domenica 31 ottobre 2021

Nightbooks - Racconti di paura

"Le pagine bianche erano piene di possibilità."


"Nightbooks - Racconti di paura" è un romanzo di J.A . White, autore per ragazzi molto apprezzato all'estero, pubblicato in Italia dalla casa editrice DeAgostini.

Alex ama scrivere racconti macabri, ma è stanco di essere considerato dai compagni e dagli adulti un ragazzino strambo, perciò ha preso una decisione drastica: intende liberarsi dei suoi "quaderni degli incubi", come ha soprannominato i quaderni nei quali scrive le storie di paura che inventa.

"Non volevo più essere Alex Moscher, il ragazzino grasso e nerd che sa come fabbricare del sangue finto e conosce i nomi di tutti gli attori che hanno interpretato il ruolo di Michael Myers nei film della serie di Halloween. Volevo essere come tutti gli altri, e ho pensato che disfarmi dei miei quaderni degli incubi fosse un inizio. Ci ho messo un sacco di tempo per scrivere quelle storie. Le amo più di ogni altra cosa al mondo. Non volevo distruggerle, ma dovevo farlo. Era l'unico modo per dimostrare a me stesso che ero disposto a cambiare davvero."

Proprio la sera in cui esce di nascosto di casa con l'intento di buttarli via per sempre, una signora sconosciuta e dall'aria affabile lo invita ad entrare nel suo appartamento. Sbirciando oltre la porta, Alex nota che la signora stava guardando in televisione "la notte dei morti viventi", il suo film horror preferito. Notando il suo interesse, la donna lo invita a guardarlo con lei.
Lasciandosi tentare Alex accetta, ma nel momento in cui varca la soglia tutto cambia, e l'eccentrica signora si rivela ai suoi occhi per quella che è: una strega, la quale dichiara che ormai non intende lasciarlo andare molto facilmente.
Alex è molto spaventato ora che si trova protagonista  di un racconto dell'orrore. Oltre a lui, nell'appartamento della strega, un edificio magico dal quale sembra non esistere una via di fuga, vivono anche la scorbutica gatta Lepote e Yasmin, una bambina a sua volta prigioniera.
La strega  vuole che, ogni giorno, le racconti una delle sue storie.
Ma perché? Qual è il suo scopo? E come mai Alex, che voleva privarsi per sempre dei suoi testi, si scopre contento di avere finalmente qualcuno che lo ascolta con piacere e che apprezza i prodotti della sua fantasia?

Scrivere una storia vuol dire liberare sulla carta le idee racchiuse nella gabbia della mente, fantasmi e rose che ci fanno compagnia, amici silenziosi che abbiamo paura di mostrare ad altri.
Alex, costantemente criticato per le sue idee, arriva a sentirsi in colpa per la sua stessa fantasia, e vorrebbe depurare la sua immaginazione, privarsi di ciò che lo rende felice, disposto ad adattarsi ad un ridimensionamento pur di evitare critiche e cattivi giudizi altrui.

Yasmin stima Alex, vede la sua felicità quando scrive e narra e capisce la sua vera di cantastorie.

Si dimostra una vera amica nei suoi confronti, perché accetta la sua passione vedendola come una cosa bellissima, e non cerca di cambiarlo.

Anche la strega Natacha, per quanto si presenti come una figura negativa, è comunque un personaggio funzionale alla storia: permette ad Alex di maturare la consapevolezza di quanto ami scrivere, e di come per lui sia impossibile farne a meno, perché il mondo immaginario delle possibilità fa parte di lui.

"-Un giorno un mio amico ha trovato un cane e io non facevo che ripetermi: "E se il Triste Mietitore avesse un animale domestico?"-
Natacha sollevò le sopracciglia con un'espressione divertita.
-Gli altri ragazzini si sarebbero accontentati di lanciare una pallina al cane - commentò.
-Io sono diverso - replicò Alex, torcendo il quaderno degli incubi tra le mani. -Gli altri giocano con i cani, io mi diverto con i miei "E se..."
E' più forte di me, non posso farci niente. -"

"Nightbooks - Racconti di paura" è un libro per ragazzi che si legge d'un fiato, dalla prosa ironica e brillante, che riesce a trasmettere al lettore il gusto per la narrazione e l'arte per la scrittura, intesa come forza creatrice capace persino di plasmare la realtà.

"Tu non sei come tutti gli altri, e non ci puoi fare niente! Siamo quello che siamo. Le storie che scrivi sono la tua vera natura che affiora in superficie: misteriosa, oscura e contorta."

sabato 30 ottobre 2021

Creepy Pasta Stories: La leggenda di Momo


In occasione della ricorrenza più spettrale dell'anno, Fabbri Editore ha pubblicato due titoli nella collana "Creepy Pasta Stories": rivisitazioni da parte di autori per ragazzi delle più impressionanti leggende metropolitane.

"La leggenda di Momo" è stato scritto da Daniele Nicastro, che ha saputo raccontare magistralmente la storia rendendola davvero spaventosa.

Francesco, come regalo per il suo tredicesimo compleanno, riceve il tanto agognato smartphone: non è il modello che aveva chiesto, ma finalmente ha un cellulare tutto suo, ricco di funzioni, quindi non può proprio lamentarsi. Inoltre, grazie al suo nuovo dispositivo, potrà finalmente installare whattsapp, la più celebre applicazione di messagistica instantanea, grazie alla quale potrà chattare con i suoi amici. In particolare gli piacerebbe scoprire il numero della bella Mariana, la ragazza che gli piace. Gianpiero e Secco, due suoi compagni di classe burloni e perditempo, gli propongono una sfida: gli invieranno il numero di Mariana se lui dimostrerà di essere abbastanza coraggioso da scrivere un messaggio a Momo. Francesco non sa chi sia questa Momo, così i due ragazzi gli raccontano l'inquietante leggenda della ragazza mostruosa che costringe chiunque le scriva a fare cose orribili.
Ovviamente Francesco non ci crede, e non vuole fare la figura del fifone: convinto che la storia di Momo non sia che una burla senza fondamento, le scrive alcuni messaggi.
Non immagina di aver aperto le porte ad un incubo senza fine, che lo porterà ad un progressivo distacco dalla realtà, in cui diventa impossibile distinguere la verità dei fatti dalla sua visione distorta da allucinazioni e paura.
C'è un modo per tornare ad una vita normale? E se esiste, quale sarà il prezzo da pagare?

Pur essendo un libro per ragazzi è effettivamente inquietante.
Durante la lettura, la paratassi coinvolge e contribuisce a conferire alla narrazione un ritmo serrato e un'atmosfera angosciante, capace di suscitare nel lettore una profonda ansia, costruita anche grazie alle sapienti scelte lessicali dell'autore.

Ricordo che anche io sentii parlare della leggenda di Momo. Quando tantissimi utenti in tutto il mondo iniziarono ad usare Whatsapp, si diffuse l'inquietante storia del demone della rete, una maledizione da cui, una volta entrati, non si poteva più uscire.
Sebbene non abbia mai dato credito a queste leggende metropolitane, e come i più ero convinta che si trattasse tuttalpiù di un bot automatico messo a punto con lo scopo di diffondere virus informatici, non sono mai stata così coraggiosa da verificarne io stessa la falsità.
La storia di Momo fa leva sull'atavica paura infantile (legata all'animismo) che gli oggetti inanimati possano animarsi e sconfiggerci con una forza inaspettata, capace di irrompere nelle nostre vite. Teoricamente questa paura scompare con la crescità, ma in verità non ci si libera mai completamente del terrore dell'ignoto: il mostro sotto il letto, che sia generato dalla nostra mente ottenebrata o dalla notte stessa, non smette mai di aghiacciare.

