lunedì 30 marzo 2020

"Dio su una Harley (Una favola spirituale)" di Joan Brady



Dio su una Harley
, una fiaba spirituale è un romanzo breve scritto da Joan Brady, pubblicato dalla casa editrice Sonzogno.
La storia è narrata in prima persona dal punto di vista di Christine Moore, la protagonista, una donna infelice di 37 anni.
Il libro si rivolge ad un pubblico variegato, ma certamente in modo particolare ad ogni persona cinica che non crede sia possibile cambiare la propria vita e a chi da tempo non crede più in Dio.
La vicenda è ambientata ai giorni nostri, anche se l’anno preciso non viene specificato.
Christine Moore è un’infermiera che lavora quaranta ore alla settimana pur di guadagnare il denaro necessario per mantenere un determinato stile di vita, ma è stressata e non ama quello che fa. La depressione l’ha portata a non prendersi cura di sé stessa, si vede brutta. Ha alle spalle una serie innumerevole di storie con uomini sbagliati, che l’hanno abbandonata.
Delusa da tutto e insoddisfatta della vita, si ritrova una sera a bere alcolici in un locale e a rimuginare sulla sua misera vita.
Ma è qui che avviene l’incontro con Joe, un uomo molto particolare che arriva su una grossa motocicletta, una Harley. L’uomo conosce ogni dettaglio della sua vita. Le spiega di essere Gesù Cristo, e dichiara di essere lì per aiutarla. Sì, perché negli ultimi tempi Christine si è proprio dimenticata di vivere, vivere davvero, ha cercato di rendersi interessante e attraente agli occhi degli uomini e di avere l’approvazione degli altri, ma senza accorgersene ha smesso di amarsi, diventando sempre più vuota. 


Christine, se tu sai esattamente chi e cosa sei, e sei consapevole sia dei tuoi difetti sia delle tue qualità, non dovrai mai sprecare tempo o energie cercando di essere qualcosa di diverso.



Con Joe, Christine si rende lentamente conto di tutte le cose belle della vita che ha trascurato, di quante barriere ha costruito, di quanto tempo ha sprecato in una grigia e ripetitiva esistenza trascorsa a fare cose che odiava, a mostrare di essere chi non era, solo per piacere.


Le mie priorità stavano cambiando con una velocità impressionante. Era difficile credere che fino al giorno in cui ero stata colpita da quella specie di illuminazione avevo trascorso gran parte del mio tempo libero curiosando in qualche centro commerciale, fantasticando su tutti gli splendidi oggetti che desideravo possedere. Adesso non sopportavo l’idea di aver trascurato le delizie e i miracoli gratuiti che mi circondavano.

Christine potrebbe essere ciascuno di noi, poiché ciascuno di noi è stato ed è ancora insoddisfatto di uno o più aspetti della propria vita, e questa breve ma intensa lettura potrebbe toccare le corde profonde dell’animo di ogni lettore.
Christine è arrabbiata con Dio, cerca delle risposte, ma si renderà conto di quanto le risposte non abbiano senso, così come le domande. L’unica cosa vera in questo mondo, è l’amore. L’amore è sempre la soluzione. Perché alla domanda “io amo?” la risposta deve essere una, ed unica. Sì, sempre.

sabato 28 marzo 2020

"Anthea" di Rebecca Mazzarella



"Trascorreva le sue giornate a ciondolare fra la camera e il giardino, leggeva libri e dormiva. Possibile che la vita fosse tutta lì? Sentiva una strana eccitazione nella pancia, come se da un momento all'altro si aspettasse di veder comparire... cosa? Folletti dei boschi? Fate? 
No, era tutto così assurdo che persino la sua vita ordinaria sembrava un sogno."




Oggi vi parlo del libro vincitore di Wattys 2017: 𝑨𝒏𝒕𝒉𝒆𝒂 di Rebecca Mazzarella, un fantasy d'avventura per ragazzi.
A Rockwood, cittadina tranquilla di Washington circondata dal bosco, vive la quattordicenne Loto, con il nonno Sgurfio e la madre Beth. 
La sua vita viene stravolta dalla scoperta di essere una creatura magica: persino sua madre e il nonno non sono umani, bensì maghi. Loto però non è una strega ma una ninfa perciò, accompagnata dalla zia Flora, ninfa come lei, si reca ad Anthea, un mondo magico nel cuore del bosco dove ogni creatura magica può studiare e imparare ad usare i propri poteri, vivendo in pace e armonia con la natura. 
Tuttavia dei misteriosi soldati vagano nei boschi seminando morte e distruzione: chi li comanda, e per quale scopo? 
Loto scoprirà segreti nascosti nel passato della sua famiglia e dovrà esporsi in prima persona in battaglia, rischiando la vita per difendere Anthea, la sua nuova casa. Ma non sarà sola: i suoi nuovi amici e il misterioso Aghelio la accompagneranno nelle sue sfide. Riusciranno a salvare Anthea?


La storia mi è piaciuta molto: elementi nuovi sono stati mescolati ottenendo un piacevole racconto che unisce in sé la poesia delle fate di "Wings" di Aprilynne Pike e la magia di Harry Potter. 
I personaggi sono numerosi e ben delineati, il lettore riesce ad entrare subito in empatia con i loro sentimenti e le loro vicende. 
In particolare ho apprezzato Aghelio, Noctis e Iridis. La protagonista, Loto, ha un carattere forte e ribelle, possiede l'impazienza tipica della sua età e ne ho apprezzato virtù e debolezze. 
Anche le figure degli adulti -spesso difficili da definire- sono realistiche. 
C'è poca ricercatezza nelle scelte lessicali e il testo presenta alcuni refusi, ma lo stile è fluido e di piacevole lettura. 
Un punto di forza è l'assenza di tempi morti, anche grazie alle descrizioni di luoghi e personaggi ridotte all'essenziale: l'autrice si è concentrata sulle descrizioni delle atmosfere e degli eventi, scelta che ha reso il romanzo molto incalzante.



𝑨𝒏𝒕𝒉𝒆𝒂 è un libro appassionante che mi ha trascinata in un mondo affascinante: non sono riuscita a fermarmi prima della fine.


"La strega della fonte" di Sabrina Guaragno




"Quanto vorrei che si rendesse conto. 
Sono io. Sono io, sono ciò
che tu non pensavi che fossi.
Non sono solo una dolce ragazza
che insegue i suoi
obiettivi. E che sono anche
avventurosa, artistica, che mi
piace ballare e non solo
cantare. Che sono disposta
anche a fare l'artista di strada,
a vivere come una nomade,
perché, in fondo, questo modo
di vivere mi fa sentire davvero
me stessa.
Vorrei potergli dire che ci sono
un sacco di parti di me che non
conosce ancora, e che, mi
dispiace, forse rimarrà deluso
da quello che posso e non
posso essere." 





𝕷𝖆 𝖘𝖙𝖗𝖊𝖌𝖆 𝖉𝖊𝖑𝖑𝖆 𝖋𝖔𝖓𝖙𝖊 di Sabrina Guaragno è un fantasy young adult che intreccia magia, amore e un velo di tenebra. Alaisa, una diciassettenne che vive nel villagio di Erad, si reca a Farery, dove inizia un viaggio con altri ragazzi per raggiungere la leggendaria strega della fonte, una potente maga che sceglierà uno di loro come apprendista, al quale insegnerà la nobile arte della magia.
Alaisa viene scelta in quanto ritenuta in possesso delle doti necessarie per divenire una buona strega. 
Inizia dunque i suoi studi in un grande palazzo di cristallo, dimora della strega. Lì conosce Ronan, un altro apprendista: fra i due nascerà un tenero amore.
La giovane scoprirà che la magia è affascinante ma pericolosa e che la bellissima Skelribel, la strega della fonte, nasconde segreti oscuri. Inoltre si troverà counvolta in un vortice di bugie, scoprendosi suo malgrado protagonista di una storia tetra e dalle origini antiche, che mai avrebbe potuto immaginare... 




