venerdì 26 novembre 2021

"So cosa hai fatto" di Lois Duncan


"So cosa hai fatto" (I know what you did last summer) è un romanzo di Lois Duncan. Pubblicato per la prima volta nel 1973, recentemente riproposto con una nuova traduzione, in occasione della produzione della serie tv, dalla casa editrice Fanucci nella collana Timecrime, in una nuova edizione con una copertina accattivante e sgargiante, la sagoma di un uomo che si muove nelle luci notturne.

Barry, Julie, Helen e Ray sono quattro giovani sul finire dell'adolescenza. Stanno per affacciarsi all'età adulta, sono in procinto di prendere scelte importanti che influenzeranno le loro vite e dovrebbero essere pieni di energia e proiettati verso il futuro. Eppure condividono un segreto che ha contribuito a separarli e che li ha cambiati profondamente.
Barry, il più menefreghista del gruppo, donnaiolo e interessato solo al divertimento, è convinto che non ci sia niente di cui preoccuparsi: il loro segreto è al sicuro, nessuno potrà mai scoprirlo. Ma scopre di sbagliarsi, quando a Julie viene recapitato un inquietante biglietto anonimo, con la frase "So cosa hai fatto l'estate scorsa". Sarà solo l'inizio di un orribile tuffo nel passato, che costringerà i protagonisti a ricordare un crimine di cui si sono resi colpevoli e che qualcuno sembra disposto a vendicare con ogni mezzo, dal momento che nessuno dei colpevoli ha mai saldato il conto con la giustizia.

Ogni persona ha degli scheletri nell'armadio, quindi la frase "So cosa hai fatto" potrebbe rappresentare un potenziale trauma nella vita di molti: il fantasma del passato che ritorna quando crediamo che sia stato sepolto e dimenticato costituisce forse il più terribile pericolo possibile.

I ragazzi protagonisti hanno vite molto diverse e sono personaggi che sembrano decisamente male assortiti. Nel corso della storia, l'autrice si concentra di volta in volta su ciascuno di essi, raccontando il loro presente che si intreccia a flashback del passato.
Ciò che hanno vissuto ha dato forma a ciò che sono nel presente, ha contribuito a farli crescere, maturare: alcuni sono migliorati, altri peggiorati, e il loro percorso di evoluzione risulta ben costruito e verosimile.

La prosa è uno dei punti di forza del romanzo: contribuisce a costruire l'atmosfera di tenzione su cui si regge il romanzo, riuscendo a trasmettere efficacemente ai lettori un brivido. Non risulta mai davvero spaventoso, ma l'ansia che permea tutto il testo rende il libro impossibile da chiudere prima di aver letto il finale, che sicuramente saprà sorprendervi con un colpo di scena.

"So cosa hai fatto" è un romanzo basato su una morale importante, perché insegna che dalle proprie colpe non si può scappare, ma bisogna affrontare la vita con coraggio e forza, senza tirarsi indietro nei momenti in cui la fuga costituirebbe la scelta più conveniente. 

giovedì 25 novembre 2021

"Il tesoro perduto di Nora": una graphic novel per spiegare la depressione ai bambini


"Il tesoro di Nora" è una graphic novel pubblicata da Starcomics scritto e disegnato da Rocchi e Carità. 

Nora, un'allegra bambina di dieci anni, trascorre con suo padre un assolato pomeriggio estivo giocando ad una caccia al tesoro. Mentre si concedono un pò di riposo Nora realizza un disegno. Ma quando solleva lo sguardo dall'album per mostrare la sua opera al padre,  si accorge che il genitore è scomparso improvvisamente, come se non fosse mai stato lì, al suo fianco. Non è la prima volta che succede, e Nora lo sa benissimo: sua madre le ha spiegato che a volte il suo papà si reca in un luogo lontano da tutto e tutti, un luogo nel quale di solito lei si avventura, per riportarlo indietro. Ma questa volta lei non c'è perciò, se vuole riportarlo indietro dovrà addentrarsi da sola nel suo complesso universo interiore.
La ricerca si rivela lunga e tortuosa, ma non impossibile. Infatti lungo il  cammino trova dei bigliettini che racchiudono contorti indizi, e lei è convinta che siano stati lasciati dal padre per permetterle di ritrovarlo.
Nora con coraggio non si fermerà dinanzi a nessuna difficoltà, determinata a raggiungerlo per riportarlo a casa.


Una peculiarità di questa opera è la bellezza dell'edizione: un cartonato di grandi dimensioni, interamente a colori, con tavole suggestive e dinamiche: la forza d'impatto visiva riesce subito a trascinare il lettore coinvolgendolo in una storia così particolare.

Gli autori, grazie ad un linguaggio adatto ai più giovani, si sono proposti di fare divulgazione riguardo alla malattia più atroce e subdula di tutte: quella mentale.

Il disturbo depressivo maggiore, è uno dei principali "disturbi affettivi" e rientra fra quei disagi che alterano le percezioni dei sentimenti, rendendo difficile - se non impossibile - la vita del malato e di chi gli sta intorno.
L'inserimento di questo disturbo fra le malattie è relativamente recente: risale infatti al 1980, prima di allora lo si considerava alla stregua di una crisi passeggera che colpiva le persone di carattere debole. Solo successivamente gli studiosi hanno compreso quanto sia  profondamente invalidante, che necessita di psicoterapia e, nei casi più gravi, di un trattamento farmacologico.

Non si tratta infatti di una questione di carattere o volontà debole: il depresso non ha colpe, la depressione si sviluppa a causa di una combinazione sfortunata di fattori biologici ed ambientali ancora non del tutto chiari, ma indiscutibilmente oggettivi.

Vivere al fianco di una persona che soffre non è semplice, perché il malato non è sempre in sé: nelle sue fasi di crisi acuta, è la malattia a parlare al suo posto, e spesso le cose che dice sono terribili.
Serve molta pazienza, bisogna innanzitutto prendere consapevolezza che la depressione non è un problema ozioso e passeggero di cui sia possibile liberarsi con un abbraccio: è una malattia, forse una delle più gravi perché mina l'equilibrio psichico dell'individuo, ed ogni crisi è diversa dalle altre, ha i suoi tempi e non può essere curata neppure dall'affetto familiare, che pure non deve mai mancare al malato.

Parlare di questo argomento è ancora difficile, perché chi non ha sperimentato la vita con un familiarie seriamente depresso non può capire quanto sia effettivamente problematico e complesso.

