venerdì 31 dicembre 2021

Bilancio delle letture del 2021

Oggi è l'ultimo dell'anno, ed è tempo per il bilanco delle letture di fine anno! 


•Un autore che ho scoperto quest'anno:


William Lashner. Dopo aver letto i primi due capitoli della serie di Elizabeth Webster sono stata conquistata dal suo stile e al momento sto recuperando molti dei suoi legal thriller, che ritengo davvero dei capolavori del genere.

Ne ho parlato approfonditamente qui

•Un fumetto che mi ha sorpresa:

Il tesoro di Nora. Sto studiando psicologia e questo volume toccante riesce a spiegare ai bambini con delicatezza il disturbo depressivo maggiore. Consigliatissimo.

Ne ho parlato qui

•Un libro che mi ha fatto piangere:
Ormai chi mi segue sa già la risposta. Il libro è "Quasi come un gatto" di Carlie Sorosiak, un profondo romanzo che spiega il senso dell'esistenza e la bellezza della vita. Un romanzo che ti lascia orfano, nel momento in cui volti l'ultima pagina, perché di storie così belle se ne trovano veramente poche. Posso tranquillamente definirlo il libro più bello del 2021.

Recensione qui

•Un libro che volevo leggere da anni e finalmente ho letto:


Havoc, di Chris Wooding. È il seguito di Malice, libro che ho letto esattamente dieci anni fa. Non è mai stato tradotto in italiano, quindi ho dovuto imparare molto bene l'inglese per poterlo leggere. Sono orgogliosa di dire che finalmente ci sono riuscita, e da alcuni mesi leggo regolarmente libri in lingua inglese senza troppe difficoltà.

•Un libro che mi ha scaldato il cuore:


La casa sul mare celeste. Un'opera stupenda, dolcissima, che rileggerei e sicuramente rileggerò. Un libro capace di commuoverere, una coccola per l'anima. Una storia molto carina e romantica, con personaggi indimenticabili.

Ne ho parlato qui

•Un sequel che aspettavo e che mi è piaciuto proprio come prevedevo:
"Il destino di una fata", di Elisabetta Gnone. Ho amato ogni libro di questa autrice dedicato alla serie di Fairy Oak, e questo ultimo capitolo è stato decisamente all'altezza delle aspettative, anzi, mi sbilancio e dico che le ha persino superate.

•Il miglior retelling:


-Anna K. una love story. Un originale retelling di Anna Karenina che mantiene vivo lo spirito del romanzo classico al quale si ispira riuscendo a proporre un racconto innovativo, calzante con le contraddizioni della società contemporanea.

Qui la recensione

•Una serie di romanzi che non mi aspettavo mi piacesse così tanto:

Una storia di magia e di stregoneria di Chris Colfer. Sia chiaro, ero sicura che sarebbero stati dei bellissimi libri fantasy. Eppure si sono rivalati metafore sorprendenti della vita e delle difficoltà psichiche, riuscendo ad affrontare, tramite una storia per bambini, il tema scottante delle diversità, dell'abbandono, dell'importanza di un supporto psicologico.

Qui la recensione di Una storia di magia
Qui la recensione di Una storia di stregoneria

•Il libro più spaventoso:

La leggenda di Momo, di Daniele Nicastro


Non ho avuto nessun dubbio nella scelta del titolo vincitore di questa categoria. Ovviamente è un complimento, dal momento che si tratta di un romanzo horror! Fidatevi se vi dico che Nicastro, con questo libro, non vi permetterà più di fare sogni tranquilli.

Ne ho parlato qui e ve lo consiglio moltissimo se cercate una lettura che vi dia i brividi.


•Il libro più lungo che ho letto: 

Uccelli di Rovo 



Un romanzo che ho sempre voluto leggere, un amore impossibile e struggente che sboccia nella torrida Australia, una storia che attraversa le vite di tre generazioni di donne nella prima metà del 900: decisamente non mi ha delusa. 



Possono dirsi conclusi i bilanci di fine anno! Ovviamente molti altri libri mi hanno colpita, ma non posso citarli tutti. Questi sono stati i miei preferiti.

mercoledì 29 dicembre 2021

"Harley Queen - Black +White+ Red"

"Harley Queen - Black +White+ Red" è un volume pubblicato recentemente dalla casa editrice Panini, interamente dedicato al personaggio di Harley, protagonista dell'universo supereroistico DC.

Harley Quintzel, giovane e brillante psichiatra, ha ceduto al fascino del criminale Jocker, il quale l'ha sedotta illudendola di amarla per poi abbandonarla dopo averne sfruttato l'aiuto per scappare dalla sua cella di massima sicurezza.
Harley aveva voltato le spalle alla sua vita ordinata e razionale per abbracciare completamente la sregolatezza di Jocker, un'esistenza nella quale ritrova la sua essenza più sincera.


Harley Quinn, dopo essere stata  brutalmente lasciata dal compagno e defraudata del ruolo di comprimaria, si è presa con la forza quello della protagonista, affermandosi con impeto nel panorama fumettistico. Lontana dalla ladra elegante e dall'eroismo irreprensibile di Wonder Woman, Harley è totalmente e dichiaratamente pazza.
Proprio come per Jocker, tuttavia, la sua follia è solo una maschera, per nascondere a tutti i suoi veri sentimenti ed impedire al prossimo di approfittarne.
Silenziosa e riservata quando era una dottoressa, Harley è diventata rumorosa e accentratrice, amante delle folle ed alla costante ricerca di un pubblico che la ammiri, ma soprattutto che possa temerla, e rispettarne il  carattere aggressivo, mai più sottomesso.
Harley è la bella che si è innamorata della bestia, e non è riuscita a redimerla, diventando essa stessa un mostro pur di stare al suo fianco.
Tuttavia conserva un cuore da principessa e un animo gentile, che però mostra raramente e tenta disperatamente di nascondere, perché pensa che sia l'unico modo per sopravvivere e non lasciarsi sopraffare.

Un'arrivista, la compagna del cattivo, la pazza vestita da clown: pochi sono andati oltre questa sua facciata.
Solo Batman, durante i loro incontri, intuisce la bontà di Harley. Lui è  l'unico dal quale lei si sia mai sentita vista, e gli è riconoscente perché, nel suo sguardo, Harley si è vista ancora principessa e non più mostro.


Inoltre, anche se i personaggi attorno a lei tendono a dimenticarlo, lasciandosi ingannare dalla sua apparenza frivola, Harley è e resta una donna profondamente intelligente nonché una bravissima psicologa, capace di esaminare le personalità dei suoi nemici ed individuarne con facilità i punti deboli.

Black and White plus Red è un volume spumeggiante, che raccoglie diciannove storie brevi dedicate al personaggio di Harley Quinn: diciannove artisti internazionali (anche alcuni italiani, tra cui Mirka Andolfo, Matteo Scalera ed Eleonora Carlini) hanno scritto un'avventura per l'eroina più bizzarra del panorama fumettistico, interpretando varie sfaccettature del personaggio. Gli ultimi racconti hanno un'ambientazione natalizia, per questo l'opera si presta come lettura perfetta per il periodo delle feste.

Gli unici colori presenti nelle tavole sono Bianco, Nero e rosso: i suoi colori, i colori tipici dell'abito da pagliaccio di Harley. In un mondo bianco e nero, qual era l'esistenza piatta che si era costruita, è esploso il rosso della passione, del dolore, della rabbia.
Ma il rosso è anche il colore di un tenero battito d'amore: c'è una parte, nel cuore di Harley, non ancora intaccata dall'odio, che tuttavia tiene accuratamente nascosta.

