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giovedì 3 aprile 2025

"House of Ash and Shadow" di Leia Stone



Leia Stone, autrice bestseller nota per le sue saghe di fantasy romantico, torna con House of Ash and Shadow, il primo volume della serie Gilded City. Pubblicato in Italia da Leggereditore il 24 gennaio 2025, il romanzo unisce magia, mistero e un’intensa storia d’amore: gli ingredienti di un'opera ideale per chi ha amato i libri di Holly Black, Sarah J. Maas e Tereh Mafi. 

Fallon Bane è una ragazza su cui grava una terribile maledizione: il minimo contatto fisico le provoca un dolore insopportabile, rendendole impossibile sperimentare la vicinanza umana. Per questo, forse, è stata abbandonata, per poi però essere adottata da un coraggioso giovane vedovo che non aveva mai avuto figli con l'amata moglie defunta e che sentiva di avere dentro di sé tanto amore da dare. Per lunghi anni, l'uomo le ha assicurato una vita serena e felice, insegnandole ad apprezzare le piccole cose che il mondo può offrirle, e a non amareggiarsi troppo per quelle che non potrà avere. Ma quando lui si ammala gravemente, a causa di un graffio con un ramo incantato, Faloon, che ha sempre vissuto nascosta, decide di lasciare la sua vita isolata per cercare un guaritore, addentrandosi nella leggendaria Gilded City. Qui incontra Ariyon Madden, un ragazzo affascinante che si offre di aiutarla. Quando lui la sfiora durante il rituale di guarigione, accade l’impensabile: per la prima volta, Fallon non sente dolore.
Questa rivelazione sconvolge il suo mondo e attira su di lei l’attenzione di potenti Fae dalle intenzioni oscure. Per proteggerla, Fallon viene accolta all’Accademia di magia, dove scopre segreti sulla sua famiglia e sul potere oscuro che si nasconde dentro di lei. Mentre il destino della Gilded City si intreccia con il suo, la ragazza dovrà affrontare nuove minacce e un crescente sentimento per Ariyon, l’unico in grado di toccarla senza causarle sofferenza, l'unico che può farle sognare di avere tutte quelle cose che aveva temuto di non vivere mai, come le carezze, l'amore, l'intimità. 
Con uno stile scorrevole, House of Ash and Shadow è un romanzo che mescola abilmente elementi di fantasy, romance e mistero, creando una storia avvincente e ricca di fascino. 

Fallon Bane è una protagonista con cui è facile entrare in empatia: la sua maledizione, che le impedisce qualsiasi contatto fisico senza provare dolore, la rende vulnerabile ma al tempo stesso forte e combattiva. La sua crescita nel corso del romanzo è ben costruita, portandola da un'esistenza solitaria e segnata dalla sofferenza a un percorso di scoperta e consapevolezza di sé. Il legame con Ariyon Madden, il misterioso guaritore che sembra sfidare le regole della sua maledizione, aggiunge un’interessante tensione emotiva alla storia, rendendo il loro rapporto uno snodo centrale. 

L'ambientazione della Gilded City è uno degli elementi forti del romanzo. La città è un luogo intriso di magia, abitato da creature magiche e dilaniato da antiche rivalità. Anche l’Accademia di magia, che frequenterà Follon, nasconde dinamiche di potere e segreti che mantengono alta la tensione narrativa. Sebbene il worldbuilding possa risultare a tratti poco dettagliato, la capacità dell’autrice di creare atmosfere suggestive e coinvolgenti sopperisce a questa mancanza, lasciando presumibilmente spazio a futuri sviluppi nei prossimi volumi. 

House of Ash and Shadow è un libro che si inserisce perfettamente in quella categoria tanto di moda negli ultimi anni che è il romance fantasy, anche detto più praticamente "romantasy": il focus, almeno in questo primo volume, è proprio l'elemento sentimentale, anche se ben intrecciato ad una storia avventurosa e deliziosamente misteriosa. 
Seppur non particolarmente originale, l'opera si presenta come una lettura piacevole, che consiglio soprattutto ad un pubblico giovane, nonché ovviamente agli appassionati del genere. 
Infine, come non parlare della stupenda edizione con gli eleganti spray edges? Varrebbe la pena possedere questo libro già solo per la sua elegantissima estetica.

martedì 18 marzo 2025

"Un amore" di Dino Buzzati



Antonio Dorigo, mediocre borghese corrotto e vizioso, è il protagonista del romanzo "Un amore" di Dino Buzzati.

Un testo che si presenta provocatorio fin dal titolo visto che, nell'opera, di puramente romantico non si ravvisa assolutamente nulla.
Un sentimento è presente, prepotente, ma non è l'amore: bensì l'ossessione che un uomo solo e dedito unicamente a sé stesso matura nei confronti di una spregiudicata prostituta minorenne.
La realizzazione dell'infatuazione, della malattia terribile dell'innamoramento, quello senza scampo, quello divorante, dilaniante, terribile, tormenta Dorigo come una maledizione.
L'innamoramento è una fiamma per lui sconosciuta e confusa, minacciosa, un vortice che assorbe tutto, riducendo ogni aspetto della sua esistenza a puro sfondo.
L'unica figura a colori è lei, Laide, la giovanissima prostituta: per via della differenza di età e di ceto sociale, Dorigo la vede inarrivabile, irraggiungibile. Eppure, non riesce comunque a distaccarsi da quella fanciulla maliziosa e piena di vita, aggrappandosi ai pochi momenti che, a pagamento, lei gli concede.
Per la prima volta nella sua vita, non desidera possedere carnalmente una donna: vorrebbe entrare nel suo mondo, essere un personaggio e non solo un comprimario nel libro della sua vita, e pur di illudersi di avere un ruolo nelle sue giornate accetta le richieste più assurde e più meschine di lei.
Dorigo, che da carnefice, perfetto consumatore della prostituzione, diventa vittima dei capricci di una ragazzina dedita solo al denaro, non è meno volgare di lei, figura ugualmente negativa, ma vittima di un sistema che non ostacola e anzi favorisce lo sfruttamento.
In uno scambio costante di ruoli che li vede entrambi predatori e prede di un mondo consumistico e vuoto, privo di valori, Dino Buzzati dipinge con la sua prosa ipotattica sempre ricca e suggestiva l'affresco di un'umanità patetica e marcia ma che continua ad essere ingannata dalle illusioni meravigliose dell'amore, lusinghe capaci di condurre un uomo o una donna apparentemente sapienti e di animo saldo al ridicolo, all'umiliazione, alla vergogna, alle lacrime.

Però, appunto, infine queste amorose lusinghe si rivelano per quel che sono: le illusioni fragilissime di un istante, che poi rigettano l'uomo nell'abisso del suo niente, un abisso che- dopo la luce che egli aveva creduto di vedere- appare ancora più vuoto, ancora più buio.

Come ne "Il deserto dei Tartari" anche in "Un amore" il sentimento a cui allude il titolo è oggetto dell'attesa spasmodica e dolorosa dei personaggi, e dunque dell'umanità intera. Ma, proprio come il fantomatico esercito dei Tartari, neppure l'amore giungerà mai, con la sua salvifica potenza, a portare felicità nelle misere esistenze terrene.

E dunque, che conclusione trarre da questo romanzo che descrive con precisione chirurgica il ridicolo morbo dell'amore, che non risparmia nessuno e che è capace di condurre alla follia, di indurre alla rovina?
Se ne deduce che - secondo la condivisibile opinione dell'autore - il mondo non è che una burla priva di senso. Solo la natura, con la sua impassibile calma, con la sua pace, con la sua immobilità, è depositaria della verità: lontana dalle passioni umane, serena, benedetta dalla stasi, fuori dal tempo. 

martedì 4 febbraio 2025

Eloisa e Abelardo: storia di un amore

"Non immaginava l’amore, Eloisa. Non lo nominò, come se privandolo della parola, esautorandolo di significato, potesse debellarlo dalla propria carne, dalla mente, da se stessa. Lo ignorava, come con una malattia, che avviluppa il corpo, lo debilita, ma non si accetta per non ammettere di essere condannati."


"Storia di un amore" è una scrittura in chiave narrativa della storia d'amore più triste di tutti i tempi. Un libro introspettivo, doloroso, crudele. Intenso. 

Quella di Abelardo ed Eloisa- studentessa e maestro che intrecciarono una relazione passionale e proibita, nella Francia del 1100 circa - è stata spesso descritta come una storia d'amore intensa e bellissima, una delle più appassionanti di tutti i tempi. 

Forse anche la trasposizione cinematografica -"Stealing Heaven", che ci mostra i due protagonisti ancora innamorati in età avanzata - ha contribuito a rafforzare l'interpretazione romantica della vicenda.

Tuttavia, leggendo attentamente le lunghe lettere che i due amanti si scambiarono, la loro unione appare molto diversa da una storia di autentico amore.

Manuela Raffa offre dunque ai lettori un'analisi lucida della loro famosa storia.


Lui, brillante filosofo francese, scelto da Fulberto per educare la nipote adolescente Eloisa, si invaghì della ragazza e, consapevole fin da subito dell'ascendente che esercitava su di lei, la sedusse intenzionalmente, e senza difficoltà. 
Eloisa, erudita ma assolutamente inesperta del mondo essendo giovanissima, fu dunque manipolata da un uomo molto più vecchio di lei, che tutti credevano meraviglioso- che lei stessa reputava tale - rimanendo vittima del suo fascino, del suo abuso psicologico: una violenza inflitta sulla sua mente ingenua, sul suo corpo giovane, e infine al suo cuore vergine.

