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venerdì 14 luglio 2023

"Il nuovo Tempio di Dio" di Laurie R. King

"Dio può toccarci. La grazia a volte viene concessa anche a quelli di noi che non la meritano."


Laurie R. King è un’autrice bestseller che ha scritto oltre trenta romanzi. 

"L'allieva di Sherlock Holmes - Il nuovo Tempio di Dio" è il secondo romanzo della lunga serie "Mary Russel e Sherlock Holmes", pubblicato dalla casa editrice Fanucci nella collana "Leggereditore". Il libro contiene, in appendice, anche la novella "Il matrimonio di Mary Russell".

Negli ultimi mesi, molti lettori si sono espressi riguardo a questa saga, che si è rivelata particolarmente divisiva: chi apprezza la rivisitazione, e chi invece, da appassionato dell' originale storia di Conan Doyle, continua a storcere il naso dinanzi a questa serie.             
Anche questo romanzo si pone come un'opera particolare, che fa discutere, infatti affronta argomenti delicati quali la religione e la condizione della donna.

Ma la casa editrice leggereditore si caratterizza anche per un accenno di romanticismo, che in questo romanzo non mancherà: infatti, Mary Russel si trova ad affrontare i sentimenti che negli ultimi tempi prova per Sherlock, un affetto che non immaginava di provare per un uomo tanto più grande di lei.
Non c'è tempo però per dedicarsi ai nuovi turbamenti del cuore: Russell viene incuriosita dal nuovo Tempio di Dio e dalla sua guida, Margery Childe, una donna carismatica dal caarattere forte. Tuttavia alcune adepte del Tempio incorrono in misteriosi incidenti, e Mary Russell dovrà dunque iniziare ad indagare, con l'aiuto di Sherlock , ormai suo fedele compagno di indagini. Forse, durante le indagini, il sodalizio che li lega potrebbe avanzare verso un nuovo livello di confidenza?

In un romanzo che racconta le vicende di una donna forte e coraggiosa, dallo spirito indomabile e acceso, sempre alla ricerca della verità e caratterizzata da una spiccata intelligenza, l'autrice trova spazio per dar voce alle donne dell'epoca, spesso sottomesse ma animate dal desiderio di riscatto e rivincita.
Anche la religione è un argomento importante. L'autrice analizza i vari modi di vivere la fede: il fanatismo, la fede di facciata, la fede autentica.

In un questo nuovo capitolo, scopriamo il seguito delle avventure di Mary Russell, un personaggio che saprà appassionare e avvincere con i suoi misteri e il suo sottile fascino. 

"Brutto e cattivo": la fiaba di Raffaele Capperi

"Mia mamma aveva visto una parte sola di me, il profilo buono. Non so come, ma non aveva minimamente notato l'altra parte della mia testa, l'altro profilo.
Quello brutto e cattivo."

Alcune fiabe raccontano le storie di principi e principesse senza difetti, perfetti, quasi inumani, che affrontano pochi ostacoli e raggiungono immancabilmente il lieto fine.
Eppure esistono anche fiabe verosimili. Fiabe che iniziano con un esordio un pò diverso.
Fiabe che iniziano con "C'era una volta un ospedale."
Il romanzo "Brutto e Cattivo", pubblicato dalla case editrice Deagostini, racconta proprio una di queste fiabe: la storia di Raffaele Capperi.

Raffaele Capperi è nato con la rarissima sindrome di Treacher Collins, che colpisce un individuo su cinquantamila, e causa serie malformazioni al viso, problemi di udito e respirazione.
Diverso nell'aspetto rispetto ai coetanei e obbligato a rispettare numerosi limiti imposti dalla sua delicata condizione di salute, ha vissuto sulla sua pelle l'emarginazione che, nella società contemporanea - una società che valorizza l'immagine e l'esteriorità delle cose - condanna chiunque non si inserisca nei modelli fisici e comportamentali universalmente accettati come "normali".
Raffaelle Capperi in questo romanzo ha scelto di raccontarsi in maniera sincera e aperta con i suoi lettori, senza nascondere nemmeno le pagine più infelici e sofferte della sua giovinezza, offrendosi nella sua interezza, consegnandoci la sua storia nella sua completezza.
Oggi Capperi è un Tiktoker con tantissimi followers, che sui social racconta la sua storia, le difficoltà affrontate e superate, soprattutto durante l'adolescenza, ponendosi come un modello di coraggio ed ispirazione per tutti coloro che, a causa di qualche difetto fisico o di qualche differenza rispetto alla massa, vengono ancora oggi discriminati.
Anche l'approdo sui social non è stato semplice. Molti, protetti dalla distanza dello schermo, si sentivano potenti e in diritto di scrivergli parole di disprezzo e di scherno per il puro gusto di far male.
Eppure, Raffaele non ha abbandonato i social, per dimostrare che le parole di odio non devono, non possono avere il potere di distruggere una persona. E ha combattuto le frasi di odio con le sue parole: parole di perdono, di rinascita, di coraggio. Di bellezza.

"Brutto e Cattivo" è una storia che ha tanto da insegnare a tutti noi, perché il suo racconto - sincero, narrato con parole semplici, che arrivano subito al cuore - racchiude una storia di speranza, di crescita, di scoperta, di una vita affamata di esperienze che non si ferma e non si arrende dinanzi agli ostacoli e alla cattiveria altrui. 

La vita di Raffaele è un esempio positivo per i giovani, sia per il modo in cui affronta le difficoltà causate dalla sua sindrome sia per il modo in cui reagisce, con coraggio, le angherie dei coetanei e dei compagni, atti di prevaricazione di chi usa la parola per far male.

Raffaele Capperi, al contrario, usa le parole per accarezzare, per raccontare una storia di forza e rinascita quotidiana. E consegna a tutti noi questo regalo fatto di parole, righe traboccanti di gratitudine e di amore per la vita, una fiaba che ci insegna a guardare il mondo con occhi nuovi, più sereni e, forse, più grati.

"Il mondo è stato spesso cattivo con me. Sono stato preso in giro da coetanei e adulti. Il bullismo mi ha fatto male, mi ha fatto sentire inadeguato, non accettato, disprezzato, non sapevo davvero cosa fare per non essere visto e svanire.
Mi hanno chiamato "mostro", "alieno", ridendo come matti alle mie spalle. Ma perché tutto questo? Dopo tanti anni di vita passata a nascondermi e stare lontano da tutti, dentro di me qualcosa è cambiato. Ho trovato il coraggio di mostrare il mio viso anche sui social. Volevo dire basta a chi prendeva in giro le persone per il loro aspetto.
Ed è proprio lì che ho ricevuto gli attacchi più terribili. Vorrei davvero riuscire a dare il mio piccolo contributo alla lotta contro il bullismo. Perché nessuno dovrebbe accanirsi contro chi ha il coraggio di mostrare la propria diversità. Siate gentili."

giovedì 30 giugno 2022

"La vita segreta di Albert Entwistle" di Matt Cain


"Perché ho ballato da solo per tutto questo tempo? Perché non ho capito che è molto meglio ballare con gli altri?"

"La vita segreta di Albert Entwistle" è il romanzo d'esordio di Matt Cain, pubblicato recentemente dalla casa editrice Sperling & Kupfer. 

Albert Entwistle lavora come postino, e di lui nessuno sa altro oltre alla sua professione: è un uomo ombroso e scostante, che non si ferma mai a scambiare due parole con i colleghi, non ha nessun amico, vive da solo con l'amatissima gatta, che un giorno viene a mancare causandogli un terribile dolore. 
Si aggiunge alla sua perdita la scoperta dell'imminente pensionamento, che manda Albert nello sconcerto.
 Cosa farà della sua vita, quando non potrà più identificarsi nel suo lavoro e costruire la sua vita sulla rassicurante routine?

"<<Non posso smettere di lavorare. Come posso continuare a essere la persona che sono se smetto di fare il postino?>>
Come avrebbe riempito le giornate? Avrebbe finito per passare giorni e giorni senza rivolgere la parola a un essere umano? Si sentì lacerare da una fitta interiore. La riconobbe: era la solitudine. 
<<Ecco>>, disse ad alta voce. <<Lo ammetto: sono un uomo solo>>."

Veder crollare le sue certezze diventa un modo per ripensare al passato, e aprire il cuore per trovarvi ricordi di tanti anni prima.
Albert infatti ha un segreto, un segreto di cui si è vergognato per troppi anni: è omosessuale e da giovane è stato innamoratissimo di un ragazzo, George, dal quale si è separato a causa di circostanze avverse.
Sebbene sia trascorso tanto tempo dall'ultima volta che lo ha visto, dentro di sé sente di amarlo ancora, e pensa che valga la pena andarlo a cercare. Ritrovarlo, per raccontargli come sono andate davvero le cose, chiedergli come sta, scoprire come ha vissuto, domandargli se è stato felice. E rivelargli che lo ama ancora, nonostante il tempo, nonostante le ferite. E che ora, senza più nascondersi, sarebbe pronto ad amarlo, con tutto sé stesso. Senza scappare né nascondersi.
Lo ritroverà? E potrà coronare il suo sogno, oppure scoprirà che è ormai troppo tardi? 

