giovedì 26 marzo 2020

"Nemici, porci e principesse" di Livy Former


"Nessuno la chiama per riportarla indietro, e lei si lancia al galoppo verso le Terre del Nemico del Nord che sono laggiù, non sa dove, ma dritto davanti a lei al di là della linea dell'orizzonte che ora inizia a intravedersi attraverso la foschia che si sta dissipando. 
Si sente euforica, libera e leggera." 


Nemici, porci e principesse è il secondo libro che leggo da quando ho iniziato la collaborazione con Livy Former e mi ha davvero conquistata. 
Si rivolge a ragazzi fra gli otto e gli undici anni. Sono rimasta colpita dalla capacità dell'autrice di adattare la scrittura alle diverse età dei lettori, sempre rendendola accattivante, anche per chi, come me, è un po' "cresciuto" ma si lascia affascinare da questo genere di racconti. 
La protagonista del libro, la principessa Maristella, è l'erede al trono del Reame di Acquafredda, e un giorno spera di sposare un principe delle Terre del Sud, altrimenti sarà costretta a sposare l'odioso cugino Arnaldo. 
Nel regno tutti attendono l'arrivo dei misteriosi nemici del Nord, che la fattucchiera del Reame ha previsto in una giornata densa di nubi scure. 
Maristella non ne può più di aspettare i nemici del Nord, gente strana che si dice mangi i maiali, allevati con tanta cura dalla sua amica Adelaide, né tantomeno il principe delle Terre del Sud, perciò decide di allontanarsi dal regno e avventurarsi nel vasto mondo. Incontrerà così vari personaggi e conoscerà popoli a lei ignoti.
L'ansia dell'arrivo di un nemico che non arriva mai ricorda l'infinita attesa dei Tartari di Giovanni Drogo nel romanzo "Il deserto dei Tartari". In questo libro siamo però lontani dell'immobilità Buzzatiana: Drogo aspetta i Tartari per tutta la vita, invece Maristella non si lascia imprigionare dalle mura della sua "fortezza". 

La scoperta di realtà diverse da quelle conosciute apre la protagonista -un personaggio forte e coraggioso, sicura fonte d'ispirazione per le bambine che leggeranno questa storia - all'accettazione di un mondo che è altro rispetto a sé, permettendole di capire che non sempre ciò che è ignoto e lontano dalla propria cultura personale è negativo. 


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