I rapporti a cui la induceva Abelardo erano talvolta persino violenti, e lui, per sua stessa ammissione, arrivava a percuoterla e a pretenderla anche quando lei non voleva. 
Abelardo dava alla sua passione irrefrenabile il nome di amore, e così ingannava Eloisa, che faceva ogni cosa per lui, ogni sacrificio, convinta di essere ricambiata, e sicura che lui l'avrebbe maggiormente amata quanto più lo avesse accontentato e soddisfatto in ogni suo desiderio, anche il più turpe.

Probabilmente  Eloisa, orfana che non aveva mai conosciuto alcun tipo di figura genitoriale, vedeva in Abelardo non solo un compagno, un amante, ma primariamente una figura adulta da compiacere e che, in cambio di quel compiacimento, le avrebbe fornito accudimento e tenerezza. 
Un accudimento che si rivelava saltuario, altalenante, insicuro. Fin quando lo zio di Eloisa, Fulberto, scoprendo la relazione segreta tra i due, scacciò l'illustre maestro da casa sua. Quando scoprì che la giovane era, prevedibilmente, rimasta incinta, gli ordinò di sposarla per riparare alla terribile offesa. 
Eloisa però non voleva sposarlo, perché sapeva che Abelardo lo avrebbe fatto solo per accontentare Fulberto e che in realtà non desiderava una moglie, che avrebbe danneggiato la sua immagine e posto potenzialmente un freno alla sua carriera. 
Se fosse stato costretto a sposarla, lui l'avrebbe odiata e lei lo avrebbe perso per sempre. Ad Eloisa non importava di essere considerata una svergognata, e non si sentiva colpevole di nulla: nella sua visione delle cose, semplicemente agiva per amore. 
Per capire la riflessione di Eloisa, bisogna pensare che era il 1100: l'epoca dell'amore cortese, che non prevedeva un sentimento autentico all'interno del vincolo coniugale. 
Abelardo, invece, che ragionava soltanto con il suo egoismo, voleva banalmente esercitare il proprio possesso sulla giovane. 
Dopo una rocambolesca serie di avvenimenti sempre più oscuri Fulberto, convinto che Abelardo avesse vigliaccamente abbandonato sua nipote, fece evirare Abelardo, esponendolo alla pubblica vergogna e sottraendogli per sempre la dignità e lo strumento con cui aveva offeso la sua Eloisa. 
Eloisa, pur affranta, era comunque innamorata e disposta a stare con lui anche in quella triste condizione. Ma fu Abelardo che a quel punto, ormai privo dei desideri carnali, abbandonò Eloisa. 
Non solo: gelosissimo all'idea che lei potesse essere stretta e amata da un altro uomo, le diede ordine di prendere i voti ed entrare in convento. Scelta che lei abbracciò non per vocazione, ma per farlo felice, ancora una volta. 
Dopo questo gesto, Abelardo rivide pochissime volte Eloisa, lasciandola sola senza mostrare alcun dispiacere e, come si evinceva dalle lettere, abbandonandola al dolore e alla solitudine. 
Se lui era stato mutilato nel corpo, la stessa cosa non era accaduta a Eloisa che, tormentata dal ricordo dei passati piaceri, soffriva molto nel sacrificare la sua gioventù abbracciando una vita consacrata che non desiderava.
L'unico suo desiderio era l'amore di Abelardo, che lui le nagava e che, addirittura, nelle lettere che di rado le scriveva, riduceva il suo sentimento ad un peccaminoso desiderio e nulla più, dichiarando palesemente di non averla mai davvero amata come compagna di vita. 

Ecco, infatti, alcuni passi tratti dalle lettere di Abelardo: 
"L'amore che ci trascinava al peccato, era attrazione fisica, non amore. Con te io soddisfavo le mie voglie, e questo era quello che amavo di te. Quella che tu chiami memoria d'amore non è altro che memoria del peccato. Ti prego, dimentica il passato, come ho fatto io.
Non ho mai cercato altro in te che il piacere. Se sono stato chiamato da tutti il primo dei filosofi, non è stato l'amore di Dio né il desiderio della virtù a condurmi a te, ma solo la passione dei sensi."

Impossibile non immaginare la fitta al cuore che deve aver provato Eloisa alla lettura di queste paroli atroci e crudeli, che la riducevano ad un oggetto: lei, che gli aveva offerto la sua anima, lei che con fiducia gli aveva permesso di metterle le mani nella testa, di spostare tutto, di comporre nuove forme e figure a suo piacimento. 

Abelardo quindi ha amato veramente Eloisa? L'ha amata, ma come un drago ama il suo oro, come un ricco ama il suo denaro. La amava, purché fosse la sua ombra, purché fosse seconda a lui, la amava finché aveva bisogno di lei per soddisfare il suo ego, il suo complesso di Pigmalione e soprattutto i suoi piaceri. 

Eloisa comprese tardi l'egoismo di Abelardo, rimanendo legata a lui per tutta la vita, in bilico tra amore, rancore e delusione. 
Abelardo illuse Eloisa offrendole da bere il più dolce dei veleni: la seducente speranza. E non finì bene. Per nessuno.

"[Eloisa] era spaventata. Come se si fosse avvicinata a un fuoco: traeva beneficio dal calore, che la inebriava, la scaldava, ma temeva di bruciarsi. Qual era la giusta distanza da tenere? La sua storia non era destinata a un futuro roseo. Pietro non era libero. La strada che aveva scelto per sé comportava la solitudine."

La lettura del libro, in un crescendo di orribili avvenimenti che fa avvertire al lettore il dolore della protagonista tanto intensamente come se fossi egli stesso a viverlo, induce una domanda: oggi questa storia ha qualcosa da insegnare? 
Sicuramente. Ogni vita può dare un insegnamento. 
E forse quello che lascia Eloisa è di fare attenzione al proprio cuore, alla propria anima. E di dare sempre priorità alla propria libertà. 

"Come mi confondevi, con i tuoi umori altalenanti, i tuoi momenti di tenerezza o di freddezza. Provavo a seguirti, a interpretarli, ma era impossibile. Sbagliavo sempre. Se mi allontanavo, non mi lasciavi andare. No. A quel punto, tornavo importante, bellissima, una tua priorità. Poi tutto ricominciava, nel logorio dei tuoi umori.
E io ho lasciato che tu mi distruggessi.
Ti ho amato, quanto ti ho amato. Con la forza della gioventù, dell’ammirazione, con ogni angolo della mia mente e del mio corpo. Eri un maestro brillante, le tue argomentazioni brecciarono il mio cuore come pietre scagliate da una catapulta. Erano innovative, brillanti, argute. Incontravano il mio gusto, che si adeguò al tuo e fiorì sul sentiero che avevi tracciato. Pensare, non fermarsi al senso letterale. Andare oltre l’insegnamento ricevuto in passato e calare ogni argomento nella realtà.
Hai inebriato il mio spirito, poi ti sei spinto fino al mio cuore.
Non volevo questa vita.
Mi hai piegata con gli argomenti dell’amore. E poi li hai accantonati, come se fossero inutili.
In fondo, lo erano, ormai."

Una storia, dunque, quanto mai attuale, attualissima, in quest'epoca tristemente dilaniata dal sangue di tante donne che, per accontentare gli umori di piccoli uomini come Abelardo, si annullano, si riducono, si annientano. Si lasciano distruggere. 

Voglio concludere questo articolo con il frammento di una delle lettere di Eloisa che - seppur sola, abbandonata - non si mostrò sconfitta, e con coraggio scrisse chiaramente quel che pensava, inchiodando Abelardo alle sue colpe e riconoscendosi - come avrebbe scritto diversi secoli dopo Emily Dickinson, che si accusava di "aver tenuto oggettini placcati sulla mensola dell'argenteria" - un'unica grande responsabilità: quella di essersi fidata di lui, di essersi accontentata di un ruolo marginale, di aver dato troppo, aver preteso troppo poco, aver accettato un amore senza parità. 
Una donna come lei, una mente come la sua, che avrebbe avuto ogni diritto di pretendere un amore che la rispettasse, che la accettasse in tutta la sua totalità, che l'aiutasse a crescere, che non volesse soffocarla. 

"Sarò costretta a dire io quello che penso, o meglio quello che ormai tutti sospettano: i sensi e non l’affetto ti hanno legato a me; la tua era attrazione fisica e non amore, e, quando il desiderio si è spento, con esso sono scomparse anche tutte le manifestazioni di affetto con cui cercavi di mascherare le tue vere intenzioni. [...]
Tu sei stato crudele nel trascurarmi, ma io sono stata più crudele con me stessa, perché mi sono abbandonata completamente a te. Ora l'amore è stato sconfitto dalla ragione, ma il mio cuore non può dimenticare ciò che ha sofferto per te."