La prima storia, con le stupende tavole di Stephan Sejic, autore anche  di "Harleen", volume che racconta la genesi del personaggio. Questa storia è forse la più profonda e toccante, capace di trascinare subito il lettore in un microcosmo disturbante eppure poetico, illustrando una Harley Quinn pericolosa, fatale e dolce come solo una donna sa essere.

Harley Quinn, pur nelle sue estremizzazioni, è metafora di una donna che non si lascia abbattere dalle offese altrui, che con quel che resta dalle macerie delal sua vita distrutta sa ricostruirsi da sola senza difficoltà, che non abbraccia mai la resa e combatte, fino all'ultimo respiro, con ogni arma rimasta.

E spesso quell'arma non è un coltello né l'iconico martello che porta sempre dietro -ammiccamento alla forza leggendaria ed epica del dio norreno Thor - ma più semplicemente una risata, quel sorriso eterno che nessuno può distruggere né portarle via. 

"Quarantine Prophets - Epifania"


“Quarantine Prophets - Epifania” è un fumetto nato dalle menti di Fabio Guaglione, Luca Speranzoni, Daniele Rudoni e Giovanni Timpano ed edito dalla Panini Comics. Il fumetto fa parte di un progetto editoriale di respiro più ampio, che si propone di creare un universo narrativo anche grazie a un libro, intitolato “Quarantine Prophets – Futuro Fragile” sempre a cura di Luca Speranzoni ed edito da HarperCollins.

Il mondo è stato recentemente affetto da una nuova piaga di natura apparentemente virale: Epifania è il nome che i giornalisti hanno dato a questo virus. Infatti, chiunque venga “infettato” da questa malattia, subisce delle alterazioni del pensiero che lo portano a sviluppare dei super sensi: alcuni riescono a controllare la mente altrui, altri ad ingannare le persone creando immagini inesistenti, altri ancora hanno il potere di sparire dalla memoria di tutti nel momento in cui si trovano a non essere visti. Il governo, allo scopo di aiutare, studiare e proteggere, o almeno così dice, gli infetti, li sequestra dalle strade cittadine allo scopo di portarli in una struttura specializzata ad alta tecnologia, dove li tengono d’occhio e li studiano, attraverso diversi esami.
Questo è il destino che spetta a Rob, Hailee e Arnon, i tre protagonisti della storia. Ciascuno di loro ha un motivo per cercare di evadere dalla struttura e si troveranno a doversi ambientare in fretta, così come a cercare una maniera per comunicare all’esterno e avere anche solo una remota possibilità di tornare alla libertà. Ma Clearwell, così si chiama la struttura, nasconde oscuri segreti e voci fra gli abitanti della struttura, fanno cenno ad un apocalisse imminente, in cui i Profeti, ovvero i portatori del virus, saranno le armi principali. Che il futuro sia segnato come si vocifera? O c’è ancora una speranza per i Profeti?

“Quarantine Prophets” è un fumetto dinamico e di azione le cui vignette, e la relativa colorazione, appartengono ad uno stile europeo Americano. Le scene d’azione, di cui il volume è ricco, rispecchiano la scelta stilistica e lo rendono un’opera d’azione dallo stile accattivante e dalla storia intrigante, con abbastanza punti in sospeso da lasciare il lettore con il desiderio di approfondire la l’andamento della narrazione.

Le tavole, ben disegnate, grazie all’uscita frequente dei personaggi dalla propria vignetta, cercano di comunicare un senso di dinamicità e di velocità, in accordo con come si svolge la narrazione degli eventi, che si dimostrano essere di frequente impulsivi e privi di qualsivoglia premeditazione,

Per quanto riguarda la storia “Epifania” è un volume con il preciso scopo di introdurci la base della narrazione e dei personaggi, cosa che esegue meravigliosamente, regalandoci degli scorci sul passato degli stessi con il procedere della storia, lasciandoci metabolizzare eventi, gioie e dolori che li hanno portati lì in quel momento. La narrazione parallela, grazie alla visione contemporanea della storia da parte dei nostri protagonisti e di un soldato, ci permette di osservare la vicenda da ambo i lati della medaglia, mettendoci davanti ad un dilemma di tipo morale nel momento in cui, la nostra natura stessa, ci chiede implicitamente di decidere da che parte riporre le nostre simpatie. In particolare, questo fumetto, colpisce corde sensibili del nostro essere, in quanto nessuno dei lettori deve fare uno sforzo poi così grande per immaginare come ci si senta quando il mondo è colpito da un epidemia.

“Quarantine Prophets – Epifania” è un volume piacevole, appartenente al genere action con sfumature sci-fi, dalle illustrazioni accattivanti e dalla lettura scorrevole, che colpisce nella natura profonda del nostro io, mettendoci in una situazione virtualmente difficile, che potrebbe mettere in crisi le certezze che abbiamo su noi stessi e che introduce una vicenda dalle mille possibilità, resa ancora più accattivante dal fatto che non si limita al media comunicativo del fumetto, ma che abbraccia più strumenti di narrazione, al fine di costruire non solo una storia bella da leggere, ma un universo narrativo con i suoi punti di forza e di debolezza, forse non poi così distante dal nostro.



-Articolo a cura di Luinil

giovedì 23 dicembre 2021

"Canto di Natale" di Agatha Mistery


Canto di Natale è l'ultimo titolo che va ad aggiungersi ai classici della serie di Agatha Mistery, la collezione di romanzi d'epoca riproposti ad un pubblico di ragazzi, con un linguaggio più giovanile e fresco adatto alle menti dei lettori contemporanei, abituati a narrazioni dal ritmo più svelto e accattivante. 
Esteticamente l'edizione è curatissima: si tratta di un volume dalla copertina quasi rigida, piacevole al tatto e particolarmente maneggevole. Le pagine presentano caratteri grandi e di facile leggibilità. Inoltre, la presenza di grandi illustrazioni a tutta pagina arricchisce e impreziosisce l'opera. In appendice si trova una sezione di giochi classici, tra cui domande a risposta multipla per un'autoverifica di comprensione del testo. 

"Canto di Natale" è forse una delle  storie più riadattata e amate di tutti i tempi, da cui sono stati tratti film, cartoni animati e adattamenti a fumetti. Si tratta del più classico dei racconti natalizi che, con semplicità, propone un racconto che racchiude il senso profondo della festività più speciale dell'anno, una festa religiosa ormai divorata dal consumismo, spogliata del suo senso profondo ed autentico per riverstirsi di un sovrasenso vuoto, sebbene ammantato di tante lucine. 

Ebenezer Scrooge, un ricchissimo uomo d'affari, mal sopporta le festività Natalizie: gli ultimi giorni dell'anno per lui non sono altro che un'occasione per fare i bilanci annuali e per scoprirsi di un anno più vecchio. Insomma, non ha proprio nulla da festeggiare, e si sente persino infastidito dalla gioia che i suoi compaesani sembrano dimostrare. Compreso l'irritante nipote Fred che, sempre allegro, ogni anno prova ad invitarlo a trascorrere il Natale in famiglia. O il suo dipendente Bob, che con un misero stipendio deve sostenere una famiglia numerosa e non vede l'ora di festeggiare.
In questo stato d'animo, Scrooge torna a casa per concedersi una notte di riposo. Ma la sua tranquilla serata viene disturbata dall'improvvisa apparizione di Jacob Marley, il suo defunto socio in affari nonché suo unico amico, il quale gli parla dell'eterna dannazione a cui è andato incontro, nell'aldilà, per non aver mai fatto del bene in vita. E gli preannuncia che
Con l'intenzione di cambiare la sua mentalità di Scrooge, tre fantasmi andranno a fargli visita quella notte: il fantasma del Natale passato, del Natale presente e del Natale futuro. 
Tre spiriti ai quali Scrooge non potrà sfuggire, ma più doloroso di ogni altra cosa sarà affrontare i propri rimorsi e le proprie, numerose scelte sbagliate.
Deciderà di cambiare e diventare un uomo migliore o di restare ancorato alla solitaria esistenza condotta fino a quel momento? 