Scritto in prima persona presente, con una prosa delicata e una narrazione scorrevole, "La strega della fonte" si presenta come un romanzo fluido e coinvolgente. Il libro si rivolge sicuramente ad un pubblico di adolescenti, ma sarebbe godibile anche da una fascia più ampia di lettori se gran parte del romanzo non fosse dedicata alle vicende sentimentali della protagonista. Infatti nella prima metà della storia Alaisa è un personaggio immaturo, arrogante, prevedibile e poco credibile: tuttavia, nel corso del libro cambia e cresce, assumendo spessore e carattere. 
La storia d'amore un po' banale che si trova nelle prime pagine viene sostituita da un potente, lento e realistico innamoramento, inoltre la conclusione mi ha piacevolmente sorpresa grazie ad inattesi colpi di scena.
Dopo aver letto il prequel il romanzo non mi ha delusa quanto a potenza narrativa, ma mi aspettavo di più dalla storia e dalla caratterizzazione dei personaggi. Va comunque tenuto conto che questo è il primo capitolo di una saga appena iniziata e, dal momento che pagina dopo pagina, la lettura mi ha convinto sempre di più, probabilmente il sequel si rivelerà un'opera affascinante.

venerdì 27 marzo 2020

"Giovani anime antiche" di Giulia Tarquini


"Dia, apri gli occhi, ti prego! È tutto così buio quando dormi, è come se la luce non dovesse più tornare, come se fossi sottoterra in una bara. 
Dimenticato. Inesistente. 
Mi sento così solo... Apri gli occhi, per favore! Come sono finito qui? Me lo chiedo ogni volta... in questo non-luogo che non mi appartiene... Perché? Perché? Perché? Non ho un genitore o un amico a cui rivolgermi, non sono mai nato eppure esisto, lo so! 
Sono un parassita, uno scherzo della natura!
Cosa sono effettivamente? Una "voce" che nessuno può udire tranne te. Eppure vivo, penso, desidero!
Qual è il mio posto in questo mondo? Cosa mi lega a te, se non questa sensazione travolgente che va al di là della mia comprensione?
Sono qui, dannazione! Siamo una cosa sola, eppure non posso neanche sfiorarti. Una condanna. Mi sento così infelice... così arrabbiato!"



Da sempre, la giovane Dia ha una voce che le parla nella testa: è una voce maschile, che lei chiama Zaffiro. La ragazza è convinta di non essere pazza, e che la voce sia una presenza reale. Neppure Zaffiro sa perché si trovi nella testa di Dia e per quale ragione non riesca ad uscire dal suo corpo.

Diciassette anni è un'età problematica per ogni adolescente, ma la gelosia che Zaffiro le manifesta quando parla o pensa a un ragazzo rende un incubo la vita della povera Dia. Neanche quando dorme trova riposo: nel mondo onirico Zaffiro non può entrare, ma le fanno visita immagini inquietanti che sembrano provenire da un tempo lontano e mostrarle ricordi di un'altra vita. Quei sogni la lasciano sempre turbata e per non dimenticarli Dia al mattino dipinge tutto ciò che ricorda. Un giorno viene invitata ad esporre i propri lavori in una mostra d'arte e lì scopre che un altro ragazzo, Damiano, dipinge quadri che sembrano emersi dai suoi stessi sogni. Anche se non lo ha mai visto, Dia sente di provare nei suoi confronti un forte legame, come se lo conoscesse da sempre. Riuscirà ad incontrarlo e scoprire la verità sul proprio passato?


Giovani anime antiche è un romanzo dallo stile raffinatissimo e ricercato, permeato da un'atmosfera onirica, con un'idea di base originale e innovativa. 
La protagonista femminile è un personaggio interessante, una ragazza maturata precocemente a causa della separazione dei genitori e dei numerosi problemi di integrazione con i coetanei.
Nonostante le difficoltà non si abbatte mai riuscendo, dopo ogni caduta, a creare un nuovo equilibrio grazie ad un'incrollabile forza d'animo. 
Il romanzo svela pagina dopo pagina il passato di Dia, creando per lei una storia intrigante e inaspettata, con un finale enigmatico ed aperto a mille possibilità. 
La brevità dei capitoli, i numerosi personaggi e i molteplici punti di vista contribuiscono a rendere il racconto multiforme e complesso, avvincendo il lettore, riuscendo a tenerlo in uno stato di continua tensione trascinandolo in un romanzo che fa crescere la curiosità pagina dopo pagina. 


Con il suo stile delicato e la poetica paratassi, l'autrice saprà appassionare gli amanti del genere.

"Fiocco di neve nero" di Stefano Impellitteri


"Come mi alzai, notai con piacere che stava iniziando a nevicare. 
Mi avvicinai alla finestra ed il mio respiro creò un alone sul suo vetro. 
Guardai i fiocchi di neve cadere e mi venne in mente il fatto che non ce ne fosse uno uguale all'altro: erano tutti diversi, come le persone sulla terra. 
Io però, ero un po' più diverso dagli altri.  
Io non ero ciò che si può definire "normale". 
Mi sentivo diverso in senso negativo, mi sentivo un "fiocco di neve nero."



Steve è un ragazzo di quindici anni, convinto di essere la causa degli strani fenomeni che si verificano spesso intorno a lui - come oggetti che si muovono da soli o simili eventi paranormali- a causa dei quali la sua famiglia si trasferisce di continuo. 
La diversità che è sicuro di possedere lo ha indotto a diventare una persona schiva e solitaria. 
Nell'ennesima scuola in cui si iscrive, un collegio, riesce a fare amicizia con il compagno di stanza Ricky. Spera così di poter iniziare una vita diversa, ma ben presto anche nella scuola iniziano a verificarsi fatti strani ed inspiegabili e, come se non bastasse, un ragazzo viene misteriosamente ucciso. Steve confida all'amico le sue strane capacità e il suo timore che possa esserci, nella scuola, qualcuno simile a lui. 
Ricky gli crede, e lo aiuta ad indagare sull'omicidio. 
Con lui intraprenderà un lungo viaggio che lo porterà alla scoperta dell'origine dei propri poteri, durante il quale conoscerà Jerry, una ragazza che possiede un fascino speciale capace di stregarlo. Ma ostacoli apparentemente insormontabili sembrano impedire loro di stare insieme. Riuscirà Steve a far luce sulla morte del giovane e porrà fine alle stranezze che si verificano nella scuola?



𝐅𝐢𝐨𝐜𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐧𝐞𝐯𝐞 𝐧𝐞𝐫𝐨 di Stefano Impellitteri, originale fin dal titolo, è un romanzo dinamico: un intreccio di generi che riesce a dar vita ad un fantasy innovativo, coinvolgente e arricchito da dialoghi brillanti e realistici. La narrazione è fluida e scorrevole, i personaggi sono molti e ben delineati. 
La storia d'amore è delicata e coinvolgente, credibile con un personaggio femminile ben caratterizzato: Jerry non è la classica "bellezza perfetta" ma è una ragazza carina, il cui animo è un misto di dolcezza e forza di carattere. 
Il protagonista è un personaggio coraggioso, che riesce facilmente ad accattivarsi le simpatie del lettore.


La storia è una metafora del sentimento di alienazione che vive ciascun adolescente, inserito in un contesto nel quale si è dilaniati tra il desiderio di appartenenza ad un gruppo e l'aspirazione di sentirsi speciali rispetto a tutti gli altri.

giovedì 26 marzo 2020

"Marlina dei misteri" di Livy Former



"-Se fossi un uomo, farei il cavaliere [...] e ora sarei alla Crociata con la mia spada e il mio cavallo. [...] -
-Il cavaliere? - Velia rise forte. [...]
-Noi siamo donne, il nostro destino è servire i signori mariti, accudire i figli quando ci va bene, che altrimenti ci tocca anche lavorare fuori casa.-"



Nel 1099 - epoca affascinante, periodo della prima Crociata- in una suggestiva Urbibeto, vive Marlina, ragazza che ha quattordici anni, capelli ricci e occhi verdi traboccanti d'intelligenza. Marlina è promessa a Lanerio, un ragazzo che non intende sposare: ll suo cuore appartiene a Ruffino, giovane dipendente del padre, che tuttavia sembra infatuato della sua amica Velia. Ma ci sono problemi più importanti dei suoi affari sentimentali: una ragazza è scomparsa e tutta la città è minacciata da misteriosi personaggi. Marlina, con il suo intuito, riuscirà a scoprire la verità, prima che sia troppo tardi? 



Con una narrazione che oscilla tra romanticismo e giallo, ed una lingua che ricalca quella dell'epoca, 𝑴𝒂𝒓𝒍𝒊𝒏𝒂 𝒅𝒆𝒊 𝒎𝒊𝒔𝒕𝒆𝒓𝒊 si propone come un romanzo storico per ragazzi avvincente, dinamico ed incalzante, con un finale sorprendente e inaspettato. 

In un contesto in cui le donne rivestivano nella società un ruolo di secondo piano, il personaggio di Marlina si presenta come una figura femminile molto forte che con coraggio esprime le sue idee e manifesta i propri sentimenti. Non potrà che essere un modello positivo per le giovani lettrici.


"I lunghi capelli di zia Caterina" di Livy Former



"Ed eccomi qui... a Corbellino al Piano. A Corbellino al Piano io, che passavo le estati al mare nelle località più alla moda, dove la gente che ci bazzica ha la pelle arrostita e odorosa di abbronzante di classe che ti si insinua prepotentemente nelle narici; granelli di sabbia dentro il costume, bibite fresche e colorate nei bar pieni di umana allegria [...]. Niente di tutto questo a Corbellino." 