Gli autori hanno evidenziato con maestria e delicatezza la sofferenza che si prova quando ci si prende cura di un malato nei suoi momenti di peggiore sconforto, si può arrivare a sentirsi in colpa o impotenti. Bisogna  essere consapevoli che in quei momenti è come se la persona fosse su un altro pianeta, posseduta da uno spirito malvagio che parla al posto suo.


È il caso del padre di Nora, sovrano e prigioniero del suo piccolo mondo, tenuto in ostaggio dalla sua malattia che lo avvince nelle sue spire e domina ogni sua azione, deformando ogni suo ricordo felice, trasformandolo in un uomo senza gioia e senza desiderio di far nulla, arrivando al punto di allontanare chi si avvicina a lui.


Per un bambino può essere sicuramente scioccante vivere accanto ad un genitore che lo respinge, proprio in un'età in cui ha bisogno di conferme e rassicurazioni da quelle che nella sua vita costituiscono essenziali figure di riferimento.
Eppure sono moltissime le famiglie in cui la depressione è una presenza reale nella vita quotidiana, che può essere percepita, soprattutto dai più piccoli, come una colpa, un'incapacità di farsi amare.
Nora infatti, quando viene scacciata in malo modo da suo padre, si sente profondamente addolorata e abbattuta, trovando difficile reagire al suo atteggiamento scostante. Sarà sua madre a spiegarle, con semplicità ma con la massima sincerità, che suo padre ha un problema serio e che, quando tenta di isolarsi, non va assolutamente lasciato solo, perché i suoi pensieri cupi hanno la potenza di creature vive, capaci di divorarlo vivo.

Viene inoltre sottolineata l'importanza del trattamento farmacologico, essenziale in questo genere di disturbi, che è effettivamente efficace nell'alleviare i sintomi depressivi più gravi e rendere più sopportabile la vita del malato.

Questo fumetto, con delicatezza ed estremo tatto, si rivolge ai lettori più giovani - ma ne consiglierei la lattura anche ai più adulti-e, attraverso un racconto poetico e commovente, ricco di metafore evocative ricorda che, anche nei momenti più dolorosi, l'amore è un sentimento più forte di qualsiasi malattia, per quanto essa possa essere di difficile comprensione: un amore che aspetta, che combatte, che spera, che non si arrende e non abbandona. 

Review Party: "Il cavaliere, il gatto e la ballerina"


"Il cavaliere, il gatto e la  ballerina" è un romanzo pubblicato dalla casa editrice DeAgostini a settembre 2021. Trattandosi di un romanzo dalle atmosfere invernali, è un titolo particolarmente indicato come lettura natalizia.

Il sovrano della grande e gelida Russia ormai è morto, tuttavia vive ancora grazie al potente incantesimo di un mago demoniaco, con il quale ha stretto un patto scellerato. Credeva che il malevolo individuo si fosse ormai dimenticato del loro contratto, eppure l'uomo fa ritorno, esprimendo il bizzarro desiderio di partecipare ad una sontuosa festa a palazzo e poter ammirare la danza di una ballerina.
Di danzatrici, a palazzo, non c'è nemmeno l'ombra, per questo il sovrano incarica uno dei gatti dell'Ermitage, il più grande museo russo, di cercare per lui una ballerina, in tempo per la grande festa a cui assisterà il mago.
Ma perché ha espresso questo bizzarro desiderio? Cos'ha in mente? E il gatto saprà agire con sapienza, anche quando la cosa giusta da fare dovesse rivelarsi in contrasto con gli ordini del suo potente padrone?

L'elemento più originale nel romanzo è la presenza dei gatti parlanti, i quali mi hanno ricordato "Maurice" di Terry Pratchett, per la simile ironia e la particolare saggezza del felino protagonista.

Con un insieme di personaggi ben approfonditi e con i quali è facile empatizzare, si viene coinvolti, pagina dopo pagina, in un'avventura briosa e con un ritmo incalzante, come avviene nei migliori libri per ragazzi.

Il patto con un demone è un elemento classico della letteratura (basti pensare al Faust di Goethe) ed è un elemento sempre interessante quando viene riproposto: infatti è metafora dell'essere umano che, spesso, pur di raggiungere i propri obiettivi è disposto a raggiungere qualsiasi abiezione, sporcando la propria anima e umiliando sé stesso.

La prosa, semplice ma ricercata, assume il tono epico e solenne degli antichi racconti dei cantastorie, così il linguaggio contribuisce alla costruzione dell'atmosfera fiabesca del romanzo.

Gli autori, con questo romanzo, trasportano la fantasia dei lettori in una Russia poetica e spietata, che unisce elementi fantastici ed un contesto storico verosimile, per creare una magica e dolcissima fiaba, che saprà conquistare il cuore dei più piccoli ma anche dei lettori più adulti. 

martedì 23 novembre 2021

"L'incredibile famiglia Appenzell": il nuovo albo illustrato Rizzoli


Ieri, tornando a casa dopo il lavoro, ho trovato ad attendermi una graditissima sorpresa: una novità Rizzoli, disponibile in libreria da oggi. 

Questo volume sembra forse più adatto ad Halloween che non alle festività natalizie, eppure non bisogna lasciarsi ingannare dal suo cupo aspetto: il nero della copertina non è infatti merafora del buio minaccioso delle tenebre, ma piuttosto simboleggia l'oscurità confortevole di una casa dove le luci sono appena state spente da una madre amorevole, un attimo prima di augurare la buonanotte ai suoi bambini.

"L'incredibile famiglia Appenzell" è un'opera di profondo valore morale e grande impatto visivo, una lettura delicata e appassionata che delinea le vite e gli struggimenti di tutte le persone della famiglia Appenzell. I vari racconti, pur nella loro brevità, restituiscono al lettore ritratti efficaci e ben scritti che descrivono il percorso non facile dei protagonisti, alla ricerca del proprio posto nel mondo, e del modo migliore di sfruttare le loro peculiarità per raggiungere la realizzazione personale.

Si tratta di un dolcissimo libro dalle piacevoli tinte dark, una lode all'accettazione di ciò che non si può cambiare, di tutte quelle differenze che agli occhi di molti appaiono com difficoltà con cui convivere serenamente sembra impossibile.

