venerdì 31 dicembre 2021

Bilancio delle letture del 2021

Oggi è l'ultimo dell'anno, ed è tempo per il bilanco delle letture di fine anno! 


•Un autore che ho scoperto quest'anno:


William Lashner. Dopo aver letto i primi due capitoli della serie di Elizabeth Webster sono stata conquistata dal suo stile e al momento sto recuperando molti dei suoi legal thriller, che ritengo davvero dei capolavori del genere.

Ne ho parlato approfonditamente qui

•Un fumetto che mi ha sorpresa:

Il tesoro di Nora. Sto studiando psicologia e questo volume toccante riesce a spiegare ai bambini con delicatezza il disturbo depressivo maggiore. Consigliatissimo.

Ne ho parlato qui

•Un libro che mi ha fatto piangere:
Ormai chi mi segue sa già la risposta. Il libro è "Quasi come un gatto" di Carlie Sorosiak, un profondo romanzo che spiega il senso dell'esistenza e la bellezza della vita. Un romanzo che ti lascia orfano, nel momento in cui volti l'ultima pagina, perché di storie così belle se ne trovano veramente poche. Posso tranquillamente definirlo il libro più bello del 2021.

Recensione qui

•Un libro che volevo leggere da anni e finalmente ho letto:


Havoc, di Chris Wooding. È il seguito di Malice, libro che ho letto esattamente dieci anni fa. Non è mai stato tradotto in italiano, quindi ho dovuto imparare molto bene l'inglese per poterlo leggere. Sono orgogliosa di dire che finalmente ci sono riuscita, e da alcuni mesi leggo regolarmente libri in lingua inglese senza troppe difficoltà.

•Un libro che mi ha scaldato il cuore:


La casa sul mare celeste. Un'opera stupenda, dolcissima, che rileggerei e sicuramente rileggerò. Un libro capace di commuoverere, una coccola per l'anima. Una storia molto carina e romantica, con personaggi indimenticabili.

Ne ho parlato qui

•Un sequel che aspettavo e che mi è piaciuto proprio come prevedevo:
"Il destino di una fata", di Elisabetta Gnone. Ho amato ogni libro di questa autrice dedicato alla serie di Fairy Oak, e questo ultimo capitolo è stato decisamente all'altezza delle aspettative, anzi, mi sbilancio e dico che le ha persino superate.

•Il miglior retelling:


-Anna K. una love story. Un originale retelling di Anna Karenina che mantiene vivo lo spirito del romanzo classico al quale si ispira riuscendo a proporre un racconto innovativo, calzante con le contraddizioni della società contemporanea.

Qui la recensione

•Una serie di romanzi che non mi aspettavo mi piacesse così tanto:

Una storia di magia e di stregoneria di Chris Colfer. Sia chiaro, ero sicura che sarebbero stati dei bellissimi libri fantasy. Eppure si sono rivalati metafore sorprendenti della vita e delle difficoltà psichiche, riuscendo ad affrontare, tramite una storia per bambini, il tema scottante delle diversità, dell'abbandono, dell'importanza di un supporto psicologico.

Qui la recensione di Una storia di magia
Qui la recensione di Una storia di stregoneria

•Il libro più spaventoso:

La leggenda di Momo, di Daniele Nicastro


Non ho avuto nessun dubbio nella scelta del titolo vincitore di questa categoria. Ovviamente è un complimento, dal momento che si tratta di un romanzo horror! Fidatevi se vi dico che Nicastro, con questo libro, non vi permetterà più di fare sogni tranquilli.

Ne ho parlato qui e ve lo consiglio moltissimo se cercate una lettura che vi dia i brividi.


•Il libro più lungo che ho letto: 

Uccelli di Rovo 



Un romanzo che ho sempre voluto leggere, un amore impossibile e struggente che sboccia nella torrida Australia, una storia che attraversa le vite di tre generazioni di donne nella prima metà del 900: decisamente non mi ha delusa. 



Possono dirsi conclusi i bilanci di fine anno! Ovviamente molti altri libri mi hanno colpita, ma non posso citarli tutti. Questi sono stati i miei preferiti.

mercoledì 29 dicembre 2021

"Harley Queen - Black +White+ Red"

"Harley Queen - Black +White+ Red" è un volume pubblicato recentemente dalla casa editrice Panini, interamente dedicato al personaggio di Harley, protagonista dell'universo supereroistico DC.