Se c'è una cosa che questo libro insegna, è che coraggio e incoscienza sono due concetti molto diversi, e che, anche se non esistono demoni che infestano la rete - o magari sì, chi può dirlo? - con gli strumenti informatici bisogna fare molta attenzione, perché per scherzo ci si può trovare in situazioni spiacevoli e pericolose, magari mettendosi in contatto con degli sconosciuti animati da brutte intenzioni.

Momo è una creatura spietata, inumana e mostruosa, che tramite la manipolazione e il ricatto psicologico induce le sue vittime a fare tutto ciò che ordina loro. La sua crudeltà non conosce limiti, la sofferenza umana la diverte.
Momo è una figura spaventosa perché, sebbene abbia fattezze umanoidi, è totalmente priva di sentimenti umani, e con la sua cattiveria è capace di far perdere umanità anche alle persone con cui entra in contatto.

Immaginarsi al posto del protagonista è incredibilmente semplice, dal momento che inviare un messaggino su whattsapp ad un numero ignoto è qualcosa che chiunque può fare. L'idea che solo pochi tocchi sul cellulare possano separare una vita normale da una inarrestabile discesa nell'orrore è tremenda, quasi inconcepibile se si indugia con il pensiero in questa idea, e proprio per questo è così spaventosa.

L'aspetto veramente inquietante? L'idea -raccapricciante- che, come insegna Gaiman nel suo romanzo "Coraline", il male sia a un solo passo da noi, alla portata di chiunque, in attesa che gli apriamo una piccola porta per entrare nelle nostre vite.

venerdì 29 ottobre 2021

"One Room Angel": quando una porta si chiude se ne apre un'altra


La mangaka Harada, famosa per le sue opere boys' love, ha scritto e disegnato "One Room Angel", un volume unico molto diverso dalle sue opere precedenti, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali il “Best Comics” ai "Chil Chil BL Awards 2020", il "Kono BL ga yabai" e il "Kono manga ga sugoi!" nel 2020.
Il sentimento protagonista è l'amore, ma con declinazioni diverse da quelle romantiche. Un'opera delicata, di ampie vedute, intimista, anche se per i forti temi trattati mi sento di consigliare ad un pubblico di lettori maturi.


In Italia è stato pubblicato dalla casa editrice Starcomics, nella collana "Queer" e proposto agli acquirenti in due edizioni: la versione regular - in foto - con cover arancio fluo, e l'edizione limitata, la "Angelic edition", racchiusa in un elegante box che include una variant cover, una cartolina con dettagli in rilievo e un diorama da montare, con le figurine dei protagonisti.


Koki è un uomo ormai sulla soglia dei trent'anni che vive in un monolocale disordinato e non troppo pulito. Totalmente privo di una vita sociale e con alle spalle un passato difficile, il futuro gli appare incerto, sorretto soltanto da un lavoro precario come commesso in un piccolo minimarket.

Anzi, più che difficile, la vita a Koki appare proprio inutile. La sua esistenza non importa a nessuno, neppure suo fratello e sua madre si preoccupano di chiamarlo.
Così, quando si trova coinvolto in una rissa con due delinquenti del quartiere e viene accoltellato all'addome, spera che quel colpo abbia finalmente posto fine alla sua esistenza. Prima di scivolare nell'incoscienza, vede un angelo bellissimo, con l'aspetto di un fanciullo. Ha due grandi ali bianche, e Koki incantandosi a contemplarlo, spera che sia venuto a prenderlo, per condurlo lontano dal mondo, in un posto migliore.
Invece si risveglia in ospedale, con un conto salatissimo da pagare per le cure mediche e perdipiù si ritrova senza lavoro, perché scopre di essere stato licenziato.
Lamentandosi tra sé per il peggioramento della sua condizione già prima per niente rosea, fa ritorno al monolocale, nel quale trova l'angelo che ha visto la sera dell'aggressione.
L'angelo gli racconta di aver perso la memoria e di non avere alcun ricordo del suo passato. Inoltre, non riesce più a volare.


 Convinto che Koki possa aiutarlo in qualche modo, ha atteso pazientemente il suo ritorno. L'uomo inizialmente è molto colpito dal suo arrivo, anche un pò infastidito per quell'inattesa invasione del suo spazio personale. Nonostante tutte le sfortune che gli sono capitate ha però un animo gentile e decide di ospitare l'angelo per tutto il tempo che vorrà, finché non potrà volare via.
Inizia così la difficile convivenza tra un rude trentenne privo di prospettive e un giovane angelo irriverente e provocatorio, con la lingua tagliente di un adolescente.
Cosa impareranno l'uno dall'altro?


"One room angel" propone una riflessione sulla solitudine e la natura umana, la fragilità della vita, la necessità di trovarvi un senso e uno scopo pur nei momenti in cui sembra impossibile.

I disegni della Harada sono bellissimi, la fisicità dei personaggi è graficamente perfetta. L'autrice usa un tratto pieno e corposo, che fa ampio uso dei chiaroscuri e delle ombre per costruire le atmosfere e dare forma agli ambienti.
Cura particolare riserva ai volti e ai corpi, che trasmettono profonda espressività e verosimiglianza. Non viene fatto molto uso del super deformed, ma un aspetto dello stile che ho preferito di meno è l'enfatizzazione di alcune figure, come la mamma di Kiki, che è un personaggio interessante, ma le cui fattezze -una bellissima donna maggiorata- suscitano il riso e potrebbero distogliere l'attenzione dallo spirito della storia. Probabilmente l'intento dell'autrice era creare un equilibrio tra sarcasmo e tenerezza, anche se personalmente avrei preferito che i piacevoli toni malinconici della narrazione venissero mantenuti per tutto il corso dell'opera.

Inoltre, data la natura puramente platonica del legame descritto, la raffigurazione dell'angelo come un ninfetto e alcuni allusivi scambi di battute fra i due protagonisti possono confondere il lettore, inducendolo a fraintendere la situazione. Mentre invece l'entità dell'amore che nasce fra l'angelo e Koki, chiaramente non fisico, è proprio l'elemento di forza del manga: un sentimento non romantico, bensì fraterno e disinteressato, in cui ciascuno si sente completamente appagato per la presenza dell'altro nella propria vita. L'angelo scopre in Koki una figura che gli trasmette sicurezza e conforto, e Koki a sua volta grazie all'angelo si sente utile e finalmente capace di fare qualcosa di buono.
L'uno costituisce per l'altro una parentesi di serenità, e la loro amicizia, esclusiva e totalizzante, permette a ciascuno di esprimersi appieno e sentirsi amato nonostante - o forse proprio per - i suoi difetti.


In bilico tra vita e morte si incrociano due personaggi molto diversi ma complementari, che hanno disperatamente bisogno di sentirsi amati, anche se lo hanno cercato inevitabilmente nelle cose sbagliate.
Koki, ad esempio, durante i primi tempi di convivenza con l'angelo, è rammaricato per l'impossibilità di intrattenere rapporti occasionali. Tuttavia, giorno dopo giorno, l'amicizia dell'angelo lo appaga totalmente, facendogli capire che i rapporti che cercava con donne sconosciute altro non erano che tentativi di riempire una vita vuota priva di autentiche relazioni.

L'angelo, al tempo stesso, crede che il suo scopo sia tornare a volare nel cielo, ma ha paura di volare, e si scopre molto più felice di camminare sulla Terra insieme a Koki, che con i suoi modi forse bruschi e il suo carattere schietto condivide con lui tutto ciò che ha.

In conclusione "One Room Angel" è un'opera che, pur con gli estremismi tipici dei manga - che comunque non disturberanno gli appassionati del genere o chi apprezza lo stile della Harada, e sa già cosa aspettarsi dai suoi fumetti - è capace di scaldare il cuore e offrire al lettore una storia dolce e struggente.
Un inno di amore alla vita e alle numerose possibilità che essa può riservare, e sul finale saprà farvi commuovere. 

mercoledì 27 ottobre 2021

"Non devi dirlo a nessuno" di Riccardo Gazzaninga

"Tutti nascondevano qualcosa. E anche il bosco."