Con la copertina meravigliosamente intarsiata, i dettagli in oro e le bellissime tavole a colori, questo elegantissimo volume vi catturerà raccontandovi, generazione dopo generazione, l'albero geneaolgico di una famiglia non convenzionale, i cui personaggi hanno fattezze strambe, ma mai mostruose: i veri mostri sono altri, coloro che non sanno intravedere ricchezza nelle diversità. 

lunedì 22 novembre 2021

"Il cigno e la ballerina" di Lucia Carluccio

"Il mare. Non mi erano mai piaciute le strade. Le strade indicano una direzione, segnano un percorso. A me piaceva perdermi. Il mare non aveva strade. Non poteva impormi guide, ma solo onde in grado di spingermi."


"Il Cigno e la Ballerina" è il romanzo d'esordio di Lucia Carluccio, pubblicato dalla casa editrice Dario Abate Editore.

La storia si concentra su Caroline, giovane donna afflitta da allucinazioni debilitanti e ansie atroci e costanti che le impediscono di vivere una vita normale. I familiari, che non riescono a comprendere le sue difficoltà, decidono di affiancarle uno specialista che possa aiutarla a guarire. Così Caroline conosce Paul Carme, psicanalista che la ascolta e la aiuta a ripercorrere i momenti salienti della sua vita per analizzare il suo io interiore e comprendere da dove nascono le sue più profonde debolezze per poter estirpare i disturbi che esse causano, e abbracciarle in quanto normalissime fragilità che sono parti di lei.

"La fragilità di un uomo ha qualcosa di sacro: brilla come gli occhi di un Dio che ci salva."

Sarà un percorso lungo e travagliato, e saranno entrambi a farsi del male. Riuscirà Caroline a guarire?

Lucia Carluccio, nella prefazione, illustra ai lettori la sua opera, frutto di approfonditi studi e meditate metafore, spiegando anche che il titolo racchiude "le immagini - emblema della narrazione: il cigno e la ballerina (...) simboli che con le loro fluttuazioni rappresentano i movimenti cosmici che oltrepassano la conoscenza del tangibile e descrivono la sincronicità che costella la vita dei personaggi e di ogni uomo."

L'autrice con questo romanzo drammatico, coinvolge il lettore in una narrazione intimista e profonda, che travalica i confini dell'opera letteraria per avvicinarsi al flusso di coscienza.
Caroline, la protagonista, guidata dalle sapienti domande del terapista e incoraggiata dalla sua disponibilità all'ascolto, si sente finalmente compresa e diventa un fiume in piena: vomita le proprie paure, ricorda la nascita delle sue fobie.
Si racconta al dottore - per la prima volta nella sua vita - senza tentare di nascondersi né di apparire migliore. Non manca di raccontargli dei suoi numerosi amanti, fra le cui braccia cercava un conforto emozionale e carnale che si illudeva ogni volta di trovare, ma che in realtà non è mai riuscito a soddisfarla né a riempirla.

"Io, invece, sentivo di avere un mondo troppo grande per un corpo solo, per una donna sola, per una vita sola. E mi ritrovavo a vivere più vite, a essere più donne, a servirmi di più corpi. Enrico non era il solo. All'inizio avevo creduto di non dover chiedere di più. Ma poi, chiaramene, avevo capito che né lui, né nessun altro mi sarebbe bastato."

Narra la sua passione per la scrittura, l'amore per la poesia, e mentre racconta si accorge che, forse, aveva sempre saputo quali cose elevavano e nutrivano davvero la sua anima, affamata di amore ed infinito.

"Non si vive per morire. E io non correvo per arrivare. Non scrivevo per finire un compito, dettato da una maestra severa ed esigente. Scrivevo perché esistono persone che nascono per scrivere, e io ero una di quelle."

Nella vita è necessario accettare la propria identità senza finzione né nascondimento, perché altrimenti quel che non vogliamo vedere ci perseguiterà continuamente.

"Puoi pure andare in giro per il mondo, ma qualsiasi forma saprà dei lineamenti dei volti in cui ti sei vista, come in uno specchio che inganna. L'erba bruciata rinasce, tutto ciò che neghi cresce."

Anche il dottor Carme ha i propri demoni, ed assistere alla lenta riconciliazione di Caroline con i propri gli darà la forza per perdonare i propri. Grazie a Coraline, il dottore rafforza la sua fede nel destino, a confidare nell'esistenza di un Dio buono e clemente che in qualche modo si prenderà cura dei reietti.

"Nella silente e sorda consapevolezza ci sono cose che ci stanno aspettando da sempre e non si muoveranno finché non le avremo raggiunte."

Particolarità del romanzo è la prosa quasi poetica, curatissima e impreziosita da una musicalità ricercata, alterna paratassi e ipotassi per costruire un ritmo cadenzato che ricorda le onde marine, e che ben si accorda con la protagonista senza pace, sempre in cerca di un posto sicuro ma incapace di stare ferma, attratta fatalmente dalla bellezza ruggente delle tempeste, metaforiche immagini del caos emotivo che ha dentro.

"Io volevo la tempesta. Non la quieta che addormenta, o i gerani sul balcone, o la spesa il sabato, o la tavola imbandita per le cene di famiglia. Io volevo la tempesta. La passione che scombussola la testa."

Il romanzo di Lucia Carluccio spiazza dalla prima pagina, non solo per il delicatissimo tema trattato ma anche per la sensibilità dell'autrice, che ha saputo scrivere la storia di una donna intessendone i pensieri come una confortante coperta di parole, frasi in cui è facile ritrovarsi, perché potrebbero essere quelle di qualsiasi altra persona, in qualsiasi tempo, in qualsiasi luogo.

lunedì 15 novembre 2021

Review Party: "La corte dei miracoli"


“La Corte dei Miracoli” è il primo di una serie di romanzi ucronici, appartenenti al genere fantastico, edito dalla Oscar Mondadori e scritto da Kester Grant.

“Devi trasformare i nemici in alleati. E se non ci riesci, allora distruggili. Loro e tutti i loro seguaci, affinché la paura non ti raggiunga mentre dormi.”