Eloisa si lasciò soffocare da Abelardo. Oggi, tanti secoli dopo, memori di Eloisa, noi donne abbiamo il dovere morale di non ripetere il suo destino: perché il suo dolore non sia stato vano, perché nessuna donna conceda mai più ad alcun uomo un così grande potere sulla sua persona, sulla sua mente, sulla sua vita. 
Che possano essere messi all'angolo tutti gli "Abelardo" del mondo, mostruosi nel loro perbenismo e nelle loro autogiustificazioni: che nessuna donna permetta a nessuno, mai più, di trattarla come Abelardo ha trattato Eloisa. 



domenica 8 dicembre 2024

"La saga del Dominio" di Licia Troisi


Per me, ogni pagina che scrive Licia Troisi è un capolavoro. Ogni volta mi innamoro dei suoi personaggi combattivi e fragili, dei suoi mondi fantastici deliziosamente ben costruiti, del suo stile scorrevolissimo. 
L'ultima sua serie che ho letto è la trilogia del Dominio, che desideravo leggere da un pò (come per tutti i libri, aspettavo il momento giusto). È un'opera epic fantasy dal taglio adulto, che tratta temi forti. 

Ho iniziato un lungo viaggio insieme a Myra, la protagonista, una ragazza piena di rabbia e sofferenza, senza sapere cosa aspettarmi. Giunta all'ultima pagina del terzo romanzo, posso dire di essermi imbattuta forse in una delle storie d'amore più controverse ed intense che io abbia mai letto.

Il personaggio maschile, Acrab, un uomo estremamente carismatico, ma anche crudele, è un mistero fino alla fine: per Myra, per il lettore, persino per sé stesso. 
Un guerriero con sogni di gloria e conquista, che perde la testa quando la giovane guerriera Myra, al suo fianco da otto anni, cioè sin da quando, da bambina, ha salvato la sua vita da morte certa, lo lascia per seguire un indizio che potrebbe rivelarle dettagli importanti sul suo doloroso passato, e sulla morte della sua famiglia. 

L'allontanamento di Myra, sua guerriera più fedele, importante alleata per il raggiungimento del suo grande obiettivo di conquista di tutte le terre del Dominio, fa capire ad Acrab quanto tenga a lei, e di che genere sia l'affetto che prova nei suoi confronti.

Anche Myra prova lo stesso sentimento: ne è consapevole da molto tempo, anche se per anni ha negato a sé stessa di amarlo, ritenendolo inopportuno.

Lungo disavventure, dolore e battaglie, i due si inseguono, continuando ad attrarsi e respingersi per tutta la storia: ma l'amore a volte non basta, per amare. 


Myra non riesce a vivere il suo amore perché non può dimenticare le responsabilità di Acrab nel suo passato di dolore; Acrab a sua volta è un uomo talmente spezzato da essere ormai capace di amare solo in modo egoistico e terrorizzato. 


Li lega un sentimento sbagliato, tossico, contorto, che distrugge loro stessi e chiunque vi si frapponga in mezzo.
Non intendo ridurre la Saga del Dominio ad una storia d'amore, perché così non è: i libri di Licia sono sempre intricati affreschi di avvenimento e avventure. Ma questo contorto sentimento è sicuramente il fil rouge intorno al quale ruotano le varie storie dei doversi personaggi. 


I poeti cantano da sempre l'odio e l'amore: ma Myra e Acrab ci ricordano che, forse, sono infinitamente più complicati gli ingarbugliati sentimenti che si trovano nel mezzo.



giovedì 31 ottobre 2024

Strane cose non terrene


Se cercate un libro perfetto da leggere oggi, potrebbe essere quello di cui sto per parlarvi: "Strane cose non terrene", di Kelly Creagh.

Scrivere i retelling è difficile, sempre, soprattutto quando si tocca un mostro sacro come Jane Eyre, un classico che ho letto la prima volta quando avevo sedici anni e che ancora oggi rileggo volentieri, perché è una storia d'amore di grande intensità, ed ha un posto specialissimo nel mio cuore. 

Ma la Creagh è riuscita nel compito: ha scritto un'opera piacevole,  e rispettosa dell'originale. 
Forse definirlo un retelling è scorretto, perché si distacca molto dal suo modello di riferimento, di cui mantiene però l'ambientazione squisitamente gotica e l'atmosfera, cupa e tenebrosa.

La protagonista, Jane Reye, è un'orfana, e possiede poteri soprannaturali che la porteranno a lavorare per un uomo misterioso ed enigmatico che nasconde molti segreti. 
La storia, che ha premesse interessanti, e rimescola deliziosamente-rimodernandoli- gli elementi di base del classico al quale si ispira, si evolve ottimamente, pagina dopo pagina. 
Complice una prosa ricca e coinvolgente. 

Ma la vera perla di questo libro è proprio Jane, orgogliosa come la sua omonima, coraggiosa e indipendente anche quando si innamora, con una forza interiore potente e meravigliosa, attualissima al giorno d'oggi: esempio di una donna capace di autodeterminarsi e parlare apertamente dei suoi sogni e desideri, senza paura. 

"Sono così stanca di essere presa in giro da persone che mi guardano di sfuggita e si sentono libere di pensare quello che vogliono." 

Ho apprezzato particolarmente il legame della protagonista con l'arte. Il suo amore per il disegno, che la unisce all'originale Jane Eyre, è una parte importante di lei in quanto suo essenziale strumento espressivo, e dunque elemento specialissimo della manifestazione del sé.

Definisco "Strane cose non terrene" un libro che non ha deluso le mie aspettative, anche grazie all'ambientazione deliziosamente gotica e alla scrittura avvolgente, capace di catturare l'attenzione fino all'ultima pagina, che nasconde un insospettabile plot twist.

Infine, voglio dedicare due righe all'aspetto estetico dell'edizione Fanucci: come sempre, un capolavoro anche per gli occhi.


venerdì 15 marzo 2024

"A taste of Gold and Iron" di Alexandra Rowan


"Un tocco di oro e acciaio" è stato un romanzo fortemente desiderato e atteso con entusiasmo, in Italia: la sua sfarzosa copertina promette una storia d'amore intensa ambientata in uno scenario dai fascinosi tratti orientaleggianti. 
A gennaio, la Fanucci ha pubblicato il libro in una pratica edizione flessibile, impreziosita da caratteri luccicanti in copertina. L'essere proposto nella collana "leggereditore" potrebbe indurre a catalogarlo come romance. Anche se indubbiamente la componente sentimentale costituisce una parte importante del romanzo, il libro si costruisce su molti altri elementi narrativi. Indagini, intrighi politici, un mondo ben costruito, vivido e lussureggiante che prende vita insieme all'entusiasmo del lettore. 

Kadou, principe di Arast, è un ragazzo semplice che ha sempre desiderato restare lontano dagli intrighi di palazzo e dal potere, che lascia volentieri a sua sorella Zhalila, la potente e intelligente sultana.
Tuttavia, essendo uno dei protagonisti principali della vita politica di Arast, non può sottrarsi ai doveri del suo ruolo, che vive con sofferta abnegazione, muovendosi con cautela in un ambiente in cui mantenere relazioni civili è essenziale e tenere un basso profilo è impossibile. 

"Nella sua posizione avere un amico o un amante era ugualmente complicato, quindi si prendeva quello che si poteva ottenere e non si chiedeva nulla di più di quello che la persona era disposta a dare; e quando si trovava qualcuno che ti vedeva e ti trattava come una persona, ci si aggrappava a quello e lo si custodiva." 

Un incidente diplomatico però induce Zhalila a minacciarlo di esilio. Disperato, Kadou domanda perdono e pietà. Allora la sultana decide di affidarlo alle attenzioni di una guardia del corpo integerrima e leale che avrà il compito di assicurarsi, fondamentalmente, che non faccia sciocchezze. Evemer, la guardia assegnata al principe, è una persona colta e severa, da cui inizialmente Kadou si sente giudicato molto severamente. 

"Sua maestà era un capo forte, qualcuno a cui Evemer era sinceramente contento e onorato di prestare giuramento, il tipo di signora a cui aveva pensato da bambino: qualcuno di potente, armato e corazzato e su un cavallo bianco, sfolgorante alla luce del sole, con uno stendardo che schioccava sopra, con occhi severi e gentili allo stesso tempo. Qualcuno davanti a cui inginocchiarsi, a cui giurare la propria vita e da servire con onore, ricevendo in cambio altrettanto onore. Qualcuno per cui morire e non sentire che la propria vita o la propria morte erano andate sprecate. 
Sua altezza, in confronto, stava solo confermando la valutazione di Evemer di sbadataggine - volubilità- negligenza." 

Sbadato, volubile e negligente: queste le caratteristiche che inizialmente Evemer vede in Kadou, non esattamente virtù che lo inducono a provare stima per lui. Eppure, vivendo al suo fianco, pian piano inizia a scoprire tutte le doti che nasconde, e pian piano viene conquistato dalle sue fragilità e dalla sua umanità. 

Tra Evemer e Kadou si costruisce un'intesa lenta, e solida, basata sulla conoscenza e la reciproca ammirazione. Entrambi si aprono per conoscere l'altro, accogliendo possibilità di arricchimento e novità. 
Tuttavia, le disavventure che li attendono non saranno semplici da affrontare. 
In un universo in cui le donne hanno potere pari o superiore degli uomini, in cui gli uomini possono essere fragili e in cui si parla di disordini mentali, come attacchi di panico, l'autrice ha dato voce ad un mondo sicuramente violento ma umano e inclusivo.