Questo romanzo, scritto in terza persona con una prosa piacevole, ricercata e mai volgare, si concentra sul narrare, in un intreccio ben costruito tra passato e presente, la storia difficile della vita di un uomo, di cui Matt Cain desidera far conoscere al lettore gioie e dolori, rendendolo partecipe del suo viaggio e dei suoi progetti, lungo un percorso che lo porterà a cambiare vita.

La storia di Albert viene svelata poco a poco, proprio come quando si fa amicizia con una persona nella realtà: tramite frammenti, mezze frasi, sguardi nostalgici. Ogni piccolo particolare contribuisce a regalare una visione più ampia del suo mondo interiore.
Durante la lettura ho avuto l'impressione di conoscerlo poco a poco, come se l'autore nel raccontare il suo personaggio stesse dipingendo un paesaggio prima soltanto abbozzato e poi impreziosito di dettagli, contribuendo ad aumentare il coinvolgimento durante la lettura. 

Albert ha vissuto tutta la sua vita nella solitudine: omosessuale in un'epoca in cui il suo orientamento era punibile con il carcere e oggetto di pesanti mortificazioni, anche a distanza di anni non riesce a liberarsi dal timore delle discriminazioni e del giudizio altrui. Pur essendo consapevole che i tempi siano cambiati, non riesce ad accettare la sua identita, tanto da arrivare a rifiutarla con fermezza per oltre cinquant'anni. Innegabile impatto ha avuto su di lui la disapprovazione della famiglia, in particolar modo quella del padre, che considerava la sua inclinazione orribile e vergognosa. 

"Ormai gli era chiaro che il padre gli aveva instillato una tale paura di quegli uomini da renderlo cieco di fronte a tutte le possibili somiglianze. Per decenni era stato così caparbio da ripetersi che la sua attrazione per gli uomini non costituiva parte integrante della sua natura. Si era convinto di non avere bisogno di elaborare una sua definizione dell'amore, né di doversi scegliere un'etichetta e di annunciarla al mondo intero. (...) Era fuori di dubbio che i suoi sentimenti avevano plasmato ciò che era, rappresentavano una grossa fetta della sua identità."

Albert si è totalmente chiuso al mondo esterno,  guardando tutti con malcelato disprezzo e invidia, sentimenti che lo hanno logorato nell'impossibile desiderio di un'esistenza basata sulla totale atarassia. 
Eppure cos'è la vita senza la presenza degli altri? 
Improvvisamente, a sessantacinque anni, Albert viene trafitto dalla consapevolezza che gli altri esseri umani possono avere un impatto su di lui e che lui può avere un impatto sulle loro vite, che basta aprire la sua anima anche solo un pochino perché anche gli altri aprano la propria. 
Che non è necessario che  sia un'ombra che passeggia non vista nel mondo, che non è invisibile, che può fare la differenza. 

Albert è il vero protagonista del romanzo, ma un altro personaggio importante incrocia la sua strada: Nicole, giovanissima madre single molto povera che studia duramente per realizzare il sogno di aprire un suo personale centro di bellezza e offrire alla sua bambina una vita migliore. Ha un nuovo ragazzo che la rende felice, ma ha paura di perderlo. Albert, dopo averla conosciuta, scopre in lei una persona gentile, dolce e piena di entusiasmo, e la invita a combattere per la sua relazione sicuramente difficile ma bella, perché lui stesso vorrebbe aver lottato di più per restare insieme al ragazzo che ha amato in gioventù. Nicole aiuta moltissimo Albert, spiegandogli come destreggiarsi con le tecnologie per cercare anche online l'amato George. 

Tra diversi punti di vista, salti temporali e lunghe parti introspettive, non ho trovato mai il testo noioso. Nella seconda parte è stato sicuramente più lento e dispersivo, ma probabilmente la mia impressione è stata anche dovuta all'impazienza di scoprire come sarebbe finita la storia. 

Inoltre durante la lettura sono stata colpita in modo particolare dalla componente fortemente positiva del libro: sebbene il protagonista abbia raggiunto l'età della pensione e abbia vissuto gran parte della sua vita in completa solitudine, facendosi bastare i felici ricordi adolescenziali e portando avanti una non vita fatta di finzione, non ho riscontrato una narrazione improntata al pessimismo. Semmai c'è malinconia, tristezza ma non amarezza, e un'ottica orientata verso il futuro, un futuro che può essere migliore, brillare di speranza. 

L'invito dell'autore al lettore è quello di accettare e rispettare gli altri ma anche di accettare e rispettare sé stessi: non solo se si ha un particolare orientamento sessuale, ma anche se si ha un certo carattere, una passione nascosta o se si teme di non poter piacere agli altri. Un'esortazione a non tarparsi mai le ali, a non limitarsi, a non nascondersi. 
Un invito bellissimo ma sicuramente difficile da accogliere, che se abbracciato avrebbe il potere di cambiare la vita di ciascuno. 
Forse nel finale il libro è eccessivamente ottimistico e fiabesco, ma non critico questo aspetto: non si leggono i libri anche per sognare? 

"Sforzarsi di essere una persona diverssa non ti renderà mai felice. Insomma, come fai a sapere che la gente non ti apprezza, se non ti mostri mai per come sei realmente?"

domenica 5 giugno 2022

"Piccoli favori" di Erin Craig


"Fa' attenzione a quello che dici nel buio della notte, Ellerie Downing, o prometterai qualcosa di cui potresti pentirti."

"Piccoli Favori" è un romanzo pubblicato recentemente dalla casa editrice Fanucci, ultima opera di Erin Craig, già autrice dell'apprezzatissimo "La casa di sale e lacrime". 
Anche per questo secondo romanzo, l'autrice ha scelto di riscrivere una fiaba, per la precisione quella di Tremotino, sebbene la storia del romanzo si discosti moltissimo dalla fiaba originale. 

In un non precisato villaggio vive una tranquilla comunità, in una situazione di serenità e mutuo aiuto, in cui regna un rigido perbenismo moralista. Tutti gli abitanti sembrano vivere in pace gli uni con gli altri, ma in realtà dietro un clima apparentemente disteso si nascondono segrete tensioni che improvvisamente iniziano ad esplodere in aggressioni e atti criminosi, mai verificati prima. 
Mentre il villaggio entra in una spirale di violenza sempre più orribile, la colpa di tutto viene attribuita a creature mostruose, presenze che si nascondono nei boschi che circondano il piccolo paesino, impedendo spedizioni all'esterno, costringendo la popolazione alla fame e alla totale perdita delle risorse. 
Ellerie, la giovane figlia maggiore di un apicoltore, si rende conto delle stranezze che avvengono nel suo paesino, ma non sa come cambiare le cose, come far tornare la pace. Eppure, forse anche lei si macchierà di un orribile crimine... In un intreccio di illusione e terrore, distinguere realtà e immaginazione diventerà sempre più difficile, e rischierà di portare tutti gli abitanti sull'orlo della follia... 

Punto forte del romanzo è Ellerie, narratrice in prima persona e protagonista dal carattere fortissimo, determinata e coraggiosa, ben lontana dalle classiche protagoniste young adult. Sono rimasta particolarmente e favorevolmente colpita dalla sua maturità, dalla sua voglia di fare e dalla lucidità che mantiene in ogni situazione. Nonostante si innamori di Wittaker, questo sentimento non la rende mai cieca o vulnerabile, ma assume la forma di un tenero affetto che sovrasta i suoi desideri e le sue passioni. 

Altro personaggio importante è Sam, il fratello di Ellerie: quanto lei è altruista, lui è egoista; quanto lei è gentile e coraggiosa, lui è codardo e arrogante. 
Ellerie e Sam sono gemelli, e si presentano come due facce di una medaglia perfettamente speculari. L'affetto che li lega sembra non riuscire a vincere le incomprensioni che li dividono. 

Wittaker, il forestiero di cui si innamora Ellerie, chiaramente ricambiata, è un personaggio particolare. Ancora una volta, il personaggio maschile scardina il cliché dello straniero bello e sfacciato, per proporre un giovane gentile ed educato. Ma stavolta è ammantato di mistero, ambiguo e forse negativo, e non sarà facile per Ellerie capire quali siano le sue vere intenzioni. 

L'atmosfera della storia è intensa e suggestiva, capace di trascinare il lettore in un mondo claustrofobico e soffocante, riuscendo a trasmettere immagini vivide, talvolta luminose talvolta carattirizzate da cupa grandiosità.
 Rispetto al precedente romanzo, sono presenti parti più cruente e impressionanti, di cui alcune scene fortemente splatter. 
Lo stile dell'autrice risulta sempre coinvolgente e accattivante, grazie ad una prosa ricca ma mai pedante, e a sapienti stratagemmi letterari quali efficaci esordi in ogni capitolo e chiusure sempre ricche di suspance. 

La storia d'amore fra i protagonisti, costruita con pochi elementi, risulta come un disegno a matita realizzato con pochi tratti: un elemento abbozzato ma non definito, impreciso, tutto da costruire e piuttosto prevedibile. Ammetto che avrei preferito un maggiore sviluppo della relazione tra i protagonisti. 