La storia narra di Nina, giovane figlia di un locandiere manesco ed esperto ladro, la cui unica consolazione dell’animo sono le storie che sua sorella, Azelma, le racconta, che alleviano i dolori e cullano le notti delle due fanciulle. La magia si interrompe però, quando Azelma viene venduta dal padre ad una persona per Nina sconosciuta e Azelma, per preservare la piccola sorellina dal suo stesso destino, chiede ad un amico di famiglia, Femi, di portarla al cospetto della Corporazione dei Ladri. Per potervi accedere però, la giovane protagonista dovrà dimostrare il suo valore sottraendo uno dei gioielli della corona dal palazzo reale. Stordita dal dolore della perdita della sorella, la giovane Nina riesce a rubare il medaglione, assieme ad un pezzetto del cuore del giovane principe di Francia, che resta ammaliato da quella ragazzina mingherlina che trova in camera sua nel cuore della notte. La ragazza, dopo l’impresa, porterà la refurtiva al Signore della corporazione dei ladri, ma a nulla serviranno la suppliche della giovane affinché qualcuno salvi la sorella, questo perché chi l’ha comprata non è altro che il Signore più potente della Corte, Tigre, il mercante di schiavi. Determinata a recuperare sua sorella, quella notte, Nina smette di essere figlia del locandiere per diventare la figlia del Signore della Corporazione Lei ladri. Con la sua vecchia vita muore anche il suo nome, diventando la Gatta Nera della corporazione dei Ladri.

“Perché non è forse scritto che la Legge è come il triste mietitore? Si abbatte su tutti. E nessuno può sfuggirle. ”

Passano diversi anni e Nina ha ideato un piano geniale che le permetterà, finalmente, di raggiungere sua sorella, resa schiava dalle percosse e dall’oppio che le viene somministrato. Solo che questo piano per distrarre Tigre ,comporterà mettere in pericolo la vita di Ettie, nuova rampolla del locandiere, nonché Maestro delle Bestie della corte dei Ladri. Nel momento in cui Nina si accorge dei pericoli che correrebbe la giovanissima Ettie nelle mani di Tigre, ella si rende conto che non può permettere che le portino via anche lei. Per questo decide di portarla al cospetto dell’unico Signore che non teme Tigre, il Signore dei Morti, ovvero i mendicanti. Egli però è sparito, e per trovarlo le due giovani sono costrette a recarsi dalla Signora degli Assassini e dal suo Maestro dai coltelli affilati, Montparnasse, dove scopriranno che il Signore dei Morti è rinchiuso nella prigione più sicura della Francia. Pur facendolo evadere e anche riuscendo a far unire Ettie alla Corporazione dei Morti, la sorella acquisita di Nina non sarà salva. Tigre l’ha puntata e non permetterà a nessuno di togliergli la preda agognata, anche a costo di violare la Legge. Sarà compito di Nina trovare un modo per salvare Ettie da un destino peggiore della morte, anche a costo di allearsi con persone che non pensava avrebbe più rivisto. Fin dove sarà disposta a spingersi per onorare le sue promesse?

“Ma si dice che, a volte, si può udire una voce trasportata dal vento che sussurra ciò che è buono, ciò che è giusto e ciò che è legittimo. E che, da qualche parte nelle regioni selvagge, vive ancora un topo senza coda.”

“La Corte dei Miracoli” parte a narrazione già iniziata: caotico, frenetico, confuso, ha il preciso scopo di farti sentire piccolo e smarrito come la giovanissima Nina, poco più che bimba, in balia degli eventi. Mano a mano che il romanzo prosegue, invece, siamo in grado di tracciare il passaggio del tempo, grazie alla maturazione fisica e psicologica della Gatta Nera, che affina le sue abilità assieme ai suoi sensi acuti, permettendoci di assistere ad un’evoluzione e maturazione della sua psiche che si dimostra sempre più affascinante e caritatevole.

Basato su una rappresentazione realistica della Francia negli ultimi decenni del 1700, il romanzo è una curiosa, quanto piacevole raccolta inspirazioni da fonti storiche. A chiunque, leggendo il libro, verrà in mente “I Miserabili” di Hugo, a causa del nome con cui si fanno chiamare gli appartenenti alla corte: i Miserabili, appunto. Attenzione però che “La Corte dei Miracoli” non ha intenzione di essere una citazione all’opera sopracitata con la quale ha solo in comune l’inspirazione storica. Infatti, miserabili, si facevano chiamare coloro che appartenevano alla vera “cour des miracles” dove “il più miserabile veniva considerato il più ricco”.

“La Corte dei Miracoli” è un libro ben scritto le cui atmosfere storiche lo rendono una lettura perfetta di accompagnamento anche a chi sta studiando il periodo storico della Rivoluzione Francese e, al contempo, riesce a farsi amare anche da chi la storia non la ama, grazie agli intrecci pieni di azione e a personaggi a cui è facile affezionarsi. Un romanzo che è in grado di trasmettere che a volte i legami di vita sono più forti di quelli di sangue.

“Nous sommes d’un sang.”



-Articolo a cura di Luinil 

sabato 6 novembre 2021

"Un eroe ribelle" di Rainbow Rowell


La parte più bella di una storia d'amore è il suo sbocciare, sino alla dichiarazione dei due innamorati, che finalmente risolvono i loro contrasti e si scoprono inseparabili.

Ma cosa succede dopo il lieto fine?

Questa è la domanda a cui Rainbow Rowell si propone di riapondere, con il romanzo "Un eroe ribelle" (Wayward son) secondo capitolo della serie di romanzi dedicata a Simon e Baz, personaggi nati dalla fantasia di un'autrice di fanfiction protagonista del libro "Fangirl" che hanno avuto uno straordinario successo di pubblico.

Ormai Simon Snow non è più il prescelto. Ha perso tutti i suoi poteri nell'ultimo scontro con il Tedio, e con essi la voglia di vivere e persino l'entusiasmo nei confronti del suo tenero fidanzato vampiro, Baz. Sia Baz che la sua migliore amica Penny non sanno come comportarsi, non sopportano di vedere Simon, che era un fuoco costantemente ardente, spento come se fosse fatto di cenere. Per risollevargli il morale, decidono di intraprendere tutti e tre un bizzarro viaggio on the road in giro per l'America. Ma il viaggio si trasforma in una lotta contro nemici prima sconosciuti, e in un certo senso diventa occasione per sperimentare le difficoltà della vita vera fuori dal nucleo ristretto della scuola di magia, dove avevano sempre vissuto.
Come reagirà Simon? Saprà dimostrarsi un eroe anche senza i suoi poteri?

"Un eroe ribelle" può sembrare un romanzo riempitivo - e sicuramente in parte lo è; inoltre, rispetto al primo, è un pò meno coivolgente, anche se non meno incalzante - ma era anche un romanzo necessario, affinché l'autrice potesse continuare a raccontare le avventure di Baz e Simon, dopo la conclusione di "Carry On", che aveva avuto un finale da fiaba. 

