venerdì 20 marzo 2020

"Con tutto l'amore che so" di Angela Sara Ciafardoni



"Penso che la lettura sia fondamentale per aumentare le nostre conoscenze e per avere un punto di vista diverso su qualunque fatto a situazione. Abbiamo fame di storie, una fame insaziabile, ne abbiamo bisogno per nutrire la nostra mente e la nostra interiorità. Così ho iniziato a leggere, ma solo quando ho cominciato a scrivere ho sentito di fare la cosa giusta. Leggendo s'impara a stare soli, a conoscere sé stessi e gli altri. Leggendo si fanno riflessioni sulla vita e sulle nostre abitudini, sulla mentalità comune e sulle nostre relazioni. Leggere, per me, è sinonimo di vivere e gioire. 
Scrivere, invece, è avere un grande potere. È padroneggiare la vita di un'altra persona e scommettere su di lei, perché quando nella narrazione inventiamo la figura di un protagonista gli faremo fare quello che vogliamo fare noi. È un gioco sottile tra realtà e finzione, che fa volare la mente; ti ritrovi a cucire i panni di chi ancora non sapeva esistesse nella tua fantasia; i personaggi dei romanzi parlano, e chiedono sia data loro la vita."


"Scrivere è respirare, la libertà è un respiro" scriveva Anna Maria Ortese. Mi è tornata alla mente questa definizione perché è perfettamente calzante al romanzo 𝐂𝐨𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐥'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐨 di Angela Sara Ciafardoni. Leggendolo, infatti, si ha l'impressione che l'autrice, scrivendo il suo libro, abbia respirato l'aria di un dolcissimo sogno. È un libro delicatissimo che, intrecciando prosa e poesia, come in un diario, narra la storia di Sofia, "ragazza rinchiusa in un corpo vecchio", un corpo con molti limiti fisici: è infatti costretta a trascorrere le giornate a letto a causa di una rara malattia. Tuttavia Sofia non ha perso il sorriso né la voglia di vivere, usa il suo tempo per leggere libri e parlarne online. Custodisce in sé anche il desiderio di innamorarsi: è infatuata di Alan, un ragazzo che ha sempre guardato solo dalla finestra. Grazie alla sua amica Mary riesce a conoscerlo e fra i due sboccia presto un tenero amore, capace di andare oltre le apparenze. Non tutti comprendono il legame profondo che li unisce, neanche gli amici e i genitori di Alan. Sofia sperimenta l'emarginazione e il rifiuto delle persone immerse nella mentalità di un mondo che respinge chi non rientra nei rigidi modelli di perfezione da lui imposti. Angela Sara, attraverso le parole di Sofia, denuncia l'ipocrisia di una società in cui le persone sembrano accettare la diversità solo quando questa non le tocca da vicino. L'autrice, attraverso la finzione narrativa, racconta la propria sofferenza personale, senza piangere né disperarsi. Apre il cuore sinceramente per mostrarlo, nudo e senza difese, al lettore che, avvicinandosi, non trova tenebre ma luce, che trae dalla fede, così forte da squarciare il buio. Le parole di Sara hanno una voce delicata eppure potente, si sforzano di rompere il silenzio che di solito si crea intorno alla disabilità. La prosa è intervallata da poesie, che come farfalle di fuoco arrivano al cuore e lo infiammano d'amore per la vita. L'Autrice, ha usato parole poetiche e vere per narrare la propria tragica realtà e ci ha regalato la storia di una vita unica come una fiaba che non ha esattamente un lieto fine, ma una lieta speranza.



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