Questo romanzo, nonostante non mi abbia entusiasmata come "La casa di sale e lacrime", è un'opera affascinante che ha il sapore gotico di un'antica e spaventosa fiaba, capace di accattivare fino all'esplosivo finale.

"I nomi hanno un potere, non credi? Una volta che hai rivelato il tuo nome non puoi fare a meno di obbedire a chiunque lo conosca." 

martedì 31 maggio 2022

"L'isola di Arturo": il complesso mondo interiore di un adolescente


Un ragazzo, un’isola, un complesso, appassionato mondo interiore: sono questi i principali elementi del romanzo “L’Isola di Arturo” di Elsa Morante, pubblicato nel 1957 da Giulio Einaudi Editore nella collana supercoralli, vincitore del prestigioso premio Strega nello stesso anno. È il secondo libro di Elsa Morante, già autrice molto nota per altri romanzi e numerosi racconti.  
Si tratta di un romanzo di formazione, ambientato intorno al 1937, alla vigilia della seconda guerra mondiale, in un’isola sperduta del Mediterraneo, l’isola di Procida. Il protagonista coincide con il narratore, racconta in prima persona la sua storia e mescola l’ingenuità della sua età alla visione disincantata di un Arturo adulti, che spesso riesamina i propri comportamenti alla luce della maturità raggiunta, anche se non viene mai specificata l’età del narratore nel momento in cui parla del suo passato. 
Ci sono altri personaggi, ma per quanto la loro presenza sia rilevante ai fini della storia, vediamo queste figure solo come riflessi in uno specchio, per via della percezione che Arturo ha di essi e delle reazioni che suscitano in lui.  

La giovane madre di Arturo, una donna di soli diciotto anni, è morta dandolo alla luce, perciò il bambino ha trascorso la sua primissima infanzia in compagnia di un ragazzo, Silvestro, il suo “balio”, l’unico ad occuparsi di lui durante i lunghi periodi di assenza del padre.  
Quando anche Silvestro lo lascia, il ragazzino rimane solo, trascorrendo le sue giornate a fantasticare sui libri di guerra e a progettare viaggi nel vasto mondo, nutrendo il desiderio di visitare tutti i luoghi meravigliosi che immagina siano stati visitati da suo padre.  
Il padre Wilhelm, per Arturo, è una figura che ha idealizzato come una sorta di superuomo, insuperabile per bellezza, coraggio e forza.  

La vita di Arturo, per anni, si ripete sempre uguale: lunghi periodi di solitudine si alternano a brevi intervalli durante i quali il padre torna a casa. In questi periodi Arturo cerca sempre di farsi notare da lui, di compiere prodezze di ogni genere davanti ai suoi occhi per conquistare la sua stima, per ottenere un complimento, o anche più semplicemente una parola gentile, una carezza.  
Wilhelm è un uomo freddo e distante, ha sempre la mente altrove, e trascura suo figlio con indifferenza. La sua stessa madre gli diceva che era tanto cattivo da essere identificabile con l’uomo di cui ipotizza in quel passo del vangelo, in cui Gesù chiede chi è quell’uomo che darà un sasso al figlio che gli chiede un pezzo di pane.  
Ma Arturo è cieco all’egoismo del padre, lo ama con tutto sé stesso e vive nella sua adorazione, pur dovendosi accontentare delle briciole del suo tempo.  
Un giorno la quotidianità di Arturo cambia: il padre, di ritorno dall’ennesimo viaggio, annuncia che presto porterà nell’isola la sua nuova moglie. Si tratta di una giovane ragazza napoletana, Nunziata, che ha appena sedici anni.  
Al momento del suo arrivo, Arturo ha quattordici anni e, a causa dell’assenza della madre o di sorelle, non ha figure femminili di riferimento, e Nunziata è la prima donna con cui deve condividere lo stesso tetto, perciò sua presenza gli causa non pochi turbamenti.  
Nunziata è buona e gentile, per la prima volta c’è qualcuno che si preoccupa per lui, che lo ascolta e gli fa compagnia.  
Arturo prova sin da subito sentimenti contrastanti nei confronti di Nunziata. All’inizio è geloso delle attenzioni e dei regali che suo padre le riserva, pur restando interdetto dinanzi alla valenza con cui la tratta, periodo tuttavia breve, poiché subito l’uomo riprende le abitudini di viaggiare e tornare di rado a casa.  
A quel punto, per molti mesi, Arturo e Nunziata vivono insieme, da soli, ma Arturo respinge ogni gentilezza della matrigna, è sempre scortese con lei, non vuole chiamarla mamma e non riesce neanche a chiamarla con il suo nome, è persino infastidito dalla sola idea di provare affetto per lei.  
Ma trascorrono i mesi, Nunziata rimane in cinta di Wilhelm e quando giunge per lei il momento di partorire Arturo ha una reazione inaspettata: terrorizzato del pensiero che possa morire, proprio come sua madre, si rende conto di non odiarla per niente, anzi, solo allora inizia a capire quanto si sia legato a lei.  
Nunziata è forte: sopravvive al parto e dà alla luce un bel bambino biondo che chiama Carmine Arturo, in onore del figliastro e della Madonna del Carmelo.  
Arturo inizialmente pensa che i sentimenti che prova per Nunziata siano soprattutto sentimenti di gelosia, nei confronti del fratellastro, che ha la fortuna di avere una madre che gli dà tanti baci e lo ricopre di attenzioni, quelle attenzioni materne che non ha ricevuto mai.  
Diventa geloso al punto di inscenare un suicidio solo per attirare l’attenzione su di sé, gesto incosciente che rischia di essergli fatale.  

Si salva solo grazie al suo fisico robusto, e durante la convalescenza riceve le tanto agognate cure di Nunziata, che lo rendono felice.  
Quando si riprende del tutto, per ringraziarla, sorprende la matrigna con un bacio. Bacio al quale Nunziata si sottrae, sconvolta, perché nonostante sia attratta da Arturo, è molto credente e vuole essere una moglie fedele. Arturo ferito dal rifiuto, non comprende le sue ragioni. Affamato d’amore com’è, non si rende neanche perfettamente conto del significato di quel bacio.  
Solo quando una sfacciata amica vedova di Nunziata diventa la sua prima amante, il ragazzo si rende conto di quale genere di amore lo leghi a Nunziata: l’amore di un uomo attratto da una donna, non l’amore di un orfano in cerca di una figura materna. 
In quello stesso periodo Arturo inizia a vedere il padre per ciò che è, un uomo spregevole ed egoista che trascura il figlio e tratta la sua dolcissima moglie, come se non esistesse, una donna meritevole di ogni onore, che lui ricoprirebbe di gioielli e amore, se solo potesse.  
Infine scopre la vera ragione dietro i numerosi e continui viaggi del padre, ossia trascorre le giornate in campagna di una amante, Tonino Stella, che trascorre del tempo con lui solo in cambio di denaro.  
Disgustato dalla seconda vita del padre, che ha preferito l’amore a pagamento di un estraneo a quello vero e sincero di chi lo ama veramente, Arturo dichiara a Nunziata il suo folle amore per lei, proponendole di scappare dall’isola, e di vivere insieme promettendole tutto il rispetto che merita e l’amore che Wilhelm non le darà mai.  
Cerca di baciarla e i due hanno una cruenta colluttazione, durante la quale lui la ferisce strappandole un orecchino.  
Il ragazzo capisce che, nonostante Nunziata in fondo ricambi i suoi sentimenti, purtroppo è sposata, e non potrà mai accettarli.  

Si rende conto di non poter più vivere sotto lo stesso tetto delle donna che ama senza stare insieme a lei, perciò, presi i propri pochi averi, decide di abbandonare per sempre l’isola di Procida, per arruolarsi in guerra come volontario. 
Arturo ha diciassette anni quando abbandona l’isola di Procida, la sua isola, l’isola di Arturo. 
Il romanzo percorre tutte le fasi della vita del ragazzo, la sua fanciullezza, trascorsa fra solitudine e sogni, la tormentata adolescenza, il passaggio nell’età adulta avvenuto in modo quasi improvviso, in pochi mesi, sufficienti però a far cadere i veli di tutte le sue illusioni.  

“L’isola” del titolo del libro non è solo quella di Procida, dove la storia è ambientata. È il modo di vivere del protagonista, solo con i suoi pensieri, senza un amico o un genitore, con il quale confidarsi o aprirsi, che vive in un cerchio strettissimo di affetti e in quel piccolo cerchio deve fronteggiarsi con le proprie emozioni sempre estreme, nel bene e nel male, un piccolo terreno di guerra dove tutto è ingigantito.  
Arturo ha vissuto per anni proprio come un’isola, lontano da tutto e da tutti, ignaro persino degli avvenimenti contemporanei, perso nei propri irreali sogni di gloria. La partenza dall’isola, senza guardarsi indietro neppure una vita, è una conclusione che si apre ad una duplice interpretazione.  