La giovane Priscilla non potrebbe essere più infelice: per la prima volta non alloggerà in una località turistica da sogno ma, a causa dei problemi economici del patrigno, trascorrerà l'estate a Corbellino, il piccolo paese di montagna dove è cresciuta sua madre. 
Nulla di interessante può succedere a Corbellino, Prì ne è sicura. E mentre svela alle amiche la meta delle sue vacanze prova rabbia e vergogna. 
Tuttavia si sbaglia: infatti ben presto scopre che il passato della sua famiglia nasconde più di un segreto, e decide di indagare. Non sarà da sola in quest'avventura, infatti inaspettatamente troverà l'amore in Luciano, un ragazzo semplice dall'animo dolce, molto diverso dai ragazzi che frequenta di solito: 
insieme a lui cercherà la verità sui propri antenati, rimasta sepolta troppo a lungo da tante bugie.
Su tutta la vicenda aleggia lo spirito della defunta, affascinante Caterina, una zia morta giovanissima, a cui Priscilla assomiglia tantissimo... 



𝑰 𝒍𝒖𝒏𝒈𝒉𝒊 𝒄𝒂𝒑𝒆𝒍𝒍𝒊 𝒅𝒊 𝒛𝒊𝒂 𝑪𝒂𝒕𝒆𝒓𝒊𝒏𝒂
è un libro di Livy Former in cui la storia è narrata in prima persona dalla voce frizzante e ironica di Priscilla.
Quella che doveva essere una noiosa estate in montagna si trasforma per la ragazza in un emozionante viaggio alla scoperta della sua storia e della parte più vera di sé stessa. L'opera si svela dunque un romanzo di formazione in cui il lettore diventa partecipe del percorso di crescita e maturazione della protagonista.


𝑰 𝒍𝒖𝒏𝒈𝒉𝒊 𝒄𝒂𝒑𝒆𝒍𝒍𝒊 𝒅𝒊 𝒛𝒊𝒂 𝑪𝒂𝒕𝒆𝒓𝒊𝒏𝒂 è un libro che tutti possono amare: possiede la poesia dei più delicati racconti per ragazzi e quel soffio di mistero in grado di rendere magica una storia.
Consigliato a chi da un libro si aspetta un viaggio, e un sogno.


"Caracollo Express" di Livy Former


Guglielmo Spennapolli, professore pensionato e appassionato scrittore, è sconvolto: ha perso l'ispirazione! Ed ora come scriverà nuove storie? Disperato, segue il consiglio della signora Rosetta, sua amica, e insieme al suo scorbutico gatto, Mister Gugu, parte su un treno diretto a sud, in cerca dell'ispirazione perduta.
Ma il treno su cui è salito non è come gli altri: è il Caracollo Express, che non si ferma in nessuna stazione, e che ospita solo quattro passeggeri e il cuoco Gennaro.
I quattro personaggi sono preoccupati: sono stati rapiti? Stanno sognando? O forse il treno su cui viaggiano è magico, e conosce la destinazione meglio di loro stessi?
Un'anziana signora molto sola, uno scrittore in cerca di ispirazione, un ragazzo scappato di casa e un impegnato uomo d'affari: sono i passeggeri del bizzarro Caracollo Express. 


Apparentemente male assortiti, si riveleranno in realtà complementari, e scopriranno di avere molto in comune: tutti loro, convinti della propria destinazione, hanno smesso di lasciarsi sorprendere dalla vita, e invece a volte si scopre che la vita ci chiama a dirigerci altrove, a cambiare del tutto i nostri progetti, a rivedere i nostri piani. 
In questo piccolo libro la narrazione è fluida, sorprendente e simpatica. 

Con metafore originali, iperboli e trovate linguistiche assolutamente geniali, 𝕮𝖆𝖗𝖆𝖈𝖔𝖑𝖑𝖔 𝕰𝖝𝖕𝖗𝖊𝖘𝖘 si colloca sulla falsariga di un capolavoro come "Maydala Express" di Pierdomenico Baccalario, proponendosi come un libro perfetto per riflettere sulla propria vita. 
Strepitoso come libro per ragazzi, è forse indicato maggiormente per lettori più maturi, capaci di apprezzarne ogni sfumatura. 

"Tre maghi alla deriva" di Livy Former


𝐓𝐫𝐞 𝐦𝐚𝐠𝐡𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐫𝐢𝐯𝐚 è un libro di Livy Former, edito dalla casa editrice "Condaghes", nella collana "Il trenino verde". La storia si rivolge principalmente a ragazzi di età compresa fra i 9 e i 13 anni. 
Tre maghi, in una notte tempestosa, rinchiudono i loro poteri in una sfera con un'antica magia. 
Grazie al loro incantesimo la sfera deve arrivare in una fortezza magica, dove sarà custodita. 
Un perfido stregone però trama nell'ombra per impossessarsi di quei poteri. Avendo perso il suo corpo, cerca di servirsi di Amaranta, una giovane, bellissima strega, capace di infondere timore in chiunque incontri. 
La ricerca di Amaranta e del suo bizzarro seguito, a causa di situazioni del tutto coincidenziali, si incrocia con le vicende di due ragazzi, un bambino, il suo cane e gli stessi tre maghi che hanno dato forma alla sfera: la situazione si evolverà così in modi inattesi. 
Ma Amaranta è davvero spietata come sembra? E se, dietro la sua gelida determinazione, celasse un cuore che attende di essere amato per quello che è veramente? 



Il romanzo lega in un intreccio sapiente: amicizia, magia, avventura e tenero amore. 
Arricchito dalle superbe illustrazioni di Amelia Sarigu, 𝐓𝐫𝐞 𝐦𝐚𝐠𝐡𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐫𝐢𝐯𝐚 è un ottimo libro per ragazzi, un fantasy di ispirazione classica con un linguaggio moderno, un ritmo incalzante e un umorismo sottile e pungente, capace di dare alla narrazione quella marcia in più, caratteristica fondamentale dei migliori libri per ragazzi. 
Livy Former riesce così a regalare ai suoi lettori una nuova storia dotata di freschezza contemporanea, accattivante per grandi e piccini. 

"Nemici, porci e principesse" di Livy Former


"Nessuno la chiama per riportarla indietro, e lei si lancia al galoppo verso le Terre del Nemico del Nord che sono laggiù, non sa dove, ma dritto davanti a lei al di là della linea dell'orizzonte che ora inizia a intravedersi attraverso la foschia che si sta dissipando. 
Si sente euforica, libera e leggera." 


Nemici, porci e principesse è il secondo libro che leggo da quando ho iniziato la collaborazione con Livy Former e mi ha davvero conquistata. 
Si rivolge a ragazzi fra gli otto e gli undici anni. Sono rimasta colpita dalla capacità dell'autrice di adattare la scrittura alle diverse età dei lettori, sempre rendendola accattivante, anche per chi, come me, è un po' "cresciuto" ma si lascia affascinare da questo genere di racconti. 
La protagonista del libro, la principessa Maristella, è l'erede al trono del Reame di Acquafredda, e un giorno spera di sposare un principe delle Terre del Sud, altrimenti sarà costretta a sposare l'odioso cugino Arnaldo. 
Nel regno tutti attendono l'arrivo dei misteriosi nemici del Nord, che la fattucchiera del Reame ha previsto in una giornata densa di nubi scure. 
Maristella non ne può più di aspettare i nemici del Nord, gente strana che si dice mangi i maiali, allevati con tanta cura dalla sua amica Adelaide, né tantomeno il principe delle Terre del Sud, perciò decide di allontanarsi dal regno e avventurarsi nel vasto mondo. Incontrerà così vari personaggi e conoscerà popoli a lei ignoti.
L'ansia dell'arrivo di un nemico che non arriva mai ricorda l'infinita attesa dei Tartari di Giovanni Drogo nel romanzo "Il deserto dei Tartari". In questo libro siamo però lontani dell'immobilità Buzzatiana: Drogo aspetta i Tartari per tutta la vita, invece Maristella non si lascia imprigionare dalle mura della sua "fortezza". 

La scoperta di realtà diverse da quelle conosciute apre la protagonista -un personaggio forte e coraggioso, sicura fonte d'ispirazione per le bambine che leggeranno questa storia - all'accettazione di un mondo che è altro rispetto a sé, permettendole di capire che non sempre ciò che è ignoto e lontano dalla propria cultura personale è negativo. 


"Bruco story" di Livy Former



"Ripensò alla domanda che gli aveva fatto Fitz sul perché certi erano cattivi. In effetti non ne aveva idea, forse nascevano così o lo diventavano quando la vita era molto dura. Anche la vita dei bruchi lo era, come quella di altri animali che lui conosceva, ma non per questo diventavano negativi. 
O chissà, forse alcuni di loro non avevano mai compreso che c'era una strada diversa."



