, con un gruppo di fidati amici, le gioie si  moltiplicano, i dolori si dividono e poi, piano piano...
...svaniscono. 

"Guarda a quanta strada abbiamo fatto insieme. È stato perfetto così."



Articolo a cura della mia collaboratrice Luinil

martedì 20 luglio 2021

"Vesuvio": Marco D'amore e Francesco Ghiaccio raccontano Napoli


"Vesuvio" è un romanzo di Marco D'Amore - attore, regista, sceneggiatore e produttore,  famoso soprattutto per aver recitato in "Gomorra"- e Francesco Ghiaccio -regista di film di successo e autore teatrale - pubblicato dalla casa editrice Deagostini. 
Il loro sodalizio artistico ha già permesso la realizzazione di opere importanti come il film "L'immortale". 
In "Vesuvio" uniscono di nuovo le loro sensibilità artistiche e comunicative per raccontare una Napoli realistica e cruda, infestata dalle numerose metastasi di un cancro terribile: la malavita. 

La storia si concentra sui continui scontri tra Federico Licata e Assunta Brando, due tredicenni napoletani che, rispettivamente a capo delle loro piccole bande, si fanno scherzi spesso decisamente di pessimo gusto. 
Federico e Susy, però, non sono due normali tredicenni. Sono i figli dei due boss malavitosi più potenti di Napoli, destinati a battersi in uno scontro perenne e spietato dal quale solo uno di loro risulterà vincitore. E così le liti fra i due adolescenti perdono la loro connotazione goliardica e assumono i contorni di una lotta per la sopravvivenza, una guerra senza esclusione di colpi dove si spara o si viene sparati e di cui loro stessi, pur essendone protagonisti, comprendono a stento la gravità.

"Federico e Susy vivono in uno spazio e un tempo tutto loro, a mille all'ora, come vorrebbero vivere tutta la vita."

Una provocazione di Federico a danno di Susy durante la sua festa di Cresima, reputata come un'offesa particolarmente grave dalla famiglia Brando, fa scoppiare una guerra tra i due potenti gruppi criminali. Susy è costretta, per la sua incolumità, a scappare da Napoli e recarsi a Milano. Federico, sentendosi offeso nell'onore per non aver avuto definitivamente la meglio su di lei, decide di non poter tollerare l'umiliazione, perciò si trasferisce a Milano, autoinvitandosi con la forza presso uno zio che non ha mai conosciuto. Deve vendicarsi, o perderà la sua credibilità. Ma adattarsi alle regole di un mondo che non ha scelto è davvero l'unica opzione che ha? 

Federico, soprannominato Vesuvio, è un ragazzo pieno di rabbia, una potenziale bomba distruttiva, proprio come il vulcano da cui deriva il suo soprannome. E' un adolescente abituato a combattere con gli unici strumenti che conosce, messi a sua disposizione sin da bambino: violenza e prepotenza. Il padre gli ha insegnato a non chiedere mai permesso, a non scusarsi mai, ad esigere rispetto in ogni situazione ma senza concederlo a nessuno. Perché lui è un Licata. 

"Suo padre gli ha insegnato a non bussare. Se entri in un posto dove non ti aspettano, non bussare perché se bussi è come se chiedi permesso come un fesso qualsiasi, diceva. 
Così Federico in tutta la sua vita non ha mai bussato, mai, contro nessuna porta."

Gabriele, lo zio presso cui si rifugia Federico, è una persona completamente diversa dalle persone con cui il ragazzo è abituato a vivere: un umile panettiere che conduce un'esistenza semplicissima, anonima, quasi banale. Eppure sembra soddisfatto così, nella sua riservatezza, anche se la paura ha costruito intorno al suo cuore un muro di timidezza che, come gli fa notare Federico, dovrebbe abbattere per riuscire a godere di tutte le opportunità che la vita ha da offrirgli.
Gabriele, a sua volta, comprendendo la confusione adolescenziale del nipote, vorrebbe aiutarlo e cercare di fargli capire che, se vuole, può diventare un uomo migliore di suo padre. 

"Lotto per cambiare. L'ho fatto dal primo giorno che sono venuto qui, quando ho deciso di lasciarmi alle spalle il mondo da cui veniamo, e che mi fa schifo, Federico. - Gabriele allunga una mano sulla spalla di Vesuvio, la tocca, la stringe. -Per vivere così ci vuole più coraggio di quanto pensi. Molto più di quello che tu e tuo padre pensate di avere. Voi avete paura, per questo attaccate, per difendervi. La conosco anche io quella paura, era anche la mia, ma adesso non più. - 
(...)
-Il bene che vuoi a tuo padre non deve rovinarti la vita, non deve farti diventare quello che non sei. La nostra vita è sacra. (...) -Siamo puri, ma dobbiamo essere forti e difenderci per non tradire quello che siamo. -"

Federico però non riesce a vedere un mondo diverso, non concepisce una realtà possibile, alternativa a quella che vive: non è sempre d'accordo con suo padre ma non oserebbe mai disobbedire ad un suo ordine, ha imparato a rispettare la parodia di disciplina riveduta e corretta da Gennaro Licata, regole al contrario che non ha mai messo in discussione. Ma che, senza accorgersene, si sono trasformate nel suo inferno personale.

"Noi abbiamo la guerra in testa" dice Federico, quasi per giustificarsi, quando lo zio gli propone di scegliere una strada diversa. Una giustificazione perfetta per far ricadere la responsabilità di ciò che è -e di chi teme di non poter essere- su un fattore esterno da sé, parole che denunciano la sua paura del cambiamento.

Assunta Brando, detta Susy ha il sogno di cantare e ci crede con tutta sé stessa. Desidera studiare musica e scrivere canzoni, intende usare la sua voce per far sorridere la gente e non per comandarla. 
Susy intriga Federico perché, essendo anche lei figlia di un boss, non ne teme l'autorità. E' la sola a sfidarlo, perciò lui non potrebbe non odiarla. Eppure, l'odio di Federico nei confronti di Susy è un sentimento insicuro, dettato più da un imperativo esterno che da una motivazione intrinseca. Il suo è l'astio di chi ha conosciuto solo un mondo in bianco e nero, ed è convinto di non potersi permettere un sogno a colori, di cui invece Susy gli prospetta la concreta possibilità. 

