mercoledì 30 settembre 2020

Segnalazione "Una nota nel cuore~ Il prequel" di Ilaria Mossa


Alla Moz-Art è tempo di prime volte e cuori in subbuglio. Sono gli anni Novanta e in America si respira una certa aria di ribellione e cambiamento che non fatica a riversarsi anche sugli adolescenti. Marta non ha mai conosciuto un ragazzo introverso, dagli occhi dolci e la capacità di ascoltare come Joseph. Anzi, i tipi come lui nemmeno li guarda. Di solito. Ma, come spesso accade nella vita, l’amore si rivela nei luoghi più inaspettati.
I genitori di Marta, però, non vedono di buon occhio quel ragazzo insicuro, povero, così diverso da ciò che si aspettano per la propria bambina. Così, fra pazzie e incertezze, Marta e Joseph dovranno fare i conti con il futuro per capire se il cuore ha la priorità o gli ostacoli sono troppo grandi da superare.
Il libro contiene lo spin off “18 anni dopo”!

Estratto
Dopo quella sera, capii che l’amore era un processo lento, come un virus che ti entra nella pelle quando meno te l’aspetti e poi, all’improvviso, ti ritrovi con un mal di pancia atroce. Da un giorno all’altro, ti ritrovi ad amare una persona ma non sai nemmeno quando è iniziato, qual è stata la causa scatenante. Succede e basta. Il tuo cuore batte all’impazzata quando sei insieme a lei ma non capisci in quale esatto momento ha iniziato ad accelerare. 

Informazioni
Titolo: Una nota nel cuore – Marta e Joseph (Prequel)
Autore: Ilaria Mossa
Genere: Romance
Editore: autopubblicato
Prezzo ebook: 2,99 € (prezzo preordine 1,99)
Prezzo cartaceo: Da definire
Data di pubblicazione: 30 settembre 2020
Preordine: dal 23 settembre

L’autrice
Ilaria Mossa è nata a Bari il 20 ottobre 1993. Grazie alla piattaforma Wattpad, nel 2016, si è innamorata della scrittura e ora non può più farne a meno. “Una nota nel cuore” è il suo romanzo d’esordio. 


martedì 29 settembre 2020

Review Party: "The Montague Siblings" di Mackenzi Lee




"The Montague Siblings" è una serie di romanzi di Mackenzi Lee, di cui in Italia è stato già pubblicato un suo precedente romanzo: Loki, il giovane dio dell'inganno.

(Cliccate qui per leggere la mia recensione)

Ambientata nell'Inghilterra del primo Settecento, la storia si concentra sulle vicende dei fratelli Henry e Felicity Montague.

Prima del loro ufficiale ingresso in società, Felicity e Henry partono per il Gran Tour, un viaggio lungo un anno attraverso l'Europa, insieme all'amico Percy, il quale nasconde un triste segreto.

Alla fine di quel viaggio, tutti e tre andranno incontro ad un destino che non desiderano, quindi decidono di godersi il più possibile quell'esperienza. Ma le cose non vanno esattamente come avevano previsto, e ben presto, a causa di un'avventatezza di Monty, il viaggio turistico si trasforma in una rocambolesca fuga per l'europa, un'avventura adrenalinica ed esilarante dove non mancheranno colpi di scena, romanticismo e tantissimo divertimento.

Riusciranno a individuare, nella bussola impazzita delle loro vite, verso quale direzione dirigersi?

La bellissima edizione realizzata dalla collana OscarVault Mondadori ha una doppia copertina da un lato "Guida ai Vizi e alle Virtù per giovani gentiluomini" e dall'altro "Guida ai Pizzi e alla Pirateria per giovani gentildonne", che corrispondono a due romanzi, rispettivamente narrati dal punto di vista di Monty e di Felicity, I quali non costituiscono due versioni della stessa storia ma sono consequenziali: vanno letti nel giusto ordine, per evitare spoiler. 

Inoltre, in appendice, "Guida ai Pizzi e alla Pirateria per giovani gentildonne" comprende anche il racconto extra "Guida alla fortuna in amore per giovani gentiluomini", incentrato sul rapporto tra Percy e Monty.

"The Montague Siblings" unisce generi diversi per dar vita ad un'avventura unica ed irresistibile, scritta in modo scorrevole e coinvolgente.
La prosa è curata e ricca di metafore particolarmente ricercate, adatte al contesto storico descritto. 
Attraverso i protagonisti, narratori in prima persona, l'autrice presenta al lettore due stili ugualmente brillanti ma originali e ben distinguibili. 

I personaggi, particolari e ben caratterizati, sono i principali punti di forza dell'opera.