Harley Quintzel, giovane e brillante psichiatra, ha ceduto al fascino del criminale Jocker, il quale l'ha sedotta illudendola di amarla per poi abbandonarla dopo averne sfruttato l'aiuto per scappare dalla sua cella di massima sicurezza.
Harley aveva voltato le spalle alla sua vita ordinata e razionale per abbracciare completamente la sregolatezza di Jocker, un'esistenza nella quale ritrova la sua essenza più sincera.


Harley Quinn, dopo essere stata  brutalmente lasciata dal compagno e defraudata del ruolo di comprimaria, si è presa con la forza quello della protagonista, affermandosi con impeto nel panorama fumettistico. Lontana dalla ladra elegante e dall'eroismo irreprensibile di Wonder Woman, Harley è totalmente e dichiaratamente pazza.
Proprio come per Jocker, tuttavia, la sua follia è solo una maschera, per nascondere a tutti i suoi veri sentimenti ed impedire al prossimo di approfittarne.
Silenziosa e riservata quando era una dottoressa, Harley è diventata rumorosa e accentratrice, amante delle folle ed alla costante ricerca di un pubblico che la ammiri, ma soprattutto che possa temerla, e rispettarne il  carattere aggressivo, mai più sottomesso.
Harley è la bella che si è innamorata della bestia, e non è riuscita a redimerla, diventando essa stessa un mostro pur di stare al suo fianco.
Tuttavia conserva un cuore da principessa e un animo gentile, che però mostra raramente e tenta disperatamente di nascondere, perché pensa che sia l'unico modo per sopravvivere e non lasciarsi sopraffare.

Un'arrivista, la compagna del cattivo, la pazza vestita da clown: pochi sono andati oltre questa sua facciata.
Solo Batman, durante i loro incontri, intuisce la bontà di Harley. Lui è  l'unico dal quale lei si sia mai sentita vista, e gli è riconoscente perché, nel suo sguardo, Harley si è vista ancora principessa e non più mostro.


Inoltre, anche se i personaggi attorno a lei tendono a dimenticarlo, lasciandosi ingannare dalla sua apparenza frivola, Harley è e resta una donna profondamente intelligente nonché una bravissima psicologa, capace di esaminare le personalità dei suoi nemici ed individuarne con facilità i punti deboli.

Black and White plus Red è un volume spumeggiante, che raccoglie diciannove storie brevi dedicate al personaggio di Harley Quinn: diciannove artisti internazionali (anche alcuni italiani, tra cui Mirka Andolfo, Matteo Scalera ed Eleonora Carlini) hanno scritto un'avventura per l'eroina più bizzarra del panorama fumettistico, interpretando varie sfaccettature del personaggio. Gli ultimi racconti hanno un'ambientazione natalizia, per questo l'opera si presta come lettura perfetta per il periodo delle feste.

Gli unici colori presenti nelle tavole sono Bianco, Nero e rosso: i suoi colori, i colori tipici dell'abito da pagliaccio di Harley. In un mondo bianco e nero, qual era l'esistenza piatta che si era costruita, è esploso il rosso della passione, del dolore, della rabbia.
Ma il rosso è anche il colore di un tenero battito d'amore: c'è una parte, nel cuore di Harley, non ancora intaccata dall'odio, che tuttavia tiene accuratamente nascosta.

La prima storia, con le stupende tavole di Stephan Sejic, autore anche  di "Harleen", volume che racconta la genesi del personaggio. Questa storia è forse la più profonda e toccante, capace di trascinare subito il lettore in un microcosmo disturbante eppure poetico, illustrando una Harley Quinn pericolosa, fatale e dolce come solo una donna sa essere.

Harley Quinn, pur nelle sue estremizzazioni, è metafora di una donna che non si lascia abbattere dalle offese altrui, che con quel che resta dalle macerie delal sua vita distrutta sa ricostruirsi da sola senza difficoltà, che non abbraccia mai la resa e combatte, fino all'ultimo respiro, con ogni arma rimasta.

E spesso quell'arma non è un coltello né l'iconico martello che porta sempre dietro -ammiccamento alla forza leggendaria ed epica del dio norreno Thor - ma più semplicemente una risata, quel sorriso eterno che nessuno può distruggere né portarle via. 

"Quarantine Prophets - Epifania"


“Quarantine Prophets - Epifania” è un fumetto nato dalle menti di Fabio Guaglione, Luca Speranzoni, Daniele Rudoni e Giovanni Timpano ed edito dalla Panini Comics. Il fumetto fa parte di un progetto editoriale di respiro più ampio, che si propone di creare un universo narrativo anche grazie a un libro, intitolato “Quarantine Prophets – Futuro Fragile” sempre a cura di Luca Speranzoni ed edito da HarperCollins.