L'animo di Ebenizer si è lasciato guidare tutta la vita dalle comete fredde, orientato solo al denaro e animato dal desiderio spasmodico di accumularne sempre di più, facendo di esso l'unico scopo della sua esistenza. 
Quando i tre spiriti, gli fanno visita per mostrargli tutto ciò che ha perduto, che sta perdendo e che perderà ancora, e facendogli capire quanta differenza potrebbe fare nel mondo, egli deciderà di cambiare, di illuminare la propria esistenza, rassegnandosi a tutto ciò che non può più recuperare, ma sforzandosi di fare tutto ciò che è in suo potere per lavorare sul suo presente e sul suo futuro. 
Ebenezer, con un atto di coraggio, rinnega sé stesso, rinnovandosi: e che questo miracolo possa capitare prima o poi anche ai nostri poveri cuori, così spesso avvolti dall'insoddisfazione e dall'infelicità.

giovedì 16 dicembre 2021

"Fairy Oak: Il destino di una fata"


"Il destino di una fata" è l'ultimo romanzo di Elisabetta Gnone, l'ultimo capitolo della serie fantasy  Fairy Oak, che ha appassionato tante lettrici. 
Con questo nuovo romanzo, l'autrice riconferma la sua bravura e la sua capacità narrativa, andando ad esplorare tutti gli episodi mai approfonditi prima, svelando dettagli particolari, con una narrazione da un punto di vista nuovo: il suo, di autrice onnisciente, che ama profondamente la sua storia e i suoi straordinari personaggi.

C'è posto per tutti nel mondo ideato da Elisabetta Gnone: l'autrice restituisce il ritratto di un paesino popolato da un'umanità viva e verosimile, delineando con pochi tratti, come una pittrice, ciascun personaggio grazie alle sue caratteristiche peculiari. 
Senza mai risultare pesante, la Gnone descrive prati vibranti d'erba che trema nel vento, l'armonia che regna a fairy oak e descrive abilmente quelle sottili meccaniche che sempre si instaurano fra le persone. 

La nostalgia di Felì è la stessa struggente senzazione dolorosa che prova ogni educatore quando, seguendo il naturale corso della vita e del tempo, deve separarsi da i suoi ragazzi, facendo un passo indietro, scomparendo dalle loro vite, silenziosamente orgoglioso dei suoi successi e soffrendo per i loro piu piccoli dispiaceri, condannati a non conoscere il futuro dei ragazzi che hanno accudito a lungo e con amore, sino ad instaurare un rapporto complesso e bellissimo. 

In questo ultimo romanzo di fairy Oak, forse per il diverso tono della storia, forse piu semplicemente perché ho letto con occhi diversi, si concentra sullo scarto generazionale e sullo scorrere del tempo, sulle vite dei bambini che diventano ragazzi, adolescenti, uomini, proprio come le piante crescono e si trasformano in frutti, seguendo il corso naturale delle stagioni. 

Una natura accettata e venerata per il suso armonioso equilibrio, nel quale ciascuno ha il suo posto e la sua bellezza, e accetta pacificamente i ritmi eterni e pacifici del mondo. 

L'autrice usa una voce nuova, la sua voce, per raccontare tutti quei frammenti di storia che, nei romanzi precedenti, non aveva narrato. E' una storia che va ad approfondire gli avvenimenti nascosti tra le righe, aneddoti curiosi e stralci di vita quotidiana della valle di Verdepiano, permettendo, a ciascun lettore, di percorrere la valle e il villaggio come se si trovasse davvero lì, conoscendo i piccoli segreti degli abitanti, le fragilità che li rendono umani e simili a noi, permettendoci di passeggiare nel mondo magico e sereno immaginato per noi dall'autrice, un universo immaginario e stupendo nel quale la nostra mente riposa, e in cui può trovare conforto chi, come me, ha trascorso l'infanzia in quei magici luoghi. 

E' stato splendido entrare di nuovo nella stanzetta di Vaniglia e Pervinca, rivivere il loro legame speciale ed indissolubile, quella capacità di capirsi al volo che le contraddistingueva sin dalla nascita. 
Ho apprezzato la digressione sulla scrittura, forse la magia più potente di tutte, che permette di aprire porte anche nelle torri sigillate, di far splendere tramonti nelle notti più nere. 

A distanza di tanti anni, il destino di una fata ha saputo commuovermi e trasmettermi la pura bellezza di un regno da fiaba: ancora una volta Elisabetta Gnone si conferma una narratrice di eccezionale talento, e scoprire i dettagli dei suoi mondi fantastici è sempre una bellissima scoperta, la divagazione piacevole da una realtà che opprime.

lunedì 13 dicembre 2021

"Il rilegatore" di Bridget Collins


Immagina un mondo in cui il passato non può farti del male, un mondo in cui puoi rinchiudere i tuoi ricordi più dolorosi in un libro.

Bridget Collins, nel suo romanzo d'esordio "Il rilegatore", inventa un passato in cui una simile utopia è realizzabile, grazie all'esistenza di persone dal talento specialissimo: i rilegatori, individui capaci di sottrarre, a chi lo desidera, momenti particolarmente dolorosi con cui ritiene sia troppo difficile convivere, rinchiudendoli in un libro.
L'unico vincolo dei rilegatori è l'impossibilità di rilegare qualcuno senza il suo consenso. Tuttavia, in un mondo in cui esiste una simile possibilità, i potenti non esitano a sfruttare i loro sottoposti con malvagi soprusi, per poi obbligarli tramite minacce e pressioni a recarsi presso i rilegatori per dimenticare i torti subiti, testimonianze scomode o semplicemente incidenti sconvenienti. 
Può avvenire, quindi, che non sia effettivamente volontà del singolo richiedere la rilegatura, ma che sia stato obbligato. Questo è il destino del giovane Emmett Farmer il quale, dopo essere diventato apprendista rilegatore, durante la sua prima rilegatura scopre che esiste un libro con il proprio nome, e comprende di essere stato obbligato a dimenticare qualcosa. 
Per recuperare la memoria di un ricordo rilegato, è necessario bruciare il proprio libro. Emmett è pronto a farlo, non ha paura di scoprire cosa ha dimenticato, perché si sente incompleto e spezzato senza la sua memoria. E ciò che ricorderà sarà effettivamente molto più intenso di ciò che avrebbe mai osato immaginare. Perché il suo passato non riguarda soltanto lui stesso, ma anche qualcun altro, un ragazzo di nome Lucian Darnay. Eppure, anche lui è stato rilegato. Ma per Emmett è assolutamente necessario che lui ricordi, perché ciò che hanno condiviso è troppo importante per essere dimenticato. Ma Lucian si è sottoposto di propria spontanea volontà alla rilegatura. E se non avesse alcuna intenzione di ricordare? 