I due ragazzi, infatti, sebbene uniti da un profondo sentimento d'amore, devono risolvere le proprie questioni in sospeso: Simon, che ha trascorso tutta la vita ad essere chi non è, deve affrontare la propria crisi d'identità.

Baz invece, si rende conto che la sua natura di vampiro lo separa da ogni altra creatura e lo condanna ad una eterna discriminazione, nonostante tutti i suoi sforzi di essere una persona normale e di non far del male a nessuno.
L'incontro con una comunità di vampiri gli fa comprendere che i suoi simili potrebbero offrirgli la parvenza di una vita normale, ma Baz dovrebbe rinunciare a Simon per stare con loro, e questo gli spezzerebbe il cuore.

"Vederti è sempre un rischio per me, in te non c'è nulla che non mi strappi il cuore dal petto per poi lasciarlo lì, in tutta la sua fragilità, fuori dal mio corpo."


Fra Simon e Baz ci saranno pochi momenti romantici, c'è maggior concentrazione sui loro conflitti, loro crisi e sullo struggimento che entrambi provano, desiderosi di avvicinarsi ma bloccati da quel muro che si è frapposto tra loro: in una relazione nata dalla rivalità, quale equilibrio troveranno? In fondo al cuore, ciascuno teme che la loro relazione sia destinata a frantumarsi nel mondo reale: forse l'amore non basta, non è sufficiente. Eppure se quell'amore si costruisse insieme, pezzo dopo pezzo?
Se fossero più sinceri ed aperti l'uno con l'altro, senza lasciare a parlare siano le azioni, ma anche lasciandosi andare a qualche romantica rivelazione, di tanto in tanto, per darsi reciprocamente le certezze di cui hanno entrambi bisogno?

"Non gliel'ho mai detto, mai una volta. Non in modo che ci credesse. Che potesse comprenderlo e ci si aggrappasse. Tutto quello che rappresentava per me. Che era tutto per me."

Anche Penny ha intrapreso un percorso di maturazione, alla difficile ricerca di sé stessa dopo l'inattesa rottura con il suo ragazzo. Consapevole della propria intelligenza e del proprio valore, dovrà cercare di non lasciarsi prendere dallo sconforto dinanzi a questa sconfitta che non aveva previsto.

La più smarrita è Agatha Monamour, la storica fidanzata di Simon. Stanca della sua vita perfetta, è andata alla ricerca di una via di fuga, di qualcuno che la faccia sentire speciale per ciò che è e non perché è la fidanzata del più potente mago mai nato.

Il viaggio on the road, stratagemma letterario che non perde mai il suo fascino, rappresenta per i vari personaggi un'occasione per risolvere le questioni spinose rimaste sospese, necessarie da superare per andare avanti.

"Avevo quest'idea dell'America. Che avrei ritrovato me stesso qui. Ecco perché la gente sale su una decappotabile e si mette in viaggio senza una mappa. La promessa è quella. Che davanti a un paesaggio che non riconosci, finalmente capirai te stesso."

Questa necessità rende "Un eroe ribelle" un romanzo essenziale per continuare la saga, uno sviluppo indispensabile che descrive la crescita e la maturazione di ogni personaggio, in particolare di Simon e Baz.
Come si evolverà la loro storia d'amore? Procederà verso l'inevitabile distruzione oppure fiorirà, diventando bellissima?
Solo il tempo, o meglio, il capitolo finale della saga, saprà rivelarcelo: lo troveremo in libreria tra pochi giorni, precisae dal 23 novembre 2021, con il titolo "Dove soffia il vento".

venerdì 5 novembre 2021

Victor Carl: il personaggio dimenticato di William Lashner


"Il fantasma da sfrattare" e "Il portale dell'aldilà", due libri per ragazzi pubblicati dalla casa editrice DeAgostini, sono stati i primi romanzi che ho letto di William Lashner.

Sono rimasta colpita sin dalle prime righe dalla penna di questo autore: dalla sua ironia, dalla sua voce provocatoria, dai suoi personaggi dalla personalità graffiante, dal suo modo di concludere i capitoli lasciando il lettore in sospeso e dai convolgenti incipit di ogni capitolo.
Stratagemmi che indicavano chiaramente una grande maestria letteraria: al di là della storia, che può piacere o meno - e a me è piaciuta moltissimo - la prosa di Lashner dimostra un talento impossibile da mettere in discussione.

Dopo aver divorato i suddetti romanzi, ho deciso di fare una ricerca per leggere le sue opere precedenti, i libri che lo hanno reso famoso, i titoli dedicati alle avventure del personaggio che ne ha consacrato la fama: l'avvocato penalista Victor Carl.

Non particolarmente simpatico, arrogante, vanesio, sfortunato e sin troppo incline a lasciarsi sedurre - o più spesso abbindolare - dal fascino femminile, Victor Carl è un personaggio che conquista il lettore per la sua umanità, spiazzante nell'orgogliosa autocelebrazione dei propri difetti.

"Al contrario di tutti voi, ammetto con allegria di essere un grandissimo egoista. Mi sono costruito una carriera professionale da me, sono pieno di me, penso solo a me stesso, cito spesso le mie battute, ma sono anche il primo a criticarmi, in maniera a dir poco fascinosa. Per farla corta, sono il centro del mio mondo e non corro certo il rischio di essere considerato un altruista."
(Prologo di "Diritto di appello)

Insieme all'amica di sempre Elizabeth Darringer gestisce a Philadelphia lo studio legale "Darringer & Carl". Costantemente in cerca di denaro e dichiaratamente privo di scrupoli morali, apparentemente disposto a tutto purché economicamente ne valga la pena, finisce sempre col farsi trascinare dai sentimenti, perdendo puntualmente sia il denaro sia la sua maschera da duro, e di solito trovandosi preso in giro dalla bella donna di turno, che lo sfrutta e lo abbandona, lasciandolo più solo di prima.

Nelle indagini di Victor Carl si ha una sola certezza: tutto ciò che potrebbe andare male, inevitabilmente andrà malissimo.
Ma Victor, da buon avvocato, saprà sorprendere il lettore con geniali stratagemmi ai limiti della legalità, grazie a sottili cavilli legali e arringhe strategiche.

Tra bluff, personaggi unici e una prosa così tagliente da dare forma nuova alle parole, Lashner ha costruito un personaggio eccezionale, non sempre positivo ma umano e verosimile, dalla personalità irresistibile e irriverente, per il quale è impossibile non simpatizzare.