Henry Montague (detto Monty) non è il classico protagonista da romanzo, un eroe positivo da poter prendere come modello. E' tutt'altro che integerrimo, infatti ha una moralità decisamente discutibile e il coraggio è qualcosa che gli manca del tutto. Il suo più grande talento è la fuga:  dalle difficoltà, dai problemi e dalle responsabilità. Meglio se in una taverna a giocare il denaro di suo padre, o a sedurre ragazze e ragazzi. Soprattutto ragazzi. Infatti Monty è bisessuale: prova attrazione per le belle donne, ma anche per i ragazzi, che predilige. Le sue crisi interiori sono dovute soprattutto alle difficoltà nel comprendere questo aspetto di sé, la propria interiorità, la sua verità. Inoltre, l'epoca in cui si trova a vivere condanna la sodomia come un peccato quasi peggiore dell'omicidio, per il quale si rischia la pena di morte. 

Anche se si diverte ad interpretare il ruolo di consumato seduttore in ogni occasione in cui può fare sfoggio del suo fascino, o semplicemente per il proprio tornaconto, Monty è profondamente innamorato di Percy, al quale è già legato da un'amicizia sincera e particolarmente affettuosa, che però sembra non essere destinata ad evolversi in qualcosa di più profondo, a causa dei continui ostacoli che si frappongono fra loro.
Apparentemente pieno di sé, è in realtà profondamente insicuro, soprattutto a causa delle ripetute violenze fisiche e psicologiche che subisce dal padre, convinto così di farlo "guarire" da quella che considera una "malattia".
Henry si sente una sagoma inserita a forza in una vita in cui apparentemente ha tutto, ma in realtà vive l'esistenza di un canarino in gabbia.

Mi sento ancora più asino di prima; ho passato un sacco di tempo a lamentarmi con Percy dei miei problemi [...] eppure eccolo qua, sdraiato di fianco a me, a far finta che i nostri futuri siano paragonabili.

«No, niente. Hai ragione. Sono molto fortunato.»

«Non ho detto “fortunato”. Ho detto che non ti mancherà nulla.»

Mi giro per guardarlo, ha gli occhi ancora rivolti al cielo. Siamo l’uno l’opposto dell’altro, se ci penso. Percy vuole disperatamente andare a casa e crede di non poterci ritornare, mentre a me va bene finire dappertutto fuorché a casa, e non so dove andare a parare. Forse non può capire che per me quella casa sarà sempre maledetta, anche se non ci fosse più mio padre. Rabbrividisco al pensiero di abitarci per il resto della vita, magari dando grandi feste nei saloni e riempiendo le librerie con le mie carte, mentre cerco di ignorare la macchia scura sul pavimento della sala da pranzo che nessuno è mai riuscito a pulire, quella che ho causato io, squarciandomi il mento quando mio padre mi ha messo al tappeto con un unico pugno ben assestato; o il focolare del camino che mi ha incrinato un dente quando mi ci ha scaraventato contro. Sotto il lastricato di quella casa sono sepolti troppi scheletri; su certe tombe non cresceranno mai i fiori. Con un dito sparo via una briciola di tabacco dai calzoni. «Che fortuna. Un giorno possiederò tutto quello che ha mio padre. Forse avrò anche un figlio tutto per me, da picchiare a sangue quando voglio.»

Percy è un ragazzo serio e tranquillo, da sempre innamorato di Monty, sebbene non glielo abbia mai confessato. Anche se Monty è un poco di buono e non manifesti mai nessun comportamento virtuoso, egli sembra vedere delle qualità che nemmeno lui stesso riesce a scorgere, convinto dalle continue strigliate del padre di non valere nulla. 
Percy non si allontana mai da Monty, capisce quando ha bisogno di lui e non gli nega mai aiuto e sostegno. Nella vita burrascosa di Monty, Percy costituisce un insostituibile perno di stabilità. 
È un ragazzo di colore, e questa sua caratteristica diventa occasione per affrontare il tema del razzismo
Inoltre Percy soffre anche di un disturbo particolare: ha attacchi epilettici, malattia poco conosciuta nel Settecento, alla quale venivano attribuite origini demonianche.
Il legame che si instaura fra Percy e Monty è profondamente romantico ed intenso. Tramite la loro storia, Mackenzi Lee affronta il delicato tema dell'omosessualità, già presente in "Loki il giovane dio dell'inganno". 

Felicity invece ha un orientamento diverso: non si sente attratta né da uomini né da donne. Si potrebbe definire "asessuale", ed anche questa inclinazione viene giudicata negativamente nella società in cui vive, ossia una realtà in cui una donna sola, non accompagnata da un uomo, non può essere presa seriamente. Non si rassegna ad essere una signorina silenziosa, destinata a vivere all'ombra di un uomo: desidera studiare medicina, diventare un chirurgo e realizzarsi professionalmente.