Può essere visto come l’abbandono di un mondo che lo ha deluso, con la speranza che fuori dall’isola esista un luogo in cui potrà trovare la felicità.  
Oppure il finale si può considerare come una definitiva resa di Arturo dinanzi all’inevitabile sofferenza della vita, dal momento che decide di arruolarsi in guerra, dove già sa che vivrà altro orrore ed altro dolore, e questa scelta potrebbe nascere dalla convinzione che crescere non significhi altro che passare da un’agonia all’altra senza potersi ribellare in alcun modo al destino spietato.  

Al di là di queste molteplici visioni del significato del romanzo, si tratta sicuramente della storia di un ragazzo che diventa uomo, vivendo situazioni che non tutti gli adolescenti devono affrontare, ma trovandosi a lottare contro gli stessi sentimenti che si agitano nel cuore di quasi ogni ragazzo, nel modo totalizzante tipico della giovinezza.  
Un libro che non può non far riflettere sul proprio personale vissuto adolescenziale, e pur nelle sue unicità e assurdità delle vicende è possibile provare una sorta di sentimento di solidarietà nei confronti di questo protagonista.

martedì 24 maggio 2022

"Questa violenta fine" di Chloe Gong

“Questa violenta fine” è il romanzo conclusivo della duologia scritta da Chloe Gong ed edita, in Italia, dalla casa editrice Mondadori.

Erano tutti uguali. Era quella città, divisa per nomi, colori e manti erbosi, ma in un certo senso capace di trasudare un’unica, identica sfumatura di violenza.”

Proprio quando sembrava che Shanghai stesse per tornare alla normalità, libera dai mostri e dagli insetti che instillavano la follia e il suicidio nelle persone, lettere misteriose di ricatto arrivano alla Gang Scarlatta, pretendendo un riscatto per non liberare una nuova ondata di suicidi su una città già resa instabile dalle rivolte comuniste. Quando però le stesse minacce arrivano ai Fiori Bianchi ed essi le ignorano, l’impossibile ritorna a fare capolinea dagli angoli oscuri della città: i mostri sono tornati e, stavolta, riescono a manovrare la follia a loro piacimento, sterminando un intero locale appartenente alla fazione russa. A quel punto, le due gang criminali decidono di collaborare, mettendo a lavorare fianco a fianco i due giovani eredi.

Ma le due organizzazioni non sanno che, qualsiasi sentimento possa aver legato in passato Roma Montagov e Juliette Cai è sparito, cancellato dalla rabbia e dalla sete di vendetta nel momento in cui la giovane erede scarlatta ha ucciso l’amico di Roma e di suo cugino Benedikt, Marshall, per dimostrare alla propria Gang e a Tayler, suo cugino, di stare lavorando sotto copertura. E sebbene tutta la messa in scena costi ancora tanto a Juliette, ella è convinta di aver fatto la cosa giusta, anche per il bene di Roma. 

Ai tempi di New York era così brava a mentire, così brava a fingere di essere una persona completamente diversa. Questi ultimi mesi l’avevano consumata finché di lei non era rimasto nient’altro di lei se non… lei stessa,”

Egli infatti non sa che Marshall è vivo e tenuto al sicuro da Juliette, in maniera tale da tenere in vita se stessa e le persone a cui tiene. Ciò nonostante, l’erede scarlatta non può combattere in eterno i suoi sentimenti, anche se cerca di erigere un muro fra di loro, e quando Roma si troverà in pericolo, piuttosto che permettergli di rischiare la vita sua o delle persone a lui care, metterà in gioco la propria, lasciando il giovane russo confuso e arrabbiato.

Perché erano nati in due famiglie in guerra e lei avrebbe preferito morire per mano di Roma piuttosto che essere causa della sua morte.”

Ma gli eredi giocano un gioco pericoloso e, mentre cercano di salvare la città da un epidemia di mostri e suicidi, non si accorgono che i loro genitori complottano alle loro spalle, alleandosi con la politica e distruggendo la città che Roma e Juliette hanno tanto a cuore. Quando i Nazionalisti colpiranno al città, decisi a sterminare la minaccia comunista, niente dell’impero delle Gang rimarrà in piedi e, la verità sul comportamento di Juliette, verrà a galla in un momento in cui la città sarà in bilico fra il caos e la guerra, dove lei si troverà a compiere una scelta terribile fra ciò che ama e ciò che le hanno insegnato.

La rivoluzione è questo, dopotutto, Una scia di sangue che serpeggi a da porta in porta, chiassosa e violenta, finché i ricchi non possono più distogliere lo sguardo.”

Alla fine, agli innamorati non resterà che una scelta da fare: combattere, per il bene di una città che odiano e che amano allo stesso tempo? O scappare, per l’amore che li unisce?

Allora io avrei vissuto una vita normale, bramando un grande amore che non avrei mai trovato, perché alle persone normali accadono cose normali, e le persone normali si accontentano di qualsiasi cosa le soddisfi, senza mai sapere se ci sarebbe stata una felicità più grande in un’altra vita.”

Il libro, a differenza di quello che lo ha preceduto e anche grazie al lavoro storico e narrativo di introduzione che “Queste gioie violente” ha svolto, procede con dei ritmi molto più incalzanti e serrati, lasciando raramente la sensazione di attimi di spazio bianco, fra un evento e l’altro, dove il lettore non sa bene dove la storia voglia andare a parare.

Affonda dritto nel profondo e afferra ciò che batte sotto la superficie, ed è l’amore che sopravviverà quando tutto il resto sarà morto.”

In questa sede vengono approfonditi molto di più i caratteri, le motivazioni e, in generale, la costruzione di tutti i personaggi secondari che colorano la storia della Shanghai del 1927, rendendo la storia più coinvolgente ed in grado di esercitare attrattiva anche nelle relazioni che vanno al di là di quella romantica, sull’onda dell’amore-odio che coinvolge Roma e Juliette.

Per amarti e onorarti, laddove nemmeno la morte può dividerci. In questa vita e nella prossima, finché le nostre anime rimarranno, la mia troverà sempre la tua. Queste sono le promesse che io faccio a te.”

La fine del romanzo, sebbene avvenga con una velocità insolita, rispetto a tutti gli avvenimenti della duologia, segue un ritmo accelerato per dare il senso di impulsività e di avventatezza che gli avvenimenti esigono, lasciando il lettore a struggersi e a chiedersi se, senza la disperazione e il senso di impotenza e di appartenenza che permeava Roma e Juliette alla fine, le cose non sarebbero potute andare diversamente.

“«Continua a lottare per amore.» Juliette aveva voluto essere egoista, aveva voluto fuggire. Ma il loro amore era fatto così: violento e sanguinoso. Quella città era il loro amor. Non potevano negare di essere stati cresciuti come gli eredi di Shanghai, due pezzi di uno stesso trono. Cosa restava del loro amore se rifiutavano ciò?”

Questa violenta fine” è la degna conclusione di un opera che parla di sangue, amore, violenza e lealtà. È un opera che parla anche di scelte, che vanno al di là di quello che gli altri ci impongono e che, alla fine, il mostro più terrificante di tutto il modo, non è necessariamente quello con le fattezze bestiali, ma quello capace di fare male al prossimo senza motivo alcuno se non quello della propria vana gloria e dell’onore.

“«Una rosa è una rosa, anche con un altro nome» sussurrò. «Ma siamo noi a scegliere se offrire bellezza al mondo, o usare le nostre spine per pungere» Potevano scegliere. Amore o sangue. Speranza o odio.”

~Articolo a cura di Luinil

giovedì 12 maggio 2022

"Queste gioie violente" di Chloe Gong

"Queste Gioie Violente" è un romanzo young adult e fantasy, scritto da Chloe Gong e pubblicato dalla case editrice Mondadori. 

"Dicono che Shanghai  si erga come la giglia brutta di un imperatore, con le sue strade che si stendono come solo gli arti di una principessa rabbiosa potrebbero fare. Non è nata così.  Un tempo era bellissima." 

La Shanghai degli anni venti è un luogo vivo, tumultuoso e pericoloso. Un posto frammentato, diviso fra le potenze coloniali e quelle della malavita, che tentano disperatamente di aggrapparsi alla propria città  per mantenerne il suo spirito originario. È proprio questo pezzo di terra non colonizzata che si contendono le due gang malavitose che stabiliscono chi vive e chi muore in città. Da un lato la Gang Scarlatta, governata dall'antichissima famiglia dei Cai, la cui giovane erede, Juliette, è da poco tornata dall'America. Dall'altro i Fiori Bianchi, di lignaggio russo, comandata dai Montagov, di cui Roma è discendente ed ereditiero. 

"Laddove la Gang Scarlattadipendeva dai gradi di parentela - in mase a quale famiglio risalisse più  indietro nel tempo, prima che il paese si sgretolasse con la caduta dell'impero - i Fiori Bianchi operavano nel caos, nel movimento costante" 

Quando però i membri di entrambe le gang iniziano a suicidarsi, sgozzandosi a mani nude, Roma, sebbene non goda più  del favore di suo padre, decide di indagare sulla questione e recandosi a fare visita agli Scarlatti, nonostante la faida secolare che li rende nemici. Non si aspetta però di trovare lì Juliette, che con tutto il suo odio e la sua freddezza, respinge qualsiasi tentativo, seppur pallido di collaborare. Juliette odia Roma, con tutto il cuore. Lui, che sognava la pace e l'unione l'aveva tradita e costretta, per vie traverse, a vivere lontano dalla sua casa. Ma adesso era tornata, più forte di prima, per riprendersi il suo posto a capo della gang e la sua vendetta. 

