Il circo della Notte è il romanzo d’esordio di Erin Morgenstern, poliedrica artista statunitense, originariamente scritto per l’annuale concorso di scrittura NaNoWriMo.
Prima di essere accettato dalla casa editrice Doubleday, nel 2010, ha ricevuto oltre trenta rifiuti.
Una volta pubblicato però si è rivelato un brillantissimo esordio, ottenendo in breve tempo numerosi premi. È stato tradotto in oltre dodici lingue, e in ogni nazione ha riscosso successo e un gran numero di recensioni positive data l’originalità dell’opera.
In Italia è stato pubblicato presso la casa editrice Rizzoli, nel 2012.
La storia è narrata da un punto di vista esterno con focalizzazione esterna, poiché si limita ad esporre le vicende narrate, senza esprimere giudizi o commenti.
L’autrice si rivolge certamente ad un pubblico di giovani adulti, lettori già abituati a romanzi fantasy di notevole complessità.
Infatti si tratta di un libro molto particolare, che oltre al fantasy riesce a toccare vari generi quali il romance, il romanzo storico, il mistery.
La vicenda è ambientata a Londra, nell’epoca tardo Vittoriana, ossia nella seconda metà dell’ottocento e l’inizio del novecento.
La scrittura è paratattica e leggera, sembra mantenere una certa distanza dalla materia narrata, come se la sfiorasse senza toccarla davvero, e questo dà al lettore la continua sensazione di leggere le parole che descrivono un’illusione, un sogno, un’allucinazione che sta per scomparire.
Gli ambienti sono ampi e descritti dettagliatamente, mescolati in un sapiente intreccio di luoghi reali ed immaginari, facendo uso di una descrizione che si può definire surreale ed onirica, poiché le parole usate riducono ogni dettaglio ad un sogno fragile, lontano ed inafferrabile. Infatti non è presente nessun ordine razionale nella descrizione, ma tutto è confuso, come se fosse visto per la prima volta da un osservatore meravigliato ed inebriato dal grande numero di dettagli strabilianti.
La storia narrata si svolge in un arco di tempo di circa trent’anni, ma la narrazione non segue l’ordine cronologico: procede invece con continui salti temporali.
I personaggi presenti all’interno della storia sono numerosi e complessi, tutti con caratteristiche uniche, spesso eccentrici, ma si riducono a poco più che comparse intorno ai protagonisti, Marco e Celia, vittime inconsapevoli di due potenti maghi, Hector e Alexander, i quali decidono di usarli sin da bambini come allievi, obbligandoli a sfidarsi in una gara di magia, per il puro gusto di vedere chi dei due sarebbe riuscito ad allenare meglio il proprio pupillo.
Ma la sfida di Marco e Celia coinvolge ben presto molte altre persone oltre loro due. Arriverà infatti a coinvolgere un intero circo notturno, il Circo dei Sogni. I creatori non sanno, infatti, che nella sua progettazione sono stati influenzati dai due maghi. Hector e Alexander hanno infatti deciso di usare il circo come terreno di sfida su cui permettere ai propri allievi di confrontarsi.
I due giovani arricchiscono il circo con attrazioni che lo rendono unico al mondo, quali l’albero dei desideri, la grotta delle lacrime, il giardino di ghiaccio.
Invece che sfidarsi però, i ragazzi con i loro poteri danno vita a meraviglie che sembrano avere il solo scopo di essere una sorpresa, un regalo magico per l'altro.
Iniziano a formarsi gruppi di appassionati proveniente da ogni parte del mondo che fanno dell’amore per il circo il centro della loro vita, seguendolo ovunque vada, inseguendo disperatamente e in maniera quasi ossessiva il loro sogno, quel sogno che dopo poche notti si dissolve alla luce del giorno, e deve essere seguito e cercato in un altro luogo ignoto. Infatti, il circo si sposta senza preavviso, e senza nessun preavviso arriva in un altro luogo.
Il circo arriva inaspettato.
Nessun annuncio lo precede, niente volantini né affissi o cartelloni, nessuna menzione sui giornali. Spunta così, semplicemente, dove ieri non c’era.
Gli ammiratori del circo si sono persino dati un nome: si chiamano “Rêveurs”, i sognatori. Fra di loro c’è anche un ragazzino di nome Bailey. Bailey vorrebbe frequentare il collegio, perché ama leggere e studiare, ma i suoi genitori preferiscono piuttosto che lavori nell’attività di famiglia. Gravato dalle pressioni familiari, Bailey si sente spesso in gabbia, oppresso da desideri altrui.
Sembra solo un ragazzino su cui incombe un incerto futuro, ma si rivelerà molto più rilevante all’interno della storia. Ha visto il circo per la prima volta da bambino e, restandone affascinato, vi fa ritorno da adolescente, considerandolo una bellissima fuga dalla vita ordinaria che tanto lo opprime.