Trovare i libri della serie ormai è molto difficile: sono stati pubblicati parecchi anni fa, e in italiano sono stati tradotti solo alcuni titoli della serie ("Testimone contro", "L'ultimo cliente", "L'avvocato della notte", "Diritto di Appello", "Il bacio dell'assassino").
Ogni volume tuttavia costituisce una storia a sé, e non è necessario aver letto gli altri per leggerne uno.

Quindi, se amate i legal thriller e frequentate i mercatini dell'usato, non dimenticatevi il nome di William Lashner. Lo stesso vale anche se non siete amanti del genere: l'autore è così bravo che potrebbe decisamente farvi ricredere.

In ogni caso, vista la recente pubblicazione della sua ultima saga per ragazzi, non smetto di sperare che qualche casa editrice possa decidere di ripubblicare le opere di Lashner, che per la loro qualità meriterebbero di essere conosciute e amate da un numero maggiore di lettori. 

"Le fatiche di Loki": un albo fedele alla mitologia norrena


"Le fatiche di Loki" è un elegnate volume cartonato pubblicato dalla casa editrice Panini, che raccoglie quattro episodi della mitologia norrena, scritto da Roberto Aguirre Sacasa e illustrato da Sebastian Fiumara Al Barrionuevo.

Partendo dalla fine, la storia ripercorre le fasi salienti della vita di Loki, noto nella mitologia norrena come dio del caos e della menzogna.
Viene narrata la giovinezza del dio, le sue imprese più celebri e note, come la sua infatuazione per Sif, la rivalità con il fratello adottivo Thor, il rapporto con gli altri dei.
Lentamente, gli autori mostrano al lettore, tramite tavole sempre più cupe, come lo spirito giocoso e un pò invidioso di Loki diventa sempre più perverso, affilato dal diprezzo dei compagni, corrotto dall'odio degli altri che riflette come uno specchio.
Gli dei sono sempre pronti a ridere di lui, a sottolineare la differenza che li separerà sempre, e l'impossibilità che lui possa anche solo sperare di diventare come loro.
Questa disparità di trattamento fa marcire l'anima di Loki, che appassisce come un fiore bellissimo trasformandosi lentamente nella sua versione più mostruosa di sé stesso.
Una scintilla di luce arde sempre in fondo al suo cuore, ma è purtroppo è fragilissima e costantemente soppressa dall'odio altrui.


Questo albo, che presenta illustrazioni in uno stile squisitamente classico, si attiene piuttosto fedelmente agli eventi narrati nell'Edda poetica, il testo di riferimento più importante della mitologia norrena, distaccandosi un pò dalla generi Marvel del personaggio, per rispettare la storia mitologica.

Ho apprezzato la narrazione di un atto di misericordia di Loki, ossia il salvataggio di un ragazzo la cui famiglia aveva supplicato, inascoltata, le divinità.
Nel ragazzo ignorato dagli dei, intenti ad ubriacarsi e impegnati nei loro frivoli giochi d'amore, Loki rivede sé stesso, strappato alla sua dimora da Odino per essere collocato a forza in un ambiente che non gli appartiene, disprezzato dai boriosi abitanti di Asgard. Forse per la prima volta nella sua vita viene mosso a pietà, e decide di salvarlo da morte certa.


Dal punto di vista grafico, le tavole sono un capolavoro. Molte raffigurazioni alludono persino a famose opere d'arte, ad esempio Balder defunto viene raffigurato esattamente come il "Cristo morto" di Andrea Mantegna, allusione all'innocenza e alla purezza del defunto, mai crudele, sempre aperto e al prossimo e disposto a perdonare chiunque.


L'eliminazione di Balder è il crimine più grave di cui si macchia Loki, la discesa definitiva senza ritorno, sua definitiva corruzione dal momento che agisce mosso solo dall'invidia e non da un rancore personale nei suoi confronti: Balder non gli aveva mai fatto nessun affronto e nessuna cattiveria, semplicemente rappresentava tutto ciò che non sarebbe stato mai e possedeva quel che non avrebbe mai avuto, cioè l'amore della madre e l'ammirazione degli altri.

Loki è un personaggio che incuriosisce molti artisti, perché la sua storia, pur nella finzione mitologica, narra la più antica ed attuale delle vicende: l'inarrestabile corruzione umana che, se posta in un ambiente che ne alimenta la malvagia natura, non può fare a meno di manifestarsi nel suo più terribile aspetto.
Esiste redenzione, per personaggi come Loki? 

"Loki - Il dio che cadde sulla terra"


In occasione dell'uscita della serie tv dedicata a Loki, la casa editrice Panini ha proposto una serie di fumetti dedicati a questo brillante personaggio che, nel corso degli anni, è riuscito ad accattivarsi le simpatie di molti lettori, che seguono con passione le sue avventure nell'universo Marvel.


"Loki - Il dio che cadde dal cielo" è un volume che si colloca temporalmente dopo la saga raccolta nell'omnibus "agente di asgard" e "Vota Loki".
Ormai Loki si è sacrificato per salvare Freya, ed è rinato dal corpo del padre, diventando un eroe e re del regno dei Giganti. Ma il dio degli inganni è uno spirito libero, ribelle alle regole e insofferente alle pressioni: saprà restare fedele alle sue responsabilità, oppure scapperà come sempre?

Loki dovrà affrontare una nuova sfida in questo albo: dopo la guarra che l'ha visto protagonista e vittorioso, il dio degli inganni mal tollera la stasi e la calma. Dopotutto lui è nato dal caos e per il caos, la tranquillità non gli appartiene, il suo equilibrio è costantemente in bilico.
Thor, sotto la maschera di severità che lo contraddistingue, finge di disprezzare il fratello, mentre in realtà adora la sua parte ribelle. Non lo lascerebbe mai indietro, e riuscirebbe a seguirlo nei meandri più segreti del tempo pur di ritrovarlo.


Si tratta di un'avventura dal ritmo adrenalinico, che si alterna fra passato e futuro, permeata dal tipico umorismo delle più recenti avventure di Loki nell'universo Marvel.
Quello rappresentato è un Loki che ha mantenuto inalterate le sue caratteristiche peculiari - è un bugiardo, un ingannatore, furbo e il più delle volte è concentrato sul proprio tornaconto - ma è cambiato rispetto alla sua versione embrionale: privato della malvagità che lo contraddistingueva, a seguito degli eventi narrati in Loki - Agente di Asgard è cambiato, diventando un uomo diverso, il dio delle storie, mai troppo cattivo, un personaggio con cui è possibile empatizzare e per il quale non è difficile provare simpatia.