Un libro che consiglio a chi ha ama i worldbuilding complessi e ricchi di dettagli, gli intrighi di corte, a chi apprezza una prosa ricca e forbita. 
E a chi si lascia conquistare dai sentimenti, dai grandi amori. Non quelli a prima vista, ma quelli che si costruiscono lentamente, diventando indissolubili. 
Cos'è l'amore? Magari, dopo tanti giorni, all'improvviso, si prende consapevolezza di esso un un'istante. E, in un momento che è un'epifania, questo romanzo regala una delle più belle descrizioni dell'innamoramento che io abbia mai letto. 

"C'era stato un istante, in cui si era sentito... cosa aveva provato?
Era stato come se fosse stato in piedi all'angolo della strada, a guardare la folla che passava, e avesse percepito una presenza alle sue spalle, e si fosse girato... ed eccolo lì. Era lì, familiare e a suo agio. Ecco come si sentiva. Come se il suo cuore, o qualunque parte di lui che desiderasse qualcuno degno di essere servito, avesse riconosciuto la persona che doveva seguire. La persona per cui doveva morire. Eccolo lì.
Eccolo lì."





lunedì 27 novembre 2023

"Un patto con il Re degli Elfi" l'atteso romanzo di Elise Kova


"Ci sono solo due motivi per cui gli Elfi arrivano nel nostro mondo: la guerra e le mogli. In entrambi i casi essi portano morte. E oggi arriveranno."



Una copertina accattivante, colori sgargianti e pagine colorate: il contenuto sarà all'altezza dell'elegante edizione preparata dalla Oscar Mondadori?

"Un patto con il re degli Elfi" di Elise Kova è il primo capitolo di Married to Magic, una serie di romanzi romance fantasy autoconclusivi molto attesi in Italia, ciascuno ambientato in un universo narrativo differente.

In un piccolo villaggio la pace con il vicino regno elfico è mantenuta solo grazie ad un patto antichissimo: ogni cento anni, gli umani offrono al re degli elfi una regina umana, l'unica fanciulla che nasce dotata di innaturali poteri magici. Tuttavia, dopo centouno anni, per la prima volta da secoli, ancora non è stata trovato nessuna regina umana. 
Questo ritardo, che ha causato il diffondersi di gravi malattie tra gli abitanti del villaggio, induce lo stesso re degli elfi a recarsi personalamente nel mondo umano per cercare e rivendicare la sua regina. 
La identifica in Luella, una ragazza di diciannove anni che non ha mai avuto contezza della sua identità, in quanto i poteri magici ne erano stati occultati a sua insaputa dal ragazzo che la amava e che desiderava tenerla con sé piuttosto che cederla al mondo elfico.
Dichiarando che la presenza di una regina umana nel regno elfico è necessaria ed urgente, l'algido sovrano la porta subito una con sé, sebbene Luella non abbia avuto modo di prepararsi al ruolo e alle usanze del nuovo mondo che la attende. La ragazza si trova davanti un paese diverso rispetto a quello che si era immaginata. In particolare il re degli elfi , gelido e bellissimo, è completamente dissimile dalla crudele immagine che egli desidera divulgare di sé.
Come si evolverà la loro relazione, nata da pessime premesse?

Unendo il fascino di un mondo magico interdetto ai più alla travolgente gioia di un passionale amore giovanile, "Un patto con il Re degli elfi" è un romanzo capace di rispondere alle esigenze della società contemporanea proponendo una figura femminile positiva, dinamica e con un ottimo senso di autoefficacia : Luella è consapevole del suo valore e non sopporta di vedersi ingabbiata dai prepotenti personaggi maschili che vorrebbero domare il suo spirito. 

Quando il ragazzo di cui è innamorata sin dall'infanzia si dimostra possessivo e poco disposto ad assecondare le sue aspirazioni e ascoltare i suoi desideri, Luella non escita a respingerlo con fermezza comprendendo quanto sia tossico ed egoista l' amore che dichiara di provare per lei.

«Questo non è amore!» Permetto alla mia voce di echeggiare fin sulle cime delle montagne. Gli alberi tremano insieme alla mia rabbia.[...] «L’amore è una scelta» continuo, prima che Luke possa pronunciare un’altra parola. «Tu… tu volevi possedermi. Volevi tenermi per te, indipendentemente da come mi sentivo. Non mi hai permesso di decidere per me stessa, e la nostra città, la nostra gente ha sofferto a causa del tuo egoismo. Mi dà i brividi pensare a cosa sarebbe potuto succedere al nostro mondo se ti avessi seguito.»

Luella non è la classica eroina ribelle: è semplicemente una creatura con la sua propria volontà che impedisce agli eventi di sopraffarla e che vuole dimostrare di essere capace nel suo ambito professionale, competente, il tutto senza "mascolinizzarsi", senza perdere la sua femminilità e la sua delicatezza di donna.

La storia restituisce l'immagine di una ragazza con punti di forza e debolezza con un'autostima tale da non avere la necessità di nascondere le sue fragilità, capace di lottare per i propri desideri e di porsi senza paure in chiara opposizione alle figure maschili arroganti che la circondano, arroccati sulla visione di una tradizione spesso misogina e antica. Visti gli ultimi avvenimenti di cronaca nera che hanno turbato profondamente la nostra sensibilità questo romanzo, tramite la metafora fantasy , si configura come particolarmente attuale e in grado di suscitare profonde riflessioni e di proporre un atteggiamento femminile proattivo e mai passivo.

"Certe persone non possono rimanere nell'oscurità: sono nate per essere viste."

La relazione con il re degli elfi, non iniziata nel migliore dei modi, assumerà delle connotazioni sane e positive. Ne è emblema la copertina: lei non guarda lui, guarda avanti a sé, concentrata sulla sua magia. Lui guarda lei, la accarezza senza stringerla, senza tenerla ferma. La lascia libera, e la contempla mentre usa la sua magia, orgoglioso e teneramente protettivo. 

Se cercate un libro romantace fantasy e al passo con i tempi, lontano dagli stereotipi, questo romanzo sarà certamente una lettura perfetta e piacevole.

martedì 31 gennaio 2023

"Le guerriere che sfidarono l'oscurità" di Namina Forna


"Le guerriere che sfidarono l'oscurità" di Namina Forna è il secondo volume della serie fantasy iniziata con "Le guerriere dal sangue d'oro".

Sono ormai trascorsi sei mesi da quanto Deka ha liberato le divinità nell'antico regno di Otera e da quando ha scoperto la sua vera identità, ma il cuore del racconto deve ancora iniziare visto che si avvicina il momento in cui i suoi talenti saranno messi a dura prova in ardue battaglie.
Un potere oscuro e misterioso sta crescendo in Otera e soltanto Deka, in compagnia delle sue fidate compagne, può sconfiggerlo.
Sembra che nessun potere sia effettivamente in grado di resistere al potere di Deka, tuttavia un misterioso segreto potrebbe indurre la guerriera a mettersi nuovamente in discussione, e a porsi di nuovo mille domande su chi sia veramente e su quale sia il suo destino.

Anche stavolta il romanzo presenta una copertina superba, il cui colore scuro fa presagire il contenuto del romanzo.
"Le guerriere che sfidarono l'oscurità" è, infatti, un libro piuttosto dark, in cui la storia assume delle pieghe veramente cupe, discostandosi dal più puro intrattenimento del libro precedente.
Deka dovrà infatti affrontare numerose difficoltà, che si presenteranno via via lungo il suo cammino.

Le tematiche affrontate sono abbastanza forti, e potrebbero deludere un pò chi si aspettava un libro perfettamente in linea con quello precedente: tuttavia, se ci si approccia al romanzo nell'ottica di una storia che matura e diventa più "adulta" è possibile apprezzarla appieno.

Alcuni colpi di scena non si rivelano tali, perché l'autrice fornisce sufficienti informazioni al lettore da fargli intuire cosa sta per accadere, anche se questa probabilmente è una scelta voluta di Namina Forma, e non una caduta di stile.

La scrittrice, con la sua prosa ricca e dettagliata, riesce a riportare il lettore in un attimo nel suo fantasioso mondo narrativo, un universo che aveva affascinato nella prima avventura di Deka: uno scenario nel quale tutti i suoi personaggi, ciascuno ben delineato, prendono vita e appaiono al lettore in tutta la loro fulgida tridimensionalità.

Anche la storia d'amore, che nel primo libro sembrava semplicemente un elemento appena accennato e forse vagamente stereotipato, ha modo di essere approfondito, e dunque è sicuramente definito meglio.

"Le guerriere che sfidarono l'oscurità" è uno young adult maturo, appassionante e intrigante, che saprà coinvolgere i lettori sino all'ultima pagina, sorprendendo chi aveva amato "Le guerriere dal sangue d'oro" con una storia superba, dalle inaspettate tinte forti. 

giovedì 12 gennaio 2023

"La Collezionista di anime" di Kylie Lee Backer

"Penso... penso che la morte stia per venire a prendermi."
-La Morte viene a prendere tutti.-"


"La Collezionista di anime" è un romanzo di Kylie Lee Baker, autrice cresciuta a Boston e che ha vissuto ad Atlanta, Salamanca e Seoul. Ovviamente nella scrittura porta le usanze, i miti e le tradizioni delle città nelle quali ha vissuto.
La cultura giapponese è sicuramente la più presente nel testo, con tutte le sue suggestioni magiche, citando leggende, armi e riti tipici. Non tutto viene spiegato nel dettaglio, quindi risulterà certamente più chiaro a chi già ne è appassionato ed informato.