Sono sempre di più le persone che sembrano intuire che il circo è ben più di ciò che sembra esteriormente, c’è chi inizia a notare che nel circo gli artisti sembrano non invecchiare, dalla notte della sua inaugurazione nessun bambino è nato, tutto è immobile, e in questa atmosfera sospesa si sfidano Marco e Celia.
Educati severamente da maghi potenti, istruiti per odiarsi, con il solo scopo nella vita di annientare l’altro, si scoprono invece legati l’uno all’altra da un potente legame d’amore. Entrambi sono consapevoli che coltivare questo amore è impossibile, significherebbe soffrire: ci sono state simili sfide in passato e mai entrambi i contendenti sono sopravvissuti.
È meglio morire o vivere senza l’amore della propria vita? Entrambe le ipotesi sono terribili, l’unica soluzione sarebbe cercare di ignorare questo amore, ricordare di essere solo due pedine che giocano una lunghissima, eterna partita a scacchi.
Tuttavia il sentimento che li lega non può essere cancellato né represso. Cosa fare, dunque? Se anche decidessero di ritirarsi dalla sfida per amarsi, non potrebbero farlo: infatti Marco e Celia sono ormai strettamente legati alle energie dell’intero circo, e il coronamento del loro amore rischia di far crollare il grande sogno che dà vita al Cirque De Rêves.
Un sogno d’amore, un desiderio di fuga da una vita oppressa, un istante di sogno inseguito da tanti sognatori.
Questo romanzo è realizzato dall’intreccio di tanti sogni, sospesi nell’aria come piccole magie, e ci lascia con il fiato sospeso sino all’ultima pagina, con mille domande.
Cosa si nasconde davvero dietro il circo? Qual è lo scopo della sfida di Marco e Celia? Riusciranno i giovani maghi a coronare il loro amore, nonostante i numerosi fattori a loro sfavore?
Le spiegazioni che l’autrice fornisce alla fine del libro sono poco soddisfacenti, un po’ blande. Il finale del romanzo si potrebbe definire ambiguo e poco chiaro, ma è forse perfettamente armonioso se inserito nel contesto dell’intero libro.
Il Circo della Notte è un romanzo complesso, sfaccettato, non lineare, spesso frammentario, interrotto, a volte la narrazione procede con un ritmo quasi ossessivo.
È difficile definirlo in poche parole, bisogna leggerlo per capirlo, e forse anche leggerlo non è sufficiente per comprenderlo davvero.
È un libro che racconta tante storie immerse in un’unica storia, e che narra tutto come un sogno, dove nulla è certo, e diventa difficile distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è.
Forse questo romanzo non va compreso, va semplicemente letto, e l’insegnamento del romanzo è proprio questo: l’importanza di narrare storie e di tenere vivi i sogni, di qualsiasi genere essi siano, reali o immaginari.
-Racconti storie? – domandò l’uomo, con un’improvvisa e quasi palpabile curiosità.
-Storie, favole, cronache da bardo – spiega Widget - O come preferite chiamarle. (…) niente di importante… -
-E’ importante, invece. C’è bisogno di qualcuno che le racconti, quelle storie. Dove le battaglie sono combattute, vinte e perdute, dove i pirati trovano i loro tesori e i draghi divorano i nemici a colazione con una bella tazza di Lapsang Souchong: qualcuno deve raccontare i loro frammenti sovrapposti di narrazione. C’è della magia in questo. È nell’ascoltatore, e suonerà in modo diverso in ogni orecchio, colpendo ciascuno in modo imprevedibile in superficie e in profondità. Puoi narrare una storia che va a innestarsi nell’anima di qualcuno, divenendone il sangue, l’io e il proposito. Quella fiaba lo spronerà, e chissà cosa mai potrebbe arrivare a fare grazie ad essa, grazie alle tue parole. Che sono il tuo ruolo, il tuo dono. (…) Non dimenticarlo. (…)
Ci sono molti tipi di magia, dopotutto. –
Questo libro non è come gli altri, si può amare oppure odiare; certamente non è il tipo di scrittura al quale si può essere abituati, perché si differenzia dalla maggioranza dei libri.
Dopo averlo chiuso, è inevitabile restare un po’ frastornati, confusi e perplessi, domandandosi: cosa è accaduto? Ho davvero letto semplicemente un libro, oppure ho fatto un viaggio in un sogno? E, qualunque sia la risposta, quel sogno sarà svanito, ma non perduto, perché ogni storia ci arricchisce e vive in noi per sempre.
Ti dirigi all’uscita, senza smettere di guardare il biglietto che hai in mano. (…) Mentre ti allontani nell’alba che sboccia, pensi che all’interno dei confini del Cirque de Rêves ti sentivi più vivo.
E non sai più dire da quale parte sia il sogno.