Fritz è un bruco che sogna di diventare una bellissima farfalla. Ma potrebbe non realizzare mai questo sogno, se il merlo Beccogiallo o la vespa solitaria Pettoastrisce decidessero di usarlo come nutrimento per i loro piccoli. 
Così il bruco si rivolge al grosso cane Bobo perché lo protegga da queste due minacce. Il cane, d'animo gentile, prende subito a cuore la sua situazione ed è pronto ad aiutarlo.
Convincere Beccogiallo non è difficile, ma la vespa ha il cuore duro, ed è ben decisa a dare il bruco in pasto alla figlia, quando nascerà. 
Riuscirà Bobo a farle cambiare idea? 
Inoltre Fritz scopre che, anche se riuscisse a sopravvivere e diventare una farfalla, perderebbe ogni memoria della sua vita da bruco. Ora che ha fatto amicizia con Bobo e una saggia margherita, non vuole perdere i suoi ricordi. Ma è davvero possibile perdere sé stessi?


Bruco Story di Livy Former è un libro che, con una prosa delicata e poetica, affronta temi come l'amicizia, il bene e il male, la ricerca della propria identità, il destino, l'importanza dell'altruismo. 
È una favola per bambini che mi ha conquistata e commossa, capace di dire -e di dare- molto anche ai lettori più adulti.

mercoledì 25 marzo 2020

"Jonas e il mondo nero" di Francesco Carofiglio



"Jonas leggeva il suo libro steso sul letto. Amava starsene lì, lontano dai rumori, quando fuori faceva molto freddo. Anche se ci era abituato al freddo, e tutto sommato non gli dispiaceva quella carezza gelata sulle guance, quando camminava per strada.
Ma leggere i libri nella sua stanza lo faceva sentire protetto, specialmente da quando aveva cominciato a vedere quegli strani tipi che correvano per la città, mentre gli altri, tutti gli altri, sembravano non accorgersene.
Li vedeva ovunque. Se ne stavano seduti sul tram, oppure nei supermercati. Una volta ne aveva visto uno nella sala d’aspetto del dentista. 
Sua madre, di nascosto, un giorno lo aveva portato da un medico. Il dottore gli aveva guardato le pupille con una lampadina, poi lo aveva fatto camminare avanti e indietro per la stanza, gli aveva fatto fare delle flessioni e guardare dei fogli con delle macchie nere. 
Gli aveva chiesto cosa ci vedeva, in quei fogli.
– Macchie nere grandi.
– E nient’altro?
– Macchie nere più piccole.
Il dottore aveva messo i fogli in un cassetto e aveva detto alla mamma che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Spesso capita di inventarsi un amico immaginario, i bambini lo fanno. 
A una certa età l’amico immaginario sparisce, così come è apparso. E tutto torna a posto.
Jonas non la capì questa faccenda dell’amico immaginario. Lui non era più un bambino.
E quelli che vedeva non erano suoi amici."



Jonas è un ragazzino di dodici anni che, in bilico fra infanzia ed adolescenza, ha iniziato a provare il senso di disagio tipico della sua età. 
Ma Jonas è anche un ragazzino atipico, perché vede cose che gli altri non vedono, e sente voci che gli altri non odono. Nonostante le quotidiane difficoltà dovute a queste stranezze, come ogni suo coetaneo si pone domande importanti, interrogandosi sul futuro, sulla felicità e sulla speranza di chi non si scoraggia mai, neppure nelle situazioni peggiori.
La vita, con la sua bellezza, si mostra a lui, ricca di promesse e incertezze. Un esempio è la dolce Nina, una sua amica cieca,  ma sempre sorridente nonostante la sfortuna che le è capitata in sorte. Jonas la ammira molto e lentamente si rende conto di amarla.
Però la bellezza nasconde sempre un orrore segreto, e quell'orrore Jonas lo vedrà da vicino: infatti scoprirà l'esistenza di creature che tramano per uccidere la speranza nel suo mondo e strozzare il futuro delle persone. Queste creature vogliono portare sul pianeta il dominio del "mondo nero."
Una sola persona può impedirlo. Una persona che cela in sé il potere di chiudere il varco ed impedire il passaggio al mondo nero, un ragazzo-porta: quel ragazzo è Jonas.



 Jonas e il mondo nero è un romanzo per ragazzi ma, come tutti i migliori romanzi di questo genere, si rivolge a lettori di ogni età. Scritto con uno stile che mi ha ricordato la penna di Gaiman, riesce a regalare quel brivido di sottile inquetudine che rende impossibile interrompere la lettura. Il libro spinge il lettore a porsi domande importanti su sé stesso e sulla vita, sul modo di viverla e di affrontare le avversità. 
Jonas, come Coraline, si ritrova a fronteggiare un incubo sconosciuto che minaccia il suo mondo. Jonas però non è un eroe dai riflessi pronti, è un ragazzino con gli occhiali spesso perso nelle sue fantasie. Ma con un cuore in grado di volare alto, e soprattutto capace di vedere la luce anche quando è buio. 




martedì 24 marzo 2020

"Il circo della notte" di Erin Morgenstern




Il circo della Notte è il romanzo d’esordio di Erin Morgenstern, poliedrica artista statunitense, originariamente scritto per l’annuale concorso di scrittura NaNoWriMo. 
Prima di essere accettato dalla casa editrice Doubleday, nel 2010, ha ricevuto oltre trenta rifiuti. 
Una volta pubblicato però si è rivelato un brillantissimo esordio, ottenendo in breve tempo numerosi premi. È stato tradotto in oltre dodici lingue, e in ogni nazione ha riscosso successo e un gran numero di recensioni positive data l’originalità dell’opera. 
In Italia è stato pubblicato presso la casa editrice Rizzoli, nel 2012. 
La storia è narrata da un punto di vista esterno con focalizzazione esterna, poiché si limita ad esporre le vicende narrate, senza esprimere giudizi o commenti. 
L’autrice si rivolge certamente ad un pubblico di giovani adulti, lettori già abituati a romanzi fantasy di notevole complessità. 
Infatti si tratta di un libro molto particolare, che oltre al fantasy riesce a toccare vari generi quali il romance, il romanzo storico, il mistery. 
La vicenda è ambientata a Londra, nell’epoca tardo Vittoriana, ossia nella seconda metà dell’ottocento e l’inizio del novecento. 
La scrittura è paratattica e leggera, sembra mantenere una certa distanza dalla materia narrata, come se la sfiorasse senza toccarla davvero, e questo dà al lettore la continua sensazione di leggere le parole che descrivono un’illusione, un sogno, un’allucinazione che sta per scomparire. 
Gli ambienti sono ampi e descritti dettagliatamente, mescolati in un sapiente intreccio di luoghi reali ed immaginari, facendo uso di una descrizione che si può definire surreale ed onirica, poiché le parole usate riducono ogni dettaglio ad un sogno fragile, lontano ed inafferrabile. Infatti non è presente nessun ordine razionale nella descrizione, ma tutto è confuso, come se fosse visto per la prima volta da un osservatore meravigliato ed inebriato dal grande numero di dettagli strabilianti.
La storia narrata si svolge in un arco di tempo di circa trent’anni, ma la narrazione non segue l’ordine cronologico: procede invece con continui salti temporali.
I personaggi presenti all’interno della storia sono numerosi e complessi, tutti con caratteristiche uniche, spesso eccentrici, ma si riducono a poco più che comparse intorno ai protagonisti, Marco e Celia, vittime inconsapevoli di due potenti maghi, Hector e Alexander, i quali decidono di usarli sin da bambini come allievi, obbligandoli a sfidarsi in una gara di magia, per il puro gusto di vedere chi dei due sarebbe riuscito ad allenare meglio il proprio pupillo. 
Ma la sfida di Marco e Celia coinvolge ben presto molte altre persone oltre loro due. Arriverà infatti a coinvolgere un intero circo notturno, il Circo dei Sogni. I creatori non sanno, infatti, che nella sua progettazione sono stati influenzati dai due maghi. Hector e Alexander hanno infatti deciso di usare il circo come terreno di sfida su cui permettere ai propri allievi di confrontarsi. 
I due giovani arricchiscono il circo con attrazioni che lo rendono unico al mondo, quali l’albero dei desideri, la grotta delle lacrime, il giardino di ghiaccio. 
Invece che sfidarsi però, i ragazzi con i loro poteri danno vita a meraviglie che sembrano avere il solo scopo di essere una sorpresa, un regalo magico per l'altro. 
Iniziano a formarsi gruppi di appassionati proveniente da ogni parte del mondo che fanno dell’amore per il circo il centro della loro vita, seguendolo ovunque vada, inseguendo disperatamente e in maniera quasi ossessiva il loro sogno, quel sogno che dopo poche notti si dissolve alla luce del giorno, e deve essere seguito e cercato in un altro luogo ignoto. Infatti, il circo si sposta senza preavviso, e senza nessun preavviso arriva in un altro luogo. 


Il circo arriva inaspettato. 
Nessun annuncio lo precede, niente volantini né affissi o cartelloni, nessuna menzione sui giornali. Spunta così, semplicemente, dove ieri non c’era. 