"Erano ragazzini sorridenti che avevano trovato un confidente, un amico che comprendeva il bisogno di essere qualcun altro, anche solo per qualche ora al giorno. Si erano innamorati. O almeno... Juliette aveva pensato fosse così" 

La situazione, però,  precipita in fretta. La gente che si suicida è sempre più numerosa e le persone sostengono di aver assistito ad apparizioni di un mostro spietato, mentre un magnate straniero compare all'improvviso con un vaccino miracoloso dal costo elevato, che lascia la gente in povertà e aizza il malcontento e alla ribellione. 

"Un sole settembrino, che perde parte del suo calore ma non il suo splendore..." 

Solo quando la sorella di Roma si ammalera di questa "follia" che fa impazzire la gente, i due decideranno di tornare a collaborare all'inasputa delle loro famiglie, una per salvare la città,  l'altro per salvare la sua famiglia. Ma quanti segreti si nascondono, assieme alle armi celate fra le pieghe dei vestiti dei sanguinosi Roma e Juliette? Quanto dolore? Saranno in grado, assieme, seppur divisi, di far fronte all'epidemia dilagante di follia e malcontento che affligge la città? 

"Per Alisa [...] e per tutte le ragazzine di questa città  che cadono vittime di un gioco a cui non hanno mai chiesto di giocare, ti aiuterò." 

"Queste Gioie Violente"  è un libro lento a carburare che potrebbe spingere un lettore impaziente a posarlo sul comodino e a lasciarlo lì. Se però si superano le pagine iniziali e la tentazione del paragone con l'opera Shakespeariana a cui si ispira, si fa una scoperta meravigliosa, un po'come quando si ritrova un tesoro sepolto in una scatola caotica. 

"Astra inclinat [...] sed not obligant. Le stee ci influenzano, ma non ci obbligano" 

La narrazione, infatti, si dipana davanti agli occhi di chi legge come un film di carta ed inchiostro, che ricorda i vecche pellicole sulla mafia anni venti, portando con se  una filigrana che ha un sapore familiare e sconosciuto.

"Il confine tra l'essere nemici e l'essere amici era orizzontale o verticale? Era un'enorme distesa su cui muoversi a fatica o un muro alto, altissimo, da scalare o abbattere con un unico, potente colpo?" 

Scelta audace quella del tempo storico, che presenta l'ostacolo di come una donna possa ottenere potere in un mondo di uomini, ostacolo brillantemente superato dall'autrice attraverso una Juliette determinata e spietata, così diversa dall'originale. Una menzione d'onore va alla scelta di trattare la storia e il cambiamento di una civiltà così  distante dalla nostra e così  antica.
Unica pecca che interrompe la narrazione ma che al contempo le dà carattere, è la mancata traduzione allegata a fondo pagina delle piccole frasi in lingua straniera. 

"Perfino la terra dei sogni deve svegliarsi di tanto in tanto. E sebbene possa esserci bellezza dietro il suo nucleo marcio, sebbene sia grande, spalancata e abbondante, pronta a nascondere chi vuole restare nascosto e a far brillare chi desiderava essere ricordato, si trova altrove." 

"Queste Gioie Violente" è un romanzo sorprendente e affascinante, che libera dalla monotonia "Romeo e Giulietta" di Shakespeare e le dona una grinta rutta nuova, lasciando il lettore assetato, in attesa del suo seguito.


~Articolo a cura di Luinil

martedì 3 maggio 2022

"La promessa" di Leah Garriott

“La promessa” è un romanzo romantico ambientato nella prima metà del diciottesimo secolo, scritto da Leah Garriot ed edito dalla Vintage Editore.

Ciò che intende dire è che tutto inizia con un piccolo passo.”

La vita di Margaret Brinton è stata sconvolta e il suo cuore è a pezzi quando scopre che il suo promesso sposo, Edward, la frequentava solo per la sua dote. La situazione è resa ancora più complicata dal fatto che la sorella di Edward è la promessa sposa del fratello di Margaret e che, lo scandalo che li ha coinvolti, getta un ombra di dispiacere sull’unione dei due ragazzi.
Margaret prende allora la decisione di cercare marito, grazie ad una serie di incontri organizzati da un’amica di sua madre, con lo scopo di trovare un uomo di cui non le interessa nulla e con cui stabilire solo un unione di convenienza. 

Se solo avessi potuto dispiacermi abbastanza, rimpiangere quanto bastava, essere forte a sufficienza, forse avrei potuto riportare indietro l’orologio e fare in modo che niente di tutto questo succedesse.”

Alla cena la giovane incontra Mr Northam, un dongiovanni affabile e seducente che sembra fare proprio al caso suo. Ma, alla stessa cena, è presente Lord Williams, cugino del giovane mascalzone, che le sconsiglia caldamente di avvicinarsi al parente, come Margaret ha gia dimostrato di voler fare, e la umilia, abbandonando la sala difronte alla nutrita folla di persone presenti, proprio mente Margaret suona un pezzo al pianoforte.
Alcuni giorni dopo, poco prima che Mr Northam possa baciare Margaret e farle la proposta che lei tanto attende però, la giovane e suo fratello sono richiamati dal padre per rientrare con urgenza nella dimora familiare. Lì scoprono che Lord Brimton ha trovato un marito per la sua figlia più grande e che è deciso a fare andare il matrimonio in porto.

Eppure non riuscivo a reprimere la speranza che le cose avrebbero potuto essere diverse.”

Margaret, scontenta del fatto che la sua opinione non sia neanche stata lontanamente presa in considerazione, ne che si sia creduto che lei potesse farcela da sola a trovare marito, è decisa a mandare all’aria il matrimonio, nella convinzione che presto, Mr Northam verrà a chiedere la sua mano. Ma tutto si aspettava meno che il tanto odiato Lord Williams, che sembra averla presa a cuore più di quanto dia a vedere. L’uomo però ha un carattere mutevole come il vento e Margaret è decisa a non farsi mai più rubare il cuore, nemmeno da un gentiluomo che, nonostante le sue scortesie, si dimostra sempre pronto ad ascoltare le sue parole. Riuscirà Margaret a liberersi dell’uomo? O cederà al lato di lui che la fa sentire ancora viva e amata?

Northam aveva il controllo della mia mente, mentre Gregory aveva il controllo del mio cuore. Di chi avrei dovuto fidarmi?”

Il libro si presenta come una lettura piacevole, niente affatto pesante, che scorre facilmente senza però mancare di lasciare traccia nel lettore. Grazie a Margaret, personaggio in cui è facile immedesimarsi e il cui carattere è, grossomodo, assimilabile a tutte le giovani ragazze che hanno subito un torto in amore, viene istintivo trovare il suo ragionamento, se non logico, almeno comprensibile, e provare solidarietà nei confronti della giovane donna.

“C’era qualcosa da ammirare nello sforzo dell’albero di resistere, ma la perdita del ramo era inevitabile. Allora perché lottare così disperatamente per tenerlo?”

La lettura, leggera ma accattivante, sembra perfetta per i giorni di primavera che si avvicinano sempre di più in questo periodo, e rappresenta una scelta ideale per tutti quei lettori o lettrici che amano perdersi nelle storie uniche e magiche ambientate nella Londra dei primi dell’ottocento, e di tutte quelle atmosfere inspirate e figlie in qualche modo, seppur marginale, dalle opere scritte in periodo Napoleonico.

A cosa sarebbe servito il futuro se si fosse trasformato in una prigione del passato?”

La Promessa” è un romanzo romantico, la cui lettura scorrevole allieta le giornate lunghe e oziose di primavera, adatto per chi ama perdersi fra balli e convenzioni sociali in disuso senza però disdegnare un pizzico di trasgressione dal tradizionalismo e dai dettami storici, che rende il tutto accattivante e contribuisce alla magia che solo questo tipo di libri sa donare. 

~Articolo a cura di Luinil 

lunedì 18 aprile 2022

"Miss Merkel e l'omicidio nel castello" di David Safier


"Miss Merkel e l'omicidio nel castello " è un romanzo di David Safier, recentemente pubblicato dalla casa editrice SemLibri. Un giallo che ha una protagonista originalissima: l'ex cancelliera tedesca Angela Merkel. 
Nel momento in cui inizia la storia Angela Merkel si è ormai ritirata dalla vita politica e e si è trasferita a Freudenstadt, un paesino della Germania per godersi la pensione e una vita tranquilla con il pacato marito Achim, la guardia del corpo Mike e il suo cane, un carlino adottato da poco, che ha chiamato Putin perché  è irascibile proprio come il politico di cui porta il nome. 
Ma Angela, dopo tanti anni trascorsi a fronteggiare le strategie di spietati uomini politici, si trova improvvisamente imprigionata in una quotidianità priva di stimoli intellettuali: possibile che ora dovrà passare le giornate a coccolare il suo cane o a preparare torte? 