La prosa, paratattica e d'impatto, risulta particolarmente coinvolgente. Inoltre molte frasi, soprattutto frammenti di dialoghi, sono in dialetto napoletano, stratagemma che riesce ad attribuire maggiore tridimensionalità ai personaggi, accompagnati sempre dalla traduzione italiana per facilitarne la comprensione anche a chi non è della zona. 

Immaginare la sconfitta della malavita è utopia? Forse, ma ciò che gli autori intendono evidenziare - verità ineccepibile - è che un microcosmo corrotto sopravvive solo grazie alla connivenza e può essere abbattuto soltando se viene rifiutato dai suoi stessi membri, annientato dall'interno. 

lunedì 19 luglio 2021

"La casa sul mare celeste": la struggente fiaba di T.J. Klune


"La casa sul mare celeste" (The house in the Cerulean Sea) è un romanzo di J.T. Klune, primo titolo della nuova collana "Fabula" pubblicato dalla casa editrice OscarVault.

Giunto ai quarant'anni, Linus Backer è un uomo rassegnato alla sua solitudine, dall'aspetto anonimo e un pò sovvrappeso. 

"Ormai da tempo aveva accettato che certe persone, a prescindere da quanto fosse buono il loro cuore o di quanto amore avessero da offrire, erano destinate a rimanere sole. La vita aveva quello in serbo per loro. All’età di ventisette anni, Linus aveva capito di appartenere a quella categoria di persone."

La cosa più emozionante che gli sia capitata è la convivenza con la sua amata e dispettosa gatta nera, Calliope. 
Lavora come assistente sociale,  la sua mansione principale è visitare gli orfanotrofi particolari che ospitano bambini speciali, creature magiche diverse dagli umani: streghe, mutaforma, gnomi. 
C'è molta paura e discriminazione nei confronti di questi soggetti così lontani dagli standard di normalità universalmente riconosciuti, perciò  vengono abbandonati, e spesso esclusi dalla società.
Il compito di Linus è assicurarsi che nei vari orfanotrofi i bambini siano trattati con ogni riguardo: in caso contrario, una sua segnalazione alla Suprema Dirigenza può suggerire la chiusura dell'istituto ed una ricollocazione dei minori. 
Linus svolge il suo lavoro con competenza e professionalità, attenendosi con estremo rigore al codice normativo che gli è stato imposto dai suoi dirigenti. 
Proprio per la sua scrupolosità e  la capacità estrema di obiettività, i suoi superiori decidono di affidargli un compito delicato: visitare un istituto per bambini speciali sulla lontana isola Marsyas. I bambini sono soltanto sei, ma decisamente fuori dal comune e la Suprema Dirigenza ha motivo di credere che il suo direttore, tale Arthur Parnassus, sia un un uomo non all'altezza dell'arduo compito di gestirli. 
Linus, più che reticente a lasciare la sua tranquillissima casa, non ha altra scelta che prendere con sé qualche bagaglio, la sua recalcitrante gatta e partire. Tuttavia l'orfanotrofio è molto diverso da qualsiasi altro istituto abbia ispezionato prima. E anche il direttore, l'enegmatico Arthur Parnassus, che desta tanto sospetto nella Suprema Dirigenza, è un uomo diverso da chiunque altro abbia conosciuto. 
Trascorrendo molto tempo insieme  ai sei bambini diversissimi accumunati da un passato tragico e al gentile direttore che sembra riporre fiducia nella sua umanità e  capacità di pensare con la propria testa, per Linus Baker sarà diffincile mantenere l'obiettività. Ma forse, il modo migliore di affrontare un lavoro come il suo è proprio quello di abbracciare le emozioni, di viverle pienamente e, contrariamente agli ordini dei superiori, metterci il cuore. Oppure no? 

Scritto con magistrale bravura, "La casa sul mare celeste" è un romanzo che rapisce sin dalla prima pagina per la sua prosa frizzante. Klune, con la sua penna sarcastica, delinea perfettamente personaggi e caratteri. Come un pittore dipinge scenari meravigliosi senza essere pedante nelle descrizioni, e rende partecipe il lettore, pur con una narrazione in terza persona, dei pensieri e dei sentimenti del protagonista, accompagnandolo lungo tutta la sua evoluzione psicologica interiore.

Linus Baker, analogamente al Belluca pirandelliano de "Il treno ha fischiato", ha trascorso la sua esistenza in una quotidianità grigia e ripetitiva, la cui piattezza viene enfatizzata, ponendola a confronto con i colori lussureggianti, quasi tropicali, dell'isola. Proprio come per Belluca, la visita in questo nuovo piccolo mondo costituisce un vero e proprio trigger che risveglia in lui sogni segreti: Linus non ha mai nemmeno sperato di poter vivere, limitandosi a sopravvivere, dedicandosi con dedizione al suo mestiere, seguendo - forse un pò troppo alla lettera - regole desuete che non hanno più senso, e che soprattutto non sono giuste come ingenuamente credeva. 
Sull'isola Linus trova un piccolo angolo di paradiso in cui scopre di poter essere una versione diversa di sé stesso, scopre di poter essere più di un ometto appesantito e silenzioso che non sa più sorridere. E scopre che pur con tutti i suoi difetti e i limiti può essere apprezzato ed amato. 

Tema fondamentale del romanzo è la discriminazione del diverso, spesso temuto perché non si conosce. 
La popolazione del villaggio sulla terraferma più vicino all'isola detesta i sei bambini dell'orfanotrofio, ne ha paura e vorrebbe soltanto che sparissero. Nel loro odio cieco, Linus riconosce la propria stessa cecità: è sempre stato convinto di agire nel bene dei minori, ma si è mai davvero preoccupato di informarsi per sapere dove venissero ricollocati? Se fossero felici? O anche lui, forse, è stato l'ingranaggio di un orribile sistema che sembra volerli ghettizzare e segregare lontano dal mondo dei cosiddetti "normali"?
L'incontro scontro con una realtà diversa rispetto a quella a cui è abitutato è occasione di meditazione per il protagonista, che si interroga su quanto abbia veramente combattuto per il cambiamento della mentalità dei singoli nei confronti dei diversi. 
I "bambini magici" sono metafora di tutte quelle categorie crocifisse quotidianamente, capri espiatori colpevoli di esistere, giudicati solo in base ai pregiudizi di essere potenzialmente pericolosi.