Gli ammiratori del circo si sono persino dati un nome: si chiamano “Rêveurs”, i sognatori. Fra di loro c’è anche un ragazzino di nome Bailey. Bailey vorrebbe frequentare il collegio, perché ama leggere e studiare, ma i suoi genitori preferiscono piuttosto che lavori nell’attività di famiglia. Gravato dalle pressioni familiari, Bailey si sente spesso in gabbia, oppresso da desideri altrui. 
Sembra solo un ragazzino su cui incombe un incerto futuro, ma si rivelerà molto più rilevante all’interno della storia. Ha visto il circo per la prima volta da bambino e, restandone affascinato, vi fa ritorno da adolescente, considerandolo una bellissima fuga dalla vita ordinaria che tanto lo opprime. 
Sono sempre di più le persone che sembrano intuire che il circo è ben più di ciò che sembra esteriormente, c’è chi inizia a notare che nel circo gli artisti sembrano non invecchiare, dalla notte della sua inaugurazione nessun bambino è nato, tutto è immobile, e in questa atmosfera sospesa si sfidano Marco e Celia.
Educati severamente da maghi potenti, istruiti per odiarsi, con il solo scopo nella vita di annientare l’altro, si scoprono invece legati l’uno all’altra da un potente legame d’amore. Entrambi sono consapevoli che coltivare questo amore è impossibile, significherebbe soffrire: ci sono state simili sfide in passato e mai entrambi i contendenti sono sopravvissuti. 
È meglio morire o vivere senza l’amore della propria vita? Entrambe le ipotesi sono terribili, l’unica soluzione sarebbe cercare di ignorare questo amore, ricordare di essere solo due pedine che giocano una lunghissima, eterna partita a scacchi.
Tuttavia il sentimento che li lega non può essere cancellato né represso. Cosa fare, dunque? Se anche decidessero di ritirarsi dalla sfida per amarsi, non potrebbero farlo: infatti Marco e Celia sono ormai strettamente legati alle energie dell’intero circo, e il coronamento del loro amore rischia di far crollare il grande sogno che dà vita al Cirque De Rêves. 



Un sogno d’amore, un desiderio di fuga da una vita oppressa, un istante di sogno inseguito da tanti sognatori. 

Questo romanzo è realizzato dall’intreccio di tanti sogni, sospesi nell’aria come piccole magie, e ci lascia con il fiato sospeso sino all’ultima pagina, con mille domande. 
Cosa si nasconde davvero dietro il circo? Qual è lo scopo della sfida di Marco e Celia? Riusciranno i giovani maghi a coronare il loro amore, nonostante i numerosi fattori a loro sfavore? 


Le spiegazioni che l’autrice fornisce alla fine del libro sono poco soddisfacenti, un po’ blande. Il finale del romanzo si potrebbe definire ambiguo e poco chiaro, ma è forse perfettamente armonioso se inserito nel contesto dell’intero libro. 
Il Circo della Notte è un romanzo complesso, sfaccettato, non lineare, spesso frammentario, interrotto, a volte la narrazione procede con un ritmo quasi ossessivo. 
È difficile definirlo in poche parole, bisogna leggerlo per capirlo, e forse anche leggerlo non è sufficiente per comprenderlo davvero. 


È un libro che racconta tante storie immerse in un’unica storia, e che narra tutto come un sogno, dove nulla è certo, e diventa difficile distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. 

Forse questo romanzo non va compreso, va semplicemente letto, e l’insegnamento del romanzo è proprio questo: l’importanza di narrare storie e di tenere vivi i sogni, di qualsiasi genere essi siano, reali o immaginari. 


-Racconti storie? – domandò l’uomo, con un’improvvisa e quasi palpabile curiosità. 
-Storie, favole, cronache da bardo – spiega Widget - O come preferite chiamarle. (…) niente di importante… - 
-E’ importante, invece. C’è bisogno di qualcuno che le racconti, quelle storie. Dove le battaglie sono combattute, vinte e perdute, dove i pirati trovano i loro tesori e i draghi divorano i nemici a colazione con una bella tazza di Lapsang Souchong: qualcuno deve raccontare i loro frammenti sovrapposti di narrazione. C’è della magia in questo. È nell’ascoltatore, e suonerà in modo diverso in ogni orecchio, colpendo ciascuno in modo imprevedibile in superficie e in profondità. Puoi narrare una storia che va a innestarsi nell’anima di qualcuno, divenendone il sangue, l’io e il proposito. Quella fiaba lo spronerà, e chissà cosa mai potrebbe arrivare a fare grazie ad essa, grazie alle tue parole. Che sono il tuo ruolo, il tuo dono. (…) Non dimenticarlo. (…) 
Ci sono molti tipi di magia, dopotutto. – 

Questo libro non è come gli altri, si può amare oppure odiare; certamente non è il tipo di scrittura al quale si può essere abituati, perché si differenzia dalla maggioranza dei libri. 
Dopo averlo chiuso, è inevitabile restare un po’ frastornati, confusi e perplessi, domandandosi: cosa è accaduto? Ho davvero letto semplicemente un libro, oppure ho fatto un viaggio in un sogno? E, qualunque sia la risposta, quel sogno sarà svanito, ma non perduto, perché ogni storia ci arricchisce e vive in noi per sempre. 


Ti dirigi all’uscita, senza smettere di guardare il biglietto che hai in mano. (…) Mentre ti allontani nell’alba che sboccia, pensi che all’interno dei confini del Cirque de Rêves ti sentivi più vivo.
E non sai più dire da quale parte sia il sogno. 

lunedì 23 marzo 2020

"Il principe e la sarta" di Jen Wang



Sebastian e Frances sono i protagonisti di questa graphic novel dai toni delicatissimi, con disegni curati in ogni dettaglio, colorati e accattivanti, due giovani in cerca della propria identità e del proprio destino, che inseguono il sogno di riuscire a esprimere sé stessi, scegliendo la moda come strumento. 
Dopo aver confezionato un abito eccentrico per una principessa capricciosa, la giovane sarta Frances riceve un'offerta di lavoro presso una misteriosa dama che non vuole mostrarle il proprio volto. Accetta di slancio l'incarico, decisamente migliore rispetto a quello malpagato alla botteguccia in cui lavora, e scopre che la misteriosa dama è il principe ereditario, Sebastian, un giovane di sedici anni che custodisce un segreto: ama vestirsi da donna. Nei panni femminili si sente più sicuro di sé, capace di tutto.


Negli scomodi abiti del principe si sente invece impacciato, a disagio, e le spalle gravate dal peso delle responsabilità gli impediscono di essere la leggiadra creatura che sente dentro di sé. 
Frances comprende la sua anima delicata, creando per lui abiti di volta in volta più originali, capaci di esternare alla perfezione il suo spirito, e si innamora di lui. 


Gli abiti sono il perno centrale dell'opera, la maschera che permette a Sebastian di esternare la sua vera natura celando la propria identità. 
Ma gli abiti possono cambiare l'identità di una persona? 

Sebastian resta un principe, e non potrà scappare per sempre da sé stesso. "Il principe e la sarta" è un'opera dove l'immediata delicatezza delle immagini riesce a trasmettere l'intensità dei sentimenti e delle emozioni, la musica dei balli, lo scricchiolio della matita di Frances sulla carta mentre disegna i modelli, le forbici che tagliano i tessuti colorati, le stoffe che frusciano, i tacchi che ticchettano, i cuori che palpitano. 



Una storia in cui l'autrice vuole insegnare che le apparenze non possono nascondere a lungo l'autentica essenza delle cose, e che è possibile amare una persona soltanto se se ne accettano anche le sfaccettature più bizzarre, e se non si cerca di limitarne in alcun modo i sogni e le ambizioni.














"The black cat" di Nino Cammarata




"Sotto il peso di tali tormenti, quel poco di buono ch'era rimasto in me soccombette. 
I pensieri malvagi erano i miei soli compagni, i più cupi e più malvagi che si possano immaginare. 
La tristezza del mio umore abituale si esacerbò sino all'odio di tutte le cose e di tutta l'umanità."





Quanto è sottile la linea tra sanità e follia? Può una serie di eventi, apparentemente connessi tra loro, distruggere la mente di un uomo sano? Quanto poi le nostre azioni e le relative conseguenze dipendono dalla nostra volontà o sono guidate da una mano superiore? A queste domande cerca di rispondere questo romanzo del celebratissimo Edgar Allan Poe: "The Black Cat", "Il gatto nero". Le ultime lettere di un uomo deciso a confessare la sua colpa prima che l'esecuzione capitale faccia il suo corso. La trasformazione da gentile e generoso marito a iroso e manesco schiavo dell'alcool. Un gatto nero, il suo preferito, condannato a tormentarlo per sempre nei suoi ricordi e nel senso di colpa delle sue azioni riprovevoli.