"Non era mai stata il tipo da vacanze lunghe
Quanto sarebbe riuscita a resistere senza impegni, a parte far dolci, cucinare e leggere?" 

Questo, finché il barone Philippe, un nobiluomo decaduto che l'aveva invitata ad un'importante manifestazione presso l'antico castello di famiglia, viene trovato morto nelle segrete. 
Sebbene sia decisamente immorale gioire per un cadavere, Angela non può fare a meno di sentirsi contenta per quell'inattesa novità, quindi decide subito di improvvisarsi detective, servendosi delle doti deduttive e della capacità di ragionamento di cui ha dato ampliamente prova durante la sua carriera politica. 
Individuare il colpevole non è semplice: Philippe, a causa della sua indole di donnaiolo, si è inimicato un gran numero di donne, ciascuna ha le sue ottime ragioni per vederlo morto.
In un'indagine senza esclusione di colpi e in un intreccio di sospettati che appaiono tutti ugualmente colpevoli, riuscirà Angela, sempre seguita da Mike e Achim, a risolvere il mistero? 

"-Elementare- disse Angela. Non avrebbe mai immaginato di esprimersi come Sherlock Holmes e tantomeno di esserne compiaciuta. -È un indizio per identificare l'assassino.- 

Quello di Salfier è un romanzo sorprendente, il cui principale punto di forza risiede nei personaggi, talmente ben costruiti ed autonomi che potrebbero diventare protagonisti di un'intera serie di romanzi ad essi dedicata. 

Mike è una guardia del corpo fidata e leale. Un uomo dal fisico possente tanto quanto è tenero il suo cuore. Legato ai coniugi Angela e Achim non solo da un rapporto di lavoro ma soprattutto da solida amicizia, si lascia spesso tentare dai dolci della signora Angela, anche se mettono in crisi il suo rigido regime alimentare. 

Achim, è un consorte dolce e gentile. Sempre sincero, a volte fin troppo, una persona semplice, amante della tranquillità e reticente a lasciarsi coinvolgere in guai e disastri. Innamoratissimo di sua moglie, che ama come il primo giorno, ne accetta la superiorità intellettuale, dote che lo fa sentire fortunato di stare al suo fianco.
Quando qualcuno le fa delle avances, mostra persino una sana e tenera gelosia. 

Angela, vera protagonista, è una donna piena di risorse e di brio, la cui esuberante vitalità è incontenibile e viva come la sua intelligenza. Si aspetta che la vita normale sia più semplice della politica, ma resterà sorpresa dalla realtà. 

"In politica Angela partiva sempre dal presupposto che il suo interlocutore non fosse una brava persona e a dire il vero raramente i fatti la contraddicevano. Ma nella vita normale - anche se giocava a fare la detective- questo atteggiamento, oltre che inappropriato, aveva un effetto deformante sulla realtà." 

Tramite l'uso del discorso indiretto libero, la narrazione risulta arricchita dai pensieri dei personaggi. La maggior parte è frutto delle osservazioni di Angela, che medita giudizi sarcastici e taglienti che per diplomazia -quell'arte sottile appresa durante la lunga carriera politica- sceglie spesso di tenere per sé. 

Approfittando del racconto, inoltre, l'autore si prende anche piccole libertà per lanciare qualche amara frecciatina alla politica tedesca, che a suo dire non ha sempre saputo essere al passo con le idee di Angela Merkel e apprezzarla come meritava. 

David Safier ha costruito un romanzo appassionante e divertente, proponendo una protagonista frizzante, versione inedita di un personaggio noto per la sua rigidità e inflessibilità che nella sua storia si contraddistingue per determinazione, simpatia e autoironia, decisa a dimostrare di poter essere utile e dinamica in pensione così come quando era una cancelliera: la adorerete senz'altro. 

"Non era più di tanto spaventata, ma neppure provava un senso di euforia. Era sorpresa, come può sorprendersi una fisica di fronte al risultato inatteso di un esperimento. E il risultato in questo caso era il seguente: il pensionamento l'aveva cambiata."

mercoledì 6 aprile 2022

"Dark Students" di Elettra Doner


Dark Students” è un romanzo fantasy romantico, scritto da Elettra Doner e pubblicato dalla casa editrice Cherry Publishing. Anche se la copertina un pò ambigua potrebbe trarre in inganno il lettore, facendo pensare che sia un romance per adulti, il libro è molto dolce, e si propone come uno YA perfetto soprattutto per i lettori più giovani e per chi ama le storie soft.

Era come una cascata nel mezzo della foresta, splendida e in parte selvaggia, uno spettacolo che si poteva solo ammirare, senza poter pensare di tenerla per sé.”

Cassandra ha un piano nella vita. Una strategia. E per seguire la sua strategia non guarda in faccia a nessuno, proprio come aveva fatto sua madre, per dare a lei e alla sorellina Priscilla una vita agiata nella quale sarebbero state sempre assieme. Questo però succedeva prima che il cancro se la portasse via, lasciando le due giovani sole a combattere con l’incubo di essere delle orfane, con un padre la cui unica funzione era quella di mandare loro i soldi che servivano per sopravvivere nel lussuoso istituto della Sunrise School. 

Il mondo la fuori è pieno di omaccioni che si sentono impauriti da una donna competente e determinata. Tanti cercheranno una vittoria facile tentando di intimidirti, di spaventarti. A questi grandissimi scarti fecali non devi dare tregua. Sono patetici, meschini. Sono mostri. Schiacciali, perché non meritano altro.”

Ma Cassandra aveva un piano e sarebbe riuscita nei suoi intenti. Per questo era riuscita a farsi eleggere rappresentante della scuola e, per potere ottenere i crediti necessari per andare ad un buon college, sarebbe stata disposta a tutto. Peccato che non aveva fatto i conti con la Night School, una particolare ramificazione della Sunrise, di cui si diceva facessero parte giovani meno abbienti senza un posto dove stare.
La rappresentante era decisa ad andare a conoscere il suo corrispettivo nel plesso della Night School, incutergli timore e riuscire nell’intento di tenere tutto il budget per se, al fine di organizzare eventi meravigliosi e degni della sua carica. Non aveva però fatto i conti con Rahab, rappresentante della Night School, e tutte le altre creature sovrannaturali che studiavano nel posto. La scuola, infatti, ospitava tutti quei diversamente vivi(o mostri, come li definiva Cassandra) che desiderassero inserirsi nella società.

Siete troppo abituati a dare per scontata la luce, per comprendere.”

Ma Cassandra non si sarebbe fatta rubare il budget da quegli abomini, men che meno da Rahab che con i suoi occhi viola e i suoi poteri sovrannaturali sembrava volesse imporle la sua volontà a forza. Cassandra aveva una strategia, come sempre. E l’avrebbe seguita fino in fondo, costi quel che costi. Anche se la posta in gioco sarebbero stati i suoi stessi sentimenti.

Era un’eccellente tattica. Prevedeva impegno, cura e costanza, tre cose sulle quali la studentessa non lesinava mai.

Il libro, accattivante per la sua semplicità, cattura il lettore per l’apparente leggerezza della sua trattazione, ma che, ad un occhio attento, si rivela come uno scrigno pieno di esperienze umane e sentimenti. Infatti, sotto una storia apparentemente lineare, si cela la capacità della scrittrice di trattare temi estremamente gravosi ed impegnativi, come il rapporto problematico con i genitori e la necessita di crescere più in fretta di quanto si dovrebbe, entrambe cose che privano la persona della capacità di essere se stessa e che, la maggior parte delle volte, la costringono su un tracciato predeterminato più dalla logica che dalla propria volontà.

Come ci spiega il nostro amico Kant, la felicità non è niente, con le scelte.”

Grazie alla presenza di creature dall’apparenza mostruose, al limite fra la leggenda metropolitana e il mito, Elettra Doner riesce a descrivere anche, con straordinario tatto, il tema della diversità di aspetto, oltre che di pensiero e del fatto che, l’accettazione del prossimo è possibile se solo ci si da il tempo e la voglia di comprendere l’altro e di ascoltare. Anche quando la diversità la si sviluppa crescendo, anche quando, qualcuno di familiare, sembra all’improvviso diventarci sconosciuto.

Era quella la contraddizione della Night School. Esseri oscuri che tentavano di vivere alla luce del sole. Non avevano speranze, ne era convinta. Anche se, ogni tanto, un po’ le veniva da credere in quel progetto. Quando li vedeva provare tanto affetto per una bambina. O quando si impegnavano per vincere gare sportive […]. Forse non sarebbero stati gli ospiti ideali di un golf club, certo, ma magari nel modo avanzava uno spicchio di spazio anche per quelli come loro.”

Dark Students” è un romanzo moderno, facile da leggere e da apprezzare ma che, ad un’attenta occhiata, si apre a temi profondi e toccanti e affronta il periodo doloroso del cambiamento, della crescita e della riscoperta di se stessi. Anche se questo sembra come nuotare nell’oceano di notte, senza nessuna meta, solo pieni di dubbi e delle infinite e stupende possibilità della vita.