"Non devi dirlo a nessuno" è un romanzo di Riccardo Gazzaniga, autore che ha vinto numerosi riconoscimenti con le sue opere, una delle più importanti è il pluripremiato "Abbiamo toccato le stelle". Pubblicato per la prima volta per Einaudi nel 2016 era ormai introvabile nelle librerie. Per permettere a nuovi lettori di leggere questa storia, la Rizzoli ha deciso di proporre una nuova edizione, con testi editati e riveduti, in una pratica brossura con una copertina semplice e suggestiva.

Il racconto si concentra sulla storia di Luca, che ha tredici anni nel 1989, e trascorre l'estate a Lamon, un piccolo paesino di Belluno.
Per lui, che è un ragazzino asmatico che proviene dalla caotica città, il paesino rappresenta una realtà da sogno, perché può giocare fino a tardi a calcio con i suoi amici, può passeggiare nel bosco insieme al suo fratellino, godere di aria più salubre.
I giorni sono lunghi e pigri, lontani dalla frenesia a cui lo ha abituato la città.
Proprio durante una passeggiata nel bosco insieme al fratello, gli sembra però di scorgere qualcosa di inaspettato: due occhi, che ricambiano il suo sguardo spaventato.
Terrorizzati, i due fratelli corrono a casa per confidare ai genitori l'esperienza vissuta, i quali rassicurano i due ragazzi, dicendo loro che probabilmente, influenzati dalle leggende che si raccontano a Lamon, hanno immaginato di vedere qualcosa che non c'era. Ma Luca scorge la paura negli occhi dei genitori, sente alcune delle loro discussioni e  capisce che qualcosa li turba: un'antica storia di morte e vendetta aleggia nel paesino e rende inquieta la sua famiglia.
Luca non ha tempo per pensarci. Quella è l'estate dei suoi primi batticuori, l'estate in cui inizia a rendersi conto dei cambiamenti fisici del suo corpo, dei cambiamenti delle sue compagne che non riesce più a vedere solo come amiche, scoprendosi irresistibilmente attratto dalle curve dei corpi femminili.
Tra leggende inquietanti e i quotidiani tsunami tipici dell'età prepuberale, Luca vivrà l'estate dei suoi tredici anni come un traumatico passaggio dall'infanzia all'età adulta.

Gazzaniga, con il suo romanzo, ha scritto una storia di crescita, un romanzo di formazione per giovani ragazzi che illustra, con dovizia di dettagli, senza risparmiare al lettore neppure i particolari più imbarazzanti, le difficoltà di scoprirsi "bambini in scadenza", come avrebbe scritto Stefano Benni.

Gazzaniga descrive con maestria la linea sottile tra infanzia ed età adulta, quell'età di transizione, periodo delicatissimo nella vita di ciascuno. L'opera è particolarmente consigliata ad un pubblico maschile, perché si concentra soprattutto sui turbamenti di un bambino che diventa uomo, e un lettore maschio proverebbe sicuramente più empatia nei confronti del protagonista.

Luca, in bilico fra ciò che non è più e ciò che sta per diventare, si accorge delle differenze che ora lo separano dal fratello minore, ancora bambino. Si rende conto che i suoi pensieri sono cambiati, e anche se persistono in lui le passioni del fanciullo, avverte chiaramente i primi impetuosi slanci emozionali del giovane uomo.

"Adesso Luca aveva tredici anni e parlare di certe cose con Giorgio era diventato complicato. I suoi pensieri sulle ragazze, per esempio, mica poteva capirli."

Luca è un ragazzo ancora insicuro, che interpreta la realtà attraverso modelli in divenire, percepisce che il tempo è passato e qualcosa è cambiato, anche se si rende conto che è difficile dare un nome a quel cambiamento spaventoso che è la crescita, esperienza diversa per ciascuno, a cui non si sopravvive mai indenni. Infatti, se durante questo delicato passaggio dovesse avvenire qualche trauma, influirà su tutto il corso della sua esistenza.

Le nuove esperienze sono numerose: la sorpresa e la paura delle nuove scoperte riguardanti i propri pensieri e desideri, la vergogna delle prime reazioni incontrollate del suo corpo alla vista delle belle ragazze, l'accorgersi che il rapporto con l'altro sesso, in virtù di quei nuovi turbamenti, è diventato difficile, e da amicizia disinteressata dell'infanzia si è trasformato in strana curiosità, accompagnata da vergogna e timore.

L'inadeguatezza, una sensazione tipica in questa età così delicata, si prova constantemente a contatto con i coetanei, dinanzi ai quali si cerca di apparire diversi, migliori.

Crescere significa capire che il mondo segue cicli strani, tempi diversi da quelli che vorremmo, e l'autore propone al lettore la sua tesi, secondo la quale è meglio accontentarsi di quello che la vita riserva invece di perdersi dietro sogni impossibili e obiettivi irrealizzabili.

"Le cose non vanno mai come credevi. Luca Ferrari, dal basso dei suoi tredici anni pesanti come se fossero tredicimila, stava imparando che quella Forza capace di travolgerti e far succedere le cose le fa succedere a modo suo, e non è il modo che avevi fantasticato.
Forse non lo sarà mai."

Gazzaniga ha scritto un romanzo spietato e dolce, poetico e crudo insieme, che narra con sincerità la tragedia che ogni persona al mondo vive, ossia il periodo in cui l'età adulta irrompe spazzando via le bugie dorate dell'infanzia con la violenza di un'amputazione, aprendo la mente a nuove e più mature consapevolezze, non necessariamente negative ma impossibili da evitare. 

"Una storia di Stregoneria" di Chris Colfer

"Con tutte le cose che si possono scegliere nella vita, perché scegliere l'odio?"


Dopo "Una storia di Magia" Chris Colfer ha scritto "Una storia di stregoneria", degno sequel del precedente romanzo di questa sua ultima appassionante saga fantasy, pubblicata in Italia dalla casa editrice Rizzoli. Trovate la mia recensione del primo volume cliccando qui.

Brystal è ormai conosciuta in tutto il regno magico come "La fata madrina", il capo del consiglio delle fate, costituito dai suoi amici più fidati. La gente sembra essere entusiasta della magia e aver perso ogni pregiudizio nei confronti delle creature magiche, infatti da ogni dove giungono regali, ringraziamenti, richieste di favori.
Brystal vorrebbe credere che l'epoca oscura dello sterminio e della discriminazione sia finalmente conclusa e possa diventare un brutto ricordo, ma una voce subdula, dentro di lei, non le dà pace: non può fare a meno di pensare che la tolleranza sia solo temporanea, e che ad un minimo passo falso delle creature magiche l'odio rinasca, più forte e potente di prima.

"Ci sono così tante cose di cui essere felici, ma di recente la mia mente si concentra solo su quelle brutte. C'è una voce nella mia testa che mi ricorda costantemente dei miei fallimenti e mi fa temere per il futuro. Ogni sforzo mi sembra vano, ogni traguardo soltanto temporaneo e ogni difficoltà la fine del mondo. Non importa cosa io faccia, non riesco a farla smettere. Ho paura di rimanere triste per sempre."

Purtroppo ha la conferma dei suoi sospetti quando, invitata al matrimonio del fratello, fa ritorno al paesino da cui proviene -Colle Carrozza - e, durante i festeggiamenti, viene attaccata da misteriosi aggressori, i quali lasciano persino un messaggio per lei: "Morte alla feccia magica."
Brystal è terrorizzata da quel chiaro messaggio di odio, ma la sua paura la induce a chiudersi in sé stessa. Invece di consigliarsi con le sue amiche e i compagni magici, prova a risolvere da sola la situazione, ma le sue insicurezze la portano a commettere un errore dopo l'altro, causando la divisione all'interno del consiglio magico e facendo sentire Brystal ancora più sola.
Riuscirà a recuperare il suo ottimismo e a comportarsi di nuovo da leader, infondendo sicurezza negli altri?