Il tono ironico dell'albo è evidente dalla copertina, su cui figura un Loki sorridente e scanzonato, con un'espressione astuta ma certamente non malvagia. In questo volume si esplorano nuove sfaccettature del complesso personaggio di Loki, nuovi frammenti vanno ad arricchire la sua complessità.


Il volume arriva ad una conclusione? In un certo modo sì, ma il finale resta aperto: la vita di Loki è un racconto in divenire, che non può concludersi, perché il dio delle storie avrà sempre una nuova avventura da intraprendere, una nuova storia da raccontare. 

martedì 2 novembre 2021

"A caccia del diavolo" di Kerri Maniscalco


"A caccia del Diavolo" è il volume conclusivo della serie di libri nata dalla penna di Kerri Maniscalco, che narra la conclusione delle avventure di Audrey Rose Wadsworth e di Thomas Cresswell.

Dopo un travagliato viaggio in nave, la coppia di protagonisti mette piede in America, più unita che mai e si stabilisce in casa della nonna materna di Audrey Rose, porto sicuro e luogo di svolgimento di alcuni giorni sereni che la combriccola ,formata anche dal medico legale Jonathan Wadsworth, zio di Audrey Rose, trascorre appena arrivata. Mentre in citta si svolge una serie di omicidi cruenti ai danni di donne lavoratrici della città, i due  decidono di fidanzarsi ufficialmente, sperando nella benedizione del padre della giovane. Mentre attendono che il padre di Audrey Rose li raggiunga in America per parlare loro di persona, Thomas, che non ha mai smesso di analizzare i taccuini dello Squartatore, scopre strane coincidenze con gli omicidi che si stanno succedendo lì in America, e quello che sembra un indizio che lascia intuire la presenza di un possibile complice, ancora più cruento dell'originale omicida londinese. Questa rivelazione risveglierà in Audrey Rose gli incubi dai quali si era liberata e il suo sonno verrà costellato da sogni nefasti del demonio. Nel frattempo, ricevuta la benedizione di Lord Wadsworth, Thomas e Audrey Rose, in procinto di diventare marito e moglie di lì a pochi giorni, si concederanno l'uno all'altra, senza saper che il destino trama contro di loro e che, il giorno delle loro nozze, una figura inaspettata farà capolino in chiesa per sconvolgere i loro piani.
Turbati profondamente dalla novità, Thomas e Audrey Rose si chiuderanno in loro stessi e, l'unica via d'uscita, sarà scappare dalla città per inseguire le tracce, labili come il fumo, del misterioso assassino. Cercando di dimenticare il problema, Audrey Rose si troverà in una situazione altamente pericolosa in cui riuscirà finalmente a scoprirsi come la rosa, bellissima ma pungente, che sua madre sperava che lei fosse. Appena in tempo per attaccare il Diavolo che le si para davanti e il cui unico desiderio è quella di privarla della vita per tutta l'eternità.

Il libro, degna continuazione degli altri per stile e fluidità di scrittura, si pone l'obiettivo di tirare le fila di tutte le vicende irrisolte che sono state seminate nel corso della quadrilogia. Forse meno orientato a costruire un mistero complesso, ma più concentrato a raccogliere le mollichine di pane disseminate lungo la via, non perdere però del fascino antico e delle atmosfere ottocentesche che caratterizzano lo stile dell'opera. 

Il romanzo, nella sua semplicità, appaga la necessità del lettore di conoscere dove andranno a finire tutti i pezzi del puzzle e di scoprire come si concluderà la storia romantica e travagliata dei protagonisti, due personaggi magnifici e complessi con una sfera emotiva umana e toccante, che sorprendono per la loro capacità di mostrare dolcezza, debolezza e fragilità allo stesso tempo, regalandoci allo stesso modo una visione ampia e meravigliosa dell'essere umano e del mondo.

"Qualcosa si districò nel profondo del mio cuore, all’inizio lentamente, poi sempre più in fretta. Senso di colpa. Soltanto in sua assenza mi resi conto di quanto mi ci fossi aggrappata saldamente negli ultimi anni. Il senso di colpa mi perseguitava dalla morte della mamma, e mi stava alle calcagna da quando mio fratello ci aveva lasciati. Mi incolpavo di entrambe le morti. Ero talmente abituata alla sua presenza che avevo quasi paura di liberarmene.
Mettendo da parte tutte le ragioni per cui avrei dovuto mantenere le distanze, fidanzate segrete comprese, crollai contro il petto di Thomas, assorbendo forza dalla sua fermezza. «È dura» gli confessai con un nodo in gola. «Dimenticare.»
«Non sto dicendo che devi dimenticarti di loro.» Mi accarezzò il braccio con dolcezza. «Ma devi imparare a liberarti dal senso di colpa. Se non lo farai, ti si attaccherà come una sanguisuga assetata di sangue e finirà per prosciugarti.»
«Lo so. A volte vorrei poter cambiare il passato. Soltanto una piccola modifica.»
«Ah. Per ora potrebbe essere matematicamente impossibile, ma puoi sempre cambiare il futuro. Prendendo ciò che hai imparato ieri e mettendolo in pratica oggi, potrai migliorare il domani.»"

"A caccia del Diavolo" è l'ultimo intrigante tassello di una storia complessa che gioca con il connubio "mors et a-mors", morte e amore, in un valzer pericoloso e affascinante che vi catturerà, conducendovi in un epoca di bellezza e contraddizione, dove chi non si fa schiacciare dalla società è solo colui che accetta se stesso e  le proprie ombre.



~Articolo a cura di Luinil

lunedì 1 novembre 2021

"La regina degli scacchi" di Walter Travis


"Per alcune persone gli scacchi non sono che un passatempo, per altri una cosa compulsiva, quasi una droga. E di tanto in tanto viene fuori qualcuno per cui sono un diritto di nascita. Ogni tanto appare un ragazzino che ci sorprende con la sua precocità in quello che può essere considerato il gioco più difficile al mondo. Ma cosa succederebbe se quel ragazzino fosse una ragazzina, una scolaretta seria con i capelli e gli occhi castani e un vestitino blu scuro?"