Arthur Parnassus, il direttore dell'orfanotrofio, è una persona altruista e gentile: nonostante la solitudine e le difficoltà, provvede ai bambini come meglio può cercando di essere costantemente presente, di non far mancare loro nulla e di rappresentare una sicura e positiva figura di riferimento. Inoltre, nonostante la cattiveria della gente, ha insegnato ai suoi piccoli ospiti l'amore e il rispetto per il prossimo. 

La determinazione di Arthur colpisce profondamente Linus, il quale non può che stimarlo e -anche se la professionalità dovrebbe impedirglielo -  ne rimane affascinato.

Tra Linus e Arthur si instaura un rapporto di reciproco rispetto che sin da subito sembra essere il preludio di una tenera intesa romantica, costruita con un elegante mostrare senza dire: un sorriso particolarmente dolce, un'attenzione speciale ai reciproci gesti, sguardi che indugiano sulle dita dell'altro. Tutti questi elementi danno lentamente vita ad una discreta storia d'amore, che diventa sempre più intensa, coinvolgendo il lettore in un crescendo di emozioni che non trovano voce ma profondamente sentite.

Molti ne hanno criticato la prevedibilità, il lieto fine, le meccaniche narrative. 
A me invece, "La casa sul mare celeste" è piaciuto: ritengo che l'autore sia riuscito a scrivere una bellissima fiaba dai toni intimisti, capace di far riflettere, sognare e emozionare, nella sua disarmante semplicità. 

"A volte, pensò dentro la casa sul mare celeste, si può scegliere la vita che si vuole.
E, se si è abbastanza fortunati, magari quella vita ci sceglie a sua volta."

Magari esistesse per ciascuno di noi qualcuno che ci attende al di là dell'oceano, in una colorata casa tranquilla, a strampiombo su uno struggente mare celeste. 

domenica 18 luglio 2021

Living Room Matsunaga San 2

"Living-room Matsunaga-san 2" è il secondo volume di una nuova serie shojo pubblicata da starcomics, disegnata dalla sensei Keiko Iwashita. In questo albo, che cambia colore rispetto al primo, prevalgono i toni dell'arancione. 
La serie dovrebbe contare in tutto undici volumi. 

Continua la vita di Miiko nella share house, dove comincia a conoscere più approfonditamente i vari coinquilini e ad apprezzare la libertà che può vivere lontano dai suoi genitori. 
In particolar modo si è affezionata a Matsunaga, un compagno più grande che si preoccupa costantemente per lei, ed è pronto ad aiutarla quando teme che possa essere nei guai. Anche se sembra non avere nessun secondo fine, Miiko è lusingata dalla premura di Matsunaga e si accorge di provare dei sentimenti per lui. 
I nuovi turbamenti del suo cuore e gli impegni di cucina e pulizie la tengono impegnata fisicamente e mentalmente, inducendola spesso, quasi senza accorgersene, a trascurare i suoi doveri scolastici.
Riuscirà a conciliare lo studio con la sua nuova vita? Cosa le insegnerà l'esperienza di vita lontano da casa? 

Miiko e Matsunaga costruiscono lentamente il loro rapporto, che si basa su attenzioni costanti nei confronti dell'altro. 
Miiko, destabilizzata per essersi presa una cotta, cerca con scarso successo di nasondere i propri sentimenti. Vorrebbe  mostrarsi più adulta e meno bambina agli occhi di Matsunaga, che ha già un lavoro ed è una persona indipendente, sperando di apparirgli più interessante. 
Tuttavia Matsunaga sembra essersi fatto carico del compito di prendersi cura di Miiko, che vorrebbe preservare da pericoli e difficoltà, e sembra vederla più come una sorella minore che come una ragazza di cui potersi innamorare, cosa che ferisce profondamente la protagonista. 

Miiko si trova anche costretta ad affrontare sua madre: infatti, dopo essersi trasferita nella casa semicondivisa, i suoi voti sono scesi parecchio, ed ha persino ricevuto qualche insufficienza. Mortificata, Miiko si rende conto di essersi lasciata un pò troppo coinvolgere  nelle vite emozionanti dei suoi coinquilini e di non essere stata capace di autogestirsi nello studio, cosa che si ripromette di fare al più presto. 
Prima che essere una delusione per sua madre, questo insuccesso è un duro colpo per se stessa: abituata ad andare bene a scuola, per la prima volta si rende conto che diventare adulta non significa solo indossare un abito da donna e imbellettarsi il viso ma anche e soprattutto riuscire a vivere in autonomia conciliando lavoro e svago, trovando un personale equilibrio che le permetta di non trascurare il sano sviluppo di nessun ambito della vita. 

Il volume si conclude con un racconto extra narrato dal punto di vista della gattina di casa, Sabako, spesso oggetto di derisione perché non è particolarmente carina, ma tozza e rotondetta. Tuttavia alla gattina non importano le critiche altrui: il suo compiacimento sta nell'affetto totale di Ryo, che la coccola e la tiene sempre con sé, preoccupandosi costantemente del suo benessere e lodandola come se fosse la più bella del mondo. Si tratta di un racconto metaforico, specchio dell'amore che vorrebbe provare Miiko: anche lei desidera essere guardata e amata da Matsunaga, non le importa di essere apprezzata o disprezzata dagli altri. Quando si ama, conta solo il parere della persona che è oggetto delle nostre attenzioni.

I disegni, in questo volume, sono graziosi e delicati proprio come nel primo. Dal momento che già si entra nel vivo della storia, molte vignette sono arricchite da dettagli tipici degli shojo, come scintille e stelline.
Con questo volume, "Living room Matsunaga San" assume forse una connotazione più "adolescenziale" proponendosi comunque come un titolo perfetto per gli appassionati di genere e per chi apprezza le linee pulite e delicatissime dei disegni di Keiko Iwashita. 

sabato 17 luglio 2021

"Novelle bizzarre": John McDillan presenta il Bizzarrismo


"La trilogia del + 1" è un'opera di John McDillan composta da quattro volumi: "17 Novelle Bizzarre + 1", "The Jester's Rhymes", "The XVIII", "Clocks". Le copertine, che presentano un fantasioso intreccio di nero e dorato, risultano particolarmente eleganti e anticipano un'opera che di banale non ha niente, dal titolo al contenuto. 