Il romanzo di Poe è certamente pregno di significato e con una profondità che ricerca i lati più reconditi della psiche umana. Per chi però apprezza anche soltanto la linea gotica di questo autore troverà la cupezza e la ricerca dell'ignoto degna dei suoi migliori scritti.

Il bravissimo Nino Cammarata, uno degli artisti più famosi in Italia e all'Estero, prende queste pagine vergate e con un amore ed una maestria di pochissimi, le trasforma in disegno ed immagini, inserendo una regia stupefacente che con le prime due tavole fa immergere il lettore del tutto all'interno della storia. La prevalenza del nero e del rosso, colori del buio e del sangue, mettono in risalto alcune scene che rimarranno impresse nel cervello di chi legge questa impressionante graphic novel. La brevità del racconto e la capacità di Cammarata di far entrare il lettore nel romanzo, fanno sì che si legga tutto d'un fiato per poi lasciare il lettore con un senso di vuoto e di inquietudine dettato anche dalla forza immaginativa dell'ultimissima tavola.

Una graphic novel adatta sia a chi è un amante dello scrittore americano perchè racchiude in sé tutti i topoi che Poe voleva esprimere con i suoi racconti gotici, sia a chi, con spirito artistico, apprezza il disegno e tutte le sue declinazioni espresse alla perfezione dalla sapiente penna di Nino Cammarata.

"La vedova bianca" di Fran



"Hai appena fatto un errore grossolano: identificare i nostri spettatori con gli aspiranti concorrenti di questo specifico show. 
Sì, è probabile che ai castung si presenteranno schiere di ultratrentenni stempiati e diafani, con grossi problemi relazionali e uno zainetto sdrucito in spalla. Cioè esattamente il tipo di nerd che ti aspetteresti di incontrare a una fiera del fumetto, mentre fruga tra le bancarelle dell'usato. Oppure cerca di vendere un brutto libricino illustrato la cui stesura lo ha tenuto sveglio nella sua cameretta per intere nottate, allargando ulteriormente la crepa che lo separa dalla vita adulta e da un lavoro rispettabile. Ma non è questo che ci interessa. Perché il target di questo show e di altre decine di programmi simili trasmessi da questa stessa rete è uno solo: la frustrazione dello spettatore.
L'alienazione mentale di decerebrati che sognano di diventare famosi, per passare le proprie serate nei privé di qualche locale esclusivo. 
L'insoddisfazione di casalinghe represse che vorrebbero vedere la loro pastasciutta elogiata da uno chef a sei stelle. 
Il disperato desiderio di rivalsa provato da chiunque sia convinto di saper fare qualcosa, qualsiasi cosa, meglio di qualcun altro. Ovvero, tutti. 
È di questo che ci nutriamo. Ed è questo il pensiero che vogliamo suscitare in chi guarderà il promo e correrà a iscriversi ai provini:
《Anche tu potresti essere un vincente. Anzi, lo sei. Anzi, lo sarai se lo dimostrerai agli altri. E l'unico modo per dimostrare qualcosa agli altri è mettersi in mostra. Darsi in pasto a quanta più gente possibile, e sgomitare per riuscire ad arrivare sotto l'occhio di bue. Oppure morire nel tentativo.》"




Ormai si organizzano reality per quasi ogni tipo di figura professionale: cuochi, cantanti, ballerini, persino scrittori. 
E se un'emittente televisiva avesse l'idea di un reality show in cui i protagonisti sono disegnatori di fumetti? Progetto apparentemente bizzarro che tuttavia incontra il favore del pubblico, anche grazie al polverone mediatico sollevato dalla morte di uno degli artisti che avrebbe dovuto parteciparvi. 
Il suo personaggio, una fatina, viene usato come logo del programma, che tuttavia non riesce a prendere vita perché, al momento di girare, la misteriosa sparizione di tutti i copioni e dei progetti grafici degli artisti impedisce le riprese. 
In un susseguirsi di eventi aghiaccianti, la storia si svolge sotto gli occhi del lettore che, basito, può rivedere nelle vignette di Fran i meccanismi degli ambienti televisivi ed il perverso funzionamento dei social, che sfrutta i desideri di successo e protagonismo che ormai accomunano gran parte delle persone. 
Si è disposti a qualsiasi cosa pur di avere un minuto di celebrità, eppure i sentimenti del pubblico sono falsi e manipolabili, il mondo dello spettacolo, dopo un po', non ricorda neppure il tuo nome. 
Su tutti si muove lo spettro della fatina dell'artista deceduto, che si sposta sulla scena come un'inquietante presenza, cantando melodie - come "La vedova bianca" degli Afterhours- che fra le sue labbra diventano tetre nenie, ancora più turbanti quando sono filastrocche per bambini, come la sigla di Johnny bassotto. 




Le tavole, che ricordano i disegni per bambini, ricalcando il mondo colorato di Steven Universe, stridono con l'amara materia narrata. 
Fran, con la sua storia, affronta infatti un argomento non facile- lo sfruttamento degli artisti - che le sta molto a cuore ed esibisce, attraverso contrasti geniali, contraddizioni e sottili frecciatine, il mondo contemporaneo, una realtà gelida fatta di emozioni artificiali e reazioni preconfezionate. 
Un mondo tetro e disturbante, apparentemente colorato ma in realtà grigio e cupo, che punta a deumanizzare l'essere umano e renderlo privo di empatia. 
Non c'è salvezza: per essere qualcuno bisogna vendere l'anima al denaro.





"Tienimi per mano" di Aurora di Maria



Studiare in inghilterra: a chi non piacerebbe? È l'esperienza che si appresta a vivere Juliet, ragazza italiana che, con un gruppo di compagni, si trasferisce a Londra. Distratta, appena arrivata si concentra a fotografare le meraviglie che le si presentano davanti e così facendo perde di vista la sua comitiva. Proprio in quel momento inizia a piovere, ma fortunatamente viene aiutata da un bel ragazzo. Il cortese sconosciuto la invita sotto il suo ombrello, le evita di bagnarsi e la aiuta a ritrovare le amiche. Questo sarà solo il primo di una serie di numerosi incontri con lui e con altri ragazzi della zona. Le esperienze che vivrà le permetteranno di scoprire che non sempre le persone sono quello che sembrano, spesso sono pronte ad ingannare il prossimo. 
Tuttavia Juliet non è una sprovveduta: non ha intenzione di farsi rovinare la bella esperienza di studio da qualche sciocco e sa decisamente come difendersi... 



𝑻𝒊𝒆𝒏𝒊𝒎𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒎𝒂𝒏𝒐 di Aurora di Maria è un fumetto dolce e pieno di freschezza. In questo volumetto dal pratico formato pocket troverete i primi quattro capitoli di una storia simpatica e divertente che con i suoi deliziosi disegni, curatissimi in ogni dettaglio, riesce a conquistare e divertire. Juliet è una protagonista piena di vita, spumeggiante, autoironica, pronta a ridere di sé stessa e decisa a non lasciarsi abbattere dalle avversità. 
Questo fumetto incontrerà sicuramente il favore degli appassionati di manga e graphic novel, i quali si ritroveranno a sorridere ed emozionarsi insieme ai personaggi. 


domenica 22 marzo 2020

"Sitael~La seconda vita" di J. Fiorentino




"Lo riconobbe. Colui che popolava i suoi incubi negli ultimi tempi. Quell'essere orribile che gli aveva distrutto la vita. Quel Mostro che abitava dentro di lui. 
Il Mostro lo attaccò con ferocia. Etenn tentò di parare i colpi, veloci e scattanti. Ci fu un primo momento di raffiche di lame che ruotavano, accompagnate dai guerrieri che si giravano intorno. Poi Etenn bloccò le due lame con la propria. Rimasero un attimo immobili e allora lo vide in viso. Un viso identico al suo. Stessi lineamenti. Tutto identico. Scosse il capo, scacciando quell'orribile pensiero. 
𝑵𝒐𝒏 𝒔𝒆𝒊 𝒕𝒖, 𝑬𝒕𝒆𝒏𝒏 continuava a ripetersi. 𝑷𝒆𝒓 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒕𝒓𝒂𝒏𝒂 𝒓𝒂𝒈𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒎𝒐𝒔𝒕𝒓𝒐 𝒗𝒊𝒗𝒆 𝒅𝒆𝒏𝒕𝒓𝒐 𝒅𝒊 𝒕𝒆. 𝑴𝒂 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒆𝒊 𝒕𝒖! 𝑻𝒖 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒆𝒊 𝒖𝒏 𝒎𝒐𝒔𝒕𝒓𝒐! 
Con uno strattone interruppe quel contatto lama a lama. Ma il Mostro non perse l'equilibrio, non vacillò. Tutto era perfetto in lui. Perfettamente irreale e inquietante. Il Mostro ghignò spavaldo e fissò i suoi occhi sanguigni in quelli d'oro di Etenn. Allora il ragazzo scattò. Attaccò con ferocia la creatura, che schivò tutti i suoi colpi con eccezionale destrezza. Ma Etenn non aveva paura: finalmente aveva l'occasione di uccidere quel mostro che solo ora [...] gli appariva di fronte in carne e ossa."