Il mondo è stato recentemente affetto da una nuova piaga di natura apparentemente virale: Epifania è il nome che i giornalisti hanno dato a questo virus. Infatti, chiunque venga “infettato” da questa malattia, subisce delle alterazioni del pensiero che lo portano a sviluppare dei super sensi: alcuni riescono a controllare la mente altrui, altri ad ingannare le persone creando immagini inesistenti, altri ancora hanno il potere di sparire dalla memoria di tutti nel momento in cui si trovano a non essere visti. Il governo, allo scopo di aiutare, studiare e proteggere, o almeno così dice, gli infetti, li sequestra dalle strade cittadine allo scopo di portarli in una struttura specializzata ad alta tecnologia, dove li tengono d’occhio e li studiano, attraverso diversi esami.
Questo è il destino che spetta a Rob, Hailee e Arnon, i tre protagonisti della storia. Ciascuno di loro ha un motivo per cercare di evadere dalla struttura e si troveranno a doversi ambientare in fretta, così come a cercare una maniera per comunicare all’esterno e avere anche solo una remota possibilità di tornare alla libertà. Ma Clearwell, così si chiama la struttura, nasconde oscuri segreti e voci fra gli abitanti della struttura, fanno cenno ad un apocalisse imminente, in cui i Profeti, ovvero i portatori del virus, saranno le armi principali. Che il futuro sia segnato come si vocifera? O c’è ancora una speranza per i Profeti?

“Quarantine Prophets” è un fumetto dinamico e di azione le cui vignette, e la relativa colorazione, appartengono ad uno stile europeo Americano. Le scene d’azione, di cui il volume è ricco, rispecchiano la scelta stilistica e lo rendono un’opera d’azione dallo stile accattivante e dalla storia intrigante, con abbastanza punti in sospeso da lasciare il lettore con il desiderio di approfondire la l’andamento della narrazione.

Le tavole, ben disegnate, grazie all’uscita frequente dei personaggi dalla propria vignetta, cercano di comunicare un senso di dinamicità e di velocità, in accordo con come si svolge la narrazione degli eventi, che si dimostrano essere di frequente impulsivi e privi di qualsivoglia premeditazione,

Per quanto riguarda la storia “Epifania” è un volume con il preciso scopo di introdurci la base della narrazione e dei personaggi, cosa che esegue meravigliosamente, regalandoci degli scorci sul passato degli stessi con il procedere della storia, lasciandoci metabolizzare eventi, gioie e dolori che li hanno portati lì in quel momento. La narrazione parallela, grazie alla visione contemporanea della storia da parte dei nostri protagonisti e di un soldato, ci permette di osservare la vicenda da ambo i lati della medaglia, mettendoci davanti ad un dilemma di tipo morale nel momento in cui, la nostra natura stessa, ci chiede implicitamente di decidere da che parte riporre le nostre simpatie. In particolare, questo fumetto, colpisce corde sensibili del nostro essere, in quanto nessuno dei lettori deve fare uno sforzo poi così grande per immaginare come ci si senta quando il mondo è colpito da un epidemia.

“Quarantine Prophets – Epifania” è un volume piacevole, appartenente al genere action con sfumature sci-fi, dalle illustrazioni accattivanti e dalla lettura scorrevole, che colpisce nella natura profonda del nostro io, mettendoci in una situazione virtualmente difficile, che potrebbe mettere in crisi le certezze che abbiamo su noi stessi e che introduce una vicenda dalle mille possibilità, resa ancora più accattivante dal fatto che non si limita al media comunicativo del fumetto, ma che abbraccia più strumenti di narrazione, al fine di costruire non solo una storia bella da leggere, ma un universo narrativo con i suoi punti di forza e di debolezza, forse non poi così distante dal nostro.



-Articolo a cura di Luinil

giovedì 23 dicembre 2021

"Canto di Natale" di Agatha Mistery


Canto di Natale è l'ultimo titolo che va ad aggiungersi ai classici della serie di Agatha Mistery, la collezione di romanzi d'epoca riproposti ad un pubblico di ragazzi, con un linguaggio più giovanile e fresco adatto alle menti dei lettori contemporanei, abituati a narrazioni dal ritmo più svelto e accattivante. 
Esteticamente l'edizione è curatissima: si tratta di un volume dalla copertina quasi rigida, piacevole al tatto e particolarmente maneggevole. Le pagine presentano caratteri grandi e di facile leggibilità. Inoltre, la presenza di grandi illustrazioni a tutta pagina arricchisce e impreziosisce l'opera. In appendice si trova una sezione di giochi classici, tra cui domande a risposta multipla per un'autoverifica di comprensione del testo. 