~Articolo a cura di Luinil

mercoledì 30 marzo 2022

"Le pene d'amore di Edward Gardner" di Nicole Clarkston


La casa editrice Vintage editore è una giovanissima realtà editoriale che ha già pubblicato vari titoli, soprattutto romance storici, che si caratterizzano per l'eleganza e la raffinatezza delle edizioni.

Alcuni dei loro libri prendono ispirazione dai grandi classici di epoca ottocentesca, tra cui spiccano i libri di Jane Austen i quali hanno costituito, sin dalla loro pubblicazione, fonte di ispirazione per molti artisti, che vi hanno preso spunto per varie opere.  Tributi ad una scrittrice senza tempo che ha fatto sognare e sorridere generazioni di lettori. 

Nicole Clarckston, da sempre grande appassionata di Jane Austen e in particolar modo innamoratissima dei personaggi del mondo letterario creato dall'autrice per il suo romanzo più famoso, "Orgoglio e pregiudizio", ha deciso di scrivere un libro immaginando la storia dei coniugi Gardner, che la Austen non racconta: da dove nasce la loro intesa perfetta? Quando è nata il  loro  amore? Come si sono conosciuti? C'è stata un'immediata simpatia, fra i due? 

L'immaginazione ha trascinato l'autrice in territori inesplorati: con l'uso di personaggi già costruiti ed efficaci ha dato vita ad una storia romantica e coinvolgente, che si inserisce perfettamente, per prosa forbita e i temi trattati, nello stile della Austen, sembrando quasi un'opera autentica, scritta di suo pugno, mantenendo comunque l'originalità della voce della Clarckson. 

Il romanzo inizia introducendo un giovane Edward Gardner, che si vede rifiutato dalla ragazza a cui ha chiesto la mano, perché non sufficientemente facoltoso per la sua famiglia. 
La cocente delusione e il desiderio di ritirarsi in sé stesso lo inducono ad accettare l'invito del cognato Thomas Bennet il quale gli chiede di accompagnarlo con le figlie in un viaggio di lavoro. Il viaggio diventa occasione per Gardner non solo per distrarsi ma si trasforma anche nell'opportunità di incontrare Madeline, una ragazza graziosa, gentile, ma piuttosto fuori dal comune, grintosa e determinata. 
Garner ne è subito affascinato, e ben presto si scopre a provare per lei un tenero affetto. Ma la bella Madeline ricambierà il suo sentimento? 

Raccontando gli avvenimenti soprattutto dalla prospettiva del signor Gardner, l'autrice ha narrato una commedia umana in cui ha fatto recitare i personaggi già noti ed amati della Austen, che risulteranno familiari ai lettori, approfondendo la psicologia di alcuni che erano semplici comprimari nella storia originale. 
Come non trovare adorabile la presenza delle sorelle Bennet, ancora bambine, ciascuna delle quali già brilla per la sua personalità. 

La conoscenza fra Edward e Madeline avviene lentamente: i due si conoscono e si scoprono, avendo modo di apprezzare l'uno i pregi dell'altra. Madeline apprezza la gentilezza e la pazienza di Edward, la sua dolcezza con le figlie del cognato; ed Edward apprezza l'intraprendenza lavorativa di Madeline, giovane donna autonoma e indipendente. 

Con "Le pene d'amore di Edward Gardner" Nicole Clarkston ha scritto un romanzo romantico e delicatissimo, capace di emozionare descrivendo emozioni autentiche e personaggi che si svelano poco a poco ai lettori, un libro che consiglio a chi ha amato la Austen ma soprattutto a chi apprezza i libri ambientati in un'epoca lontana, che narrano un mondo di sentimenti veri e semplici ormai oggi perduti, ma che sarebbe bello valorizzare ancora, nella nostra consumistica e spesso vuota realtà contemporanea.

lunedì 28 marzo 2022

"Un'alleanza pericolosa" di Jennieke Cohen


"Un'Alleanza Pericolosa" è un libro romantico ambientato in età  pregiorgiana, scritto da Jennieke Cohen ed edito dalla Oscar Mondadori. 

"Il fatto che eventi fuori dal comune si verifichino nei romanzi non significa che non possano accadere veramnete. E il fatto che  la maggior parte della nostra vita trascorra fra avvenimenti banali non impedisce che, a volte, all'improvviso, ci capiti qualcosa di inaspettato

La vita di Lady Victoria Aston è quasi perfetta: figlia di un Lord, con una sorella maggiore moglie di un uomo facoltoso e le infinite possibilità  di una vita libera dagli obblighi  della società, passata a gestire le terre della tenuta di famiglia, Oakbridge, e a leggere gli amati romanzi di Miss Austen. Certo, i ricordi dell'amicizia spezzata con il suo vicino di casa recentemente ritornato dall'Europa, Tom Sherbone, ormai Lord Halworth, le danno pensiero, ma tutto sommato lei se n'è fatta una ragione e va bene così. 

Tutto però  precipiterà nel momento  in cui, lo stesso giorno in cui Vicky verrà aggredita da un misterioso bandito a cavallo, e salvata proprio da Tom, sua sorella Anthea farà ritorno a casa con la risoluzione di non tornare mai più  dal marito, che sotto la facciata da nobiluomo, la maltratta e ne abusa. Da quel momento  in poi tutte le responsabilità ricadranno sulle spalle della sorella più  giovane: se non riuscirà  a trovare marito presto, la tenuta rischierà  di cadere in mano all'orribile marito di Anthea. 

"La capacità di pianificare è ciò che distingue una persona evoluta." 

Ma, anche se la stagione in alta società è appena iniziata, Victoria fa fatica ad trovare un qualsiasi uomo con una reputazione degna del titolo di Lord e che la tratti con rispetto. L'unico che spicca per la sua ironia e per le attenzioni che riserva alla giovane è il signor Carmicheael, non un nobiluomo di titolo, ma un magnate del commercio con una portentosa fortuna sulle spalle, nonostante la giovane età. 

A Tom, però, che si è da poco riconquistato la fiducia di Victoria, l'uomo non piace, anche per i rapporti sospetti che tiene con Lord Drain, il marito di Anthea e teme che sia lui il mandante di tutti gli strani e pericolosi incidenti che hanno improvvisamente riempito la vita della più giovane delle sorelle Aston. Presto, seppur confusa dai suoi stessi sentimenti, Victoria sarà costretta a diventare adulta e a prendere una decisione per il bene della sua famiglia. Sarà in grado di scegliee un marito che, non solo manterrà al sicuro la sua famiglia, ma saprà regalarle il finale da libro romantico che tanto sogna? 

"Una cosa non può essere bella semplicemente per amore della bellezza?" 

Il romanzo della Cohen è una storia romantica per eccellenza, condita da un pizzico di mistero, che la rende più interessante ed avvincente. Oltre ad esserci, alla base della narrazione, una sapiente ricerca dei fatti storici, ampiamente esplorata nelle note a fine libro e solo leggermente alterata ai fini narrativi, l'autrice dimostra una profonda conoscenza e amore verso tutta la letteratura a cui fa rifermiento durante la narrazione, dal più conosciuto romanzo della tanto amata da Victoria, Jane Austen, fino alle opere più di nicchia, provenienti dalla penna di autori a lei contmporaei. 

Prova di maestria nella scrittura è il fatto che, seppur mancassero al bagaglio culturale di chi legge, le letture citate, la storia finisce per risultare ugualmente piacevole e godibile, anche grazie alla spiegazione data attraverso la bocca di Lady Victoria. 

"E non ti scambierei con una dozzina di perfetti gentiluomini. La tua realtà è meglio di qualunque fantasia." 

"Un'Allenaza Pericolosa" è un romanzo allegro e piacevole, adetto a chi ama le storie a lieto fine e la narrativa neoclassica, il tutto condito da un pizzico di intrighi, misteri e fraintendimenti. Una lettura adatta a rilassarsi la sera, oppure in un pomeriggio primaverile, come quelli a cui andiamo incontro, magari immersi nella natura per aumentare la sensazione di immersione fra le sue pagine.

Un libro dal sapore di favola che lascia un sorriso sulla bocca e il cuore leggero. 

"Avrebbe sempre amato le storie di Miss Austen, ma dopo tutto ciò che era avvenuto non credeva che ssi potesse riassumere la vita secondo la prospettiva di un unico autore. Perché esiterebbero tanti libri se non per proporre diverse verità riguardo alla vita e alle sue complessità?"



~Articolo a cura di Luinil

sabato 19 marzo 2022

"Un traditore per la regina" di Livy Former


Un Traditore per la Regina” è un romanzo di narrativa dallo stampo storico, scritto da Livy Former e pubblicato dalla casa editrice Il Ciliegio.

Sua madre le aveva insegnato che si poteva andare orgogliosi soltanto di quel che di buono si aveva nell’anima, dei buoni propositi e delle azioni corrette.”