John McDillan ha scritto una serie di racconti non convenzionali, con personaggi provocatori e strambi, che si fanno portavoce di una nuova corrente di pensiero: il "Bizzarrismo", un invito entusiastico a non vivere passivamente nel mondo seguendo le idee della maggioranza, ma cercare di seguire sempre le proprie. 

"Non è mai facile parlare di qualcosa di
nuovo. 
Le novità sono imprevedibili, talvolta strambe e pazzesche: 
si consumano rapidamente come l'erba al sole [...]
Il Bizzarrismo è la novità di questo decennio: è un agglomerato di stranezze che impattano sui tuoi occhi alla stessa stregua di un palazzo fucsia in mezzo alla campagna. 
è fantasioso: non infantile, bensì comico, irruento,
inopportuno e sgangherato."

E allora ecco che il bizzarrismo diventa metafora del disperato bisogno di costruzione e affermazione dell'identità personale, una e unica, diversa da quella di tutti gli altri. 
Non è forse meglio pensare con la propria testa ed essere considerati folli che rassegnarsi ad una normalità in cui non si crede? 

Attraverso un teatro di folli personaggi che si susseguono - a volte per divertire, altre per far riflettere, spesso per commuovere - si presenta tuttavia un dubbio morale apparentemente irrisolvibile: come trovare una via d'uscita che permetta di esprimere la propria personalità, se le regole del vivere sono sempre rigidissime? 
Normali e strambi si fronteggiano come due fazioni opposte, diversissimi eppure complementari, metà perfette di un mondo che ha bisogno di entrambi per esistere. 

Se lei non fosse bizzarro, 
io non potrei essere 
normale! (...) Togli il bizzarro dalla normalità, toglilo pure, dì che siamo uguali e tu non avresti motivo di essere il contrario di qualcosa... 
Tu non avresti motivo di esistere senza la mia normalità. 

Forse, la vera libertà è accessibile solo a chi volta le spalle al mondo, decidendo di costruirsi una vita nel proprio universo personale? 
O anche nella quotidianità più oppressiva è possibile ritagliarsi un pò di spazio per essere "bizzarri"? 

"La trilogia del + 1" è un'opera che sfugge ad ogni definizione, impossibile da incasellare in un genere. 
Tramite le sue parole, l'autore va a costruire una realtà nuova e diversa, dando forma ad immagini lucenti ed oniriche, grottesche o allucinate che lasciano il lettore smarrito e confuso, trascinandolo in un mondo altro nel quale vede completamente capovolte le sue idee e le sue convinzioni: una realtà che si plasma alla sua visione, che assume valore solo quando gliene viene attribuito uno. 

"Siamo noi che non potendolo decifrare, gli diamo un aggettivo a caso, a a seconda delle nostre condizioni..."

La prosa è estremamente colta e ricercata, è come una poesia fragile e spezzettata che a volte si riduce a versicolo, apparentemente priva di senso logico ma in cui ogni parola è perfetta nel punto in cui si trova e che svela, a chi legge attentamente, perle di rara bellezza. 
Ogni frase va a distruggere le regole di sintassi della frase e del periodo, sfidando ogni buon senso, lasciando al lettore l'intrigante compito di disambiguarla, per ricostruire il suo significato e interpretarne il senso. 

"Il più grande Nonsense, per un Nonsense, è avere senso." 

Con i suoi inimitabili ed indefinibili racconti l'autore riesce a dar prova di una capacità artistica senza paragoni e, con estrema originalità, trasmette intense emozioni ai suoi lettori dimostrando loro che la normalità è solo una parola, e compito di ciascuno è eliminarla definitivamente dal vocabolario.

venerdì 16 luglio 2021

"Le parole che ho trovato per te" di Alessio Tavino


La Poesia è la nostra migliore amica, l’anello che ci ha uniti per sempre.

"Le parole che ho pensato per te" è il primo romanzo di Alessio Tavino, personaggio già noto e apprezzato sui social per le sue poesie. Nel suo esordio narrativo ha scelto di proporre ai suoi lettori una storia dolce e romantica con un protagonista che porta il suo stesso nome e condivide le stesse sue passioni -quasi la sua controparte letteraria.
L'edizione è bellissima. La suggestiva copertina richiama i colori del tramonto. All'interno i vari capitoli sono intervallati da poesie scritte a mano dall'autore e da affascinanti disegni di rose, elemento che sarà emblematico nella narrazione, simbolo dell'amore imperituro che lega il protagonista alla scrittura. 

Alessio è un adolescente che ama la poesia e l'alta letteratura  e per questo viene spesso deriso dai coetanei.

Ripenso a quella parola: strano.
E a quell’altra, molto simile: sfigato.
E poi ritorno sulla mia parola, l’unica con la quale mi piacerebbe essere chiamato: poeta.

Fortunatamente le cose cambiano quando si trasferisce in una nuova scuola, dove per la prima volta conosce un gruppo di compagni che sembrano accettarlo per ciò che è davvero, senza prenderlo in giro o sminuirlo, anche quando scoprono che ama scrivere poesie.
Inoltre uno dei suoi nuovi professori, colpito dal suo talento, lo incoraggia a coltivare questa sua passione e lo invita a far conoscere i propri testi anche ad altri. 
Grazie alla rinnovata fiducia in sé stesso, Alessio trova anche il coraggio per dichiararsi alla ragazza che ad un primo sguardo gli ha rubato il cuore: la bellissima Sofia, che conosce al centro dove pratica atletica. Sofia ricambia il suo interesse, perciò i due iniziano con entusiasmo a vivere insieme il loro primo amore. Tuttavia, quando conosce Rosalba, una ragazza riservata, poco appariscente, che come lui ama la poesia, scopre la gioia di condividere le sue più intime passioni con qualcuno che riesce a comprenderlo veramente. E allora ogni certezza crolla. Davvero è Sofia la persona che può renderlo felice? Oppure una  come Rosalba sarebbe più adatta a lui? 