"Non c’è niente al mondo che desidero tanto quanto sapere come funziona il corpo umano, migliorarne la conoscenza e approfondirne lo studio.Mi acciglio rileggendo l’ultimo punto. È un po’ troppo sentimentale e non mi aiuterà a perorare la causa del mio impavido cuore femminile. Non è neanche del tutto vero: non voglio sapere le cose, le voglio capire. Vorrei avere una risposta per ogni quesito che mi si pone. Voglio che non si possa nutrire alcun dubbio nei miei confronti. Ogni volta che sbatto le palpebre o che respiro, ogni volta che un mio muscolo freme o si allunga, ogni volta che mi sento dolorante, sveglia, o viva, voglio saperne il perché. 
Voglio capire tutto il possibile su me stessa nel bel mezzo di un mondo che spesso per me non ha senso, anche se le sole certezze che raggiungerò saranno a livello chimico. Voglio che esistano le risposte giuste e voglio trovarle, arrivando a conoscere me stessa perché conosco loro."

Altro tema caro all'autrice è il sessismo. Le difficoltà che  incontra Felicity dovrebbero essere lontante dalla nostra realtà, eppure ancora oggi per una donna è sempre più difficile affermarsi in qualsiasi campo professionale rispetto ad un uomo. La storia narrata dal punto di vista di Felicity è  incentrata sulla forza delle donne, esaltandone l'intelligenza e la sensibilità.
Felicity capisce quando incontra, la sua migliore amica d'infanzia, che una donna può diventare indipendente e  avere successo senza rinunciare alla propria femminilità. 

«Ma hai detto chiaramente che non mi ritenevi una vera donna perché non mi appassionano i balli, le partite a carte, i ragazzi e gli stupidi vestiti azzurri.»
Incrocia le braccia. «Be’, e tu parevi credermi un essere inferiore solo perché invece a me piacevano.»

L'avventura di Monty, Percy e Felicity attraverso l'Europa, permette ai protagonisti di conoscere nuovi ambienti e comprendere il modo di pensare altrui. 

"Mi colpisce quanto queste persone lo diano per scontato. Forse è proprio questo lo scopo del Grand Tour, mostrarmi il modo di vivere di altra gente, farmi scoprire vite diverse dalla mia. È una sensazione strana, capire che persone che non conosci vivono una vita piena e completa senza entrare mai in contatto con la tua."

Il nuovo libro di Mackenzi Lee affronta pregiudizi e stereotipi antichissimi eppure tristemente attuali, smontandoli per rivelarli privi di fondamenta agli occhi del lettore.


Questi due libri sono una lettura assolutamente imperdibile per chi ama i romanzi storici, le storie d'amore ricche di equivoci e le imprese rocambolesche. 

Un romanzo che è un inno alla libertà e alla ricerca dell'identità personale:



"Mi pare di avere un uccellino intrappolato nel petto che continua a sbattere contro le costole cercando il vento giusto che lo porterà fuori, nel mondo. Mi aprirei il petto con le mie mani se significasse dargli la libertà."

lunedì 28 settembre 2020

BlogTour: L'ultima opera di Mackezi Lee. Questo libro ti piacerà se hai letto e amato...



Come capire se questo romanzo fa per voi? L'ultimo libro di Mackenzi Lee è certamente ricco di caratteristiche che lo rendono un'opera molto particolare.


Potrebbe piacervi se avete letto e amato...



"Loki - Il giovane Dio dell'inganno" di Mackenzi Lee

Se avete apprezzato il primo libro di Mackenzi Lee pubblicato in Italia e se vi è piaciuto il protagonista -Loki-sfaccettato, complesso, scevro dai classici buonismi, non potete perdervi le avventure tragicomiche degli "scapestrati e irresponsabili" fratelli Montague. 
Inoltre sapete già che dovete aspettarvi una narrazione brillante e simpatica.
Se volete leggerla, trovate la mia recensione qui.


• "Tre uomini in barca" di Jerome K. Jerome

Il capolavoro di Jerome si presenta per molti versi come un romanzo On The Road - azzarderei quasi la definizione di romanzo Picaresco, anche se forse non è perfettamente calzante - quindi, se amate i romanzi ricchi di rocambolesche avventure in giro per il mondo, impreziositi da un umorismo geniale e un pò "british", "The Montague Siblings" non vi deluderà. 


•"Le avventure ei Huckleberry Finn" di Mark Twain

Come Huckleberry Finn, i protagonisti dell'opera di Mackenzi Lee attraversano vari paesi, conoscendo diverse civiltà ed avendo così occasione di conoscere nuovi modi di vivere. Inoltre Jim, l'amico di Huck, è un uomo di colore, ma lui non lo discrimina per questo e non gli sembra possibile che qualcuno possa essere discriminato solo per il colore della sua pelle. 
Anche Percy è un ragazzo di colore, e si muove in un contesto storico dove purtroppo il razzismo è molto presente: quindi deve subire in silenzio pregiudizi e maltrattamenti. Se avete apprezzato la condanna ad ogni forma di discriminazione, chiaramente argomento principale dell'avventura del migliore amico di Tom Sawyer, vi piaceranno anche le tematiche trattate in questo libro.