Brystal, ancora una volta protagonista della storia, sebbene viva un momentaneo periodo di serenità è costantemente in allerta: dopo essere stata criticata e odiata per tutta la vita, disprezzata per i propri desideri e per la sua natura, non riesce veramente a credere di potersi meritare l'affetto degli altri.( Il suo timore è estremamente verosimile, )perché, dopo aver subito repressioni durante l'infanzia, il timore di essere ancora odiati è una debolezza che ci si porta dietro per tutta la vita.

"Niente sembra giusto se lo si misura con gli strumenti sbagliati (...) La vita non si misura in tempo, fortuna o privilegio, deve essere misurata in base allo scopo.
Ogni persona nasce con uno scopo, che ci si creda o no. Alcune persone sono destinate a imparare e altre a dare lezioni, altre semplicemente a osservare. Molte persone finiscono per odiare la propria esistenza, quando scoprono che il loro scopo non è semplice oppure non si allinea con le loro speranze e i loro sogni, ma a nessuno è concesso lasciare la terra senza prima portare a compimento quello a cui si è destinati. È il principio, il fondamento della vita."

Chris Colfer, servendosi abilmente della metafora fantastica, esplora approfonditamente le debolezze dell'animo umano, la difficoltà di affrontare la morte, l'esperienza del lutto, sfiorando persino il disturbo mentale, con particolare attenzione al disturbo depressivo maggiore, disagio che oggi affligge molte persone e che spesso causa vergogna in chi ne è affetto, come se soffrirne fosse una colpa.

L'aiuto che Brystal non ha il coraggio di chiedere è quello che nel mondo reale può essere fornito da uno specialista, uno psicologo. Nei confronti della terapia psicologica c'è ancora molta diffidenza e non si comprendono pienamente i benefici che la psicoterapia può apportare al benessere psicofisico dell'essere umano, che è estremamente fragile e va preservato con ogni mezzo.

"Devi educare i tuoi pensieri per evitare che possano controllare il tuo umore."

"Una storia di Stregoneria" è un romanzo fantasy stupendo, un egregio secondo capitolo di "Una storia di Magia". Se il primo romanzo mi aveva colpita, sono stata decisamente commossa da quest'ultimo. Un libro perfetto per i bambini, ma che solo i lettori più cresciuti, forse, potranno comprendere in tutte le sue sottili sfaccettature. 

lunedì 25 ottobre 2021

"Sorceline": la ragazza che amava gli animostri

 
"La ragazza che amava gli animostri" è il secondo atteso capitolo di "Sorceline", serie a fumetti pubblicata dalla casa editrice Starcomics.
Trovate la recensione del primo volume cliccando qui.

"Criptide" è un termine generico che si usa per indicare una creatura magica. Sorceline, entusiasta studentessa dello stage organizzato dal professor Balzar sulla misteriosa isola di Vonn, studia con impegno per scoprire tutto il possibile sui Criptidi: gli animostri. Il suo iniziale entusiasmo è stato però smorzato dalle spiacevoli circostanze in cui si è trovata, inducendola a credere che lei stessa sia una Criptide: molti dei suoi compagni di corso si sono infatti trasformati in statue di vetro dopo che si è arrabbiata con loro e li ha maledetti, perciò teme sia colpa sua. Decisa a nascondere la verità agli altri ma anche determinata a trovare una soluzione per ritrasformare i suoi amici in esseri umani,  inizia a fare ricerche per scoprire la propria identità. Come mai sembra avere un talento particolare per riconoscere le creature magiche a prima vista? Come riesce a trasformare gli altri in statue? C'è ancora molto che Sorceline deve scoprire di sé stessa, per svelare i segreti nascosti nel suo passato.


Prima di essere un'appassionante e bellissima storia di magia, "Sorceline" si propone come un racconto metaforico ed intimista, nel quale la protagonista deve fronteggiare il lato più profondo di sé.

Sorceline dovrà affrontare il dilaniante sospetto di aver fatto del male, seppur inconsapevolmente, ad alcuni dei suoi compagni, e questo la spaventa moltissimo. Infatti, se da una parte vorrebbe confidarsi con i suoi amici, magari per metterli in guardia, dall'altra ha anche paura che questa rivelazione potrebbe sconcertarli e allontanarli da lei, rendendola diversa ai loro occhi, mostruosa.
Willa, la sua amica più cara, cerca in ogni modo di starle vicino, intuendo che qualcosa la tormenta. Sorceline, invece,  fraintendendo le sue buone intenzioni, pensa che sospetti di lei e cerca di allontanarla, anche nel timore che possa scorgere il senso di colpa nei suoi occhi.
L'assenza di comunicazione induce le due ragazze a litigare e allontanarsi, situazione che fa soffrire entrambe.

Intanto Sorceline scopre un nuovo alleato in Merode, il ragazzo più tenebroso del gruppo, il quale non è sicuro che la colpa delle metamorfosi sia di Sorceline, e vuole scoprire la verità dietro le misteriose trasformazioni dei compagni in statue di vetro. 



In una solitudine che la attanaglia, Sorceline dovrà imparare a non tenere i propri segreti e le proprie paure custodite gelosamente dentro di sé ma capirà che, dopo le opportune valutazioni, potrà aprirsi e trovare qualcuno a cui vale la pena dare fiducia.


In un volume delicatissimo, in cui le tavole sono poetiche, dinamiche e ricchissime di graziosissimi dettagli, prosegue la storia della grintosa ragazza che ama i mostri, ricca di colpi di scena ed inattesi plot twist. Il secondo capitolo di Sorceline è un'avventura fantasy ambientata in un bellissimo mondo e nel quale ogni svolta narrativa è imprevedibile, il cui unico difetto è la brevità.

sabato 23 ottobre 2021

Torna "Detective Conan", il piccolo grande Detective, in una New Edition tutta da scoprire


Quando ero bambina, "Detective Conan" era il mio cartone animato preferito. Ero una bambina minuta e con gli occhiali perciò Conan, coraggioso e intelligente, sempre capace di cavarsela nonostante fosse particolarmente piccino, era un personaggio che apprezzavo molto.
Sono passati alcuni anni dall'epoca dorata della mia infanzia, e ormai l'anime conta oltre un migliaio di episodi, e la serializzazione sta per arrivare al centesimo albo e i primi sono diventati un pò difficili da reperire. Perciò, per permettere a nuovi lettori di scoprire questo manga intramontabile e agli appassionati di recuperare la serie, la Starcomics ha deciso di proporre, contemporaneamente alla pubblicazione dei nuovi albi della prima edizione, una "New Edition" a cadenza bisettimanale. 
La nuova edizione presenta albi di formato medio, con carta resistente, un'ottima impaginazione e sovraccoperta lucida.
I testi sono stati riveduti e corretti e, grazie alle pagine grandi, risultano ancora più piacevoli da leggere.