Cos'è una poesia? Una sorta di grido che nasce dall'intimo, un pensiero spontaneo che non può essere spiegato in nessun altro modo, che viene esposto in versi quando la prosa non è sufficiente. 
Ogni persona ha il proprio personale modo di affrontare le difficoltà, un metodo di coping, e usare le parole come difesa è la caratteristica di Alessio che, in un mondo rumoroso e superficiale, avverte che la propria vocazione, ciò che lo fa sentire vivo, è scrivere. 

Proprio Alessio è il protagonista narratore che accompagna il lettore lungo questo romanzo, opera che non è solo una storia romantica per ragazzi ma anche e soprattutto una profonda e sincera dichiarazione d'amore alla poesia, musa che non permette a tutti di conoscerla e comprenderla ma che si rivela solo a chi si apre completamente a lei. Sofia e Rosalba, ad esempio, non la apprezzano nella stessa maniera. 

Sofia ama le parole nella misura in cui sono tutte per lei, attenzioni che possano placare la sua gelosia. Non ne apprezza il suono, la magia o la segreta essenza. Non le interessa. 
Il suo attaccamento nei confronti di Alessio è quello che in psicologia sarebbe definito "adulto insicuro di tipo preoccupato ambivalente", caratterizzato dall'impostare con la persona amata una relazione poco sana, eccessivamente soffocante ed esigente. 

Rosalba invece si pouò definire come "l'anti Sofia". Profondamente innamorata delle parole, le rispetta come se fossero creature vive, e le venera perché in esse vede l'anima di chi le ha scelte accuratamente per poi dare loro la vita. 
Rosalba comprende Alessio perché capisce cosa significa per lui scrivere, cosa vuol dire affidare alla carta i propri segreti dolori. In virtù del condiviso amore per la poesia, inizia a provare qualcosa per lui e gli dichiara i propri sentimenti ma, fedele alla propria passione, le sue parole sono offerte come un dono e non come una responsabilità.  

Scopo di Alessio Tavino, con questo romanzo traboccante di sentimento, dove anche le parti in prosa sono intense come poesie, è arrivare al cuore del lettore per fargli comprendere il potere delle parole: una parola può uccidere ma può anche guarire, una poesia pesa molto di più di una collana di diamanti ed è più unica del più raro tra i gioielli. 

L'autore invita tutti ad usare questo strumento unico per rendere gli altri partecipi del proprio mondo interiore perché, anche se non tutti saranno in grado di comprenderlo, le parole sono semi, sbocciano come fiori soltanto se possono essere piantate, non possono fiorire se restano nascoste. 

«Per essere felici bisogna predisporci ad accoglierla, creare l’ambiente emotivo giusto dentro di noi. E questo è possibile solo sbagliando, e cogliendo il bello nel risultato, qualunque esso sia. Immagino che vi starete chiedendo cosa c’entri tutto questo con la poesia, con il saper trovare e scrivere parole migliori. Ebbene, vi dico una cosa: solo diventando esseri umani migliori diventerete poeti e scrittori migliori. Non potrete scrivere niente di veramente valido finché non avrete preso coscienza di voi stessi, vi sarete visti e riconosciuti allo specchio e anche congratulati con voi stessi per il fatto di aver fatto scelte sbagliate

mercoledì 14 luglio 2021

Rewiew Party: "Harrow la Nona"

“Harrow la Nona” (Harrow The Ninth) di Tamsyn Muir è il secondo capitolo della trilogia The Locked Tomb, il nuovo fenomeno del genere fantastico e sci-fi.


Dopo le prove ed i pericoli affrontati nella Casa di Canaan, Harrowhark Nonagesimus è finalmente diventata Littrice. L’Imperatore l’ha accolta nella schiera dei suoi Santi e, come da accordo, è pronto a far rivivere la Nona Casa con nuovi coloni e nuovi negromanti. Il Littorato, però, è tutt’altro che un traguardo: è l’inizio di una guerra impari, l’inizio di un’eternità in fuga.
Lo scotto da pagare per la Resurrezione compiuta diecimila anni prima dall’Imperatore è stata la nascita di nove Bestie Resurrezionali, mostri terribili e letali che dimorano nello spazio profondo e che inseguono l’Imperatore ed i suoi Littori ovunque si rechino, con l’istinto primordiale di annientarli. Per questo l’Imperatore vive come un esule, per questo Harrow non potrà più tornare alla propria Casa. Adesso anche lei è un bersaglio, costretta a rifugiarsi in un angolo remoto dello spazio per migliorarsi e poter prendere parte alla guerra che, pur nel corso di diecimila anni, non è riuscita a distruggere tutte le Bestie ed è costata la vita alla maggior parte dei Littori.

Il corpo di un Littore normale era in grado di badare a se stesso.
Ma ormai era chiaro a tutti: tu non eri un Littore normale.

La situazione di Harrow è estremamente delicata. La sua conoscenza della magia ossea è invidiabile, ma non è al livello di maestria richiesto ad una Santa, tutte le altre branche della magia corporea le sono sconosciute, e la spada che dovrebbe saper maneggiare la rifiuta con violenza. Harrow non può prenderla a mani nude senza indebolirsi, non può sollevarla senza essere sopraffatta dal vomito… e la sua stessa mente è un campo minato su cui non può fare totale affidamento, non con le allucinazioni che la accompagnano ormai da anni.