"Canto di Natale" è forse una delle  storie più riadattata e amate di tutti i tempi, da cui sono stati tratti film, cartoni animati e adattamenti a fumetti. Si tratta del più classico dei racconti natalizi che, con semplicità, propone un racconto che racchiude il senso profondo della festività più speciale dell'anno, una festa religiosa ormai divorata dal consumismo, spogliata del suo senso profondo ed autentico per riverstirsi di un sovrasenso vuoto, sebbene ammantato di tante lucine. 

Ebenezer Scrooge, un ricchissimo uomo d'affari, mal sopporta le festività Natalizie: gli ultimi giorni dell'anno per lui non sono altro che un'occasione per fare i bilanci annuali e per scoprirsi di un anno più vecchio. Insomma, non ha proprio nulla da festeggiare, e si sente persino infastidito dalla gioia che i suoi compaesani sembrano dimostrare. Compreso l'irritante nipote Fred che, sempre allegro, ogni anno prova ad invitarlo a trascorrere il Natale in famiglia. O il suo dipendente Bob, che con un misero stipendio deve sostenere una famiglia numerosa e non vede l'ora di festeggiare.
In questo stato d'animo, Scrooge torna a casa per concedersi una notte di riposo. Ma la sua tranquilla serata viene disturbata dall'improvvisa apparizione di Jacob Marley, il suo defunto socio in affari nonché suo unico amico, il quale gli parla dell'eterna dannazione a cui è andato incontro, nell'aldilà, per non aver mai fatto del bene in vita. E gli preannuncia che
Con l'intenzione di cambiare la sua mentalità di Scrooge, tre fantasmi andranno a fargli visita quella notte: il fantasma del Natale passato, del Natale presente e del Natale futuro. 
Tre spiriti ai quali Scrooge non potrà sfuggire, ma più doloroso di ogni altra cosa sarà affrontare i propri rimorsi e le proprie, numerose scelte sbagliate.
Deciderà di cambiare e diventare un uomo migliore o di restare ancorato alla solitaria esistenza condotta fino a quel momento? 


L'animo di Ebenizer si è lasciato guidare tutta la vita dalle comete fredde, orientato solo al denaro e animato dal desiderio spasmodico di accumularne sempre di più, facendo di esso l'unico scopo della sua esistenza. 
Quando i tre spiriti, gli fanno visita per mostrargli tutto ciò che ha perduto, che sta perdendo e che perderà ancora, e facendogli capire quanta differenza potrebbe fare nel mondo, egli deciderà di cambiare, di illuminare la propria esistenza, rassegnandosi a tutto ciò che non può più recuperare, ma sforzandosi di fare tutto ciò che è in suo potere per lavorare sul suo presente e sul suo futuro. 
Ebenezer, con un atto di coraggio, rinnega sé stesso, rinnovandosi: e che questo miracolo possa capitare prima o poi anche ai nostri poveri cuori, così spesso avvolti dall'insoddisfazione e dall'infelicità.

giovedì 16 dicembre 2021

"Fairy Oak: Il destino di una fata"


"Il destino di una fata" è l'ultimo romanzo di Elisabetta Gnone, l'ultimo capitolo della serie fantasy  Fairy Oak, che ha appassionato tante lettrici. 
Con questo nuovo romanzo, l'autrice riconferma la sua bravura e la sua capacità narrativa, andando ad esplorare tutti gli episodi mai approfonditi prima, svelando dettagli particolari, con una narrazione da un punto di vista nuovo: il suo, di autrice onnisciente, che ama profondamente la sua storia e i suoi straordinari personaggi.

C'è posto per tutti nel mondo ideato da Elisabetta Gnone: l'autrice restituisce il ritratto di un paesino popolato da un'umanità viva e verosimile, delineando con pochi tratti, come una pittrice, ciascun personaggio grazie alle sue caratteristiche peculiari. 
Senza mai risultare pesante, la Gnone descrive prati vibranti d'erba che trema nel vento, l'armonia che regna a fairy oak e descrive abilmente quelle sottili meccaniche che sempre si instaurano fra le persone. 

La nostalgia di Felì è la stessa struggente senzazione dolorosa che prova ogni educatore quando, seguendo il naturale corso della vita e del tempo, deve separarsi da i suoi ragazzi, facendo un passo indietro, scomparendo dalle loro vite, silenziosamente orgoglioso dei suoi successi e soffrendo per i loro piu piccoli dispiaceri, condannati a non conoscere il futuro dei ragazzi che hanno accudito a lungo e con amore, sino ad instaurare un rapporto complesso e bellissimo. 

