venerdì 4 marzo 2022

"Bambini nel bosco" di Beatrice Masini

"L’ora peggiore è quando il buio ti sembra più buio e i pensieri ti strisciano addosso, stringendoti dita appiccicose attorno alla gola."


"Bambini nel bosco" è un romanzo di Beatrice Masini, pubblicato dalla casa editrice Fanucci, per la prima volta nel 2010 e recentemente riproposto con l'introduzione di Loredana Lipperini, che fornisce una chiave di lettura per approcciarsi a quest'opera particolarissima ed originale.

In un futuro non precisato -che potrebbe essere definito come una realtà distopica- molti bambini vivono su un'isola, lontani da tutto e tutti.
Gli adulti vi si recano solo per consegnare loro cibo e droghe, che li costringono ad uno stato di costante intorpidimento. Alcuni a volte hanno frammenti di ricordi di una vita precedente, che chiamano "cocci", ma  sono troppo intontiti per ricordare.
I bambini si dividono in gruppi, spesso con un capo che sottomette i compagni, replicando un microcosmo primitivo dove prevale la legge del più forte.
Ma un giorno la quotidianità di un gruppo cambia quando uno di loro trova un libro di fiabe: sfogliandolo, ricorda improvvisamente di saperlo leggere. E scopre la bellezza di una storia, l'evasione mentale offerta da una bella prosa. Il libro diventa, per lui e per il gruppo di cui fa parte, uno strumento per rammentare un passato perduto e  sognare un futuro differente. E se possono sognare di evadere con un libro, possono provare a fuggire davvero. Ci riuscuranno?

"Qui non c’è posto per noi. Da qualche altra parte forse un posto lo troveremo.»
Tom annuì. Nessuno osò replicare. «Saremo i Bambini nel bosco» disse. «Come nelle storie. I Bambini nel bosco. Stiamo per diventare una storia. La nostra.»"

Si tratta di una storia dalla profonda potenza evocativa, che vuole evidenziare il valore forte delle storie e il potere salvifico dei libri. Leggere  è diverso da qualsiasi altro tipo di conoscenza, perché la lettura fa sempre sbocciare nella mente brillanti idee, capaci di far evolvere il pensiero. I libri non donano a chi li legge solo competenze bensì strumenti, da utilizzare per esprimere i propri pensieri e la propria interiorità. Come una tecnica artistica non viene studiata per il fine di realizzare una semplice copia bensì per dipingere un'opera propria, così una bella frase, un bel testo, una figura retorica ardita ispira i lettori a creare un testo con una voce originale e unica.

«Perché non la facciamo noi, una storia col fuoco?»
«Ma noi non siamo un libro» rise Dudu. «Siamo bambini.»
«E allora? Possiamo fare una storia di bambini, e di fuoco. Insieme. Mescolati. Come nella zuppa di Orsacchiotto. C’è di tutto, no?»

Per i bambini perduti, la lettura diventa fonte di conforto e forza: nelle storie essi trovano coraggio e possibilità, la capacità di riscrivere daccapo un'avventura diversa, di prendere in mano la penna e dare vita ad un racconto del tutto diverso per le loro vite.

Il romanzo alterna la narrazione concentrandosi sulle avventure dei protagonisti e sugli operatori che ne seguono le vicissitudini osservandoli attraverso lo schermo, senza intervenire ma esprimendo considerazioni filosofiche, atteggiandosi a divinità indifferenti e distaccate, che perversamente li  osservano struggersi e distruggersi.

"Bambini nel bosco" è un romanzo dolceamaro complesso e affascinante, metaforico e profondamente filosofico, con un'ipotassi ricca e forbita e una  narrazione lenta, che sebbene abbia come protagonisti dei bambini, è più consigliabile ad un pubblico di lettori adulti, capaci di apprezzarne le sottigliezze e le profondità.  

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