Emmet e Lucian sono uno opposto all'altro, personaggi che ricalcano lo stereotipo di Romeo e Giulietta. 
Analogamente agli sfortunati amanti di Shackespeare, un unico incontro, un incrocio di sguardi è sufficiente a far sbocciare dentro di loro una profonda e reciproca attrazione. 
Emmet non comprende fino in fondo il complesso intreccio di sentimenti che gli opprime il petto ogni volta che è vicino a Lucian. Capisce solo che prova un fastidio bruciante ed insopportabile quando lui rivolge complimenti alla sorella, sa che non vuole vederlo in casa sua. Vorrebbe stargli vicino, e allo stesso tempo vorrebbe odiarlo, rendendosi conto che il suo desiderio è diverso dal sentimento di benessere che si dovrebbe provare nei confronti di un amico. 
Gli occhi profondi di Lucian lo turbano, lo devastano. 
Lucian, al contrario, ha accettato pacificamente la sua identità, non è per niente turbato dai suoi desideri, solo preoccupato di non essere scoperto dagli altri.
Emmet, unico destinatario degli sguardi intensi di Lucian, si sente speciale, custode di un segreto bellissimo, proprietario del bellissimo tesoro costituito dal suo primo amore. A Lucian non interessa che Emmet sia povero, che lavori nei campi e non sia particolarmente colto: si innamora del suo animo sensibile e della sua sincera bontà. 
Emmet, dopo i primi pregiudizi nei confronti di Lucian, si lascia lentamente incantare dalla sua tenerezza e coinvolgere dalla sua passione. 
Lucian ed Emmet, quando sono insieme, possono mostrarsi per ciò che sono, senza fraintendimenti, convinti e sicuri di essere apprezzati e capiti. 



Il padre di Lucian, perverso e manipolatore, è il principale antagonista del romanzo: manovra chiunque per i suoi scopi, senza preoccuparsi minimamente di servirsi delle persone come se fossero semplici strumenti. 
Lucian lo disprezza profondamente, e tenta più volte di ostacolare i suoi piani. In realtà, il suo più profondo desiderio è quello di essere amato da lui, e invece è distrutto dalla consapevolezza di non potersi aspettare niente, dal genitore. 
In Emmet, Lucian scorge la semplicità genuina che ha sempre cercato in un compagno, l'autenticità di un sentimento donato in completezza e totalità. 
Sempre rispettoso del suo riserbo e della sua iniziale diffidenza, riesce a farsi strada nell'animo di Emmet camminando in punta di piedi, mostrandogli la forza del sentimento che vuole offrirgli. 
I genitori di Emmett, i quali speravano che Darnay fosse interessato alla loro figlia Alta ed erano felici alla prospettiva di migliorare la loro vita con una situazione economica migliore, si mostrano disgustati quando scoprono il tipo di relazione che lo lega al loro figlio maschio. 

Emmett è deluso: perché Lucian poteva amare Alta e non lui? Il ragazzo non intende vivere il sentimento che prova come una colpa, ma viene obbligato a sentirsi pieno di vergogna, come se avesse commesso il più orribile dei crimini, e non fosse semplicemente stato insieme a qualcuno di cui si sente perdutamente innamorato. 

L'autrice usa delicatezza struggente del descrivere questo amore: la sorpresa di un'inattesa premura, un sorriso d'intesa scambiato mentre nessuno guarda, il timore di fare all'altro una carezza. 

"Il rilegatore" è un romanzo potente, dal ritmo serrato. L'uso di due punti di vista differenti avvince completamente nella narrazione, rendendo impossibile interrompere la lettura sino all'adrenalinico e dolcissimo finale. 

venerdì 10 dicembre 2021

"Le vite dei santi " di Leigh Bardugo


Ormai la trilogia "Tenebre e Ossa" di Leigh Bardugo ha raggiunto un successo mondiale, anche grazie all'omonima serie tv cha ha contribuito ad accrescente la fama. Successo confermato dalla successiva duologia "Sei di Corvi", che ho amato particolarmente, straordinaria per il ritmo narrativo e gli indimenticabili protagonisti.

Leigh Bardugo ha scritto una serie di romanzi capace di stregare con i suoi personaggi e le sue lussureggianti ambientazioni. Ma
non ha solo descritto, nelle sue storie, un universo fantasy senza paragone, un mondo preciso e facile da immaginare, ma ne ha anche pensato in ogni dettaglio le regole, le leggi, i miti. Nulla è lasciato al caso nel GrishaVerse, che  continua ad arricchire con nuove storie e frammenti.
L'ultimo volume della serie, pubblicato dalla Mondadori, è "Le vite dei Santi" un elegante albo che raccoglie le storie dei personaggi eroici su cui si basa la fede del popolo.
I vari racconti, di breve respiro, presentano una narrazione semplice, dai toni fiabeschi e semplici, sempre però nello stile fluido e dal ritmo svelto, tipico della Bardugo.
Ciascuna storia è accompagnata da una bellissima illustrazione a tutta pagina.
Sono storie di coraggio, di ribellione, di forza. Anche se alcune sono di chiara ispirazione cristiana, la maggior parte sono originali e carine da leggere, una più bella dell'altra.
L'autrice, con sapienza, in poche righe riassume intere vite, anche lunghe e complesse, così intense da toccare l'animo del lettore.
L'opera culmina nell'ultima storia, "La santa del libro", unica narrata in prima persona - probabilmente dalla stessa autrice della storia, in cui si rivede la stessa Bardugo.
E' un'opera brevissima e toccante, che riassume la bellezza dello storytelling ed è una lode alle infinite possibilità narrative della creazione.

"Le vite dei Santi" è un "must have" per gli appassionati delle storie di Leigh Bardugo, che tra le sue pagine riconosceranno piacevoli riferimenti trovati nei libri delle serie principali e delle quali potranno scoprire nuovi dettagli.

sabato 4 dicembre 2021

"Solo con gli occhi" di Risa Wataya

"Era soltanto occhi. Anch'io ero soltanto occhi. Come si potrebbe definire altrimenti l'atto di guardare con tanta intensità?"


"Solo con gli occhi" è un romanzo scritto nel 2003 da Risa Wataya. 
L'autrice, che ha scritto il romanzo  da giovanissima vincendo il prestigioso premio Akutagawa, ha descritto uno spaccato di vita adolescenziale giapponese che probabilmente risulta diverso dalla quotidianità a cui siamo abituati. Eppure, i sentimenti dei giovani sono gli stessi e in questo sta l'universalità del romanzo: la protagonista esprime alla perfezione il desiderio di essere giudicata positivamente dai coetanei, che si scontra con l'esigenza di distinguersi e che è alla base della costruzione di quella che in psicologia viene definita "la propria favola personale".

"Volevo essere riconosciuta. Volevo essere perdonata. Volevo che qualcuno prendesse a una a una le corde nere attorcigliate intorno al mio cuore come capelli impigliati in un pettine e le buttasse nella spazzatura. Volevo che gli altri facessero qualcosa per me. Anche se non mi veniva in mente assolutamenete nulla che io potessi fare per gli altri."