Sul finire dell'Ottocento, a Londra, vive Ren Scarborough, una raccoglitrice di anime, quella che viene definita una "shinigami", nella cultura giapponese. Tuttavia, Ren deve rispettare la rigida gerarchia dei mietitori, i quali la disprezzano e spesso la denigrano.
Quando perde il controllo delle sue abilità di shinigami, Ren lascia Londra e fugge in Giappone per cercare l’accoglienza che non ha mai ricevuto dai suoi compagni, ma soprattutto in cerca delle sue origini. Insieme al fratello minore, suo alleato da sempre, Ren entra negli inferi alla ricerca della dea della Morte, da cui vuole ottenere il riconoscimento dei suoi sforzi e del suo lavoro. Ma al cospetto della morte Ren scoprirà che niente di ciò che ha fatto è sufficiente, e che dovrà ancora combattere per dimostrare il suo valore come shinigami e per conquistarsi il posto che desidera.
Riuscirà a compiere la sua missione e a scoprire chi è e chi è destinata ad essere?

Ren Scarborough è una shinigami il cui lavoro è quello di mietere le anime. Da sempre si è identificata con le sue capacità ed i suoi poteri, proprio per tale ragione, quando inizia a perdere il controllo su di essi, ogni sua certezza va in crisi.
L'avventura di Ren rappresenta la confusione dell'adolescenza che cerca la sua risoluzione grazie alla ricerca dell'identità, un percorso lungo e travagliato che conduce, dopo tante sofferenze, all'età adulta.

"-Non sei una shinigami - disse la voce. -Hai il volto di una mietitrice.-
Poi la mano dell'oscurità mi gettò di nuovo sul pavimento, e mi trovai con il viso premuto su un tappetino.
-Sono una shinigami - protestai con voce tremante. Se c'era una cosa assolutamente vera nella mia vita, era quella. Era ciò che mi era stato detto per tutta la vita. era la ragione per cui avevo dovuto abbandonare la mia famiglia. Dovevo essere una shinigami perchP se non lo ero allora non ero niente."

Anche Ren, come tutti, cerca una persona che la completi, che condivida con lei ogni debolezza, qualcuno che la accetti e che riesca a vedere in lei bellezza e meraviglia, nonostante tutte le parti buie che avverte dentro di sé. Tra i vari personaggi che le ruotano attorno, forse troverà qualcuno nei cui occhi effettivamente possa vedersi unica, speciale, sé stessa.
Una parte importante della storia è infatti lasciata al romanticismo, viene descritto lo sbocciare di una tenera storia d'amore, sentimento capace di nascere anche nel dominio della morte.

La parte migliore del romanzo è la costruzione del mondo fantastico e dell'immaginario ideato dall'autrice. Un abisso buio e pieno di orrori, un'idea nata da un intreccio di leggende ed idee nuove, che è descritto così bene da risultare concreto e pulsante di vita dinanzi agli occhi della mente del lettore.

"La Collezionista di Anime", primo di una dilogia dark fantasy, è un romanzo accattivante e intrigante, che presenta un'idea originale e particolarissima, descrivendo un mondo oscuro e affascinante. Il libro perfetto per chi ha amato la serie "Falce" e desidera leggere una storia magica, oscura e misteriosa. 

domenica 8 gennaio 2023

"Until I meet my husband" di Ryosuke Nanasaki e Yoshi Tsukizuki


"Until I meet my husband" è un volume pubblicato dalla casa editrice Starcomics sia in versione manga che in versione romanzo. Si tratta della storia vera di Ryosuke Nanasaki, illustrata dalla mangaka Yoshi Tsukizuki. Io ho letto la versione manga, che mi è stata inviata dalla casa editrice.

L'autore, un uomo omosessuale, ha scelto di narrare la sua storia per sensibilizzare i lettori e spiegare le difficoltà che ha dovuto affrontare durante la sua vita, da giovane sino al raggiungimento dell'età adulta.
La prima vera battaglia di Ruosuke è stata quella con sé stesso, che si rifiutava drasticamente di accettare la sua identità e le sue inclinazioni.
Infatti scoprirsi diversi dagli altri, proprio nell'età adolescenziale, quando si desidera l'omologazione e l'accettazione dei coetanei, può rivelarsi un'esperienza traumatica.
Ryosuke racconta ogni cosa senza risparmiare nulla: la sorpresa, da bambino, di possedere interessi giudicati insoliti per un maschietto, le prime prese in giro, il turbamento di scoprirsi attratto dai ragazzi e non dalle ragazze.
L'omosessualità viene presentata come una diversità che non si sceglie, ma che diventa un aspetto determinante della personalità e della vita.
Ryosuke attraversa la vita passando dall'ingenuità alla convinzione di non poter essere amato, perché la sua sensibilità si scontra con l'incontro di vari omosessuali che vivono nell'ombra e non cercano l'amore, non lo desiderano, ma cercano semplicemente incontri occasionali. Demoralizzato e convinto di non poter trovare niente di meglio delle avventure, Ryosuke si abbandona ad una vita dissoluta che tuttavia non lo rende felice. Ad un certo punto illude di incontrare l'amore, ma proprio quando inizia a concedersi di essere felice si rende conto di aver trovato un compagno troppo geloso, oppressivo, che non gli permette di vivere una vita serena.
Ricaduto nel pessimismo e nella solitudine, torna a vivere godendosi ogni giornata senza sperare troppo in cosa gli riserva il domani, tuttavia l'incontro con un uomo che porta il suo stesso nome e che si mostra particolarmente tenero nei suoi confronti gli fa credere che da lui potrebbe avere qualcosa di più di una notte di passione.
Attraverso varie vicissitudini, Ryosuke trova il suo lieto fine, e capisce che non avrebbe mai dovuto arrendersi all'infelicità e che causa del suo dolore sono state solamente le sue convinzioni e il rifiuto che provava nei suoi stessi confronti, comprendendo l'esigenza di far pace con i suoi stessi sentimenti e con sé stesso.

La storia che intendeva raccontare l'autore è stata resa benissimo da dai grigi di Yoshi, dalle espressioni dei personaggi, dall'attenzione sempre concentrata sui volti.

Le illustrazioni del volume non sono mai eccessivamente volgari, tuttavia varie tavole presentano contenuti piuttosto espliciti, perciò il volume si rivolge esclusivamente ad un pubblico adulto e maturo.

"Until I meet my Husband" è una storia d'amore, ma non la storia di due persone che si incontrano.
O almeno, non solo: è la storia di tutto ciò che viene prima, di un uomo che impara ad affrontare il timore di essere giudicato, i pregiudizi sempre vivi nella società, la paura di esporsi ad un tribunale in cui teme il giudizio altrui ma nel quale si è già condannato per primo. Un uomo che impara ad amare sé stesso, con pregi e difetti, fino a quando non diventa pronto per offrirsi ad un altro e poter realizzare il suo sogno di vivere insieme ad un'altra persona.



mercoledì 7 dicembre 2022

"Il segreto del re Lupo" di Tessonja Odette


"Senza quasi rendermene conto apro la bocca per parlare. Ma cos'è che voglio dire? Il mio cuore mi prega di stabilire una connessione, di dirgli che capisco. Di suggerire che forse gli umani e i fae non sono così differenti, dopotutto."

"Il segreto del re Lupo" è il primo capitolo della serie fantasy "Intangled with fae", un retelling della celebre fiaba della bella e la bestia, pubblicato dalla casa editrice "Saga", nuova realtà editoriale fantastica che sta proponendo numerosi titoli interessanti.

La storia è ambientata in un passato alternativo nel quale convivono creature fatate ed esseri umani e segue le avventure di Gemma, giovane donna che si rivela essere una protagonista atipica. Lungi dall'essere un'eroina senza macchia e senza paura, è infatti una ragazza dal passato difficile, non crede più nell'amore e desidera soltanto affrancarsi dall'autorevole ed oppressivo padre, che vorrebbe controllare ogni aspetto della sua esistenza.
Aspira a trovare un impiego che le permetta di rendersi indipendente e poter trascorrere il tempo libero in una serena solitudine, riempita dai sogni dei libri romantici che ama leggere ma non si aspetta di vivere. Perciò risponde a tutti gli annunci di lavoro che trova sui giornali, sperando che prima o poi qualcuno le offra la possibilità di un colloquio. Vorrebbe lavorare come amministratrice, poiché è brava nella gestione delle risorse economiche. Proprio per un annuncio da amministratore riceve una risposta e, con entusiasmo e piena di speranza, si reca al colloquio con le migliori intenzioni... per scoprire, però, che non era altro che il tranello di un fae (una creatura fatata), caduto in disgrazia, il quale l'ha attirata con l'inganno, perché ha bisogno di un complice umano per spezzare una maledizione che minaccia di ucciderlo.  Nonostante sia delusa, Gemma saprà tuttavia sfruttare la situazione a suo vantaggio, grazie al pronto intelletto che la contraddistingue. L a sua passione per i romanzi rosa le suggerirà l'idea giusta che potrebbe aiutare lei ed il fae, legando entrambi in un patto apparentemente poco problematico che dovrebbe dare ad entrambi ciò che cercano.