In questo ultimo romanzo di fairy Oak, forse per il diverso tono della storia, forse piu semplicemente perché ho letto con occhi diversi, si concentra sullo scarto generazionale e sullo scorrere del tempo, sulle vite dei bambini che diventano ragazzi, adolescenti, uomini, proprio come le piante crescono e si trasformano in frutti, seguendo il corso naturale delle stagioni. 

Una natura accettata e venerata per il suso armonioso equilibrio, nel quale ciascuno ha il suo posto e la sua bellezza, e accetta pacificamente i ritmi eterni e pacifici del mondo. 

L'autrice usa una voce nuova, la sua voce, per raccontare tutti quei frammenti di storia che, nei romanzi precedenti, non aveva narrato. E' una storia che va ad approfondire gli avvenimenti nascosti tra le righe, aneddoti curiosi e stralci di vita quotidiana della valle di Verdepiano, permettendo, a ciascun lettore, di percorrere la valle e il villaggio come se si trovasse davvero lì, conoscendo i piccoli segreti degli abitanti, le fragilità che li rendono umani e simili a noi, permettendoci di passeggiare nel mondo magico e sereno immaginato per noi dall'autrice, un universo immaginario e stupendo nel quale la nostra mente riposa, e in cui può trovare conforto chi, come me, ha trascorso l'infanzia in quei magici luoghi. 

E' stato splendido entrare di nuovo nella stanzetta di Vaniglia e Pervinca, rivivere il loro legame speciale ed indissolubile, quella capacità di capirsi al volo che le contraddistingueva sin dalla nascita. 
Ho apprezzato la digressione sulla scrittura, forse la magia più potente di tutte, che permette di aprire porte anche nelle torri sigillate, di far splendere tramonti nelle notti più nere. 

A distanza di tanti anni, il destino di una fata ha saputo commuovermi e trasmettermi la pura bellezza di un regno da fiaba: ancora una volta Elisabetta Gnone si conferma una narratrice di eccezionale talento, e scoprire i dettagli dei suoi mondi fantastici è sempre una bellissima scoperta, la divagazione piacevole da una realtà che opprime.

lunedì 13 dicembre 2021

"Il rilegatore" di Bridget Collins


Immagina un mondo in cui il passato non può farti del male, un mondo in cui puoi rinchiudere i tuoi ricordi più dolorosi in un libro.

Bridget Collins, nel suo romanzo d'esordio "Il rilegatore", inventa un passato in cui una simile utopia è realizzabile, grazie all'esistenza di persone dal talento specialissimo: i rilegatori, individui capaci di sottrarre, a chi lo desidera, momenti particolarmente dolorosi con cui ritiene sia troppo difficile convivere, rinchiudendoli in un libro.
L'unico vincolo dei rilegatori è l'impossibilità di rilegare qualcuno senza il suo consenso. Tuttavia, in un mondo in cui esiste una simile possibilità, i potenti non esitano a sfruttare i loro sottoposti con malvagi soprusi, per poi obbligarli tramite minacce e pressioni a recarsi presso i rilegatori per dimenticare i torti subiti, testimonianze scomode o semplicemente incidenti sconvenienti. 
Può avvenire, quindi, che non sia effettivamente volontà del singolo richiedere la rilegatura, ma che sia stato obbligato. Questo è il destino del giovane Emmett Farmer il quale, dopo essere diventato apprendista rilegatore, durante la sua prima rilegatura scopre che esiste un libro con il proprio nome, e comprende di essere stato obbligato a dimenticare qualcosa. 
Per recuperare la memoria di un ricordo rilegato, è necessario bruciare il proprio libro. Emmett è pronto a farlo, non ha paura di scoprire cosa ha dimenticato, perché si sente incompleto e spezzato senza la sua memoria. E ciò che ricorderà sarà effettivamente molto più intenso di ciò che avrebbe mai osato immaginare. Perché il suo passato non riguarda soltanto lui stesso, ma anche qualcun altro, un ragazzo di nome Lucian Darnay. Eppure, anche lui è stato rilegato. Ma per Emmett è assolutamente necessario che lui ricordi, perché ciò che hanno condiviso è troppo importante per essere dimenticato. Ma Lucian si è sottoposto di propria spontanea volontà alla rilegatura. E se non avesse alcuna intenzione di ricordare? 