Hatsu frequenta il primo anno del liceo. Non ha problemi particolari nello studio, la sua difficoltà più grande è intrattenere relazioni con i coetanei. Aggrappata disperatamente a Kinuyo, l'unica amica delle medie con la quale aveva un rapporto stretto e personale, la vede scivolare via insieme ai suoi nuovi amici. Kinuyo cerca di coinvolgerla e farla entrare nel nuovo gruppo, ma Hatsu teme che ogni azione gentile nei suoi confronti non sia altro che una presa in giro, e non riesce ad aprirsi agli altri in virtù di questa paura paralizzante. Si convince di essere superiore agli altri e di bastarsi, perché altrimenti dovrebbe ammettere che li invidia profondamente e affrontare la sua incapacità di comunicare con i compagni come un problema.
Trovandosi spesso sola, nota un ragazzo escluso proprio come lei. Si tratta di Ninagawa, il quale sembra a proprio agio, da solo. Che con lui Hatsu possa costruire un'amicizia, un legame, o persino qualcosa di più?
Eppure, tutti sostengono che Ninagawa è un otaku.
"Otaku" è una parola che in Italia è stata presa a prestito dal giapponese e viene usata per indicare bonariamente chi apprezza particolarmente manga, anime e altri prodotti d'intrattenimento tipicamente nipponici, arrivando anche ad acquistare gadget di importazione. In Giappone ha una connotazione particolarmente negativa, infatti si usa per additare qualcuno che ha un'ossessione quasi maniacale nei confronti di qualcosa o qualcuno.

Anche se inizialmente la cosa non sembra infastidirla, presto Hatsu si rende conto che in effetti il ragazzo è profondamente disadattato e asociale, maniacalmente attratto dalla modella Oni-Chan e da tutto ciò che la riguarda.

Questo non trattiene Hatsu dal provare a distoglierlo dalle sue ossessioni, ma i suoi tentativi cadono nel vuoto e le causano soltanto amare delusioni.



La situazione di Ninagawa puà sembrare assurda, eppure il suo comportamento non è inusuale: in Giappone è estremamente diffuso il fenomeno di giovani che concentrano la loro esistenza esclusivamente su un'insana passione, atteggiamento favorito da una vita vuota e priva di reali affetti e relazioni. Non è un caso, infatti, che Nikagawa abbia difficoltà a relazionarsi persino con i suoi stessi genitori.

Hatsu, comunque, non sta meglio di Ninagawa. Eppure, essendo la narratrice, si sente normale rispetto a lui - pur trattandosi sicuramente di una narratrice inattendibile - guarda l'amico con sguardo esterno e razionale, rendendosi conto di essere per lui solo una persona con cui parlare della sua passione, di essere ai suoi occhi non un'amica e né tanto meno una ragazza nei cui confronti provare attrazione.

Il titolo - solo con gli occhi - vuole sottolineare il continuo guardarsi dei due protagonisti, che vedono chiaramente i difetti l'uno dell'altra, senza riuscire tuttavia a comprendere i propri.
Ma forse è molto più adatto alla storia il titolo originale, che significa "Calcio nella schiena": quello che più volte Hatsu vorrebbe tirare al suo amico, desiderosa di scrollarlo dal suo torpore, per essere vista da lui, capita veramente.

I due ragazzi costruiscono un legame morboso, stranissimo, che non diventa mai amicizia né attrazione. Hatsu non vuole ammettere di provare attrazione nei suoi confronti, e si scopre delusa dall'impossibilità di distogliere il ragazzo dai suoi sentimenti perversi e distorti nei confronti di Oli Chan.
Nella riservatezza di Ninagawa non si nasconde una delicata sensibilità, ma una psicopatica asocialità.

"Stavamo guardando lo stesso paesaggio, io e lui, eppure avevamo in testa pensieri diversi, ne ero sicura. Nonostante ci trovassimo insieme in un posto dove il cielo e l'aria avevano quel bell'azzurro profondo, non capivamo nulla l'uno dell'altra."

Realtà, finzione, ricerca di comprensione: in un libro di così breve respiro, l'autrice ha saputo descrive efficacemente la solitudine dei millennials. Una solitudine cercata e costruita, indistruttibile, insormontabile, gigantesca.

La storia non offre soluzioni né una magica risoluzione da fiaba. Eppure, nelle parole forti di Kinuyo, l'amica di Hatsu, è forse riassunta efficacemente l'unica via d'uscita da una vita solitaria e corrosiva:

"Hatsu, tu parli senza sosta, parli praticamente da sola, agli altri non lasci dire una parola, possono soltanto ascoltare. Ascoltare e annuire. Se la smettessi di parlare tu e veramente comunicassi con la gente, non ci sarebbero silenzi. E anche se capitassero momenti di silenzio sarebbero una cosa naturale, non metterebbero a disagio nessuno."

giovedì 2 dicembre 2021

Vega Star: la stella polare che verrà


"Vega Star-La stella polare che verrà" è un libro per bambini da 0 a 6 anni, scritto e illustrato da Stefano Falai e pubblicato da FantaBooks Edizioni.

"Avevo una gran voglia di stare insieme alle altre stelle e in una costellazione, anch'io,  brillare come quelle".

Il libro narra la storia di Vega, una stella solitaria, non appartenente a nessuna costellazione, che guarda con invidia alle sue simili che possono godere del beneficio di stare in gruppo. Cercando di trovare il suo posto nel mondo, Vega, cercherà di intrufolarsi in diverse costellazioni, portando però solo scompiglio e scontento fra le altre stelle, che la porteranno al cospetto della Stella Polare per essere giudicata. La Stella Polare, però, ascoltando la storia capirà i sentimenti di solitudine di Vega e le offrirà un posto nella costellazione della Lira, fino a quando non sarà pronta a diventare la prossima Stella Polare.

"Una cosa infine l'ho capita: dà grande gioia e felicità trovare il proprio posto nella vita".

Questo piccolo libro, nobilitato dalle allegre e paffute rappresentazioni delle stelle, trova la sua peculiarità accattivante nelle frasi in rima, certo non sempre perfetta, atte a catturare l'attenzione del bambino che si approccia alla lettura.

Patticolarmente carina è la sezione "Lo sapevi che..." a termine del volume: due pagine, corredate di splendide illustrazioni con richiami storici che, correlate alle informazioni sulla stella polare, hanno lo scopo di far appassionare i bambini all'astronomia.

"Vega Star-La stella polaere che verra" è un libro semplice, divertente e accattivante con lo scopo di insegnare ai più giovani qualche base di astronomia e una sana dose di pazienza, poichè tutti, prima o poi, trovano il loro posto nel mondo.

Recensione a cura di @luinil_24 

venerdì 26 novembre 2021

"So cosa hai fatto" di Lois Duncan


"So cosa hai fatto" (I know what you did last summer) è un romanzo di Lois Duncan. Pubblicato per la prima volta nel 1973, recentemente riproposto con una nuova traduzione, in occasione della produzione della serie tv, dalla casa editrice Fanucci nella collana Timecrime, in una nuova edizione con una copertina accattivante e sgargiante, la sagoma di un uomo che si muove nelle luci notturne.

Barry, Julie, Helen e Ray sono quattro giovani sul finire dell'adolescenza. Stanno per affacciarsi all'età adulta, sono in procinto di prendere scelte importanti che influenzeranno le loro vite e dovrebbero essere pieni di energia e proiettati verso il futuro. Eppure condividono un segreto che ha contribuito a separarli e che li ha cambiati profondamente.
Barry, il più menefreghista del gruppo, donnaiolo e interessato solo al divertimento, è convinto che non ci sia niente di cui preoccuparsi: il loro segreto è al sicuro, nessuno potrà mai scoprirlo. Ma scopre di sbagliarsi, quando a Julie viene recapitato un inquietante biglietto anonimo, con la frase "So cosa hai fatto l'estate scorsa". Sarà solo l'inizio di un orribile tuffo nel passato, che costringerà i protagonisti a ricordare un crimine di cui si sono resi colpevoli e che qualcuno sembra disposto a vendicare con ogni mezzo, dal momento che nessuno dei colpevoli ha mai saldato il conto con la giustizia.