Shinichi, liceale appassionato di misteri - passione che ha maturato grazie al padre, famoso autore di gialli - ha un impareggiabile intuito e spesso si diverte ad affiancare la polizia nel cercare di risolvere i casi più complessi. Indagare è la sua passione, e non è indifferente alla popolarità che le sue doti gli permettono di ottenere.
La sua migliore amica Ran vorrebbe farlo tornare con i piedi per terra e preferirebbe che Shinichi la smettesse di parlare solo di libri o dell'ultimo truculento omicidio del momento, così magari finalmente si renderebbe conto che i suoi sentimenti romantici per lei sono teneramente ricambiati.
Durante un pomeriggio al luna park, però, Shinichi si allontana da Ran per seguire due loschi uomini vestiti di scuro: lei non vorrebbe lasciarlo andare, perché ha il brutto presentimento che stia per accadergli qualcosa di spiacevole. Non si sbaglia: i due uomini in nero, accorgendosi di essere stati seguiti, tramortiscono Shinichi, e gli fanno ingerire una misteriosa medicina, farmaco che attiva nel suo organismo un'apoptosi immediata. Nel giro di poche ore, il ragazzo si ritrova nel corpo di un bambino di sei anni, incapace persino di aprire il cancello della sua casa.
Essendo un bambino non può vivere da solo come faceva negli ultimi tempi, quindi chiede ospitalità proprio a Ran, dichiarandosi un lontano parente di Shinichi e affermando di chiamarsi Conan Edogawa, nome inventato sul momento unendo i nomi dei suoi autori preferiti di detective stories: Arthur Conan Doyle e Gempo Edogawa.


Ran e suo padre, l'investigatore Mori, accettano volentieri di ospitare il piccolo Conan il quale, attraverso il lavoro di Mori, spera di scoprire qualcosa di più sugli uomini che lo hanno costretto ad assumere la medicina che lo ha rimpicciolito.
Purtroppo Mori non ha molto lavoro: anche se è un bravo investigatore e un tempo è stato un discreto poliziotto, avere intuizioni brillanti non è certo il suo forte.
Sarà Conan, perciò a doversi ingegnare per risolvere i casi che gli vengono affidati e far crescere la sua fama.

Il tutto, ovviamente, senza rivelare la  sua identità: se chi lo ha rimpicciolito scoprisse che è ancora vivo, potrebbe infatti tentare di ucciderlo.
Con l'aiuto del professor Agasa, amico di sempre e il solo a conoscere la sua vera identità, riuscirà Conan a dirimere la situazione più difficile che gli sia mai capitata?


Shinichi, diventato bambino, scopre le difficoltà della fanciullezza, l'impossibilità di essere ascoltati, la condanna di apparire sempre sciocchi agli occhi degli adulti a causa della propria età.


Invece, come lui stesso capisce avendo a che fare con altri bambini, essi sono solo "persone piccole", ancora ingenui ma certamente non stupidi. Inoltre, i bambini sono sempre più attenti degli adulti, che sembrano spesso ciechi persino quando hanno dinanzi indizi evidenti, si lasciano accecare dai pregiudizi e dai preconcetti nei loro ragionamenti, che quindi risultano spesso soggettivi e scorretti. 
Conan scopre l'impotenza dell'infanzia ma non si arrende ad essa, anzi cerca un modo di aggirarla, di sfruttarla persino, scoprendo di volta in volta modi sempre nuovi per idagare passando inosservato perché sembra un bambino e riuscendo così ad incastrare i criminali.

Ran è un personaggio femminile indubbiamente positivo ed accattivamente. Dotata di grazia ed estrema sensiblità, non si può definire una damigella indifesa: capitano del club di Karaté, sa come difendersi e sarà proprio lei, in molte occasioni, a difendere Conan, ormai debole fisicamente nel suo corpo piccolo di bambino. Ha un rapporto complicato con suo padre visto che, da quando la mamma lo ha lasciato, è lei la vera adulta della casa, e spesso lo sprona ad agire e a riscuotersi dalla vita pigra alla quale tende a lasciarsi andare con molta facilità.

Il professor Agasa con le sue brillanti invenzioni cerca di aiutarlo come può ad affrontare la sua nuova vita da adulto imprigionato nel corpo di un bambino.

Oggi come venti anni fa, la storia di Conan non smette di divertire e appassionare, anche grazie ai bellissimi disegni.
Le tavole del manga sono dettagliate: non solo si nota grande cura  per i volti e le figure umane, ma anche molta attenzione e precisione prospettica per sfondi e paesaggi, cosa che personalmente ho apprezzato moltissimo.

Particolarità dell'autore è quella di aver mantenuto costante il suo stile nel corso degli anni, restando fedele a sé stesso, per la gioia dei suoi lettori, affezionati al suo tratto preciso ed indistinguibile.

"Detective Conan" è un'opera capace di unire l'amore per il racconto giallo con un'idea originale, semplice ma geniale, che riesce a raggiungere il cuore dei lettori amanti di ogni genere grazie alla capacità dell'autore che, con sensibilità, sottolinea e valorizza la forza dei più potenti sentimenti umani, anche quando descrive le più efferate ed intriganti storie criminose.

venerdì 15 ottobre 2021

"Ragazza, Serpente, Spina" di Melissa Bashardoust


"Ragazza, serpente, spina" è un libro di  Melissa Bashardoust, edito dalla Oscar editore, dalle atmosfere orientali e dall'ambientazione fantastica. 

"C'era e non c'era una ragazzina..." 

Questa è la storia di Soraya, una principessa, sorella gemella dello Shah, sovrano del regno in cui vivono, condannata a vivere la propria vita fra le mura e i passaggi segreti del suo palazzo, mentre la sua corte e la sua famiglia si spostano di regno in regno. Questo accade perchè, nonostante la sua posizione e le sue parentele, ella è stata maledetta da un div, demoni malvagi, figli di una divinità maligna che ha lo scopo di portare caos. Sua madre, Thamineh, da giovane, aveva salvato una di queste creature da una trappola e, il carceriere di questo essere, anche esso un demone, aveva condannato il primogenito della giovane madre di Soraya a essere velenoso per chiunque. Questo è dunque il destino di Soraya, il cui tocco è fatale e, a causa di ciò, ha vissuto tutta la vita da sola, rinchiusa in una stanza del palazzo, muovendosi fra le intercapedini dei muri. Tutto però cambia quando la giovane viene a conoscenza che, un uomo dalle nobili intenzioni ha salvato il fratello, e catturato il div che aveva perpetrato l'aggressione. Soraya vede immediatamente in quel div la possibilità della liberazione dalla maledizione che le impedisce di essere umana, che la obbliga ad essere un mostro. Ed è grazie all'uomo che ha catturato il demone, Azad, il quale sembra conoscere perfettamente la sua storia, che riesce ad intrufolarsi fino alla cella del div. Ma i div sono misteriosi e ingannatori e questo, dall'aspetto simile a quello di una giovane donna, non è da meno. Il demone insinuerà in Soraya il dubbio sulle origini della sua maledizione e sui suoi familiari. Perché sua madre cerca di tenerla lontana da quel demone ben custodito? Perchè nessuno si occupa di lei? La sua famiglia le ha detto solo bugie? Solo Azad sembra cercare di rimettere assieme i pezzi del cuore tormentato di Soraya e di lenirne il dolore, mentre la div, Parvaneh, pare non volere altro che sprofondi nel dubbio e che non si liberi di quella maledizione che lei chiama dono.
Soraya però è determinata a lasciarsi alle spalle quell'incubo che è stata la sua vita fino ad allora e, per fare ciò, è disposta a tutto, persino ad introdursi nella zona proibita della città, dove vengono portati i morti e dove si dice che i div rgnino sovrani. Qui Soraya scoprirà davvero quanto costa la libertà e quali sacrifici dovrà essere disposta a compiere per rivoluzionare la sua vita. Deciderà di farlo? Si lascerà convincere che la sua vita è una menzogna? E a quale prezzo? Ogni decisione, daltronde, ha un suo lato oscuro. Thamineh lo sa bene. Soraya lo scoprirà molto presto. 

"Sono una tua discendente. Sono colei che ti ha tradito. Sono colei che ti salverà." 

"Ragazza, serpente e spina" è un romanzo complesso, pensato da una mente intelligente e in grado di trasportare nel suo mondo tutti i lettori affascinati dalle atmosfere di inspirazione persiana e dal folklore proprio di questa antica civiltà, attraverso l'uso sapiente di un linguaggio specifico e da una sapiente ricerca storica e mitologica. Il suo inizio, sebbene possa sembrare snervante, è pensato in maniera tale da farte sentire l'oppressione, la lentezza, la monotonia di una vita vissuta fra le quattro mura della stessa stanza, facendo anelare, a chi si appresta alla lettura, la stessa libertà che la protagonista cerca diperatamente. 