Emmet e Lucian sono uno opposto all'altro, personaggi che ricalcano lo stereotipo di Romeo e Giulietta. 
Analogamente agli sfortunati amanti di Shackespeare, un unico incontro, un incrocio di sguardi è sufficiente a far sbocciare dentro di loro una profonda e reciproca attrazione. 
Emmet non comprende fino in fondo il complesso intreccio di sentimenti che gli opprime il petto ogni volta che è vicino a Lucian. Capisce solo che prova un fastidio bruciante ed insopportabile quando lui rivolge complimenti alla sorella, sa che non vuole vederlo in casa sua. Vorrebbe stargli vicino, e allo stesso tempo vorrebbe odiarlo, rendendosi conto che il suo desiderio è diverso dal sentimento di benessere che si dovrebbe provare nei confronti di un amico. 
Gli occhi profondi di Lucian lo turbano, lo devastano. 
Lucian, al contrario, ha accettato pacificamente la sua identità, non è per niente turbato dai suoi desideri, solo preoccupato di non essere scoperto dagli altri.
Emmet, unico destinatario degli sguardi intensi di Lucian, si sente speciale, custode di un segreto bellissimo, proprietario del bellissimo tesoro costituito dal suo primo amore. A Lucian non interessa che Emmet sia povero, che lavori nei campi e non sia particolarmente colto: si innamora del suo animo sensibile e della sua sincera bontà. 
Emmet, dopo i primi pregiudizi nei confronti di Lucian, si lascia lentamente incantare dalla sua tenerezza e coinvolgere dalla sua passione. 
Lucian ed Emmet, quando sono insieme, possono mostrarsi per ciò che sono, senza fraintendimenti, convinti e sicuri di essere apprezzati e capiti. 



Il padre di Lucian, perverso e manipolatore, è il principale antagonista del romanzo: manovra chiunque per i suoi scopi, senza preoccuparsi minimamente di servirsi delle persone come se fossero semplici strumenti. 
Lucian lo disprezza profondamente, e tenta più volte di ostacolare i suoi piani. In realtà, il suo più profondo desiderio è quello di essere amato da lui, e invece è distrutto dalla consapevolezza di non potersi aspettare niente, dal genitore. 
In Emmet, Lucian scorge la semplicità genuina che ha sempre cercato in un compagno, l'autenticità di un sentimento donato in completezza e totalità. 
Sempre rispettoso del suo riserbo e della sua iniziale diffidenza, riesce a farsi strada nell'animo di Emmet camminando in punta di piedi, mostrandogli la forza del sentimento che vuole offrirgli. 
I genitori di Emmett, i quali speravano che Darnay fosse interessato alla loro figlia Alta ed erano felici alla prospettiva di migliorare la loro vita con una situazione economica migliore, si mostrano disgustati quando scoprono il tipo di relazione che lo lega al loro figlio maschio. 

Emmett è deluso: perché Lucian poteva amare Alta e non lui? Il ragazzo non intende vivere il sentimento che prova come una colpa, ma viene obbligato a sentirsi pieno di vergogna, come se avesse commesso il più orribile dei crimini, e non fosse semplicemente stato insieme a qualcuno di cui si sente perdutamente innamorato. 

L'autrice usa delicatezza struggente del descrivere questo amore: la sorpresa di un'inattesa premura, un sorriso d'intesa scambiato mentre nessuno guarda, il timore di fare all'altro una carezza. 

"Il rilegatore" è un romanzo potente, dal ritmo serrato. L'uso di due punti di vista differenti avvince completamente nella narrazione, rendendo impossibile interrompere la lettura sino all'adrenalinico e dolcissimo finale. 

venerdì 10 dicembre 2021

"Le vite dei santi " di Leigh Bardugo


Ormai la trilogia "Tenebre e Ossa" di Leigh Bardugo ha raggiunto un successo mondiale, anche grazie all'omonima serie tv cha ha contribuito ad accrescente la fama. Successo confermato dalla successiva duologia "Sei di Corvi", che ho amato particolarmente, straordinaria per il ritmo narrativo e gli indimenticabili protagonisti.

