martedì 24 maggio 2022

"Questa violenta fine" di Chloe Gong

“Questa violenta fine” è il romanzo conclusivo della duologia scritta da Chloe Gong ed edita, in Italia, dalla casa editrice Mondadori.

Erano tutti uguali. Era quella città, divisa per nomi, colori e manti erbosi, ma in un certo senso capace di trasudare un’unica, identica sfumatura di violenza.”

Proprio quando sembrava che Shanghai stesse per tornare alla normalità, libera dai mostri e dagli insetti che instillavano la follia e il suicidio nelle persone, lettere misteriose di ricatto arrivano alla Gang Scarlatta, pretendendo un riscatto per non liberare una nuova ondata di suicidi su una città già resa instabile dalle rivolte comuniste. Quando però le stesse minacce arrivano ai Fiori Bianchi ed essi le ignorano, l’impossibile ritorna a fare capolinea dagli angoli oscuri della città: i mostri sono tornati e, stavolta, riescono a manovrare la follia a loro piacimento, sterminando un intero locale appartenente alla fazione russa. A quel punto, le due gang criminali decidono di collaborare, mettendo a lavorare fianco a fianco i due giovani eredi.

Ma le due organizzazioni non sanno che, qualsiasi sentimento possa aver legato in passato Roma Montagov e Juliette Cai è sparito, cancellato dalla rabbia e dalla sete di vendetta nel momento in cui la giovane erede scarlatta ha ucciso l’amico di Roma e di suo cugino Benedikt, Marshall, per dimostrare alla propria Gang e a Tayler, suo cugino, di stare lavorando sotto copertura. E sebbene tutta la messa in scena costi ancora tanto a Juliette, ella è convinta di aver fatto la cosa giusta, anche per il bene di Roma. 

Ai tempi di New York era così brava a mentire, così brava a fingere di essere una persona completamente diversa. Questi ultimi mesi l’avevano consumata finché di lei non era rimasto nient’altro di lei se non… lei stessa,”

Egli infatti non sa che Marshall è vivo e tenuto al sicuro da Juliette, in maniera tale da tenere in vita se stessa e le persone a cui tiene. Ciò nonostante, l’erede scarlatta non può combattere in eterno i suoi sentimenti, anche se cerca di erigere un muro fra di loro, e quando Roma si troverà in pericolo, piuttosto che permettergli di rischiare la vita sua o delle persone a lui care, metterà in gioco la propria, lasciando il giovane russo confuso e arrabbiato.

Perché erano nati in due famiglie in guerra e lei avrebbe preferito morire per mano di Roma piuttosto che essere causa della sua morte.”

Ma gli eredi giocano un gioco pericoloso e, mentre cercano di salvare la città da un epidemia di mostri e suicidi, non si accorgono che i loro genitori complottano alle loro spalle, alleandosi con la politica e distruggendo la città che Roma e Juliette hanno tanto a cuore. Quando i Nazionalisti colpiranno al città, decisi a sterminare la minaccia comunista, niente dell’impero delle Gang rimarrà in piedi e, la verità sul comportamento di Juliette, verrà a galla in un momento in cui la città sarà in bilico fra il caos e la guerra, dove lei si troverà a compiere una scelta terribile fra ciò che ama e ciò che le hanno insegnato.

La rivoluzione è questo, dopotutto, Una scia di sangue che serpeggi a da porta in porta, chiassosa e violenta, finché i ricchi non possono più distogliere lo sguardo.”

Alla fine, agli innamorati non resterà che una scelta da fare: combattere, per il bene di una città che odiano e che amano allo stesso tempo? O scappare, per l’amore che li unisce?

Allora io avrei vissuto una vita normale, bramando un grande amore che non avrei mai trovato, perché alle persone normali accadono cose normali, e le persone normali si accontentano di qualsiasi cosa le soddisfi, senza mai sapere se ci sarebbe stata una felicità più grande in un’altra vita.”

Il libro, a differenza di quello che lo ha preceduto e anche grazie al lavoro storico e narrativo di introduzione che “Queste gioie violente” ha svolto, procede con dei ritmi molto più incalzanti e serrati, lasciando raramente la sensazione di attimi di spazio bianco, fra un evento e l’altro, dove il lettore non sa bene dove la storia voglia andare a parare.

Affonda dritto nel profondo e afferra ciò che batte sotto la superficie, ed è l’amore che sopravviverà quando tutto il resto sarà morto.”

In questa sede vengono approfonditi molto di più i caratteri, le motivazioni e, in generale, la costruzione di tutti i personaggi secondari che colorano la storia della Shanghai del 1927, rendendo la storia più coinvolgente ed in grado di esercitare attrattiva anche nelle relazioni che vanno al di là di quella romantica, sull’onda dell’amore-odio che coinvolge Roma e Juliette.

Per amarti e onorarti, laddove nemmeno la morte può dividerci. In questa vita e nella prossima, finché le nostre anime rimarranno, la mia troverà sempre la tua. Queste sono le promesse che io faccio a te.”

La fine del romanzo, sebbene avvenga con una velocità insolita, rispetto a tutti gli avvenimenti della duologia, segue un ritmo accelerato per dare il senso di impulsività e di avventatezza che gli avvenimenti esigono, lasciando il lettore a struggersi e a chiedersi se, senza la disperazione e il senso di impotenza e di appartenenza che permeava Roma e Juliette alla fine, le cose non sarebbero potute andare diversamente.

“«Continua a lottare per amore.» Juliette aveva voluto essere egoista, aveva voluto fuggire. Ma il loro amore era fatto così: violento e sanguinoso. Quella città era il loro amor. Non potevano negare di essere stati cresciuti come gli eredi di Shanghai, due pezzi di uno stesso trono. Cosa restava del loro amore se rifiutavano ciò?”

Questa violenta fine” è la degna conclusione di un opera che parla di sangue, amore, violenza e lealtà. È un opera che parla anche di scelte, che vanno al di là di quello che gli altri ci impongono e che, alla fine, il mostro più terrificante di tutto il modo, non è necessariamente quello con le fattezze bestiali, ma quello capace di fare male al prossimo senza motivo alcuno se non quello della propria vana gloria e dell’onore.

“«Una rosa è una rosa, anche con un altro nome» sussurrò. «Ma siamo noi a scegliere se offrire bellezza al mondo, o usare le nostre spine per pungere» Potevano scegliere. Amore o sangue. Speranza o odio.”

~Articolo a cura di Luinil

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