Etenn è insoddisfatto della sua vita, e farebbe qualsiasi cosa per avere la possibilità di vivere un'esistenza diversa dalla propria. 
È l'eterno secondo, il fratello pasticcione di Calilel, uno dei più importanti cavalieri del re nonché custode del Sitael, una luce purissima che solo lui può maneggiare e unica arma in grado di sconfiggere l'Oscuro, un losco personaggio che desidera annegare il mondo nel buio e nel silenzio.
Inaspettatamente Etenn riceve ciò che desidera: dopo essere stato quasi ucciso, a causa di un forte colpo alla testa perde la memoria. 
Si ritrova in una nuova comunità dove, dopo le prime diffidenze, viene accolto e spera di poter diventare una persona nuova.
Ma il destino lo insegue e non gli permette di fuggire. Infatti Etenn, dentro di sé, cela un forte potere e soltanto lui, forse, può intraprendere un pericoloso viaggio per sconfiggere l'Oscuro. Perché il suo nome è Etenn, portatore di luce.



In questo romanzo Fiorentino disegna sulla carta arabeschi d'inchiostro spaventosi e spettacolari. 
Ha un universo complesso e nitido nella testa e riesce a farne dono ai lettori, descrivendolo con parole delicate e preziose. 
I personaggi sono ben delineati, anche i comprimari. 
L'autore ha abilità descrittive sbalorditive: dipinge con le parole immagini che bruciano sulla retina dell'immaginazione come sogni scintillanti o incubi che emergono dagli abissi più oscuri.


In Sitael ~ la seconda vita - non si ha solo una bella storia con un ritmo incalzante e una trama avvincente, ma si riscontra anche un entisiasmo per la narrazione, una raffinatezza che raramente si trova. 
La prosa dell'autore è un inno d'amore alla scrittura, una delicatissima tela di perle che formano una scintillante ragnatela di parole. 
Un romanzo affascinante, avventuroso ed immaginifico.

sabato 21 marzo 2020

"Anya e il suo fantasma" di Vera Brosgol



"Puoi anche cercare di sembrare normale, come tutti, ma non lo sei, non dentro."



Fumare, indossare minigonne, nascondere il proprio cognome, cambiare accento: Anya, di origini russe, ha una sola amica e una vita scolastica mediocre, ed è pronta a tutto pur di essere accettata e considerata "giusta" dai coetanei che frequentano la Hamilton, scuola americana in cui studia. 
Di recente è riuscita persino ad attirare l'attenzione di Sean, uno dei ragazzi più carini dell'istituto.. peccato sia già fidanzato con la bella Elizabeth che, agli occhi di Anya, è perfetta, fortunata ed ha una vita invidiabile.
Un giorno, camminando distratta, Anya cade in un fosso nel quale trova uno scheletro. Lì conosce anche il fantasma al quale appartiene, un'adolescente di nome Emily, deceduta novant'anni prima. Lo spettro segue Anya quando esce dal buco, cercando di rendersi utile in tutti i modi. Sembra l'inizio di una soprannaturale amicizia, ma Emily non è quello che sembra, e non è la sola a nascondere dei segreti...



La giovane Anya, una moderna Alice, rotolando in una buca si imbatte in un personaggio misterioso, che si presenta con un sorriso e si rivela inquietante. 
Come sottolineato dall'aggettivo possessivo nel titolo, l'incontro con lo spirito di Emily diventa per Anya occasione per affrontare "i suoi fantasmi", quali il rapporto conflittuale con sé stessa, il desiderio di eguagliare i coetanei, l'imbarazzo delle proprie origini straniere. 
Grazie alla sua insolita avventura, la protagonista scopre due importanti verità: non è tutto oro quello che luccica -come scriveva un certo scrittore britannico- ed essere considerati strani forse è un giusto prezzo da pagare, se vuol dire essere sé stessi.










"Edward mani di forbice - qualche anno dopo" di Drew Raush


In questa graphic novel ritroviamo Edward mani di forbice, l'ingenuo ragazzo artificiale creato da uno scienziato sfortunatamente deceduto poco prima di ultimarlo, lasciandolo con delle pericolose protesi fatte di lame di forbici. 
Il ragazzo viene trovato da una donna che decide di adottarlo e portarlo nella sua città. 
Come ogni individuo diverso, si inserisce in una comunità dove viene guardato con timore: Edward, con le sue strane mani, sembra l'incarnazione di un incubo. Ma in fondo è un ragazzo normale: come tutti si innamora, come tanti soffre perché non ricambiato. 
Finito nei guai proprio a causa della ragazza che amava, Kimberly Boggs, è sparito e di lui non si è più sentito parlare finché molti anni dopo Meg, nipote di Kim, ha deciso di cercare fra i ricordi della nonna le prove dell'esistenza di quello che ai suoi occhi è divenuto un personaggio fantastico attraverso i racconti.
Sebbene la madre sia contraria a parlare del passato, la giovane conduce da sola le proprie indagini e riesce a trovare Edward. Non è invecchiato, ed è rimasto tutta la vita innamorato di Kim. La solitudine lo ha però spinto a risvegliare un robot, un progetto incompleto del padre, che sperava potesse fargli compagnia. 
Ma il pupazzo si è rivelato un golem ribelle, che scappa in città. Meg e Edward devono unire le loro forze e trovarlo, prima che faccia del male a qualcuno. Ma come reagirà la gente, vedendo Edward? Riuscirà l'intrepida Meg a vincere i pregiudizi dei suoi concittadini?



Con un sapiente uso dello spazio, disegnatore e sceneggiatore hanno dato vita ad un'avventura inedita in cui rivive lo spirito di Edward mani di forbice e in cui sono affrontati temi sempre attuali quali la condanna del diverso, il desiderio di accettazione, la paura di ciò che non si conosce. 
I disegni di Drew Raush sono particolari: non puntano tanto sul realismo quanto su un intenso impatto visivo per il lettore, riuscendo a stemperare i momenti più tetri e rendendo la lettura accessibile anche per un pubblico giovane. 
Inoltre il volume è corredato da una ricca appendice di contenuti speciali, tavole a matita e illustrazioni d'autore.



In foto una mia fanart digitale, spero che vi piaccia. 


"Un polpo alla gola" di Zerocalcare



"Nessuno guarisce dalla propria infanzia."


"Un polpo alla gola", edito da Bao Publishing, è una graphic novel del fumettista Zerocalcare. L'opera fu pubblicata per la prima volta nel 2013, successivamente in edizione deluxe nel 2019. 


Ritorna come protagonista l'alter ego dell'autore, Calcare appunto, che ricorda la sua infanzia, i primi amici e nemici. Nel gruppo di bambini con cui frequenta le elementari si vede una società in miniatura già segnata da quelle che, una volta adulti, saranno le ingiustizie e le differenze sociali di ogni giorno. 
Durante quel periodo della vita in cui tutto sembra un'avventura, Calcare dice una bugia, facendo ricadere la responsabilità di una propria brutta azione su una sua compagna: una bambina antipatica, ma non colpevole. 
Finisce in quel momento la spensieratezza di Calcare, che da allora avvertirà sempre il senso di colpa manifestarsi come "una specie di polpo alla gola". In effetti la sua azione avrà delle conseguenze, sulla sua vita e su quelle delle persone che lo circondano. Ma il senso di colpa è un sentimento giustificato? Può davvero cambiare le cose? 
Inoltre il ritrovamento di un misterioso cadavere segnerà per sempre i protagonisti,  perseguitandoli come uno spettro, e presentando loro la realtà concreta della morte.




Dopo "La profezia dell'Armadillo", il fumettista di Rebibbia torna a raccontare la vita. Narra i fantasmi dell'infanzia, i tormenti dell'adolescenza e le loro ripercussioni sull'età adulta.
Con la voce dolceamara e la triste ironia che lo caratterizzano, l'autore propone un racconto di formazione e crescita lungo ed elaborato, che si intreccia al giallo, facendo ridere e sorridere, fino alla malinconica conclusione.


"La profezia dell'armadillo" di Zerocalcare




«Si chiama "profezia dell'armadillo" qualsiasi previsione ottimistica fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per logici e oggettivi, destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti, nei secoli dei secoli. Amen.» 