Leigh Bardugo ha scritto una serie di romanzi capace di stregare con i suoi personaggi e le sue lussureggianti ambientazioni. Ma
non ha solo descritto, nelle sue storie, un universo fantasy senza paragone, un mondo preciso e facile da immaginare, ma ne ha anche pensato in ogni dettaglio le regole, le leggi, i miti. Nulla è lasciato al caso nel GrishaVerse, che  continua ad arricchire con nuove storie e frammenti.
L'ultimo volume della serie, pubblicato dalla Mondadori, è "Le vite dei Santi" un elegante albo che raccoglie le storie dei personaggi eroici su cui si basa la fede del popolo.
I vari racconti, di breve respiro, presentano una narrazione semplice, dai toni fiabeschi e semplici, sempre però nello stile fluido e dal ritmo svelto, tipico della Bardugo.
Ciascuna storia è accompagnata da una bellissima illustrazione a tutta pagina.
Sono storie di coraggio, di ribellione, di forza. Anche se alcune sono di chiara ispirazione cristiana, la maggior parte sono originali e carine da leggere, una più bella dell'altra.
L'autrice, con sapienza, in poche righe riassume intere vite, anche lunghe e complesse, così intense da toccare l'animo del lettore.
L'opera culmina nell'ultima storia, "La santa del libro", unica narrata in prima persona - probabilmente dalla stessa autrice della storia, in cui si rivede la stessa Bardugo.
E' un'opera brevissima e toccante, che riassume la bellezza dello storytelling ed è una lode alle infinite possibilità narrative della creazione.

"Le vite dei Santi" è un "must have" per gli appassionati delle storie di Leigh Bardugo, che tra le sue pagine riconosceranno piacevoli riferimenti trovati nei libri delle serie principali e delle quali potranno scoprire nuovi dettagli.

sabato 4 dicembre 2021

"Solo con gli occhi" di Risa Wataya

"Era soltanto occhi. Anch'io ero soltanto occhi. Come si potrebbe definire altrimenti l'atto di guardare con tanta intensità?"


"Solo con gli occhi" è un romanzo scritto nel 2003 da Risa Wataya. 
L'autrice, che ha scritto il romanzo  da giovanissima vincendo il prestigioso premio Akutagawa, ha descritto uno spaccato di vita adolescenziale giapponese che probabilmente risulta diverso dalla quotidianità a cui siamo abituati. Eppure, i sentimenti dei giovani sono gli stessi e in questo sta l'universalità del romanzo: la protagonista esprime alla perfezione il desiderio di essere giudicata positivamente dai coetanei, che si scontra con l'esigenza di distinguersi e che è alla base della costruzione di quella che in psicologia viene definita "la propria favola personale".

"Volevo essere riconosciuta. Volevo essere perdonata. Volevo che qualcuno prendesse a una a una le corde nere attorcigliate intorno al mio cuore come capelli impigliati in un pettine e le buttasse nella spazzatura. Volevo che gli altri facessero qualcosa per me. Anche se non mi veniva in mente assolutamenete nulla che io potessi fare per gli altri."

Hatsu frequenta il primo anno del liceo. Non ha problemi particolari nello studio, la sua difficoltà più grande è intrattenere relazioni con i coetanei. Aggrappata disperatamente a Kinuyo, l'unica amica delle medie con la quale aveva un rapporto stretto e personale, la vede scivolare via insieme ai suoi nuovi amici. Kinuyo cerca di coinvolgerla e farla entrare nel nuovo gruppo, ma Hatsu teme che ogni azione gentile nei suoi confronti non sia altro che una presa in giro, e non riesce ad aprirsi agli altri in virtù di questa paura paralizzante. Si convince di essere superiore agli altri e di bastarsi, perché altrimenti dovrebbe ammettere che li invidia profondamente e affrontare la sua incapacità di comunicare con i compagni come un problema.
Trovandosi spesso sola, nota un ragazzo escluso proprio come lei. Si tratta di Ninagawa, il quale sembra a proprio agio, da solo. Che con lui Hatsu possa costruire un'amicizia, un legame, o persino qualcosa di più?
Eppure, tutti sostengono che Ninagawa è un otaku.
"Otaku" è una parola che in Italia è stata presa a prestito dal giapponese e viene usata per indicare bonariamente chi apprezza particolarmente manga, anime e altri prodotti d'intrattenimento tipicamente nipponici, arrivando anche ad acquistare gadget di importazione. In Giappone ha una connotazione particolarmente negativa, infatti si usa per additare qualcuno che ha un'ossessione quasi maniacale nei confronti di qualcosa o qualcuno.

Anche se inizialmente la cosa non sembra infastidirla, presto Hatsu si rende conto che in effetti il ragazzo è profondamente disadattato e asociale, maniacalmente attratto dalla modella Oni-Chan e da tutto ciò che la riguarda.

Questo non trattiene Hatsu dal provare a distoglierlo dalle sue ossessioni, ma i suoi tentativi cadono nel vuoto e le causano soltanto amare delusioni.