"Il divario non è abbissale quanto credi." 

Unico possibile difetto del romanzo è la terminologia tratta dai racconti mitologici che, suggestiva quanto estranea per suoni e ortografia, potrebbe costituire una barriera linguistica non indifferente se non si presta sufficiente attenzione durante la lettura.


~Articolo a cura di Luinil



mercoledì 13 ottobre 2021

"Devil-Agnese e il male" di Giulia Besa

"Ricordati che si può risolvere tutto. Hai capito? Anche la circostanza più tremenda."


Giulia Besa è una giovane autrice  di successo che ha ricevuto numerosi riconoscimenti letterari, tra cui il Premio Bancarellino per  il romanzo "Gemelle".
Il 5 ottobre ha pubblicato con la casa editrice DeAgostini il romanzo per ragazzi "Devil - Agnese e il male" con l'accattivante copertina firmata da Mirka Andolfo, una delle più apprezzate illustratrici degli ultimi anni.

A quindici anni, nella scuola di Agnese, tutti gli studenti devono affrontare la "Cerimonia dello Specchio": a turno, si specchiano  in un grande Specchio magico, nel quale vedono il riflesso della loro anima. In base al suo aspetto, i ragazzi sono classificati in anime belle - degne di rispetto e stima - ed anime brutte, che necessitano di correzione.
Agnese scopre che la sua anima ha un aspetto tremendo, e rientra fra le più brutte di sempre.
A lei la sua anima sembra bellissima, persino nobile, ma gli altri non la pensano così, e la condannano  a seguire l'obbligatorio "percorso di correzione":  sarà seguita da uno specialista, l'Animologo, che si preoccuperà di rieducare la sua interiorità e renderla adatta all'inserimento nel tessuto sociale.
Anche se, nonostante il  carattere molto forte, non resta indifferente agli sguardi di superiorità di sua sorella e a quelli di delusione che scorge negli occhi amareggiati dei genitori, Agnese non ha alcuna intenzione di lasciare che gli altri la cambino.

"La mia anima mi piace, e la voglio tenere così com'è. Non voglio modificarla di una virgola.
Ne possono chiamare dieci di Animologi a farmi la predica, e a rompermi le scatole ogni giorno, dopo la scuola. Non importa. Non cambierò la mia anima. Perché non è giusto. Io sto bene come sono. E non permetterò a nessuno di convincermi del contrario."

Ma, giorno dopo giorno, vede i suoi amici più fragili, la cui anima è stata catalogata come brutta, rinunciare a tutto pur di essere accettati e veder cambiare il proprio riflesso nello Specchio.
Saprà convincerli che niente in loro deve essere corretto, dal momento che le loro anime sono uniche e stupende?

"Siamo per lo più delle perle chiuse in ostriche abbarbicate a una roccia adagiata sul  fondale" scrive Andrea De Giorgio, uno psicologo, in un saggio nel quale riflette sulla personalità di ciascuno e su quanto sia importante valorizzarla e mantenerla diversa da ogni altra, bellissima perché unica. E la storia di Giulia Besa è proprio un elogio alla bellezza interiore.

Il riflesso nello Specchio - un oggetto con la maiuscola, un nome proprio, inanimato eppure carico di minacciosa vita - è metafora dell'immagine mentale che abbiamo di noi stessi, una proiezione personale che dovrebbe restare tale e mai essere resa pubblica: come un segreto, la propria interiorità va mostrata solo a chi la merita ed è pronto ad accoglierla come un prezioso tesoro, non affidata tra le incaute mani di chi vorrebbe solo giudicarla, cambiarla o spezzarla.

"Nessuno dovrebbe vederle. Le anime dovrebbero rimanere nascoste, le persone dovrebbero essere giudicate per le loro azioni, non per il loro riflesso in uno specchio."

Le anime, trasformate in immagini, perdono la loro unicità e diventano oggetti, incastrati in due binomi che condannano: bello significa buono e brutto vuol dire cattivo. Equazioni senza scampo, dal risultato insindacabile e predeterminato, in cui non c'è spazio per la diversità.

Eppure, spesso, trattare male qualcuno ed isolarlo non è il modo più rapido per incattivirlo, per distruggerlo, facendolo sentire debole, insicuro e fragile?

Con una prosa in prima persona immersiva, l'autrice racconta l'intera vicenda dal punto di vista di Agnese, adolescente dal carattere fumantino e ribelle. Grazie ad un linguaggio semplice e adatto ai ragazzi, ma anche ricco di metafore scelte con attenzione ed immagini suggestive, riesce ad arrivare in modo diretto al lettore, facendogli vedere ciò che vede Agnese e provare le intense emozioni che prova, dalle più tenere alle più violente.
Il lettore  reso partecipe della rabbia di Agnese, sente il bruciore delle ingiustizie, del male che è costretta a subire giorno dopo giorno, dell'impotenza che deve affrontare scontrandosi con gli adulti, i quali tentano di sopraffarla ed annientarla, illudendosi di conoscerla perché hanno visto una parte di lei.

"Bisogna riuscire a convincersi nel profondo che noi siamo la nostra anima. La vediamo nello Specchio e ci piace, ma i compagni, i professori, i parenti, l'Animologo ci vomitano addosso cattiverie, ci dicono che dobbiamo cambiare, ci ripetono che la nostra anima è brutta. E questo è un veleno che, goccia dopo goccia, ci inquina la mente. E alla fine anche noi pensiamo che la nostra anima abbia dei problemi. [...] Ci hanno così tartassati che ce ne vergogniamo. Ma non ha senso. La vergogna non c'entra niente con l'anima. La nostra anima esiste, ed è in un certo modo, ed è perfetta così, e nessuno la può giudicare. Sarebbe come se una stella si vergognasse di brillare."

Dopo aver intrapreso il percorso di correzione Agnese perde molti amici, ma non resta sola perché fa amicizia con Orlando e Viola, anche loro giudicati negativamente dallo Specchio.

In particolare instaura un importante legame con Viola, ragazza timida e riservata ma con una grande forza d'animo, pronta a sacrificarsi per i suoi amici e per ciò in cui crede, valori per cui Agnese la rispetta e la ammira molto, trovando in lei sin da subito una preziosa alleata.

Infatti, per quanto una persona possa essere indipendente, ha sempre bisogno di qualcuno capace di offrirgli appoggio e sostegno durante le più dure battaglie, una spalla su cui contare, qualcuno che resta al suo fianco persino dopo le più amare sconfitte.

Con "Devil - Agnese e il male" Giulia Besa ha scritto il primo capitolo di una saga per ragazzi incalzante e bellissima, dando vita ad una protagonista indimenticabile, coraggiosa e forte, che saprà rappresentare per i suoi lettori un esempio di persona che lotta per affermare la propria autodeterminazione.

"Specchiarsi non è la fine. Specchiarsi è solo l'inizio."

domenica 10 ottobre 2021

Review Party: "Scholomance~Lezioni pericolose" di Naomi Novik




Naomi Novik, autrice americana di successo, ha vinto il Premio Nebula con il romanzo "Cuore Oscuro" (Uprooted ), pubblicato da Mondadori nel 2017. Quest'anno la Mondadori ha pubblicato Scholomance - Lezioni pericolose (Scholomance - A Deadly Education), primo capitolo di una nuova saga fantastica della quale in America è già stato pubblicato il sequel, "A last Graduate".

La Scholomance è una scuola di magia molto particolare, in cui tutte le regole di un istituto tradizionale non valgono: non ci sono professori né lezioni nel vero senso del termine, è impossibile instaurare veri rapporti di amicizia perché ognuno è concentrato sui propri successi personali, visto che l'insuccesso può significare andare incontro a morte certa.
Persino l'aspetto dell'edificio è insolito e presenta un'architettura alquanto fantasiosa.