La prosa, in prima persona, è coinvolgente e scorrevole, i capitoli sono brevi e incalzanti. Inoltre la piacevole paratassi si adatta perfettamente al contenuto del romanzo che, grazie anche al ricorso di un linguaggio sarcastico, permette alla narratrice di fare ironia sulla materia narrata, avvicinando così il romanzo al genere del metatesto.

Gemma, protagonista e narratrice, è un personaggio con cui si empatizza subito. Una ragazza dai gusti semplici, che vorrebbe solo essere lasciata in pace e vivere la vita che desidera.
Ha un legame profondo con la sorella e una relazione conflittuale con il padre, il quale non le perdona i passi falsi del suo passato e che non tollera le sue divaga(zioni letterarie né tantomeno il suo desiderio di emancipazione.
Nonostante debba affrontare la disapprovazione del padre e delle coetanee, che non capiscono le sue aspirazioni, Gemma resta sempre aggrappata alle sue speranze e combatte per costruire il proprio futuro.

Il fae che conosce Gemma non ha un nome, o per meglio dire non lo ricorda: la maledizione che grava su di lui lo ha privato di molti ricordi preziosi. Gemma lo chiama "signor Rochester", prendendo il nome da uno dei suoi romanzi preferiti, ed egli lo accetta di buon grado. Con mister Rochester condivide non solo il nome ma anche la personalità: infatti, proprio come il celebre personaggio di Charlotte Bronte, il fae è arrogante, burbero e scostante, ma si affeziona alla protagonista e le mostra affetto e tenerezza, premure a cui Gemma troverà difficile resistere, nonostante si sia ripromessa di non cedere mai più alle dolci trappole dell'amore.
Anche il fae sembra turbato dai sentimenti inaspettati che scopre di provare nei confronti di Gemma, e non riesce a non dimostrarli e a stare lontano da lei, visto che in sua presenza si sente particolarmente a suo agio. Ma Gemma può davvero fidarsi di lui? Oppure la sua gentilezza non è altro che una maschera?

Sebbene ci sia una rigida divisione tra umani e fae, in realtà le differenze fra le due specie non si rivelano poi così marcate.
Sia umani che fae hanno sogni e desideri, paure segrete e sentimenti. I fae descritti dall'autrice sono creature bellissime e fatali, ma che possiedono le medesime debolezze umane, anche se non lo ammetterebbero mai.

"Forse Elliot ha ragione, forse i libri sono una strana forma di stregoneria umana, perché altrimenti come può una storia risultare così piacevole e così dolorosa allo stesso tempo?"

Un argomento su cui si sofferma molto l'autrice è l'amore per la lettura. Gemma nutre un profondo entusiasmo per le storie, spiegando quanto per lei sia importante e sottolineando quanto ami la letteratura d'amore, spesso sottovalutata ma diginitosa quanto tutti gli altri generi considerati più importanti.

"Ecco perché esiste la narrativa. Ci porta in luoghi in cui non andremo mai nella vita reale, ci permette di provare emozioni ed esperienze che forse non avremo mai la possibilità di sperimentare in prima persona. Non è qualcosa di cui avere paura. (...) E' vero che i libri possono farti sentire cose spiacevoli: tristezza, perdita, dolore. Ma possono anche farti sentire felice. Offrono finali e risoluzioni piacevoli che non esistono nella vita reale. (...) Leggo per il lieto fine che non ho mai avuto."

Ogni libro di qualsiasi genere letterario, è sempre anche una porta per leggerci dentro, per capire cosa proviamo e cosa amiamo, e dunque qualcosa di prezioso che ci arricchisce.

"La maledizione del re lupo" è un romanzo romantico che non ha pretese di essere una lettura impegnativa, ma anzi è un libro molto simpatico e scanzonato, che non si prende sul serio e offre qualche ora di piacevole svago.

giovedì 24 novembre 2022

"La Voce del Mare" di Natasha Bowen


La Voce del Mare” è un retelling fantasy, scritto da Natasha Bowen ed edito dalla Mondadori.

Questo tuffo nel passato mi ha rammentato della tenacia di mia Madre. Del suo amore per me e della benedizione di Yemoja ancor prima che venissi trasformata. Del coraggio della orisha nel creare le Mami Wata. Mi ricorda la mia stessa determinazione. La mia scelta. La mia decisione di avere la forza d’animo di rimediare”

Simidele è una Mami Wata, uno spirito del mare, metà pesce e metà donna che guida, attraverso le sue preghiere e l’aiuto della dea del mare Yemoja, le anime nel viaggio di ritorno verso Olodumare, il dio creatore.

Tutto ciò che hai bisogno di fare, e che devi fare, è raccogliere la anime di coloro che spirano in mare, e noi diremo una preghiera per benedirle nel loro viaggio di ritorno a Olodumare. Questo è il tuo scopo. Niente di più, niente di meno.”

Questa creatura fantastica ricorda poco della sua vita da umana e quel poco che rammenta le rinviene solo quando esce dal mare e la sua coda si trasforma in gambe. Sa che era un umana, sa che aveva una famiglia e sa che ad un certo punto le è accaduto qualcosa di tragico che non riesce mai a ricordare.

Cosa potrei raccontargli? […] Di un passato che il mare ha inghiottito?

Un giorno però, in mare Simi trova un ragazzo, ferito quasi mortalmente ma vivo, buttato giù da una delle tante navi di schiavisti che affollano le acque. Il suo compito sarebbe quello di trattare solo le anime, ma vedendo l’uomo in difficoltà non può fare a meno di sfruttare i propri poteri da Mami Wata per salvargli la vita. 

Il suo corpo racconta di sole e di alberi di mogano giganteschi, il loro interno di un delicato marrone al di sotto della corteccia.”

Non sa che, compiendo tale gesto, sfiderà un decreto di Olodumare che Yemoja tiene da sempre da nascosto e che, per ottenere il perdono per le sue azioni e salvare la dea sua madre e le sue sorelle, dovrà affrontare un viaggio lungo, lunghissimo in compagnia di Adekola, il giovane scontroso e ostinato che brama di tornare a casa per poter proteggere i suoi fratellini più piccoli.

Simidele. Ascoltami. So che sistemerai le cose. Ciò che è fatto è fatto. Non possiamo cambiare il passato, solo imparare da esso. Quello che succederà dopo dipende da te.”

La strada che i due giovani percorreranno assieme li porterà più vicini alla loro meta e renderà il loro legame più solido. Ma Eshu, il dio dell’inganno, vuole impedire che arrivino a destinazione, anche a costo della vita dei due e i sentimenti che Simi prova per Kola la metteranno in pericolo: se si abbandonerà ad essi, di lei rimarrà solo spuma di mare. E a quel punto tutto sarà perduto per sempre.

Perché se cederai all’amore per un essere umano, la tua forma verrà revocata e non sarai altro che spuma sul mare,”

Il romanzo è un pezzo di letteratura unico nel suo genere. Pur prendendo spunto dalla nota fiaba de “La Sirenetta”, reinterpreta personaggi ed eventi principali utilizzando come chiave di lettura il folklore africano, rendendo l’opera un racconto esotico, ma anche una testimonianza storica e culturale di usi e costumi di un popolo che fa della sua identità un vanto e delle sue tradizioni un gioiello. Ci viene mostrato, attraverso vari spezzoni della narrazione, uno spaccato di vita di una popolazione complessa ed acculturata, con un modo di interpretare il mondo differente da quello di noi europei.

E anche se la forma può cambiare, nel suo ripetersi rimane sempre la stessa. È la ragione per cui la nostra gente dispone le città in egual modo, la ragione per cui usa certi disegni nella sua arte, nelle acconciature dei capelli. Gli schemi della vita sono ovunque e non finiscono mai.”

Ahimé, mostra anche la verità dei fatti e le crudeltà a cui abbiamo sottoposto questi popoli, strappandoli non son solo della loro identità culturale ma anche della loro identità individuale, trattando le persone come merci e i luoghi come miniere da cui estrarre tutto ciò che è utile ed estirpare tutto ciò che non era comprensibile per l’uomo bianco, senza neanche per mettere uno scambio culturale e sociale che avrebbe potuto rendere entrambi i popoli più ricchi e non solo materialmente, ma anche spiritualmente.

L’umanità combatte per le stesse differenze che un tempo ha chiesto a Olodumare e che lui gli ha dato“

La Voce del Mare” è un fantasy piacevole che, pur soffrendo di una narrazione un po' lenta e della saturazione del mercato dei retelling, si distingue dalla massa per la sua chiave di interpretazione di una narrazione classica e per la lezione di storia e cultura che ci regala. Una gradevole novità in un genere di moda le cui narrazioni cominciano sempre più a confondersi fra loro.


~Articolo a cura di Luinil

giovedì 15 settembre 2022

"The Guardians - La chiave di Aramis" di Elle M.P


"Due legati sono in simbiosi. Il potere dell'uno scorre nelle vene dell'altro, è come un veleno senza antidoto. È un amore profondo, che va oltre qualsiasi cosa umana."