Ogni persona ha degli scheletri nell'armadio, quindi la frase "So cosa hai fatto" potrebbe rappresentare un potenziale trauma nella vita di molti: il fantasma del passato che ritorna quando crediamo che sia stato sepolto e dimenticato costituisce forse il più terribile pericolo possibile.

I ragazzi protagonisti hanno vite molto diverse e sono personaggi che sembrano decisamente male assortiti. Nel corso della storia, l'autrice si concentra di volta in volta su ciascuno di essi, raccontando il loro presente che si intreccia a flashback del passato.
Ciò che hanno vissuto ha dato forma a ciò che sono nel presente, ha contribuito a farli crescere, maturare: alcuni sono migliorati, altri peggiorati, e il loro percorso di evoluzione risulta ben costruito e verosimile.

La prosa è uno dei punti di forza del romanzo: contribuisce a costruire l'atmosfera di tenzione su cui si regge il romanzo, riuscendo a trasmettere efficacemente ai lettori un brivido. Non risulta mai davvero spaventoso, ma l'ansia che permea tutto il testo rende il libro impossibile da chiudere prima di aver letto il finale, che sicuramente saprà sorprendervi con un colpo di scena.

"So cosa hai fatto" è un romanzo basato su una morale importante, perché insegna che dalle proprie colpe non si può scappare, ma bisogna affrontare la vita con coraggio e forza, senza tirarsi indietro nei momenti in cui la fuga costituirebbe la scelta più conveniente. 

giovedì 25 novembre 2021

"Il tesoro perduto di Nora": una graphic novel per spiegare la depressione ai bambini


"Il tesoro di Nora" è una graphic novel pubblicata da Starcomics scritto e disegnato da Rocchi e Carità. 

Nora, un'allegra bambina di dieci anni, trascorre con suo padre un assolato pomeriggio estivo giocando ad una caccia al tesoro. Mentre si concedono un pò di riposo Nora realizza un disegno. Ma quando solleva lo sguardo dall'album per mostrare la sua opera al padre,  si accorge che il genitore è scomparso improvvisamente, come se non fosse mai stato lì, al suo fianco. Non è la prima volta che succede, e Nora lo sa benissimo: sua madre le ha spiegato che a volte il suo papà si reca in un luogo lontano da tutto e tutti, un luogo nel quale di solito lei si avventura, per riportarlo indietro. Ma questa volta lei non c'è perciò, se vuole riportarlo indietro dovrà addentrarsi da sola nel suo complesso universo interiore.
La ricerca si rivela lunga e tortuosa, ma non impossibile. Infatti lungo il  cammino trova dei bigliettini che racchiudono contorti indizi, e lei è convinta che siano stati lasciati dal padre per permetterle di ritrovarlo.
Nora con coraggio non si fermerà dinanzi a nessuna difficoltà, determinata a raggiungerlo per riportarlo a casa.


Una peculiarità di questa opera è la bellezza dell'edizione: un cartonato di grandi dimensioni, interamente a colori, con tavole suggestive e dinamiche: la forza d'impatto visiva riesce subito a trascinare il lettore coinvolgendolo in una storia così particolare.

Gli autori, grazie ad un linguaggio adatto ai più giovani, si sono proposti di fare divulgazione riguardo alla malattia più atroce e subdula di tutte: quella mentale.

Il disturbo depressivo maggiore, è uno dei principali "disturbi affettivi" e rientra fra quei disagi che alterano le percezioni dei sentimenti, rendendo difficile - se non impossibile - la vita del malato e di chi gli sta intorno.
L'inserimento di questo disturbo fra le malattie è relativamente recente: risale infatti al 1980, prima di allora lo si considerava alla stregua di una crisi passeggera che colpiva le persone di carattere debole. Solo successivamente gli studiosi hanno compreso quanto sia  profondamente invalidante, che necessita di psicoterapia e, nei casi più gravi, di un trattamento farmacologico.

Non si tratta infatti di una questione di carattere o volontà debole: il depresso non ha colpe, la depressione si sviluppa a causa di una combinazione sfortunata di fattori biologici ed ambientali ancora non del tutto chiari, ma indiscutibilmente oggettivi.

Vivere al fianco di una persona che soffre non è semplice, perché il malato non è sempre in sé: nelle sue fasi di crisi acuta, è la malattia a parlare al suo posto, e spesso le cose che dice sono terribili.
Serve molta pazienza, bisogna innanzitutto prendere consapevolezza che la depressione non è un problema ozioso e passeggero di cui sia possibile liberarsi con un abbraccio: è una malattia, forse una delle più gravi perché mina l'equilibrio psichico dell'individuo, ed ogni crisi è diversa dalle altre, ha i suoi tempi e non può essere curata neppure dall'affetto familiare, che pure non deve mai mancare al malato.

Parlare di questo argomento è ancora difficile, perché chi non ha sperimentato la vita con un familiarie seriamente depresso non può capire quanto sia effettivamente problematico e complesso.

Gli autori hanno evidenziato con maestria e delicatezza la sofferenza che si prova quando ci si prende cura di un malato nei suoi momenti di peggiore sconforto, si può arrivare a sentirsi in colpa o impotenti. Bisogna  essere consapevoli che in quei momenti è come se la persona fosse su un altro pianeta, posseduta da uno spirito malvagio che parla al posto suo.


È il caso del padre di Nora, sovrano e prigioniero del suo piccolo mondo, tenuto in ostaggio dalla sua malattia che lo avvince nelle sue spire e domina ogni sua azione, deformando ogni suo ricordo felice, trasformandolo in un uomo senza gioia e senza desiderio di far nulla, arrivando al punto di allontanare chi si avvicina a lui.


Per un bambino può essere sicuramente scioccante vivere accanto ad un genitore che lo respinge, proprio in un'età in cui ha bisogno di conferme e rassicurazioni da quelle che nella sua vita costituiscono essenziali figure di riferimento.
Eppure sono moltissime le famiglie in cui la depressione è una presenza reale nella vita quotidiana, che può essere percepita, soprattutto dai più piccoli, come una colpa, un'incapacità di farsi amare.
Nora infatti, quando viene scacciata in malo modo da suo padre, si sente profondamente addolorata e abbattuta, trovando difficile reagire al suo atteggiamento scostante. Sarà sua madre a spiegarle, con semplicità ma con la massima sincerità, che suo padre ha un problema serio e che, quando tenta di isolarsi, non va assolutamente lasciato solo, perché i suoi pensieri cupi hanno la potenza di creature vive, capaci di divorarlo vivo.

Viene inoltre sottolineata l'importanza del trattamento farmacologico, essenziale in questo genere di disturbi, che è effettivamente efficace nell'alleviare i sintomi depressivi più gravi e rendere più sopportabile la vita del malato.

Questo fumetto, con delicatezza ed estremo tatto, si rivolge ai lettori più giovani - ma ne consiglierei la lattura anche ai più adulti-e, attraverso un racconto poetico e commovente, ricco di metafore evocative ricorda che, anche nei momenti più dolorosi, l'amore è un sentimento più forte di qualsiasi malattia, per quanto essa possa essere di difficile comprensione: un amore che aspetta, che combatte, che spera, che non si arrende e non abbandona. 