"La profezia dell'Armadillo" è un fumetto dell'artista romano Zerocalcare. Oltre ad esserne l'autore è anche il protagonista, un ragazzo giunto alla soglia dei trent'anni. Lavora come artista e la sua è una vita di incertezze. 
Quando riceve la notizia della morte di Camille, sua amica d'infanzia, è profondamente turbato.
Analizza la propria vita e quella dei suoi amici di un tempo, ripercorre gli anni dell'infanzia e della giovinezza in cui conosceva Camille, una ragazza piena di vita, che veniva dalla Francia e si dichiarava comunista. Amava musica che non piaceva a nessuno, e per Zero era diversa da qualsiasi altra ragazza. 
Apparentemente indistruttibile, qualcosa la logorava internamente, una sofferenza che aveva provato più volte ad esternare a Zero, senza che lui capisse. 
Zero era innamorato di lei, e aveva cercato più volte di confessarglielo. Ma ogni volta la visione di un inquietante uomo vestito di nero con un orologio in mano lo bloccava. 
No, non era quello il momento, non era quello il tempo, bisognava aspettare, attendere ancora, il momento perfetto sarebbe arrivato POI. 
Ma Camille è morta, e ora non potrà più saperlo. 
Zero si sfoga con Secco, il suo migliore amico, ma nemmeno lui riesce a capirlo fino in fondo. 
L'unico che sa davvero tutto del protagonista è un armadillo gigante che solo Zero è in grado si vedere e sentire, che di volta in volta lo consiglia e rappresenta la concretizzazione vivente delle sue paure, ansie e paranoie.
Sono proprio le parole dell'armadillo la base e il perno della storia, che si svela al lettore vignetta dopo vignetta.


Con uno stile di narrazione sarcastico che deride i cliché moderni e a tratti si fa struggente poesia, Zerocalcare racconta la vita, il tempo, la morte e la leggerezza degli anni adolescenziali.




Da questa graphic novel è stato tratto un film. Per leggere la recensione del film clicca qui 

"Tiwanaku, La leggenda" di Cristina M. D. Belloni



"Perse nella notte dei tempi, molto prima dell'era del quinto sole, riecheggiano a volte nelle antiche leggende raccontate dai vecchi Indios, le vicende fantastiche e terribili del popolo Huari, vissuto sull'altipiano del lago "Chu Kahua", ai confini del cielo, molte ere or sono." 


Buon sabato! Oggi vi parlo di "Tiwanaku-La leggenda" di @cristinamdbelloni, edito dal gruppo Albatros edizioni nel 2018. È il secondo romanzo dell'autrice, dopo il giallo "La strana faccenda di via Beatrice d'Este". La storia, ambientata in un'epoca primitiva, narra alcuni avvenimenti che sconvolgono gli Huari, popolo che vive in armonia con la natura. 
Il libro, costituito soprattutto da sequenze narrative, segue le vicende di alcuni personaggi: un bambino rapito da un drago, due gemelli che partono per ritrovarlo, un padre che cerca i suoi figli, uno stregone che tenta di difendere il proprio villaggio dalla minaccia di una guerra incombente. 

L'intreccio del romanzo è ben delineato: l'alternanza dei capitoli dedicati alle vicende dei vari protagonisti incuriosisce il lettore, rendendo incalzante la lettura. 
Tra avventure di vari personaggi che si intrecciano, eventi inaspettati, incantesimi segreti e giganti dormienti, Tiwanaku si propone come una bella avventura per ragazzi, che ha il sapore di un antico racconto scritto con uno stile coinvolgente e una prosa delicata, che non potrà mancare di affascinare anche i lettori più adulti, appassionati del genere.

"Il signor parroco ha dato di matto" di Jean Mercier



"Ora, noi preti ci spossiamo tanto in riunioni che spesso non servono granché; ci viene chiesto di mettere in pratica un'infinità di direttive che vengono dall'alto. Passiamo il nostro tempo [...] a celebrare, a volte, i sacramenti per gente che, in fondo, non vuol cambiar vita, ma solo sentirsi a posto con un Dio magico. Voglio smetterla di esaurirmi nei mille compiti che non rientrano direttamente nell'ambito del sacerdozio. È forse un sogno, ma io lo voglio tentare."



Liti per i vasi di fiori davanti alle statue, lamentele per una Chiesa troppo antica, la ribellione dei parrocchiani alla Confessione: Don Beniamino non ne può più. Sacerdote in una parrocchia che non lo apprezza e rimane sorda ai suoi appelli di ritornare ad una fede autentica e semplice, decide di attuare un cambiamento nella sua vita e una mattina, semplicemente, scompare. 
Che fine ha fatto? È scappato con una donna? È morto? 
Ma no: ha semplicemente avuto un crollo nervoso, che lo ha indotto ad una scelta tanto bizzarra quanto estrema: murarsi in una stanzetta della canonica, come "una mistica del medioevo."
Il vescovo non sa come comportarsi, i giornali non parlano d'altro e la gente comincia ad accorrere da tutto il mondo per parlare con questo strano prete, che ha scelto di murarsi vivo. 
Inizialmente, Don Beniamino crede di aver preso la decisione giusta: finalmente può vivere la preghiera con il raccoglimento che ha sempre desiderato, e i suoi parrocchiani riescono a trovare il coraggio di confessarsi e ritornare ad una fede vera. Ma quella di Don Beniamino è davvero la decisione giusta? E se la sua non fosse una scelta coraggiose, bensì una fuga dalle responsabilità? Tra i vari estremi, qual è la verità?



"Il signor parroco ha dato di matto" è un breve libro provocatorio che in Francia ha venduto oltre cinquantamila copie in cui l'autore, Jean Mercier, affronta con ironia e sarcasmo il tema della difficile convivenza fra laici e preti, fatta di incomprensioni e fraintendimenti, e insegna che anche i parroci sono persone normali, con le loro umane debolezze, e che ciascuno di noi, qualunque sia il suo ruolo, deve farsi carico della responsabilità del prossimo.

venerdì 20 marzo 2020

"Con tutto l'amore che so" di Angela Sara Ciafardoni



"Penso che la lettura sia fondamentale per aumentare le nostre conoscenze e per avere un punto di vista diverso su qualunque fatto a situazione. Abbiamo fame di storie, una fame insaziabile, ne abbiamo bisogno per nutrire la nostra mente e la nostra interiorità. Così ho iniziato a leggere, ma solo quando ho cominciato a scrivere ho sentito di fare la cosa giusta. Leggendo s'impara a stare soli, a conoscere sé stessi e gli altri. Leggendo si fanno riflessioni sulla vita e sulle nostre abitudini, sulla mentalità comune e sulle nostre relazioni. Leggere, per me, è sinonimo di vivere e gioire. 
Scrivere, invece, è avere un grande potere. È padroneggiare la vita di un'altra persona e scommettere su di lei, perché quando nella narrazione inventiamo la figura di un protagonista gli faremo fare quello che vogliamo fare noi. È un gioco sottile tra realtà e finzione, che fa volare la mente; ti ritrovi a cucire i panni di chi ancora non sapeva esistesse nella tua fantasia; i personaggi dei romanzi parlano, e chiedono sia data loro la vita."


"Scrivere è respirare, la libertà è un respiro" scriveva Anna Maria Ortese. Mi è tornata alla mente questa definizione perché è perfettamente calzante al romanzo 𝐂𝐨𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐥'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐨 di Angela Sara Ciafardoni. Leggendolo, infatti, si ha l'impressione che l'autrice, scrivendo il suo libro, abbia respirato l'aria di un dolcissimo sogno. È un libro delicatissimo che, intrecciando prosa e poesia, come in un diario, narra la storia di Sofia, "ragazza rinchiusa in un corpo vecchio", un corpo con molti limiti fisici: è infatti costretta a trascorrere le giornate a letto a causa di una rara malattia. Tuttavia Sofia non ha perso il sorriso né la voglia di vivere, usa il suo tempo per leggere libri e parlarne online. Custodisce in sé anche il desiderio di innamorarsi: è infatuata di Alan, un ragazzo che ha sempre guardato solo dalla finestra. Grazie alla sua amica Mary riesce a conoscerlo e fra i due sboccia presto un tenero amore, capace di andare oltre le apparenze. Non tutti comprendono il legame profondo che li unisce, neanche gli amici e i genitori di Alan. Sofia sperimenta l'emarginazione e il rifiuto delle persone immerse nella mentalità di un mondo che respinge chi non rientra nei rigidi modelli di perfezione da lui imposti. Angela Sara, attraverso le parole di Sofia, denuncia l'ipocrisia di una società in cui le persone sembrano accettare la diversità solo quando questa non le tocca da vicino. L'autrice, attraverso la finzione narrativa, racconta la propria sofferenza personale, senza piangere né disperarsi. Apre il cuore sinceramente per mostrarlo, nudo e senza difese, al lettore che, avvicinandosi, non trova tenebre ma luce, che trae dalla fede, così forte da squarciare il buio. Le parole di Sara hanno una voce delicata eppure potente, si sforzano di rompere il silenzio che di solito si crea intorno alla disabilità. La prosa è intervallata da poesie, che come farfalle di fuoco arrivano al cuore e lo infiammano d'amore per la vita. L'Autrice, ha usato parole poetiche e vere per narrare la propria tragica realtà e ci ha regalato la storia di una vita unica come una fiaba che non ha esattamente un lieto fine, ma una lieta speranza.