La storia viene narrata da Rosalie, una giovane donna al servizio della regina Maria Antonietta e sua cara quanto improbabile amica. La donna ripercorre, nel lungo e terrorizzante viaggio che porterà lei, suo marito e la figlia più grande della regina, Maria Teresa, fuori dalla Francia, la vita della sua cara amica, morta solo una manciata di ore prima.

Rosalie e Maria Antonietta si conoscono da molto giovani, quasi coetanee, grazie ad un languore che porta la giovane futura delfina di Francia a far visita alle cucine dove Rosalie passa i giorni per poter guadagnare a sufficienza da sfamare lei e sua madre. Le due si trovano immediatamente simpatiche anche grazie al carattere sbarazzino e vivace della giovane Asburgo-Lorena, che assume Rosalie al suo servizio e la porta con se, lontana dalla madre, verso la Francia e Versailles.

Ma il mio sogno era quello di essere innanzitutto una donna amata e accettata come lo ero a casa, di vivere una vita colma di calore e affetti volta al bene della mia famiglia e del popolo che mi aveva accolta

Lì incontrerà e sposerà suo marito, Luigi Capeto, delfino di Francia. Ma il loro non sarà un matrimonio felice come la giovane confiderà più volte a Rosalie, che diventa suo appoggio e conforto nelle vaste sale del palazzo regale. Il matrimonio, infatti, è stato imposto a Luigi, che della sua consorte non vuole sapere nulla e con cui, a causa di una malformazione, non può nemmeno consumare le nozze.
Da quel momento, per la poco più che quattordicenne Maria Antonietta, inizierà una vita fatta di costrizioni e riempita di pettegolezzi avvelenati e di persone fasulle che tenteranno di ingraziarsi la sua amicizia al fine di ricavarne denaro e protezione. La giovane, alla ricerca dell’affetto da cui si sentiva circondata in Austria, tenderà a fare affidamento nelle persone che, nel futuro, la tradiranno, rendendo la sua vita un incubo, illuminato da pochi eventi felici e dall’appoggio di poche persone fidate.

“«Lunga vita alla delfina!» gridava quella gente che poi sarebbe stata felice di ghigliottinarla gettandole addosso tutte le iniquità del mondo.

Solo anni dopo, quando sarà troppo tardi per il futuro della Francia e la rivoluzione sarà ormai alle porte, suo marito, Luigi XVI, si deciderà a fidarsi di Maria Antonietta e della sua capacità di farsi amica il popolo con il suo fascino e le sue buone maniere. A quel punto però, gli animi dei Francesi saranno troppo inaspriti dagli stenti e la giovane regina troppo impigliata nella rete di complotti, intrighi e veleni in cui Versaille l’ha cresciuta, per poter cambiare veramente qualcosa. La regina, allora, manderà via Rosalie e suo marito André, conosciuto anche lui fra le sale del grande palazzo reale Francese, via dalla corte, dopo avergli affidato delle pietre preziose. Loro avranno il compito di fare da messaggeri per lei e, se le cose si dovessero complicare, avranno il compito, come poi faranno, di trarre in salvo i suoi figli dalla violenza dei Parigini.

Sono terrorizzata, André. Per le vite dei sovrani, ma anche per tutte quelle che si sprecheranno per nulla.”

Quando i rivoluzionari li faranno prigionieri, la famiglia reale tenterà fino all’ultimo di salvarsi, ma alcuni avvenimenti misteriosi li metteranno talmente tanto in cattiva luce da condannarli a morte. Nell’ultimo saluto alla sua amica e regina, Rosalie scopre che, nonostante l’enorme sofferenza, la Maria Antonietta va a morire fiera come è sempre stata, consapevole dei suoi errori e dell’identità della persona che per tutto questo tempo ha tramato conto di lei.

Era rimasta basita, ma anche fiera di quella donna annientata che non era scesa a compromessi sulla verità quando le si era presentata, l’aveva guardata in faccia senza cercare di nasconderla a se stessa e aveva attuato un piano per far sapere al nemico che non l’aveva gabbata fino alla fine”

Il libro si presenta come una sapiente e originale narrazione romanzata della biografia di Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena che mette in luce il lato oscuro della corte nobiliare Francese all’epoca della Rivoluzione, prendendo in considerazione il rovescio della medaglia, ovvero come si debbano essere sentiti due sovrani, poco più che ragazzi, a governare un paese e a cercare di rimetterlo in piedi mentre una corte intera tramava contro di loro, rendendo nulli tutti i loro sforzi.
La narrazione mette in luce l’ingenuità dei due giovani sovrani, descritti come troppo buoni e ingenui per una corte di vipere come quelle di Versailles, che hanno commesso l’errore di fidarsi troppo di chi avrebbe dovuto portarli sulla strada corretta. 
Un romanzo piacevole che si legge da solo, con la capacità di passare, come un film ben montato, da una scena all’altra, anche molto distanti fra di loro temporalmente, con una fluidità disarmante e che cattura, fra bellezza e orrore, amore e odio, la mente del lettore. 

Un Traditore per la Regina” è un libro basato su fatti storici reali, con lo scopo di fornire una visione differente su una vicenda che ci viene raccontata sempre dal lato dei vincitori e mai dei vinti, e che fa capire quanto poco di leggendario o regale ci sia nelle persone che hanno fatto la storia e quanto invece siano umane, comprensibili,fatte di carne, sangue, ossa e sentimenti come noi.


~Articolo a cura di Luinil 

venerdì 4 marzo 2022

"Bambini nel bosco" di Beatrice Masini

"L’ora peggiore è quando il buio ti sembra più buio e i pensieri ti strisciano addosso, stringendoti dita appiccicose attorno alla gola."


"Bambini nel bosco" è un romanzo di Beatrice Masini, pubblicato dalla casa editrice Fanucci, per la prima volta nel 2010 e recentemente riproposto con l'introduzione di Loredana Lipperini, che fornisce una chiave di lettura per approcciarsi a quest'opera particolarissima ed originale.

In un futuro non precisato -che potrebbe essere definito come una realtà distopica- molti bambini vivono su un'isola, lontani da tutto e tutti.
Gli adulti vi si recano solo per consegnare loro cibo e droghe, che li costringono ad uno stato di costante intorpidimento. Alcuni a volte hanno frammenti di ricordi di una vita precedente, che chiamano "cocci", ma  sono troppo intontiti per ricordare.
I bambini si dividono in gruppi, spesso con un capo che sottomette i compagni, replicando un microcosmo primitivo dove prevale la legge del più forte.
Ma un giorno la quotidianità di un gruppo cambia quando uno di loro trova un libro di fiabe: sfogliandolo, ricorda improvvisamente di saperlo leggere. E scopre la bellezza di una storia, l'evasione mentale offerta da una bella prosa. Il libro diventa, per lui e per il gruppo di cui fa parte, uno strumento per rammentare un passato perduto e  sognare un futuro differente. E se possono sognare di evadere con un libro, possono provare a fuggire davvero. Ci riuscuranno?

"Qui non c’è posto per noi. Da qualche altra parte forse un posto lo troveremo.»
Tom annuì. Nessuno osò replicare. «Saremo i Bambini nel bosco» disse. «Come nelle storie. I Bambini nel bosco. Stiamo per diventare una storia. La nostra.»"

Si tratta di una storia dalla profonda potenza evocativa, che vuole evidenziare il valore forte delle storie e il potere salvifico dei libri. Leggere  è diverso da qualsiasi altro tipo di conoscenza, perché la lettura fa sempre sbocciare nella mente brillanti idee, capaci di far evolvere il pensiero. I libri non donano a chi li legge solo competenze bensì strumenti, da utilizzare per esprimere i propri pensieri e la propria interiorità. Come una tecnica artistica non viene studiata per il fine di realizzare una semplice copia bensì per dipingere un'opera propria, così una bella frase, un bel testo, una figura retorica ardita ispira i lettori a creare un testo con una voce originale e unica.

«Perché non la facciamo noi, una storia col fuoco?»
«Ma noi non siamo un libro» rise Dudu. «Siamo bambini.»
«E allora? Possiamo fare una storia di bambini, e di fuoco. Insieme. Mescolati. Come nella zuppa di Orsacchiotto. C’è di tutto, no?»

Per i bambini perduti, la lettura diventa fonte di conforto e forza: nelle storie essi trovano coraggio e possibilità, la capacità di riscrivere daccapo un'avventura diversa, di prendere in mano la penna e dare vita ad un racconto del tutto diverso per le loro vite.

Il romanzo alterna la narrazione concentrandosi sulle avventure dei protagonisti e sugli operatori che ne seguono le vicissitudini osservandoli attraverso lo schermo, senza intervenire ma esprimendo considerazioni filosofiche, atteggiandosi a divinità indifferenti e distaccate, che perversamente li  osservano struggersi e distruggersi.

"Bambini nel bosco" è un romanzo dolceamaro complesso e affascinante, metaforico e profondamente filosofico, con un'ipotassi ricca e forbita e una  narrazione lenta, che sebbene abbia come protagonisti dei bambini, è più consigliabile ad un pubblico di lettori adulti, capaci di apprezzarne le sottigliezze e le profondità.