Review Party: "Il cavaliere, il gatto e la ballerina"


"Il cavaliere, il gatto e la  ballerina" è un romanzo pubblicato dalla casa editrice DeAgostini a settembre 2021. Trattandosi di un romanzo dalle atmosfere invernali, è un titolo particolarmente indicato come lettura natalizia.

Il sovrano della grande e gelida Russia ormai è morto, tuttavia vive ancora grazie al potente incantesimo di un mago demoniaco, con il quale ha stretto un patto scellerato. Credeva che il malevolo individuo si fosse ormai dimenticato del loro contratto, eppure l'uomo fa ritorno, esprimendo il bizzarro desiderio di partecipare ad una sontuosa festa a palazzo e poter ammirare la danza di una ballerina.
Di danzatrici, a palazzo, non c'è nemmeno l'ombra, per questo il sovrano incarica uno dei gatti dell'Ermitage, il più grande museo russo, di cercare per lui una ballerina, in tempo per la grande festa a cui assisterà il mago.
Ma perché ha espresso questo bizzarro desiderio? Cos'ha in mente? E il gatto saprà agire con sapienza, anche quando la cosa giusta da fare dovesse rivelarsi in contrasto con gli ordini del suo potente padrone?

L'elemento più originale nel romanzo è la presenza dei gatti parlanti, i quali mi hanno ricordato "Maurice" di Terry Pratchett, per la simile ironia e la particolare saggezza del felino protagonista.

Con un insieme di personaggi ben approfonditi e con i quali è facile empatizzare, si viene coinvolti, pagina dopo pagina, in un'avventura briosa e con un ritmo incalzante, come avviene nei migliori libri per ragazzi.

Il patto con un demone è un elemento classico della letteratura (basti pensare al Faust di Goethe) ed è un elemento sempre interessante quando viene riproposto: infatti è metafora dell'essere umano che, spesso, pur di raggiungere i propri obiettivi è disposto a raggiungere qualsiasi abiezione, sporcando la propria anima e umiliando sé stesso.

La prosa, semplice ma ricercata, assume il tono epico e solenne degli antichi racconti dei cantastorie, così il linguaggio contribuisce alla costruzione dell'atmosfera fiabesca del romanzo.

Gli autori, con questo romanzo, trasportano la fantasia dei lettori in una Russia poetica e spietata, che unisce elementi fantastici ed un contesto storico verosimile, per creare una magica e dolcissima fiaba, che saprà conquistare il cuore dei più piccoli ma anche dei lettori più adulti. 

martedì 23 novembre 2021

"L'incredibile famiglia Appenzell": il nuovo albo illustrato Rizzoli


Ieri, tornando a casa dopo il lavoro, ho trovato ad attendermi una graditissima sorpresa: una novità Rizzoli, disponibile in libreria da oggi. 

Questo volume sembra forse più adatto ad Halloween che non alle festività natalizie, eppure non bisogna lasciarsi ingannare dal suo cupo aspetto: il nero della copertina non è infatti merafora del buio minaccioso delle tenebre, ma piuttosto simboleggia l'oscurità confortevole di una casa dove le luci sono appena state spente da una madre amorevole, un attimo prima di augurare la buonanotte ai suoi bambini.

"L'incredibile famiglia Appenzell" è un'opera di profondo valore morale e grande impatto visivo, una lettura delicata e appassionata che delinea le vite e gli struggimenti di tutte le persone della famiglia Appenzell. I vari racconti, pur nella loro brevità, restituiscono al lettore ritratti efficaci e ben scritti che descrivono il percorso non facile dei protagonisti, alla ricerca del proprio posto nel mondo, e del modo migliore di sfruttare le loro peculiarità per raggiungere la realizzazione personale.

Si tratta di un dolcissimo libro dalle piacevoli tinte dark, una lode all'accettazione di ciò che non si può cambiare, di tutte quelle differenze che agli occhi di molti appaiono com difficoltà con cui convivere serenamente sembra impossibile.

Con la copertina meravigliosamente intarsiata, i dettagli in oro e le bellissime tavole a colori, questo elegantissimo volume vi catturerà raccontandovi, generazione dopo generazione, l'albero geneaolgico di una famiglia non convenzionale, i cui personaggi hanno fattezze strambe, ma mai mostruose: i veri mostri sono altri, coloro che non sanno intravedere ricchezza nelle diversità. 

lunedì 22 novembre 2021

"Il cigno e la ballerina" di Lucia Carluccio

"Il mare. Non mi erano mai piaciute le strade. Le strade indicano una direzione, segnano un percorso. A me piaceva perdermi. Il mare non aveva strade. Non poteva impormi guide, ma solo onde in grado di spingermi."


"Il Cigno e la Ballerina" è il romanzo d'esordio di Lucia Carluccio, pubblicato dalla casa editrice Dario Abate Editore.

La storia si concentra su Caroline, giovane donna afflitta da allucinazioni debilitanti e ansie atroci e costanti che le impediscono di vivere una vita normale. I familiari, che non riescono a comprendere le sue difficoltà, decidono di affiancarle uno specialista che possa aiutarla a guarire. Così Caroline conosce Paul Carme, psicanalista che la ascolta e la aiuta a ripercorrere i momenti salienti della sua vita per analizzare il suo io interiore e comprendere da dove nascono le sue più profonde debolezze per poter estirpare i disturbi che esse causano, e abbracciarle in quanto normalissime fragilità che sono parti di lei.

"La fragilità di un uomo ha qualcosa di sacro: brilla come gli occhi di un Dio che ci salva."

Sarà un percorso lungo e travagliato, e saranno entrambi a farsi del male. Riuscirà Caroline a guarire?

Lucia Carluccio, nella prefazione, illustra ai lettori la sua opera, frutto di approfonditi studi e meditate metafore, spiegando anche che il titolo racchiude "le immagini - emblema della narrazione: il cigno e la ballerina (...) simboli che con le loro fluttuazioni rappresentano i movimenti cosmici che oltrepassano la conoscenza del tangibile e descrivono la sincronicità che costella la vita dei personaggi e di ogni uomo."

L'autrice con questo romanzo drammatico, coinvolge il lettore in una narrazione intimista e profonda, che travalica i confini dell'opera letteraria per avvicinarsi al flusso di coscienza.
Caroline, la protagonista, guidata dalle sapienti domande del terapista e incoraggiata dalla sua disponibilità all'ascolto, si sente finalmente compresa e diventa un fiume in piena: vomita le proprie paure, ricorda la nascita delle sue fobie.
Si racconta al dottore - per la prima volta nella sua vita - senza tentare di nascondersi né di apparire migliore. Non manca di raccontargli dei suoi numerosi amanti, fra le cui braccia cercava un conforto emozionale e carnale che si illudeva ogni volta di trovare, ma che in realtà non è mai riuscito a soddisfarla né a riempirla.

"Io, invece, sentivo di avere un mondo troppo grande per un corpo solo, per una donna sola, per una vita sola. E mi ritrovavo a vivere più vite, a essere più donne, a servirmi di più corpi. Enrico non era il solo. All'inizio avevo creduto di non dover chiedere di più. Ma poi, chiaramene, avevo capito che né lui, né nessun altro mi sarebbe bastato."

Narra la sua passione per la scrittura, l'amore per la poesia, e mentre racconta si accorge che, forse, aveva sempre saputo quali cose elevavano e nutrivano davvero la sua anima, affamata di amore ed infinito.

"Non si vive per morire. E io non correvo per arrivare. Non scrivevo per finire un compito, dettato da una maestra severa ed esigente. Scrivevo perché esistono persone che nascono per scrivere, e io ero una di quelle."