•"Sulle tracce di Jack lo squartatore" di Kerry Maniscalco

Se vi è piaciuta la determinazione di Audrey Rose, la protagonista della saga di Kerry Maniscalco, anche in questo libro troverete una protagonista forte e indipendente con una passione particolarmente spiccata per l'anatomia umana: Felicity, una ragazza disposta a tutto pur di affermarsi professionalmente e sfidare la società. Rifiuta il ruolo che la famiglia vorrebbe cucirle addosso, poiché per lei è un abito troppo stretto e opprimente.


•"Carry On" di Rainbow Rowell: 

Infine se avete amato la storia d'amore intensa, tenera e piena di fraintendimenti fra i due irresistibili protagonisti di "Carry On", Baz e Simon, vi piacerà anche questo libro, nel quale troverete una storia altrettanto bella e disastrosa fra Percy e Monty, due personaggi maschili decisamente adorabili: una love story davvero sui generis, in cui non mancheranno romanticismo e passione.





Vi aspetto domani, per la recensione!

domenica 27 settembre 2020

"La casa di sale e lacrime" di Erin A. Craig


"La casa di sale e lacrime" (House of Salt and Sorrows) è un romanzo fantasy di Erin A. Craig, pubblicato in Italia a luglio dalla casa editrice Fanucci, da cui presto sarà tratta una serie tv. 

È un retelling della fiaba dei fratelli Grimm "Le scarpe logorate dal ballo", meglio nota come "Le dodici principesse danzanti".

In un universo immaginario, nel mar Kaleico, si trova l'arcipeago di Salann, costituito da cinque isole: Hesperus,Vana, Selrik, Vasa e Salten.

La storia si svolge a Salten, paticolarmente nota per le sue coste rocciose. In ogni isola si venera una diversa divinità: a Salten si venera Pontus, il dio del sale. 
Il sale è molto importante nella vita degli isolani, che nutrono una fede profonda nei confronti del mare, culla della vita e feretro eterno dei morti, poiché ad esso vengono affidati i corpi senza vita dei defunti. 
Annaleigh conosce bene il silenzio fragoroso delle onde che si infrangono sulle coste, inghiottendo per sempre i morti: infatti ha assistito al funerale della madre e di quattro delle sue undici amatissime sorelle. 
Le tragiche morti, una dopo l'altra, appaiono così insolite da sembrare uno spietato accanimento del destino, una maledizione che grava come una spada sulla famiglia Thaumas. 
Anneleigh e le sorelle non credono di essere vittime di un anatema, ma gli altri abitanti la pensano diversamente, quindi le evitano, nel timore di diventare anch'essi le prossime vittime della loro sfortuna. 


-E' convinto che siamo maledette, e che la maledizione colpirà chiunque si avvicini troppo a noi. Ecco perché nessuna di noi è stata invitata a ballare! - 
-Ma non... - 
-Oh, Annaleigh, certo che è così! Pensaci! Che la maledizione sia vera o no, la gente ci crede. Siamo state già giudicate colpevoli dall'opinione pubblica. Niente farà cambiar loro idea, non importa quante belle feste papà organizzi. Siamo maledette, e nessuno crederà mai il contrario. -


Le otto sorelle, bellissime e molto sole, avendo ben poche attività o incontri per riempire le loro giornate, decidono, per diletto, di cercare un'antica porta che secondo alcune leggende veniva usata dal Dio del sale per spostarsi da un luogo all'altro. 
La ricerca, iniziata come uno scherzo per intrattenere le più piccole tra loro, si rivela sorprendentemente fruttuosa: infatti la leggendaria porta esiste davvero, e permette di accedere ad un mondo fantastico dove le foreste sono d'argento e delle bellissime barchette che si trasformano in cigni e conducono i passeggeri sino ad un magnifico palazzo che sembra emerso da una fiaba, dove si svolgono numerose danze in sfolgoranti ed immense sale da ballo. Per le fanciulle solitarie si apre un ventaglio di possibilità: finalmente, durante le piacevoli serate danzanti, avranno l'opportunità di conoscere dei giovani che non sono a conoscenza della maledizione, e potrebbero incontrare l'anima gemella. Ma, quando Annaleigh conosce Cassius, un enigmatico sconosciuto, inizia a porsi delle domande. Il mondo oltre la porta è davvero un sogno che si realizza? Oppure, dietro la sua maschera dorata, nasconde il peggiore degli incubi? E le morti delle sue sorelle sono state davvero casuali? Scoprirà la verità prima che venga fatto del male a qualcun altro?



"《Ma cosa ci fate qui?》[...]

《Sono qui per il vostro stesso motivo [...]》

《Ballare?》

《E voi, no?》

[...]