«Ho bisogno che tu nasconda la mia infermità» disse Harrowhark.
«Vedi, io sono pazza

Accanto a lei c’è Ianthe Tridentarius, la detestata rivale e sorella Littrice con la quale è costretta a convivere. Ianthe fa sfoggio della sua superiorità, la schernisce, la minaccia, ma allo stesso tempo ha stretto un accordo con Harrow per aiutarla e sembra essere più attratta da lei di quanto non voglia lasciar intendere.
Facciamo inoltre la conoscenza dei Santi dell’Imperatore i quali, per quanto controvoglia, ricoprono il ruolo di fratelli maggiori e insegnanti per Harrow e Ianthe; soprattutto, facciamo la conoscenza dell’Imperatore stesso: un uomo che si è fatto Dio, colui che ha compiuto la Resurrezione salvando la stella Dominicus e le Nove Case, colui che ha sconfitto la morte, colui che tutte le Case venerano ed onorano, ma che in particolar modo Harrow venera e ama. L’Imperatore rappresenta la sua salvezza ed assoluzione, l’attenzione e l’affetto di cui è assetata, il Maestro inarrivabile ed onnipotente, il padre amorevole e benigno che non ha mai avuto.
E poi c’è il mistero delle ventiquattro lettere indirizzate ad Harrow di cui ventidue in suo possesso e due nelle mani di Ianthe, da leggere solo in determinate e particolarissime circostanze. Lettere ambigue ed enigmatiche, scritte dalla stessa Harrow prima della sua iniziazione al Littorato ma di cui lei non ricorda nulla. Ed in tutto questo, l’assenza più ingombrante di tutte: quella di Gideon. Perché Harrow sembra non serbare alcun ricordo della sua esistenza?

«Nonagesimus, non verrà nessuno a salvarti. Non Dio. Non Augustine. Nessuno.» Ora nella sua voce non c’era traccia di scherno, ma c’era qualcos’altro: eccitazione, forse, o disagio. «Morirai nella prima mezz’ora. Hai un bersaglio appiccicato addosso. A meno che in quelle lettere non ci sia qualcosa che ignoro, sei a corto di assi nella manica.»

Harrow la Nona” è un libro strano, difficile da leggere e da definire. La narrazione alterna capitoli in terza persona e capitoli in seconda in cui la protagonista sembra parlare a se stessa. Questa alternanza disorienta il lettore che, già confuso dalla quantità di tasselli mancanti e di informazioni che vengono accumulate senza avere gli strumenti per comprenderle, può fare seriamente fatica a seguire la vicenda. A ciò si aggiunge una certa lentezza che esaspera la sensazione di confusione e di smarrimento e forse equipara il lettore alla protagonista, poiché si ha l’impressione di trovarsi prigionieri in una mente labirintica e schizofrenica e di vagare alla cieca senza punti di riferimento. Potremmo senza ombra di dubbio definire questo romanzo “psichedelico”.

Come in “Gideon”, tuttavia, la lentezza iniziale lascia gradualmente spazio ad un ritmo serrato e calzante quando si arriva nel vivo della storia e soprattutto sul finale, quando la successione di colpi di scena rapisce il lettore che si ritrova affamato di risposte ed incapace di smettere di leggere. In questo, Tamsyn Muir è maestra.

Altro tratto distintivo della sua scrittura è senza dubbio il sarcasmo e l’arguzia dei suoi personaggi, provetti in motteggi e schermaglie verbali che rappresentano una boccata d’aria fresca nell’atmosfera lugubre e tesa del romanzo, e non solo. Lo stile in questo romanzo, per echeggiare la personalità di Harrow di cui si adotta il punto di vista, si fa sempre più rarefatto e ardito; il contrasto fra la descrizioni quasi ampollose e pesanti e i dialoghi freschi, faceti e talvolta spiazzanti crea una dissonanza che potrebbe per molti risultare sorprendente e piacevole.

Il lato negativo di questa “firma d’autrice”, tuttavia, è che essa tende ad appiattire tutti i personaggi principali, tutti brillantemente arguti e dotati dello stesso senso dell’umorismo, ignorando quelle che possono essere le peculiarità caratteriali di ciascuno; ciò si nota ancor più negli antagonisti che sembrano effettivamente rispondere ad uno stereotipo. Non c’è dubbio che il personaggio frizzante, un po’ teatrale e sarcastico sia quello che Tamsyn Muir preferisca e sappia scrivere meglio, ma viene quasi da chiedersi se non sia l’unico che sappia scrivere.

L’altro difetto che non si può ignorare sono le inconsistenze nell’ambientazione del romanzo. Quest’ultima è già di suo poco definita e confusa: si capisce che la vicenda è ambientata nel nostro sistema solare in un lontano futuro post-apocalittico, tuttavia i riferimenti culturali sono quelli a noi contemporanei. Viene per esempio citata Bring me to life degli Evanescence, oppure Lose yourself di Eminem, o ancora un esempio lampante è il seguente dialogo:

«[…] Non voglio darti un ultimatum il primo giorno che passiamo insieme. Parleremo più tardi di te e di me. Non posso recuperare tutti gli anni in cui non ci sono stato, tutte le patatine fritte calde che non ti ho potuto comprare e le recite scolastiche a cui non sono venuto, […]».

Questo è sicuramente un ottimo modo per rendere tutto più scorrevole e godibile – a chi non piace qualche battuta presa dalla cultura pop, del resto – ma tradisce il mondo narrativo creato. Già in “Gideon” c’erano problemi di questo tipo, ma se lì ancora si poteva dare il beneficio del dubbio, qui l’errore risulta troppo grossolano e marchiano perché la sospensione dell’incredulità possa reggere.

Ciò che è notevole, tuttavia, è che pur con questi difetti “Harrow” non può fare a meno di catturare chi legge, di creare quella febbrile voglia di voltare pagina dopo pagina per scoprire come andrà a finire… e anche per assistere all’evoluzione del rapporto fra Gideon e Harrow.

In questo secondo volume, per forza di cose, la presenza di Gideon è molto marginale e le interazioni con Harrow ancora di più, tuttavia la Muir trova il modo di farci capire quanto intensamente siano cresciuti i sentimenti delle protagoniste pur lontano dai nostri occhi. Gideon sembra nutrire un bruciante desiderio di protezione nei confronti della sua Littrice, e forse anche altrettanta possessività, mentre Harrow è giunta ad una soluzione estrema pur di preservare l’anima della sua paladina e avere una possibilità di riabbracciarla in futuro. Forse non sono innamorate, non ancora, ma il legame che le unisce è ben più profondo e intenso di qualunque altro e nulla può competere con esso. 

Gideon e Harrow danzano in equilibrio sulla linea sottile che separa la devozione e la fedeltà dall’amore, in attesa di una spinta decisiva.

mercoledì 7 luglio 2021

La nuova edizione di Divergent: Chi sono i Divergenti?