La situazione di Ninagawa puà sembrare assurda, eppure il suo comportamento non è inusuale: in Giappone è estremamente diffuso il fenomeno di giovani che concentrano la loro esistenza esclusivamente su un'insana passione, atteggiamento favorito da una vita vuota e priva di reali affetti e relazioni. Non è un caso, infatti, che Nikagawa abbia difficoltà a relazionarsi persino con i suoi stessi genitori.

Hatsu, comunque, non sta meglio di Ninagawa. Eppure, essendo la narratrice, si sente normale rispetto a lui - pur trattandosi sicuramente di una narratrice inattendibile - guarda l'amico con sguardo esterno e razionale, rendendosi conto di essere per lui solo una persona con cui parlare della sua passione, di essere ai suoi occhi non un'amica e né tanto meno una ragazza nei cui confronti provare attrazione.

Il titolo - solo con gli occhi - vuole sottolineare il continuo guardarsi dei due protagonisti, che vedono chiaramente i difetti l'uno dell'altra, senza riuscire tuttavia a comprendere i propri.
Ma forse è molto più adatto alla storia il titolo originale, che significa "Calcio nella schiena": quello che più volte Hatsu vorrebbe tirare al suo amico, desiderosa di scrollarlo dal suo torpore, per essere vista da lui, capita veramente.

I due ragazzi costruiscono un legame morboso, stranissimo, che non diventa mai amicizia né attrazione. Hatsu non vuole ammettere di provare attrazione nei suoi confronti, e si scopre delusa dall'impossibilità di distogliere il ragazzo dai suoi sentimenti perversi e distorti nei confronti di Oli Chan.
Nella riservatezza di Ninagawa non si nasconde una delicata sensibilità, ma una psicopatica asocialità.

"Stavamo guardando lo stesso paesaggio, io e lui, eppure avevamo in testa pensieri diversi, ne ero sicura. Nonostante ci trovassimo insieme in un posto dove il cielo e l'aria avevano quel bell'azzurro profondo, non capivamo nulla l'uno dell'altra."

Realtà, finzione, ricerca di comprensione: in un libro di così breve respiro, l'autrice ha saputo descrive efficacemente la solitudine dei millennials. Una solitudine cercata e costruita, indistruttibile, insormontabile, gigantesca.

La storia non offre soluzioni né una magica risoluzione da fiaba. Eppure, nelle parole forti di Kinuyo, l'amica di Hatsu, è forse riassunta efficacemente l'unica via d'uscita da una vita solitaria e corrosiva:

"Hatsu, tu parli senza sosta, parli praticamente da sola, agli altri non lasci dire una parola, possono soltanto ascoltare. Ascoltare e annuire. Se la smettessi di parlare tu e veramente comunicassi con la gente, non ci sarebbero silenzi. E anche se capitassero momenti di silenzio sarebbero una cosa naturale, non metterebbero a disagio nessuno."

giovedì 2 dicembre 2021

Vega Star: la stella polare che verrà


"Vega Star-La stella polare che verrà" è un libro per bambini da 0 a 6 anni, scritto e illustrato da Stefano Falai e pubblicato da FantaBooks Edizioni.

"Avevo una gran voglia di stare insieme alle altre stelle e in una costellazione, anch'io,  brillare come quelle".

Il libro narra la storia di Vega, una stella solitaria, non appartenente a nessuna costellazione, che guarda con invidia alle sue simili che possono godere del beneficio di stare in gruppo. Cercando di trovare il suo posto nel mondo, Vega, cercherà di intrufolarsi in diverse costellazioni, portando però solo scompiglio e scontento fra le altre stelle, che la porteranno al cospetto della Stella Polare per essere giudicata. La Stella Polare, però, ascoltando la storia capirà i sentimenti di solitudine di Vega e le offrirà un posto nella costellazione della Lira, fino a quando non sarà pronta a diventare la prossima Stella Polare.

"Una cosa infine l'ho capita: dà grande gioia e felicità trovare il proprio posto nella vita".

Questo piccolo libro, nobilitato dalle allegre e paffute rappresentazioni delle stelle, trova la sua peculiarità accattivante nelle frasi in rima, certo non sempre perfetta, atte a catturare l'attenzione del bambino che si approccia alla lettura.

Patticolarmente carina è la sezione "Lo sapevi che..." a termine del volume: due pagine, corredate di splendide illustrazioni con richiami storici che, correlate alle informazioni sulla stella polare, hanno lo scopo di far appassionare i bambini all'astronomia.

"Vega Star-La stella polaere che verra" è un libro semplice, divertente e accattivante con lo scopo di insegnare ai più giovani qualche base di astronomia e una sana dose di pazienza, poichè tutti, prima o poi, trovano il loro posto nel mondo.

Recensione a cura di @luinil_24