Quasi chiedendomi il permesso, con la punta delle dita Cassius mi sfiorò il palmo della mano, facendomi correre un brivido lungo la schiena. Quando sollevai lo sguardo, vidi che mi osservava; l'oscurità mi impediva di leggere la sua espressione, e per un momento il mondo sembrò volerci avvicinare sempre più. Appena avvertii il suo respiro sulla guancia, mi resi conto che sarebbe bastato un solo passo verso di lui per far sì che mi baciasse. 

《Volete sapere quale sarà il mio maggior rimpianto stanotte, Annaleigh? 》 Mormorò, sfiorandomi la tempia con le labbra. Ogni fibra del mio corpo aspettava impaziente, sperando ardentemente che lui annullasse la distanza fra di di noi. 

Avevo la lingua come annodata e non riuscii a rispondere; piuttosto, quando la sua mano scivolò sulla mia, pensai che il cuore mi sarebbe esploso per la felicità.

《Non passare la notte a ballare con voi》

Con gentilezza, mi guidò nuovamente all'interno, verso la sala da ballo. All'ennesimo valzer, mi ricordai che Cassius non aveva risposto alla mia domanda su cosa facesse lì."


La storia è narrata in prima persona da Annaleigh, che racconta le vicende dal proprio punto di vista. 

La prosa ricca, cupa e sensuale, rende il romanzo un sogno allucinato dolceamaro, che porta alla luce gli incubi più segreti dei personaggi. 


Annaleigh è priva degli eccessi isterici e adolescenziali che spesso contraddistinguono le protagoniste dei romanzi YA. E' intelligente e forte, caratteristiche che la rendono simpatica al lettore. 

Cassius, protagonista maschile, non è assolutamente scontato o ritagliato su una sagoma classica: è buono o cattivo? La sua vera natura rimane ambigua sino alle ultime pagine.
Tutti i personaggi sono ben definiti nelle loro debolezze e punti di forza, e risulteranno chiari e nitidi nell'immaginazione del lettore.


L'intero romanzo è permeato da un impalpabile erotismo, che si cela anche nella metafora delle scarpette logorate da un ballo fossennato. Specialmente nelle fiabe antiche infatti, la scarpa era un elemento simbolico, metafora del peccato. 
Esempio è la fiaba di Cenerentola, la cui storia verte completamente intorno ad un paio di scarpe che solo lei può calzare. Le sorellastre e la matrigna, che arrivano a tagliarsi alluci e calcagno pur di incastrare i piedi nell'aggraziata scarpa, rappresentano la virtù perduta e non conservata come bene prezioso. 
Le scarpe, in particolar modo se rosse, sono protagoniste anche di altri racconti famosi che ne presentano una valenza simbolica terribilmente negativa, come simboli di esecrabile vanità, per il cui possesso si viene sempre puniti. Privarsene invece rappresenta un sacrificio che esalta la modestia: per questo, nella fiaba di Andersen "La regina delle nevi" la piccola Gerda dona le sue scarpette nuove al fiume, venendo ricompensata dal Signore, che le facilita la ricerca del perduto Kay, che ritroverà alla fine di un lungo viaggio, nel gelido palazzo della regina delle nevi, riuscendo a salvarlo.

Analogamente alla tradizione fiabesca, Anneleigh si salva perché rinuncia alle proprie scarpette: sceglie di smettere di ballare, e questa sua rinuncia la eleva positivamente, salvandole la vita.


La seduzione non è rappresentata solo dal fascino esercitato dall'altro sesso, ma anche e sopratutto quello di una vita di effimeri lussi, una strada che brucia e consuma le graziose ma frivole scarpette da ballo delle protagoniste. 
La più piccola tra le sorelle, affascinata dalla bellezza scintillante delle nuove calzature, le ribattezza "scarpe di fata". Una definizione positiva che crea un contrasto con la realtà della narrazione, perché proprio con quelle scarpine le fanciulle danzeranno fino a martoriare i loro poveri piedi.

Interessante è l'uso di colori, descritti sin nelle più sottili sfumature, in opposizione al grigio ed al nero, colori del lutto. Questo romanzo che riesce ad unire romanticismo e morte, adrenalina e pazzia in un cupo valzer che permetterà alle protagoniste di danzare con ignoti compagni di ballo, una danza di gioia che si trasforma in un fossennato ballo inquietante. 


Il libro si concentra su una profonda analisi del bene e del male. Mantenendosi fedele alla morale dei racconti dei fratelli Grimm, il male si presenta ornato di gioielli e coperto dai vestiti più belli: un aspetto attraente e bugiardo, capace di illudere e condurre alla morte. Un male che se abbracciato torna indietro, ricambiando con una stretta mortale. 

Solo un suo rifiuto totale e categorico può condurre alla salvezza.



Come un pirotecnico e grandioso spettacolo di magia, l'autrice ne "La casa di sale e lacrime" ha dato vita sulla carta ad uno sfavillante incantesimo nel quale non è chiaro cosa sia reale e quali elementi, invece, siano frutto di mera illusione.


