“Le Impure” è un libro fantasy, distopico e autoconclusivo, scritto da Kim Ligget ed edito dalla casa editrice Mondadori.
“Pensavo che la mia magia consistesse in questo: nella capacità di vedere cose precluse agli altri, cose che non volevano ammettere nemmeno con se stessi. Ma basta solo aprire gli occhi. I miei sono spalancati.”
Tierney James è una ragazza, figlia del dottore del suo paese e benestante che dovrà presto affrontare l’anno di grazia, un periodo di prova per tutte le ragazze che hanno un età compresa fra i quindici e i sedici anni, nella quale verranno bandite dal villaggio per potersi liberare dalla magia che si crede si impossessi di loro e che faccia impazzire gli uomini. Tierney non ha paura tanto per lei, quanto per la sua famiglia. Infatti, se non riuscirà a tornare dall’anno di grazia, da viva o da morta, saranno le sue sorelline più piccole ad essere bandite dal villaggio e mandate nei sobborghi, dove l’unico modo per sopravvivere è vendere il proprio corpo ai bracconieri, i cacciatori delle ragazze che affrontano l’anno di grazia.
“Mio padre mi ha sempre detto che una persona è il risultato di tutte le piccole scelte che ha compiuto nella vita. Le scelte che non nota mai nessuno. Forse non potrò esercitare il controllo su molte cose, tipo chi sposerò o quanti figli genererò, però posso esercitare il controllo su questo momento. E non ho intenzione di sprecare l'occasione.”
Nonostante tutto, però, la giovane ragazza ha dei sogni: da sempre allevata da suo padre come il figlio maschio che non ha mai avuto, ha grandi capacità di osservazione e abilità di sopravvivenza e sogna, al suo ritorno, di lavorare nei campi ed essere padrona di se stessa, senza dover avere un marito. Le ragazze dell’anno di grazia, infatti, poco prima di partire, affrontano la cerimonia del velo: alcune di loro, saranno scelte, per non dire “comprate”, dagli uomini in cerca di moglie, che diventeranno loro mariti al loro rientro dai boschi. Come segno di impegno, ricevono dai padri un velo, simbolo del loro status e del fatto che non dovranno e non potranno più lavorare.
Tierney però, ha fatto di tutto nella sua vita per non ricevere un velo ed è sufficientemente convinta di esserci riuscita.
“Questo è il problema quando si lascia entrare un barlume di luce: dopo che ci viene sottratto, sembra che l’oscurità sia più profonda di prima.”
Quando però il suo più caro amico, Michael Welk, futuro capo del villaggio, si mostra a lei come futuro marito, la mattina dell’anno di grazia, Tierney si sente sconvolta e tradita: lui più di tutti doveva sapere quanto lei desiderasse appartenere solo a se stessa. È avvolta dal mantello, regalo di sua sorella maggiore June, e con il dispiacere nel cuore che la ragazza si allontana dal villaggio, assieme alle sue compagne.
Non sa che di lì a poco, le cose nell’accampamento delle ragazze dell’anno di grazia, lasciato distrutto da coloro che le hanno precedute, diventeranno sempre più strane. Dopo pochi giorni anche Tierney si sentirà sempre più paranoica e, quando le sue compagne, capitanate dalla terribile Kiersten, diventeranno infine violente e si spingeranno fino a ferirsi a vicenda, la giovane James deciderà di mettersi in mezzo, ferendosi gravemente e riuscendo a fuggire fuori dai confini dell’accampamento.
“Nessuno osava muoversi né trasalire. Se siamo diventate già così, mi vengono i brividi al pensiero di come saremo tra un anno.”
Lì verrà presa in custodia da un bracconiere, Ryker, e penserà che la sua vita sia finita, solo per poi scoprire che il bracconiere deve un favore a suo padre, e che si sta prendendo cura di lei come favore personale. Fra i due nascerà un intesa naturale ed un amore dolce che li porterà a desiderare di fuggire assieme. Ma gli altri bracconieri non hanno pietà e le ragazze dell’anno di grazia sono sempre più folli, brutali e spietate. Cos’è la maledizione che le fa impazzire? E riusciranno Tierney e Riker ad avere la libertà che desiderano?
“Ho trascorso qui le mie ore più felici e anche quelle più dolorose. Trovo impossibile separare le due cose e, sinceramente, non credo di volerlo fare.”
Il romanzo di Ligget è una di quelle letture particolari che lasciano un segno. Capace di toccare corde, scoperte e sensibili, fa appello ad ognuno dei lettori, rimescolandoci le emozioni dentro e lasciando un impronta sul nostro animo. Infatti, seppur romanzato, “Le Impure” racconta vicende di vita, di resistenza, di affronti e di soprusi che ogni donna deve affrontare e di atteggiamenti, così radicati e sottili, non solo nella società patriarcale in generale ma anche nelle donne in particolare, che sono così reali, così veri, che guardandoli da fuori ci feriscono, ci fanno arrabbiare e che ci fanno rendere conto dei nostri errori, inconsci, inconsapevoli ma che sono lì a giudicarci.
“Ho trascorso la maggior parte della mia vita a osservare le persone e a giudicarle, inserendole in una categoria o nell’altra, perché ciò mi permetteva di non concentrarmi su me stessa, Mi chiedo cosa vedrei se mi imbattessi oggi in Tierney James.”
Un’altra scelta narrativa che ho apprezzato e l’uso estensivo dei fiori come linguaggio segreto di un popolo rimasto bloccato nel tempo, e di tutti quei gesti, nascosti in bella vista, che disseminano indizi, come mollichine di pane, lasciando al lettore la decisione di riflettere a fondo sulla vicenda e raccogliere tutte le informazioni, o correre fino alla fine per lasciarsi stupire da tutte le verità rimaste nascoste dal nostro non voler vedere.
“Le labbra mi tradirebbero. Ma questo fiore gli dirà tutto quello che vuole sentire, tutto quello che ha bisogno di dire a se stesso. Potrà dare un’interpretazione a ogni petalo, a ogni sepalo, a ogni segmento del gambo, ma il significato rimarrà sempre lo stesso.”
“Le Impure” è un romanzo accattivante ed infervorante, come tutte le narrazioni che contengono verità, che parla di rassegnazione e di speranza allo stesso tempo, di stasi e di voglia di essere diversi, e della consapevolezza che i cambiamenti sono necessari ma che non tutti possono essere fatti subito. Molti vogliono tempo, lungo tempo, tanti sforzi e la capacità di comprendere quando è il momento giusto di ritirarsi per non vanificare gli sforzi fatti. “Le Impure” parla di donne, imperfette ma piene di speranza, grazia e di solidarietà nascosta. Parla di ribellione e della speranza di costruire un modo migliore, liberandosi dalle catene. Tutto però, inizia da un solo, piccolo passo.
“Nell’istante in cui superiamo la soglia, sento qualcosa montare dentro di me,: è più forte della rabbia, più forte della paura, più forte di qualsiasi emozione abbiano cercato di inculcarci. È un senso di appartenenza, l’idea di condividere qualcosa di importante di ciascuna di noi presa singolarmente.”
-Articolo a cura di Luinil
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