"The Guardians - La chiave di Aramis" è il primo romanzo di una serie urban fantasy di Elle M.P. che ha costruito un mondo immaginario in cui intreccia la magia con un contesto contemporaneo e frizzante, confezionando una storia perfetta per chi ha amato le avventure del mondo di "Shadowhunters o i racconti delle "Fate delle Tenebre" di Holly Black.

Elle M.P., attentissima ai dettagli estetici, ha curato moltissimo il suo romanzo.
Il volume, disponibile sia con la copertina rigida che flessibile, presenta le pagine in oro. Inoltre, è impreziosito da illustrazioni a colori di Carmen Daniele, e ogni capitolo è decorato dai disegni in bianco e nero dell'autrice. Sul suo sito è possibile acquistare  varie edizioni del libro, anche quella speciale con una box ricca di graziosissimi gadget, tra cui portachiavi, segnalibri, candele, tutti ispirati al mondo di The Guardians, acquistabili anche singolarmente.

La prosa, paratattica e priva di errori, coinvolge grazie ad un perfetto equilibrio tra descrizioni di luoghi e personaggi e digressioni introspettive.
Un dettaglio sfizioso è l'inserimento, in ogni capitolo, di una canzone di cui viene suggerito l'ascolto, per calarsi meglio nell'atmosfera delle vicende narrate. Le canzoni sono anche raccolte in una comoda playlist su Spotify.

Sulla Terra vive un popolo di creature magiche senza ali: sono i Guardiani, che vivono fra i mortali celando la loro vera identità.
Zach e Nathan, anch'essi provenienti dal mondo magico, sono legati, ossia uniti da un legame indissolubile che li rende compagni per l'eternità. Sebbene siano entrambi molto innamorati l'uno dell'altro, ciascuno dei due ha la sensazione che una storia d'amore tra loro non funzionerebbe e, per non distruggere la preziosa amicizia che condividono, scelgono di mantere una relazione platonica. Nonostante la difficile situazione, sembrano aver trovato un equilibrio finché, nel conservatorio di Berlino, presso il quale studiano, non conoscono Eileen, una ragazza dall'animo semplice ma profondamente ribelle e un pò sfrontata.
Zach e Nathan ne sono subito affascinati, stregati dalla sua bellezza e dalla sua personalità. Inoltre, scoprono presto che l'incontro con Eileen non è stato casuale: i tre ragazzi erano destinati ad incontrarsi, perché solo con l'aiuto di Eileen possono trovare la leggendaria chiave di Aramis e portare a termine un'importante missione. Come si evolverà la loro relazione? E qual è il misterioso passato che li unisce?

Il fulcro centrale del romanzo è la relazione fra i tre protagonisti: Zach, Eileen e Nathan. Tre personaggi apparentemente inconciliabili tra loro, tra i quali si instaura un legame atipico e molto forte.

Sebbene siano presenti moltissimi personaggi sono i tre protagonisti, che si alternano nella narrazione, a dar voce alla storia, ciascuno esibendo una personalità unica e distinguibile.
Durante il racconto tutti e tre affrontano sofferenze e traumi che li inducono a maturare e cambiare, rendendo partecipe il lettore dei loro turbamenti interiori.

Zach, da sempre innamorato di Nathan, si sorprende moltissimo quando scopre, per la prima volta, di provare gli stessi sentimenti nei confronti di Eileen. Si sente profondamente turbato, e gli occorrerà molto tempo per capire esattamente quali tremori agitano il suo cuore.

"Tutti continuavano a ripetere che io ed Eileen fossimo innamorati, ma io non riuscivo a capirlo. Non sapevo quanto questa storia delle visioni continuasse a farmi sentire quell'emozione forte che provavo in certi momenti semplicemente sfiorandola o guardandola negli occhi. Era simile a ciò che sentivo per Nathan e questo forse era il problema che mi rendeva impossibile distinguere i miei sentimenti verso di loro, perfino nei miei sogni."

Eileen, la cui sfrontatezza non è mai stata altro che una maschera per celare le sue insicurezze, si sente finalmente completa quando incontra Zach e Nathan. Non ha dubbi quando si rende conto di amare entrambi i ragazzi, che è sicura di aver atteso tutta la vita, e con i quali si sente protetta e al sicuro, forte e bellissima, rinata negli occhi dei due uomini che ama.

"Non importava quanto ombroso e misterioso fosse stato il mio passato (...) Avevo Zach e avevo Natham, e capii che il resto non era poi così importante."

Persino Nathan, apparentemente sempre sicuro di sé, non può far altro che arrendersi finalmente ai sentimenti che prova, sia nei confronti di Zach che di Eileen. Imparerà che abbandonarsi all'amore e offrire a sua volta il proprio cuore, non è una debolezza, ma una fortuna che non capita a tutti, e intende proteggere coloro che ama a costo della sua stessa vita.

"Si possono amare due persone allo stesso momento. Io amo te, e amo Eileen. Riuscite a dividervi il mio cuore senza problemi."

Insieme, Zach, Nathan ed Eileen costituiscono un trio che, seppure inizialmente diviso da screzi, si rivela ben assortito:  sono giovani in cammino, che si interrogano sul loro passato per poter evitare gli errori dei loro avi e orientarsi verso un futuro migliore, senza rinunciare a quanto di più prezioso posseggono: l'amore.

Consiglio il romanzo soprattutto a chi ama leggere le storie romantiche, visto che il romance è una componente molto importante del romanzo. Inoltre piacerà sicuramente agli appassionati di Urban fantasy e di avventure soprannaturali.
I  contenuti maturi - come la tematica poliamorosa e gli scontri particolarmente cruenti - rendono questo libro adatto ad un pubblico di adulti e giovani adulti.
Lo stile, particolarmente scorrevole e moderno, risulta di piacevole lettura, e garantisce ai lettori una storia svelta ed incalzante.

L'autrice, in "The Guardians", non vuole raccontare solo un'intrigante storia fantasy, ma anche e soprattutto approfondire una storia d'amore insolita, per trasmettere il messaggio che ogni relazione è unica e va vissuta entro i confini delle persone tra cui si instaura, e che è sempre ingiudicabile dall'esterno. 

domenica 21 agosto 2022

"C'era una volta un cuore spezzato" di Stephanie Garber

Credo che esistano molte altre possibilità oltre al "vissero per sempre felici e contenti" o al finale tragico. Ogni storia possiede il potenziale per infinite conclusioni.

Dopo aver stregato il mondo con i suoi romanzi fantasy Caraval, Legend e Finale, Stephany Garber torna sul panorama letterario con "C'era una volta un cuore spezzato", il primo capitolo di una nuova serie ambientata nello stesso universo di Caraval.

Evangeline Fox, adolescente orfana che ha sempre creduto nel lieto fine, nelle fiabe antiche e nella magia, va in crisi quando scopre che il suo amato fidanzato, l'amore della sua vita, con il quale immaginava una vita insieme, sta per sposare Marisol, la sua sorellastra. Convinta che l'amore che li lega non sia sincero e sicura che il matrimonio improvviso sia causato da un maleficio, si rivolge a Jack, il Principe di Cuori, noto come dio degli amori infelici, sperando che possa aiutarla. Ma Jack non è un dio clemente: è capriccioso e ribelle, e soprattutto il suo aiuto non è mai gratuito.
Infatti Jack assicura ad Evangeline di poter impedire le nozze, ma soltanto in cambio di tre baci, che dovrà dare a tre persone diverse quando lui glielo chiederà.
Stringendo lo stranissimo patto, Evangeline non immagina che ha accettato di vivere una grande e pericolosa avventura...

Come nella sua opera precedente, è preponderante nella storia il confronto fra due sorelle. Non sono però legate dal sangue, ma sorellastre, rese rivali dall'amore per lo stesso ragazzo, dal desiderio spasmodico di un lieto fine, il cui raggiungimento sembra così difficile che, per ottenerlo, il compromesso è indispensabile, necessario.

La Garber ha più volte dato prova di una fantasia esplosiva, anche se alcune idee in quest'ultimo romanzo non mi hanno particolarmente entusiasmato, e che sembravano dissonanti con il mondo fantastico da lei creato. L'autrice riesce tuttavia sempre a dare tridimensionalità al suo universo, ai suoi personaggi e alle sue idee, facendole apparire sempre ben incastrate nella storia e credibili nel suo tessuto narrativo.

Evangeline, dal cui punto di vista sono narrati tutti gli eventi, è una protagonista che, sebbene inizialmente si presenti come una fragile fanciulla capricciosa, affronta una crescita notevole e il viaggio che intraprende è sia reale - lontano dai luoghi in cui ha sempre vissuto - sia metaforico, in bilico fra colpa e paura, coraggio e ribellione.

Marisol è un personaggio ambiguo. Per tutto il romanzo la sua immagine cambia, presentandosi di volta in volta come una damigella indifesa e succube della madre o come manipolatrice spietata. Evangeline ha sempre desiderato una sorella e vorrebbe credere di poter costruire con Marisol un rapporto di fiducia sincero, ma può fidarsi di lei?

Jack, il Principe di Cuori, è un personaggio brillante e folle che è stato già presentato nei libri precedenti, sopratutto in Legend e ancor più in Finale. Capace di atti di estrema clemenza come di estrema crudeltà, è imprevedibile ed Evangeline non sa mai cosa aspettarsi da lui.

Sentimenti contrastanti si confondono, inducendo anche il lettore a interrogarsi su questioni morali spinose e personaggi grigi, ingiudicabili.