"La Scholomance non è precisamente un luogo reale. È dotata di muri, pavimenti, soffitti e tubazioni del tutto veri, realizzati nel mondo reale con vero ferro, acciaio, rame, vetro e così via, e assemblati in base a complesse planimetrie esposte in tutta la scuola, ma se si provasse a ricreare l’edificio al centro di Londra, sono piuttosto sicura che non rimarrebbe su abbastanza neanche per crollare. Funziona soltanto perché è stata costruita nel vuoto. Vi spiegherei volentieri cos’è il vuoto, ma non lo so proprio."

Bisogna fare costantemente attenzione a non farsi sorprendere dai mangia anime, creature mostruose che si annidano nell'ombra e possono causare la morte degli studenti. Galadriel Higgins, una nuova studentessa, è temuta dai compagni per la sua indole poco cordiale e perché si vocifera che possieda un immenso potere, capace di distruggere per sempre i mangia anime. Eppure, sembra che non voglia usarlo, perché sa che ha effettivamente un potere indomabile che, se usato, potrebbe comportare non solo l'anientamento delle creature malvage ma anche dell'intera scuola. Ma un potere così grande può davvero essere tenuto nascosto?

"Volevo essere dei loro. Voglio avere una figlia, un giorno, una figlia che vivrà, che non dovrà mai urlare da sola nella notte quando i mostri verranno a cercarla. Non voglio stare da sola nella notte nemmeno io. Voglio essere al sicuro, e non mi dispiacerebbe affatto un pizzico di comodità, e persino un assaggio di lusso, di tanto in tanto. È una vita che lo desidero. Volevo fingere che tutto il sistema fosse giusto e corretto, come Orion, che belava di come avessimo le stesse opportunità.
Ma non posso, perché non sono cresciuta in quella bugia, perciò non voglio essere dei loro, in realtà. Non voglio la sicurezza, la comodità e il lusso a prezzo della morte di altri ragazzi di questa scuola."

La storia è narrata in prima persona da Galadriel Higgins, studentessa dal carattere fumantino: ha la rabbia negli occhi e nel cuore, ama stare da sola e non desidera la compagnia altrui, o almeno cerca di convincersi di bastare a sé stessa.
Consapevole del potere che possiede, si è costruita intorno una trincea emozionale, per evitare di ferire chi la circonda. Ha una voce cinica e spesso quasi sadica, arguta senza essere saccente.
Di certo non è la classica protagonista ingenua del tipico romanzo young adult, e proprio per questo riesce a conquistare il lettore con la sua personalità ben caratterizzata.

Un altro punto di forza è il mondo fantastico creato dall'autrice, decisamente complesso ed intrigato, al quale si accompagna un sistema magico notevole che si lascia scoprire un frammento per volta. Forse avrei preferito che fosse stato definito meglio e descritto in modo più approfondito, ma probabilmente la vaghezza narrativa è uno stratagemma letterario pensato per arricchire l'atmosfera, cupa e piacevolmente noir, di una suggestiva ambiguità.

I personaggi, numerosi e caratteristici, sono ben tratteggiati anche se è difficile, nel corso della storia, capire di chi sia possibile fidarsi e di chi invece, bisogna diffidare, ed è piacevole scoprirlo durante la lettura, lasciandosi sorprendere dai numerosi colpi di scena.

Naomi Novik ha scritto un romanzo brillante e particolare che unisce classici topos di successo - la scuola di magia, la protagonista con poteri speciali, la lotta per la sopravvivenza - ad elementi innovativi - un worldbuilding insolito e una protagonista atipica - riuscendo a regalare al lettore un fantasy originale lontano dai soliti cliché, che saprà intrattenere egregiamente, gli appassionati del genere e anche chi da un libro si aspetta un'avventura nuova e che sappia sorprenderlo. 

sabato 9 ottobre 2021

"Un nome per un cadavere" di Valentino Meynet


Un nome per un cadavere” è il secondo libro di Valentino Meynet, parte di una saga di romanzi investigativi dedicati ai suoi personaggi, il duo investigativo costituito dal detective David Colburn e dall’amico Smiley Grant. 

Grant, dopo la morte dell’amata moglie, ha incontrato Colburn che non vedeva da tempo. I due, dopo essersi ritrovati, hanno deciso di aprire un’agenzia investigativa nella quale lavorare insieme.

"Mi aveva preso come suo aiutante pensando fossi bravo a risolvere i misteri come lo era lui, ma io non avevo la sua intelligenza. Il caso della Sweet Mary che ci aveva fatto incontrare lo avevo trovato assolutamente complicato da principio e avevo trovato assolutamente facile una volta che il mio compagno ce ne aveva dato la soluzione. A pensarci bene ci sarei potuto arrivare benissimo ma, come si sa, dopo ogni spettacolo di magia se il mago spiega i suoi trucchi risulta tutto molto semplice. David Colburn era davvero un mago, fiutava tutto, sapeva ogni cosa e scopriva sempre la soluzione corretta. A volte mi veniva il dubbio che tirasse a caso, ma quando il colpevole confessava mi accorgevo che tutto si era svolto per filo e per segno alla spiegazione da lui proposta."

Anche questa volta i due amici dovranno confrontarsi con un caso apparentemente inspiegabile, ai limiti del sovrannaturale: una maledizione. 
Il celebre e lussuoso castello di Chambord, sfarzoso e ricco di fascino, sembra essere vittima di un anatema, infatti ogni anno, esattamente il 20 dicembre, una persona muore in circostanze misteriose. 
Dopo varie morti sospette i due investigatori sono chiamati a recarsi sul posto e ad indagare. Per quanto siano scettici, gli indizi sembrano quasi far credere loro che la maledizione esista davvero, che sia reale. Riusciranno i protagonisti a non farsi suggestionare, svelare il mistero e scoprire i colpevoli?


Un nome per un cadavere è la seconda indagine di Colburn e Smiley,  l’affiatata coppia di investigatori già nota a chi ha letto “Il fante di picche”. 
Se seguite le mie recensioni sapete che mi è piaciuto molto, e questo libro ha solo confermato l’opinione positiva che avevo di Valentino Meynet. 
Il è giallo ben costruito, con personaggi credibili ed una trama perfettamente orchestrata. Nessun dettaglio viene lasciato al caso, la storia è coerente in ogni sua parte e scoprire il colpevole è davvero difficile. 

I protagonisti, ben integrati nel contesto storico narrato, rappresentano il punto forte dell'opera.

Smiley Grant e David Colburn sono permeati da candida cavalleria, gentiluomini che restano tali in ogni situazione. 
Si rivelano due personaggi che si sposano bene l’uno con l’altro, una squadra vincente, uniti da rispetto reciproco e fiducia.

La voce di Colburn è riconoscibile grazie ai suoi intercalari in lingua francese e alla calma che lo contraddistingue nelle sue analisi. È un personaggio carismatico, su cui l’autore si sofferma spesso per aggiungere qualche affascinante dettaglio, sempre attraverso le descrizioni di Smiley, il quale non manca ogni volta di scoprirsi intrigato affascinato dalle sue brillanti intuizioni.
Smiley, le cui deduzioni non sono mai ai livelli di quelle dell’amico, possiede pur sempre un ottimo intelletto e costituisce un’eccellente spalla per l’investigatore. È animato da entusiasmo e curiosità, ed anche in questo secondo romanzo è assente la sua descrizione fisica per permettere al lettore di immedesimarsi nel personaggio. 

La storia, come nel precedente libro, presenta numerosi personaggi dei quali viene analizzata la profondità dell'anima inducendo il lettore a riflettere sulla mutevolezza dei sentimenti e delle emozioni, grazie ad un affresco umano in cui è difficile individuare il colpevole e giudicarne le azioni - anche quelle più turpi.