Vi invito a percorrere le caselle bianche e nere di questa intrigante scacchiera, le luci e le ombre di questo romanzo che è un'autentica sfida, un gioco in bilico tra sanità mentale e follia.


"La luna, una falce gigantesca e bluastra, rischiarò il nostro cammino dal giardino fino alle scogliere. Era così bassa nel cielo che riuscivo ad avvertire l'attrazione ostinata che esercitava sulla marea, sulle onde, persino su di noi. Centinaia di migliaia di stelle brillavano sopra le nostre teste e parevano vibrare di impazienza alla prospettiva del ballo."

venerdì 25 settembre 2020

"La storia di Clarissa" di Ilaria Rita Bianconi



"La storia di Clarissa" è un romanzo di Ilaria Rita Bianconi.
L'opera è arricchita da simpatiche illustrazioni vagamente in stile manga, probabilmente per avvicinarla ulteriormente al pubblico giovane.


Vi segnalo inoltre che su Audibile è possibile ascoltare l’audiolibro, letto da Giulia Segreti e Marco Cognigni. 


"La storia di Clarissa" è un delicato racconto di crescita, che vede protagonista un'adolescente particolarmente fragile, timida e molto dolce, capace di distinguersi a scuola per la propria bravura nello studio. 
I genitori credono sia una ragazza modello visti gli ottimi rendimenti scolastici ma, concentrati sui loro problemi economici e lavorativi, la trascurano e parlano poco con lei.

"Questo la portò negli anni a comunicare sempre meno con qualsiasi persona, e i suoi genitori erano convinti che fosse un aspetto del suo carattere. Quando parlavano di Clarissa con i loro amici dicevani che la timidezza stava prendendo il sopravvento sugli altri aspetti della sua personalità e che una volta diventata donna la loro figlia sarebbe tornata ad essere la stessa persona di sempre. Non pensavano che la loro figlia si comportasse così perché aveva dei problemi."

La ragazza invece soffre molto a causa dei tormenti dei bulli, di cui è sempre stata vittima impotente. 

"Alcuni dei bulli non la potevano vedere né sopportare e lei, poveretta, non sapeva nemmeno il perché. Non le avevano mai dato spiegazioni inerenti ai loro comportamenti, era stato così fin dal primo giorno nella nuova scuola: la videro entrare in classe e per lei iniziò un incubo interminabile." 


Subisce da sempre  l ’invidia delle compagne a causa della sua bravura e del suo aspetto grazioso, che attira gli sguardi dei ragazzi, sebbene lei non faccia nulla per alimentare il loro interesse. 
Cerca anzi, il più possibile di condurre una vita riservata, ma i suoi tentativi di mantenere un basso profilo la rendono solamente un bersaglio più facile.
A causa dei continui tormenti dei compagni bulli annega in un oceano buio di disperazione, aggrappandosi come può a soluzioni terribili quali autolesionismo e silenzio. 

"Clarissa, quando era in casa se ne stava rinchiusa nella sua stanza la maggior parte del tempo e nel suo mondo passava ore a scrivere nel suo diario, sogni, desideri e speranze di cambiare vita e non vedere più i bulli e le loro fidanzate che la perseguitavano. Però il più delle volte gli argomenti trattati erano pieni di dolore e disagio, questo la faceva stare meglio perché, quando aveva delle giornate in cui non riusciva a sfogarsi solo con la scrittura ed il disagio che provava era troppo acuto, per poter tenere controllato questo suo bisogno d'amore si auto lesionava con lamette o oggetti contundenti, per darsi così delle attenzioni che non riceveva da chi gli era intorno.

Come se fosse in una perenne apnea, infatti, Clarissa non confessa a nessuno le sue sofferenze, soprattutto perché teme che, se i suoi aguzzini sapessero che ha parlato, le renderebbero la vita persino più infernale. 
Clarissa si muove ad occhi chiusi in una quotidianità che ha la forma di una notte eterna, nutrendo la profonda convinzione che la sua vita al liceo non sarebbe cambiata. Ma potrebbe sbagliarsi, infatti a volte il destino riserva delle sorprese a chi non si aspetta nulla. Infatti un giorno l'arrivo di un nuovo studente nella sua classe porta una brezza di novità: eli infatti, interessato a lei, cercherà in ogni modo di difenderla ed aiutarla a riprendersi la vita e la dignità. Che sia la fine, per Clarissa, di una quotidianità di soprusi e sofferenze?


"La storia di Clarissa" è un romanzo rivolto agli adolescenti, che affronta tematiche importanti. 

L'autrice usa parole delicate ed ha ideato un buon intreccio, tuttavia il testo necessiterebbe di un approfondito editing sia formale che sostanziale. 