"Noi crediamo negli atti di coraggio ordinario, nel coraggio che spinge una persona ad ergersi in difesa di un'altra."

Veronica Roth è la pluripremiata autrice della fortunata saga distopica "Divergent", che ha riscontrato notevole successo di pubblico e critica, e che ha anche meritato un  adattamentio cinematografico, con Shailene Woodley nel ruolo di Tris e Theo James nel ruolo di Quattro. 
Dopo dieci anni dalla sua pubblicazione, la casa editrice deagostini ha deciso di riproporre ai lettori l'intera saga in una vesta nuova, un volume di grandi dimensioni che raccoglie i tre romanzi principali della saga (Divergent, Insurgent, Allegiant) e lo spin off Four, oltre a vari racconti extra legati alla storia. 
Questa nuova edizione presenta caratteri grandi, di comoda lettura, e la copertina brossurata è rivestita da una bella sovraccoperta con alette dietro alla quale si trova un grazioso poster. 

Beatrice ha vissuto i primi sedici anni della sua vita nella fazione degli Abneganti, conducendo un'esistenza pacifica e tranquilla con la sua famiglia. Quando si presenta per lei il giorno della scelta, ossia il momento in cui dovrà prendere parte attiva nella società, decidendo se continuare ad essere parte della propria fazione o abbandonarla, è travolta dai dubbi: una parte di lei vorrebbe restare con la sua famiglia, ma un'altra parte invece, desidera spiccare il volo e trovare la sua strada altrove. 
Comunque, sarà il test attitudinale a consigliarle la destinazione migliore. Ma  risulta idonea a frequentare più fazioni e ciò accade a pochissimi soggetti, chiamati "Divergenti". In una società rigidamente controllata come quella descritta nel romanzo, la presenza di individui Divergenti non è vista di buon occhio infatti, quando queste persone vengono individuate, di solito qualcuno provvede a farle sparire. 
L'esaminatrice non vuole che a Tris accada qualcosa di male perciò decide di essere sincera con lei: le spiega la pericolosità della divulgazione del suo risultato, facendole capire l'importanza di non rivelarlo mai a nessuno e di mantenere costantemente un basso profilo, affinché nessuno la noti mai e si insospettisca. 
Il giorno della scelta, Tris decide di entrare a far parte degli intrepidi, dove verrà a contatto con una quotidianità molto diversa da quella che avrebbe mai osato immaginare. 
Purtroppo, però, mantenere "un basso profilo", come suggeritole saggiamente dalla sua esaminatrice, non è assolutamente semplice per lei che, anzi, si troverà sotto i riflettori prima di quanto creda... 
Che tipo di persona diventerà Tris, e verso quale strada la guiderà la sua Divergenza? 

Tris è una protagonista con cui si empatizza subito: stanca della sua vita, desidera una realtà diversa in cui poter essere sé stessa e un gruppo di pari da cui essere accettata per poter iniziare una propria esistenza indipendente. 
Anche fra gli intrepidi, però non mancano amici e nemici anche perché, a seguito di un duro apprendistato, solo i più forti entreranno effettivamente a far parte della fazione: chi non riuscirà a superare le varie prove proposte diventerà un senza fazione, un reietto della società. Le sfide quindi assumono le sfumature di una "lotta per la sopravvivenza", e Tris dovrà abbandonare la sua anima abnegante per affrontarle al meglio, concentrandosi su sé stessa, cercando un equilibrio che le permetta di non vivere completamente per gli altri ma aiutare il prossimo pur senza spostarsi dalla sua strada. 

COSA SIGNIFICA ESSERE UNA DIVERGENTE? 

Tris, la protagonista della serie di romanzi distopici di Veronica Roth, a cui Shailene Woodley ha prestato il suo volto nella fortunata serie di film, è uno di quei personaggi che non si dimenticano. 
La storia , narrata in gran parte dal suo punto di vista, in prima persona, pone il lettore dinanzi ad una realtà  tragica, un mondo sull'orlo del collasso, costruito su schemi rigidi che tentano di combattere la prospettiva individualistica ma non riescono realmente a rispondere alle esigenze della società: c'è bisogno di pace ma la divisione in fazioni, piuttosto che eliminare gli scontri, fa nascere nuove ragioni di astio fra le persone, che senza accorgersene si lasciano trascinare in una sorta di "nazionalismo" considerando la propria fazione spesso superiore a tutte le altre. 

In questo scenario poco piacevole e decisamente non auspicabile vive Beatrice, adolescente che come tutti i ragazzi della sua età è travolta dall'esigenza di gridare,  urlare e far sentire la sua voce. Negli abneganti ha invece  imparato che bisogna operare per il bene collettivo agendo nel nascondimento, ma non riesce a liberarsi del desiderio di mostrarsi ed essere, finalmente, vista e magari apprezzata. Questo la induce a scegliere una fazione del tutto opposta alla quotidianità in cui ha sempre vissuto, e abbracciare la causa degli intrepidi, i quali conducono una vita allo sbando, guidati da regole strane e spesso difficili da comprendere, ma che offrono a Tris quello di cui sente di avere bisogno: il brivido di una vita al limite. 

Tris, pur volendolo con tutta sé stessa, non può essere come tutti gli altri, perché è una Divergente. Il sistema non accetta positivamente i Divergenti, vedendoli come persone pericolose, poco controllabili, non allineate e capaci di grandi gesti di protesta e ribellione. 
La scoperta di essere una Divergente è il più grande segreto che Tris custodisce e, mentre sulle prime non le sembra difficile nasconderlo, con il passare del tempo si rende conto che la Divergenza che la caratterizza è come un secondo cuore che trema dinanzi alle ingiustizie, che la induce a cercare di cambiare il mondo e non ad accettarlo passivamente per quello che è. 

Quella dei divergenti è sicuramente un'efficace metafora distopiaca, ma quanto mai attuale nella società contemporanea che tenta di omologare l'umanità e ridurre tutti a  fotocopie: bisogna cercare invece di non perdere mai la propria individualità, a qualunque prezzo. 