Stephanie Garber, con la sua caratteristica prosa ricca, preziosa e sognante, gioca con le fiabe e con le infinite possibilità dello storytelling, presentando una nuova avventura in cui ogni capitolo ribalta il precedente, capovolgendo tutto ciò che il lettore credeva di sapere.

"C'era una volta un cuore spezzato" è un libro che illude il lettore e gioca con i topos fiiabeschi, che mischia magia e paura per confezionare una storia che intriga e inquieta. E che riuscirà a sorprendere, anche stavolta, con un finale del tutto inatteso. 

martedì 9 agosto 2022

"Before we disappear" di Shaun David Hutchinson


"Before we disappear" è un romanzo fantasy di Shaun David Hutchinson, un piccolo gioiello in cui mi sono imbattuta per caso. 

Nel 1909, a Seattle, durante quella che sarebbe stata ricordata come la "fiera dei mondi", si esibisce Evangeline, maga capace di numeri di magia senza paragoni che ogni sera affascina il suo pubblico. 
Tuttavia, durante la fiera, un altro mago sembra rubarle la scena: è Laszlo che, con il suo spettacolo, conquista subito il favore della critica e sposta l'attenzione su di sé. 
Desiderosa di essere la migliore, Evangeline incarica il suo giovane apprendista, Jack, di infiltrarsi in casa di Laszlo per indagare sui suoi segreti e apprendere i suoi trucchi. Jack obbedisce ma resta molto turbato quando, nell'appartamento del mago, incontra Wilhelm, il giovane apprendista di Laszlo, in catene. 
Lazlo, il cui vero nome è Theodore, è un impostore. Non mette in scena dei trucchi ma vera magia, la magia di Wilhelm, nato con doni molto particolari, e lo tiene prigioniero per sfruttarne le capacità. Jack, ladro dal cuore sensibile non vuole lasciarlo in quelle condizioni, ma non sarà facile liberare Wilhelm dalla sua schiavitù, che è fisica ma anche psicologica. Durante un percorso difficile, i due ragazzi cercheranno di salvarsi l'un l'altro e scopriranno che, forse, la più grande magia è proprio essere sé stessi. 

 In una narrazione che alterna le voci di Jack e Whilelm, si mettono a confronto le storie di due personaggi ugualmente oppressi da due personalità troppo invadenti ed egocentriche. Riusciranno a non scomparire, perdendo la propria identità nella proiezione delle volontà altrui?

"Before we disappear" è un romanzo che tratta temi importanti, come l'abuso psicologico e la dipendenza emotiva, e narra una storia d'amore delicatissima e dolce. Ma soprattutto è un romanzo con un'ambientazione magica ed esplosiva, una caleidoscopica avventura che fa viaggiare il lettore con la fantasia. E che, proprio come uno spettacolo di magia, saprà stupire ed emozionare, fino all'ultima pagina. 


Nota: al momento questo libro è disponibile solo in lingua inglese.

martedì 24 maggio 2022

"Questa violenta fine" di Chloe Gong

“Questa violenta fine” è il romanzo conclusivo della duologia scritta da Chloe Gong ed edita, in Italia, dalla casa editrice Mondadori.

Erano tutti uguali. Era quella città, divisa per nomi, colori e manti erbosi, ma in un certo senso capace di trasudare un’unica, identica sfumatura di violenza.”

Proprio quando sembrava che Shanghai stesse per tornare alla normalità, libera dai mostri e dagli insetti che instillavano la follia e il suicidio nelle persone, lettere misteriose di ricatto arrivano alla Gang Scarlatta, pretendendo un riscatto per non liberare una nuova ondata di suicidi su una città già resa instabile dalle rivolte comuniste. Quando però le stesse minacce arrivano ai Fiori Bianchi ed essi le ignorano, l’impossibile ritorna a fare capolinea dagli angoli oscuri della città: i mostri sono tornati e, stavolta, riescono a manovrare la follia a loro piacimento, sterminando un intero locale appartenente alla fazione russa. A quel punto, le due gang criminali decidono di collaborare, mettendo a lavorare fianco a fianco i due giovani eredi.

Ma le due organizzazioni non sanno che, qualsiasi sentimento possa aver legato in passato Roma Montagov e Juliette Cai è sparito, cancellato dalla rabbia e dalla sete di vendetta nel momento in cui la giovane erede scarlatta ha ucciso l’amico di Roma e di suo cugino Benedikt, Marshall, per dimostrare alla propria Gang e a Tayler, suo cugino, di stare lavorando sotto copertura. E sebbene tutta la messa in scena costi ancora tanto a Juliette, ella è convinta di aver fatto la cosa giusta, anche per il bene di Roma. 

Ai tempi di New York era così brava a mentire, così brava a fingere di essere una persona completamente diversa. Questi ultimi mesi l’avevano consumata finché di lei non era rimasto nient’altro di lei se non… lei stessa,”

Egli infatti non sa che Marshall è vivo e tenuto al sicuro da Juliette, in maniera tale da tenere in vita se stessa e le persone a cui tiene. Ciò nonostante, l’erede scarlatta non può combattere in eterno i suoi sentimenti, anche se cerca di erigere un muro fra di loro, e quando Roma si troverà in pericolo, piuttosto che permettergli di rischiare la vita sua o delle persone a lui care, metterà in gioco la propria, lasciando il giovane russo confuso e arrabbiato.

Perché erano nati in due famiglie in guerra e lei avrebbe preferito morire per mano di Roma piuttosto che essere causa della sua morte.”

Ma gli eredi giocano un gioco pericoloso e, mentre cercano di salvare la città da un epidemia di mostri e suicidi, non si accorgono che i loro genitori complottano alle loro spalle, alleandosi con la politica e distruggendo la città che Roma e Juliette hanno tanto a cuore. Quando i Nazionalisti colpiranno al città, decisi a sterminare la minaccia comunista, niente dell’impero delle Gang rimarrà in piedi e, la verità sul comportamento di Juliette, verrà a galla in un momento in cui la città sarà in bilico fra il caos e la guerra, dove lei si troverà a compiere una scelta terribile fra ciò che ama e ciò che le hanno insegnato.

La rivoluzione è questo, dopotutto, Una scia di sangue che serpeggi a da porta in porta, chiassosa e violenta, finché i ricchi non possono più distogliere lo sguardo.”

Alla fine, agli innamorati non resterà che una scelta da fare: combattere, per il bene di una città che odiano e che amano allo stesso tempo? O scappare, per l’amore che li unisce?

Allora io avrei vissuto una vita normale, bramando un grande amore che non avrei mai trovato, perché alle persone normali accadono cose normali, e le persone normali si accontentano di qualsiasi cosa le soddisfi, senza mai sapere se ci sarebbe stata una felicità più grande in un’altra vita.”

Il libro, a differenza di quello che lo ha preceduto e anche grazie al lavoro storico e narrativo di introduzione che “Queste gioie violente” ha svolto, procede con dei ritmi molto più incalzanti e serrati, lasciando raramente la sensazione di attimi di spazio bianco, fra un evento e l’altro, dove il lettore non sa bene dove la storia voglia andare a parare.

Affonda dritto nel profondo e afferra ciò che batte sotto la superficie, ed è l’amore che sopravviverà quando tutto il resto sarà morto.”

In questa sede vengono approfonditi molto di più i caratteri, le motivazioni e, in generale, la costruzione di tutti i personaggi secondari che colorano la storia della Shanghai del 1927, rendendo la storia più coinvolgente ed in grado di esercitare attrattiva anche nelle relazioni che vanno al di là di quella romantica, sull’onda dell’amore-odio che coinvolge Roma e Juliette.

Per amarti e onorarti, laddove nemmeno la morte può dividerci. In questa vita e nella prossima, finché le nostre anime rimarranno, la mia troverà sempre la tua. Queste sono le promesse che io faccio a te.”

La fine del romanzo, sebbene avvenga con una velocità insolita, rispetto a tutti gli avvenimenti della duologia, segue un ritmo accelerato per dare il senso di impulsività e di avventatezza che gli avvenimenti esigono, lasciando il lettore a struggersi e a chiedersi se, senza la disperazione e il senso di impotenza e di appartenenza che permeava Roma e Juliette alla fine, le cose non sarebbero potute andare diversamente.

“«Continua a lottare per amore.» Juliette aveva voluto essere egoista, aveva voluto fuggire. Ma il loro amore era fatto così: violento e sanguinoso. Quella città era il loro amor. Non potevano negare di essere stati cresciuti come gli eredi di Shanghai, due pezzi di uno stesso trono. Cosa restava del loro amore se rifiutavano ciò?”

Questa violenta fine” è la degna conclusione di un opera che parla di sangue, amore, violenza e lealtà. È un opera che parla anche di scelte, che vanno al di là di quello che gli altri ci impongono e che, alla fine, il mostro più terrificante di tutto il modo, non è necessariamente quello con le fattezze bestiali, ma quello capace di fare male al prossimo senza motivo alcuno se non quello della propria vana gloria e dell’onore.

“«Una rosa è una rosa, anche con un altro nome» sussurrò. «Ma siamo noi a scegliere se offrire bellezza al mondo, o usare le nostre spine per pungere» Potevano scegliere. Amore o sangue. Speranza o odio.”

~Articolo a cura di Luinil