Sono presenti ripetizioni, errori e refusi. 
Inoltre alcuni comportamenti di vari personaggi si sono rivelati stereotipati e privi di logica. 

Nonostante ciò la storia è carina e adatta ai giovani lettori: un racconto di caduta e rinascita, in cui prevalgono i buoni sentimenti.















mercoledì 23 settembre 2020

Presentazione Evento "The Montague Siblings" di Mackenzi Lee


Amici lettori, oggi vorrei invitarvi ad armarvi di bagagli e seguire me e le ragazze che parteciperanno a questo evento nell’Inghilterra dell’Ottocento.
Vogliamo, infatti, presentarvi i fratelli Montague: Henry “Monty” Montague è nato per diventare un gentiluomo, se non fosse che le sue passioni, vizi e l’amore per il suo migliore amico Percy; Felicity Montague invece vuole diventare un medico, professione che in quell’epoca era preclusa per una donna.


TRAMA:
Titolo: Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini / Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne Autrice: Mackenzi Lee
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Oscar Fantastica
Pagine: 864
Prezzo: €28,00
Data di uscita: 29 Settembre 2020

Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini
Henry “Monty” Montague è nato per essere un gentiluomo, ma né i collegi più esclusivi d’Inghilterra né la disapprovazione del padre sono riusciti a imbrigliare le sue passioni: il gioco, il buon vino, e l’amore di una donna. O di un uomo. Monty si è infatti innamorato perdutamente del suo migliore amico, Percy, con il quale parte per il Grand Tour: un ultimo anno di fuga e di follie edonistiche prima di assumersi le sue responsabilità di lord. Ma un’incauta decisione trasformerà quel viaggio in una caccia all’uomo attraverso l’Europa, mettendo in discussione tutto il mondo di Monty.


Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne
Felicity Montague ha due obiettivi nella vita: evitare il matrimonio con Callum Doyle e iscriversi alla facoltà di medicina, riservata agli uomini. Una speranza però c’è: l’eccentrico dottor Alexander Platt sta cercando assistenti. Felicity dovrebbe recarsi da lui in Germania, ma non ha i soldi per il viaggio. Fortunatamente una donna misteriosa si offre di pagarglielo, purché la porti con sé travestita da sua cameriera. Quali sono i veri motivi di tanta insolita generosità?


Due personaggi interessanti e profondi ci accompagneranno lungo un evento che toccherà i temi LGBT, le ambientazioni, i personaggi, le citazioni... sicuramente è un evento che vi invitiamo calorosamente a seguire visti gli argomenti tanto delicati quanto attuali che tratteremo.
Il nome dell’autrice sicuramente non vi sarà nuovo: si tratta di Mackenzi Lee, autrice che di “Loki - Il giovane dio dell’inganno” pubblicato il 3 Marzo 2020 in Italia sempre per Oscar Mondadori (di cui trovate qui la mia recensione).

L’edizione che Oscar Mondadori ha pensato per noi è speciale: in patria i due volumi sono stati pubblicati separatamente; quella che noi lettori italiani avremo tra le mani è una particolarissima Siblings Edition ove da un lato troveremo “Guida ai Vizi e alle Virtù per Giovani Gentiluomini” con Monty in copertina, capovolgendolo troveremo “Guida ai Pizzi e alla Pirateria per Giovani Gentildonne” con Felicity.
Le pagine presentano una meravigliosa spugnatura gialla, ormai segno distintivo di Oscar Mondadori.


Di seguito vi lascio il calendario con le date e i blog partecipanti, io vi aspetto il 28 Settembre con il mio approfondimento intitolato:

QUESTO LIBRO TI PIACERÀ SE HAI LETTO... 

Il 29 settembre, invece, vi aspetto per la recensione!


martedì 22 settembre 2020

Enola Holmes: Il caso del marchese scomparso



E se Sherlock Holmes avesse avuto una sorella? 

 Il caso del marchese scomparso di Nancy Springer è il primo libro di una serie di gialli per ragazzi pubblicati da DeAgostini. 

Da questo libro è anche stato tratto un film, che presto sarà disponibile su Netflix. 


Il giorno del suo quattordicesimo compleanno Enola Holmes riceve da sua madre: un set da disegno, un libro sul significato dei fiori e un libriccino che ha realizzato lei stessa sui messaggi in codice. 

Enola apprezza molto l'incoraggiamento per il disegno, sebbene non sia particolarmente dotata, ma non comprende perché abbia ricevuto gli altri regali, poiché la crittografia non è mai rientrata tra i suoi principali interessi.

Enola vorrebbe chiedere alla madre la spiegazione di quei regali strani ma non può farlo perché quel mattino la donna è uscita di casa e non è più tornata. Preoccupata, Enola denuncia la sua scomparsa a Scotland Yard e telefona ai suoi fratelli, Sherlock e Mycroft, per chiedere loro aiuto. I due fratelli, molto più grandi di lei, si presentano a casa con aria supponente ed antipatica. 
Enola, che vorrebbe trovare in loro un supporto morale e affettivo, si accorge che, a causa della sua età e specialmente perché è una ragazza, non viene presa molto sul serio. 