"L'affetto spesso viene cancellato dall'odio."

?L’unica pecca è la presenza di alcuni refusi, che tuttavia non mi hanno infastidita né fatto apprezzare di meno la storia, che ho anzi amato anche grazie alla bellissima edizione,  particolarmente curata, dalla copertina accattivante e con un’impaginazione che ha reso molto comoda la lettura. 

L’autore ha scritto, nella prefazione, che “scrivere un libro è un modo efficace di comunicare con i lettori, perché se una storia è ben scritta arriva al lettore e gli permette di viverla". 
E con "Un nome per un cadavere" riesce pienamente nel suo intento: sa trasportare in un mondo lontano, in un’epoca storica ormai difficile da immaginare e intrecciare una storia complessa ed intrigante, rendendola viva

mercoledì 6 ottobre 2021

"Vota Loki": la graphic novel che ha ispirato la serie tv


"Vota Loki", volume a fumetti edito nel 2021 dalla casa editrice Panini Comics, un elegante albo cartonato con l'accattivante copertina di Valerio Shiti, che raccoglie i quattro episodi di "Vota Loki", storia provocatoria pubblicata in America nel 2016 con cadenza mensile tra agosto e novembre, in concomitanza  con le elezioni presidenziali che vedevano rivali Clinton e Trump.

L'albo contiene anche le storie "Prigioniero di Loki, il dio dell'inganno!" e "La nascita dei maledetti vendicatori!", racconti rispettivamente del 1962 e del 1989, dal taglio più classico.

Gli americani sono alle prese con la scelta del loro nuovo presidente anche se  i candidati convincono molto poco gli elettori: entrambi pieni di sé, sembrano rempire i cittadini di belle parole e discorsi vuoti e menzogneri.
Loki, che interviene a salvare delle persone da un attacco terroristico durante un comizio, deride a sua volta i due candidati, indirizzando loro la provocatoria affermazione che siano due bugiardi.
La sua battuta rimbalza su tutti i media, e in molti iniziano ad ironizzare sulle sue parole. Proprio lui, il re dei bugiardi, si è permesso un commento simile? Eppure, se la politica non è altro che un gioco al massacro che vede vincitore chi le spara più grosse, non sarebbe più onesto votare per il più grande bugiardo in circolazione? 


Da questo punto di vista, non sembra più così assurdo votare per un personaggio come il dio dell'inganno.
Quello che sembra uno scherzo si trasforma presto in realtà: con una petizione, il popolo americano propone Loki come candidato esterno, ed ha inizia una campagna elettorale senza esclusione di colpi. Mentre i sostenitori di Loki aumentano di giorno in giorno, una giornalista, Nisa Contreras, sembra particolarmente determinata a non cedere le redini del suo paese nelle mani di un dio folle che  in un giorno di noia potrebbe distruggere intere città, e decide di combattere la sua popolarità con ogni mezzo possibile.
Riuscirà a fermare quella che sembra l'inarrestabile ascesa di Loki al potere?

Non è la prima volta che la satira politica incontra il fumetto ma, come fa giustamente notare Marco Ricompensa nella prefazione, è raro che si incroci al fumetto supereroistico.
Eppure l'idea si rivela più che mai vincente: del resto quale scelta migliore di Loki -bugiardo d'eccellenza- come metafora del politico medio?


Vengono evidenziati gli aspetti più dannosi della politica, il rapido innescarsi di facili entusiasmi o manifestazioni di disprezzo, odio e discriminazione non appena qualcuno fomenta abbastanza le folle.
Loki sfrutta la credulità delle persone per modificare il loro pensiero ed allinearlo con il suo, usa l'abilità oratoria per convincere i suoi uditori del filo logico dei propri ragionamenti, anche quando sono palesemente privi di senso o contraddittori.

Il racconto si concentra sullo scontro verbale e psicologico tra Loki e Nisa: la reporter le prova tutte pur di denunciare i crimini di Loki e far rinsavire gli americani mentre il dio, dal canto suo, sembra stare al gioco per dimostrarle che contro di lui ha perso in partenza, arrivando spesso anche a mettere a rischio la propria immagine solamente per il desiderio di compiacere il proprio smisurato ego.

"Vuole illuderci che sia uno scherzo, ma non è innocuo" sostiene Nisa. E infatti, se lo desidera, Loki può diventare profondamente spietato e crudele. Eppure, se vuole, può anche usare i suoi immensi poteri a favore di qualcuno che, per ragioni incomprensibili, gli tocca il cuore. Loki è un dio libero che non si lascia ingabbiare dalle regole di Odino né da quelle dei mortali, che ama provocare ma con i quali, tuttavia, mai si confonde.
Anche quando qualcuno si illude di conoscerlo o di averlo compreso, con una risata capovolge la situazione, dimostrandosi sempre al di sopra di tutto e tutti, inafferrabile come il più abile dei criminali.


Villano ed elegante, violento e gentile, buono e cattivo: in sé Loki racchiude ogni dicotomia possibile, esprimendo alla perfezione la personalità del trickster, l'ingannatore, capace di farsi beffe di chiunque, e di trovare sempre una via di fuga persino nelle situazioni più disparate.

Anche Nisa, convinta di conoscerlo e di capirlo, non ha la minima idea delle ombre e delle luci che danzano in precario equilibrio nel suo animo.

I due episodi in appendice del volume permettono di fare un confronto tra la versione embrionale di Loki nel mondo Marvel - perfetta incarnazione del cattivo - e la sua veste moderna più complessa, costituita da una psiche sfaccettata e assai difficilmente definibile.

Essendo nato dal caos, Loki non è legato neppure fisicamente ad una forma umana fissa e determinata, quindi può tranquillamente cambiare aspetto a piacimento. Infatti, anche se spesso appare come un uomo, in alcune vignette si presenta come una donna, mantenendo tuttavia inalterato il nero corvino dei suoi capelli e gli intensi occhi verdi, simboli della sua anima, essenza che non muta anche se cambia l'involucro che la contiene.

Particolarissimi sono i disegni. Le tavole, ariose e dinamiche, presentano un tipico tratto americano, con espressioni quasi caricaturali ed esagerate, perfette per un'opera di questo genere, prevalentemente satirica, in netto contrasto con le figure più rigide e muscolose delle illustrazioni degli episodi del secolo scorso.


Pur uscendo tradizionalmente sconfitto dagli scontri con gli avangers e il suo forte fratello Thor, Loki riesce sempre, a modo suo, a non risultare completamente perdente da nessun tipo di guerra, concludendo, vittorioso, le battaglie a cui tiene veramente. Anche se è piuttosto difficile individuare, in mezzo alla sua rete complessa di bugie, cosa gli stia veramente a cuore. 

Come un abile prestigiatore, Loki sa manovrare l'attenzione degli spettatori:  muove a suo piacimento l'occhio di bue per spostare la concentrazione su ciò che vuole evidenziare, celando gelosamente i suoi segreti.
E allora non resta che godersi i suoi spettacolari trucchi di magia, per poi trovarsi, alla fine della lettura, piacevolmente gabbati dall'ennesimo, macchinoso stratagemma del dio dell'inganno, affascinante proprio perché racchiude in se una verità inconoscibile.
Con i suoi ammiccanti occhi verdi, Loki sembra sfidare il lettore: saprà individuare, nella sua rete di storie, nel suo labirinto di possibilità, il vero fine dietro le sue azioni?


"Non sono più il dio del male, sono una storia che è stata narrata più volte. E la storia ha i suoi punti focali. La sete di potere. L'impulso di ingannare. Ma ha smarrito la trama. Immaginate un liquido il cui contenitore è stato danneggiato. E da allora nessun vaso, bicchiere o ciotola è adeguato a contenerlo."