La storia di Beth, leggenda del mondo degli scacchi, ha conquistato ormai moltissimi ammiratori grazie alla serie tv che è stata tratta dal romanzo "La regina degli scacchi". Il titolo originale del libro, "The queen's gambit", prende il nome da una famosa e rischiosa mossa d'apertura di gioco, che può portare ad una scenografica vittoria o ad una rovinosa perdita, se ne viene fatto un uso incauto.

Rimasta orfana a causa di un incidente che ha ucciso i suoi genitori, Beth si ritrova in un orfanotrofio cattolico, luogo dove viene trattata con severità e aiutata a riposare grazie alla somministrazione quotidiana di tranquillanti, che impara a conservare per assumere in grandi dosi quando si sente particolarmente stressata.
Studentessa particolarmente brillante, vive una quotidianità monotona e triste, senza particolari stimoli che possano stuzzicare il suo cervello sopraffino.
Un giorno, nel seminterrato, incontra un uomo intento a giocare da solo ad un gioco che non ha mai visto: il gioco degli scacchi, capace di suscitare la sua curiosità e che finalmente riesce a mettere alla prova il suo genio.
Diventandone letteralmente ossessionata, Beth decide di dedicare la sua intera esistenza a diventare Grande Maestro di scacchi: non per la soddisfazione che le regala la vista del suo nome elogiato sui giornali, ma per potersi sentire la migliore, la più brava del mondo, in quel gioco bellissimo e appassionante - che ha escluso per molto tempo le donne - e su un piccolo tavolo simula una spietata guerra emulando la lotta per la sopravvivenza della vita.

"La regina degli scacchi" è un romanzo di formazione scritto con una prosa elegante come il gioco a cui è dedicato. Con uno stile forbito e seducente, l'autore narra la storia a tratti brutale di una ragazzina che scopre troppo precocemente la perdita, il dolore, il sesso, la droga, l'autodistruzione. Affetto e amore non la toccano mai davvero, tutto il mondo di Beth è grigio, ad eccezione di un'unica luce, il gioco degli scacchi.

Il romanzo si concentra sulla descrizione precisa di strategie di gioco, trasmettendo al lettore la propria passione e l'entusiasmo del più intringante dei giochi da tavolo, affascinante perché riesce a costituire, per i giocatori, una sfida intellettuale: nulla è affidato al caso, la vittoria o la perdita dipendono dall'attenzione o dalla disattenzione del giocatore, una mossa astuta deriva solo da un attento ragionamento. Sicuramente quello degli scacchi è un gioco elitario, perché tutti possono giocare ma pochi possono diventare campioni, bisogna infatti essere dotati di pazienza e capacità di ragionamento che richiedono freddezza e calcolo, abilità che non tutti possiedono o affinano nel corso della propria vita.

Beth è una protagonista benedetta dal dono di un'intelligenza fuori dal comune, animata da una determinazione senza pari: la bramosia accecante di affermarsi, di scalare ogni vetta possibile del successo, desiderio che la spinge a correre senza interruzione verso il suo obiettivo, accogliendo con indifferenza ogni persona che incontra sulla sua strada. Affetti, amici e amanti si susseguono nella vita di Beth, ma sono poco più che passanti nella sua esistenza, in cui il primo pensiero al mattino e l'ultimo prima di andare a dormire è la mossa con cui batterà i suoi prossimi avversari.
In quel gioco Beth si perde, innamorata di sé stessa e delle sensazioni che prova mentre gioca.
Per lei non è solo un hobby: è una ragione di vita, uno scopo, un campo di battaglia nel quale i pedoni prendono vita, un microcosmo di caselle nere e bianche in cui può sentirsi grande e potente, padrona della vita e della morte delle singole pedine. Può sacrificare la regina, riportarla in vita, salvare un alfiere e costruire una strategia sapiente per arrivare al cuore del re avversario.

Beth ricorda ogni mossa delle sue partite, e spesso le ripercorre per analizzare le varie diverse sequenze che avrebbero potuto portarla a differenti vittorie. Arriva persino, in certi momenti, a giocare intere partite nella sua testa, immaginando i pezzi che si muovono dinanzi ai suoi occhi su grandi scacchiere immaginarie, prendendo vita come un esercito pronto a muoversi ad un suo comando.

"Decise di non prendere il pedone che le veniva offerto, ma di lasciare la tensione sulla scacchiera. Le piaceva che fosse così. Le piaceva il potere dei pezzi, esercitato lungo file e diagonali. A metà del gioco, quando i pezzi erano sparsi dappertutto, le forze che attraversavano la scacchiera le davano un certo brivido."

Negli scacchi, Beth vede un mondo in cui si trova a suo agio, da distruggere e ricreare a piacimento, un mondo sicuro che segue regole precise e immutabili, non come la realtà, instabile e fragile, capace di crollare da un momento all'altro. Il gioco è una certezza, un'ancora in una vita tempestosa, di una bruttura tollerabile solo con l'uso di alcol e droghe.

Infatti, nonostante la sua brillante mente, perde spesso contatto con la realtà, del tutto immersa nel suo mondo di pedine, cavalli, torri e strategie. Si concede spesso il conforto di tranquillanti ed alcolici, dai quali rischia di diventare dipendente e di compromettere le sue facoltà cognitive, mettendo a rischio persino le sue vittorie.
Qual è il senso della vita? Beth rischia di non scoprirlo, trovandosi spesso sul punto di annientarsi, di trasformarsi in un'ombra di sé stessa, pura volontà e aspirazione di grandezza, senza concedersi mai il piacere di godere delle gioie quotidiane. Come Scherlock Holmes, trae il suo unico compiacimento dal superamento di sfide sempre più difficili.

La regina degli scacchi è un romanzo dal ritmo serrato, che segue la rapidità dei pensieri della protagonista. Tuttavia il finale è troppo frettoloso e brusco e mi ha trasmesso un senso di incompletezza.

Come proseguirà la vita della protagonista? Cadrà nella perdizione o riuscirà a risollevarsi, trovando qualcuno da amare e dedicandosi anche ad altre passioni intellettuali? Oppure gli scacchi resteranno per tutta la vita il suo unico amore?

Il libro non offre tutte le risposte, preferendo un finale aperto che non conclude nulla, ma dinanzi al quale ci si ritrova a sorridere, come un cerchio in cui tutti gli elementi tornano al punto di partenza.
Ora che tutte le battaglie sono state vinte, ogni risalita è possibile, la caduta è ancora un'eventualità probabile. Ma niente è certo.