Per chi ha iniziato la saga ma non l'ha mai conclusa, per chi non l'ha mai letta e vorrebbe recuperarla, l'uscita di questa nuova edizione è l'occasione giusta: l'universo distopico di Divergent ha ancora tanto da dire, e saprà conquistare vecchi e nuovi lettori con la sua protagonista coraggiosa e la sua adrenalinica, appassionante avventura

domenica 4 luglio 2021

Angel 2: "La città dei demoni"

"La città dei demoni" è il secondo volume del reboot di Angel creato da Joss Whedon, illustrato dal tratto deciso di Gleb Melnikov. Racchiude gli episodi 5-8 della serie.

Angelus, vampiro un tempo noto per la sua spietatezza e la sua malvagità, ha deciso di redimersi. Assumendo il più semplice nome "Angel" si è fatto carico della missione di difendere Los Angeles dai mostri, e vive questa attività come redenzione per tutto il male commesso in passato. 
Tra le varie persone che ha aiutato c'è Winifred, una ragazza problematica che i genitori avevano fatto internare in manicomio, temendo fosse matta. Winifred non è assolutamente pazza, ma solo molto potente, e questo la rende pericolosa per sé stessa e per gli altri. Perciò Angel, dopo averla aiutata a scappare, insieme al demone Lilith la sorveglia costantemente, al fine di impedire che persone malvage possano approfittarsi di lei.
Tuttavia, Angel, per quanto sia forte, non può fare tutto da solo. Ha bisogno di una squadra che lo aiuti, fidati compagni che possano combattere al suo fianco. In Gunn, adolescente agguerrito che da anni desidera incontrare il demone che ha ucciso suo cugino quando era solo un bambino, Angel scorge un alleato perfetto, perciò gli propone di unirsi a lui nella lotta costante contro il male. Gunn non ha molto tempo per pensarci: neppure il tempo di visitare la residenza di Angel e già si trova coinvolto in una situazione pericolosa: la Wolfram & Hart, una falsa agenzia legale, ha catturato Winifred, per indurla a passare al lato oscuro e poterne sfruttare i poteri. 
Gunn e Lilith non possono permettere che le succeda qualcosa, ma da soli non sanno cosa fare, dal momento che Angel li ha temporaneamente lasciati, è dovuto discendere nella bocca dell'inferno, appena aperta da Drusilla, dove sta combattendo duramente insieme a Buffy.
 Avendo bisogno di un altro vampiro disposto ad aiutarli, i due decidono di chiedere aiuto a Spike... il quale, dopo moltissime lamentele e melodrammi, accetta di aiutarli. 
Quali disavventure li attendono? Riusciranno a salvare la povera Winifred? 

Questo reboot è incentrato appunto sulla figura di Angel, il vampiro coprotagonista di tante avventure di Buffy. È un personaggio costantemente triste, incapace di trovare gioia, anche perché è convinto di non meritarla. Affronta tutto con freddezza, cercando di non farsi toccare da nessuna emozione, in bilico fra due mondi, cittadino esiliato sia dal regno dei morti che da quello dei vivi, obbligato a guardare le vite altrui da una posizione d'angolo, determinato a proteggere costantemente il prossimo.
"Un ballerino pervaso di struggente malinconia" lo definisce Lilith, descrivendolo con una sorta di ruvido affetto. 
In questo numero, dopo le prime pagine, Angel scompare dalla scena, costretto a discendere nella bocca dell'inferno.
In sua assenza, a conquistare la scena giungerà Spike, amatissimo nella serie tv, si impone prepotentemente anche in questa serie a fumetti. Con il suo umorismo caustico sempre fuori luogo e la sua costante capacità di fare drammi inutili per qualunque cosa, è da sempre uno dei punti di forza dell'intera storia di Buffy. 
Il volume si concentra molto sul confronto tra Angel e Spike: diversi ma estremamente simili, entrambi mai veramente cattivi, eppure neppure troppo buoni. Distaccandosi dal cliché degli eroi perfetti ed indistruttibili, i due vampiri non sono "principi senza macchia e senza paura": anche se sovrannaturali sono caratterizzati da fragilità che li rendono complessi ed umani,  vicini ai lettori, comprensibili e veri.
Spike, ex poeta di composizioni melense, ha vissuto la sua vita da non morto come una commedia shackesperiana, innamorandosi di Drusilla, che lo ha solo illuso e  sfruttato per aprire la bocca dell'inferno, dimostrando di non avere nessun desiderio di stare con lui. 


Apparentemente senza cuore, Spike è caratterizzato da una profonda sensibilità, sua caratteristica peculiare. Infatti la stessa Lilith sa esattamente che, nonostante il suo caratteraccio e la sua fastidiosa tendenza a polemizzare su tutto, non si tirerebbe mai indietro dinanzi alla possibilità di soccorrere una fanciulla in pericolo: anche sotto la sua giacca di pelle e i capelli ossigenati, in fondo all'animo Spike è rimasto un gentiluomo d'altri tempi. 
Gunn, profondamente cambiato dall'incontro con il demone che ha ucciso suo cugino, ha deciso di dedicare la sua vita alla ricerca della sua nemesi. In lui, Angel rivede la sua stessa disperazione e un dolore simile al suo. Per questo, quando lo incontra, gli chiede di unirsi a lui: vuole aiutarlo a trasformare il suo anelito di vendetta nel desiderio di proteggere gli innocenti dal male. 

Winifred è la prima che dovrà difendere, sebbene Gunn ha modo di conoscerla molto poco prima che venga rapita, vede in lei   paura e innocenza, apprendendo sul campo l'insegnamento che Angel voleva impartirgli: poco si può fare per i morti, ma finché c'è ancora tempo e possibilità, bisogna fare qualunque cosa pur di aiutare chi ancora può essere salvato. 
Adrenalinico ed incalzante, questo secondo volume di "Angel" propone un racconto entusiasmante seguendo la narrazione umoristica e brillante del reboot di Buffy, intrecciandosi perfettamente con esso. 
Non resta che attendere con entusiasmo il sequel, per scoprire verso quali luoghi inesplorati ci condurrà questo frizzantissimo Reboot che con ogni albo supera le mie aspettative.