Nella vita è necessario accettare la propria identità senza finzione né nascondimento, perché altrimenti quel che non vogliamo vedere ci perseguiterà continuamente.

"Puoi pure andare in giro per il mondo, ma qualsiasi forma saprà dei lineamenti dei volti in cui ti sei vista, come in uno specchio che inganna. L'erba bruciata rinasce, tutto ciò che neghi cresce."

Anche il dottor Carme ha i propri demoni, ed assistere alla lenta riconciliazione di Caroline con i propri gli darà la forza per perdonare i propri. Grazie a Coraline, il dottore rafforza la sua fede nel destino, a confidare nell'esistenza di un Dio buono e clemente che in qualche modo si prenderà cura dei reietti.

"Nella silente e sorda consapevolezza ci sono cose che ci stanno aspettando da sempre e non si muoveranno finché non le avremo raggiunte."

Particolarità del romanzo è la prosa quasi poetica, curatissima e impreziosita da una musicalità ricercata, alterna paratassi e ipotassi per costruire un ritmo cadenzato che ricorda le onde marine, e che ben si accorda con la protagonista senza pace, sempre in cerca di un posto sicuro ma incapace di stare ferma, attratta fatalmente dalla bellezza ruggente delle tempeste, metaforiche immagini del caos emotivo che ha dentro.

"Io volevo la tempesta. Non la quieta che addormenta, o i gerani sul balcone, o la spesa il sabato, o la tavola imbandita per le cene di famiglia. Io volevo la tempesta. La passione che scombussola la testa."

Il romanzo di Lucia Carluccio spiazza dalla prima pagina, non solo per il delicatissimo tema trattato ma anche per la sensibilità dell'autrice, che ha saputo scrivere la storia di una donna intessendone i pensieri come una confortante coperta di parole, frasi in cui è facile ritrovarsi, perché potrebbero essere quelle di qualsiasi altra persona, in qualsiasi tempo, in qualsiasi luogo.

lunedì 15 novembre 2021

Review Party: "La corte dei miracoli"


“La Corte dei Miracoli” è il primo di una serie di romanzi ucronici, appartenenti al genere fantastico, edito dalla Oscar Mondadori e scritto da Kester Grant.

“Devi trasformare i nemici in alleati. E se non ci riesci, allora distruggili. Loro e tutti i loro seguaci, affinché la paura non ti raggiunga mentre dormi.”

La storia narra di Nina, giovane figlia di un locandiere manesco ed esperto ladro, la cui unica consolazione dell’animo sono le storie che sua sorella, Azelma, le racconta, che alleviano i dolori e cullano le notti delle due fanciulle. La magia si interrompe però, quando Azelma viene venduta dal padre ad una persona per Nina sconosciuta e Azelma, per preservare la piccola sorellina dal suo stesso destino, chiede ad un amico di famiglia, Femi, di portarla al cospetto della Corporazione dei Ladri. Per potervi accedere però, la giovane protagonista dovrà dimostrare il suo valore sottraendo uno dei gioielli della corona dal palazzo reale. Stordita dal dolore della perdita della sorella, la giovane Nina riesce a rubare il medaglione, assieme ad un pezzetto del cuore del giovane principe di Francia, che resta ammaliato da quella ragazzina mingherlina che trova in camera sua nel cuore della notte. La ragazza, dopo l’impresa, porterà la refurtiva al Signore della corporazione dei ladri, ma a nulla serviranno la suppliche della giovane affinché qualcuno salvi la sorella, questo perché chi l’ha comprata non è altro che il Signore più potente della Corte, Tigre, il mercante di schiavi. Determinata a recuperare sua sorella, quella notte, Nina smette di essere figlia del locandiere per diventare la figlia del Signore della Corporazione Lei ladri. Con la sua vecchia vita muore anche il suo nome, diventando la Gatta Nera della corporazione dei Ladri.

“Perché non è forse scritto che la Legge è come il triste mietitore? Si abbatte su tutti. E nessuno può sfuggirle. ”

Passano diversi anni e Nina ha ideato un piano geniale che le permetterà, finalmente, di raggiungere sua sorella, resa schiava dalle percosse e dall’oppio che le viene somministrato. Solo che questo piano per distrarre Tigre ,comporterà mettere in pericolo la vita di Ettie, nuova rampolla del locandiere, nonché Maestro delle Bestie della corte dei Ladri. Nel momento in cui Nina si accorge dei pericoli che correrebbe la giovanissima Ettie nelle mani di Tigre, ella si rende conto che non può permettere che le portino via anche lei. Per questo decide di portarla al cospetto dell’unico Signore che non teme Tigre, il Signore dei Morti, ovvero i mendicanti. Egli però è sparito, e per trovarlo le due giovani sono costrette a recarsi dalla Signora degli Assassini e dal suo Maestro dai coltelli affilati, Montparnasse, dove scopriranno che il Signore dei Morti è rinchiuso nella prigione più sicura della Francia. Pur facendolo evadere e anche riuscendo a far unire Ettie alla Corporazione dei Morti, la sorella acquisita di Nina non sarà salva. Tigre l’ha puntata e non permetterà a nessuno di togliergli la preda agognata, anche a costo di violare la Legge. Sarà compito di Nina trovare un modo per salvare Ettie da un destino peggiore della morte, anche a costo di allearsi con persone che non pensava avrebbe più rivisto. Fin dove sarà disposta a spingersi per onorare le sue promesse?

“Ma si dice che, a volte, si può udire una voce trasportata dal vento che sussurra ciò che è buono, ciò che è giusto e ciò che è legittimo. E che, da qualche parte nelle regioni selvagge, vive ancora un topo senza coda.”

“La Corte dei Miracoli” parte a narrazione già iniziata: caotico, frenetico, confuso, ha il preciso scopo di farti sentire piccolo e smarrito come la giovanissima Nina, poco più che bimba, in balia degli eventi. Mano a mano che il romanzo prosegue, invece, siamo in grado di tracciare il passaggio del tempo, grazie alla maturazione fisica e psicologica della Gatta Nera, che affina le sue abilità assieme ai suoi sensi acuti, permettendoci di assistere ad un’evoluzione e maturazione della sua psiche che si dimostra sempre più affascinante e caritatevole.

Basato su una rappresentazione realistica della Francia negli ultimi decenni del 1700, il romanzo è una curiosa, quanto piacevole raccolta inspirazioni da fonti storiche. A chiunque, leggendo il libro, verrà in mente “I Miserabili” di Hugo, a causa del nome con cui si fanno chiamare gli appartenenti alla corte: i Miserabili, appunto. Attenzione però che “La Corte dei Miracoli” non ha intenzione di essere una citazione all’opera sopracitata con la quale ha solo in comune l’inspirazione storica. Infatti, miserabili, si facevano chiamare coloro che appartenevano alla vera “cour des miracles” dove “il più miserabile veniva considerato il più ricco”.

“La Corte dei Miracoli” è un libro ben scritto le cui atmosfere storiche lo rendono una lettura perfetta di accompagnamento anche a chi sta studiando il periodo storico della Rivoluzione Francese e, al contempo, riesce a farsi amare anche da chi la storia non la ama, grazie agli intrecci pieni di azione e a personaggi a cui è facile affezionarsi. Un romanzo che è in grado di trasmettere che a volte i legami di vita sono più forti di quelli di sangue.

“Nous sommes d’un sang.”



-Articolo a cura di Luinil