Desideravo che i miei fratelli… non osavo aspirare all’affetto, ma desideravo che i miei fratelli ci tenessero a me, almeno un pochino.

Quando trascorrono alcuni giorni e diventa chiaro che la madre è andata via di sua spontanea volontà e non è intenzionata a tornare, Sherlock e Mycroft comunicano alla sorella che la manderanno in collegio. Enola però non vuole rinunciare alla propria libertà. Così, grazie ad alcuni messaggi in codice e al denaro che le ha lasciato sua madre, scappa di casa per sfuggire ai fratelli e cercarla. 
La sua fuga sin dall'inizio si trasforma in un'emozionante avventura, e le sue vicende si intrecciano presto con quelle di un giovane marchese, anche lui scappato di casa. Riuscirà Enola a trovare la madre e dimostrare ai suoi fratelli che sottovalutarla è stato un errore?


Il sentimento più frustrante che provano i giovani è l'essere trattati come bambini da adulti arroganti che desiderano imporre loro le proprie scelte. Infatti, anche se le vicende di Enola sono ambientate oltre un secolo fa, il sentimento di impotenza che prova Enola la accomuna ad ogni adolescente, e il suo desiderio di fuga è lo stesso che ciascuno, nella vita, ha accarezzato almeno una volta.

Il libro tuttavia si schiera contro la fuga come soluzione: infatti durante il suo viaggio, Enola capisce le comodità della vita quotidiana che prima non riusciva ad apprezzare. 

I due giorni trascorsi a Londra avevano insegnato anche a me tante cose di cui prima non ero consapevole. E adesso che lo ero, le mie sfortune personali apparivano molto più insignificanti.

Ho trovato molto ben fatta la ricostruizione storica, e anche la descrizione di Sherlock riprende fedelmente la figura originale nata dalla fantasia di Arthur Conan Doyle.


Eroe o non eroe, lui e i suoi modi stavano cominciando a infastidirmi. E a turbarmi, perché mia madre era anche sua madre: come poteva essere così freddo?

A quei tempi non lo sapevo, non potevo saperlo, ma Sherlock Holmes viveva avvolto in una specie di ombra gelida. Soffriva di depressione, e talvolta gli attacchi erano tanto violenti da costringerlo a letto per settimane, o anche più a lungo.


Il marchese scomparso è un piacevole libro con un intreccio ben costruito e poco prevedibile. Un romanzo con una protagonista brillante e simpatica, che narra la sua storia in prima persona, iniziando a raccontare tramite un incalzante prologo in medias res.

Quest'opera di Nancy Springer è un giallo per ragazzi carino e divertente, che appassionerà sicuramente i lettori più giovani, i quali saranno curiosi di leggere le prossime avventure dell'intrepida Enola Holmes.



lunedì 21 settembre 2020

"Loki- Il giovane Dio dell'inganno" di Mackenzi Lee




"Loki - IL giovane dio dell'inganno" (Loki: Where Mischief Lies) è un romanzo di Mackenzi Lee, scrittrice americana già autrice di vari libri di successo per ragazzi, pubblicato dalla casa editrice Mondadori nella collana Oscar Fantastica, che prossimamente pubblicherà anche le altre sue opere.


Il libro è incentrato sul personaggio di Loki, che nella mitologia norrena è il dio dell'inganno, ma per descriverlo non di ispira ad essa- il Loki dai capelli rossi come il fuoco, nato dal caos - bensì alla figura reinterpretata dalla Marvel, il Loki di Tom Hiddleston, diverso nell'aspetto ma simile nel carattere: brillante, sarcastico e con uno spiccato gusto per il melodramma. 
Loki e suo fratello Thor, ancora giovani, affrontano la vita di corte con atteggiamenti diversi. Thor sempre circondato da lodi, amici e onori e Loki, solitario ed introverso, concentrato sullo studio e preso di mira dagli amici di Thor per il suo fisico mingherlino ed inadatto alla battaglia, il cui unico talento è la capacità di usare la magia, si sente alieno al mondo che lo circonda, dal quale non viene capito né minimamente apprezzato. 

"Thor era nato per essere un re, tutta la reggia lo sapeva. Lo capivano tutti quelli che lo guardavano. Gli dei non avrebbero potuto creare un modello più scontato di sovrano: biondo, imponente, veloce e forte senza alcuno sforzo. Loki era stato fatto con i ritagli della sua sagoma, le parti di scarto cadute sul pavimento del laboratorio, da spazzare e buttare nel fuoco."

Sua unica amica è Amora, apprendista della maga Karnilla. Lei, come lui, ha il dono della magia, quindi comprende bene cosa voglia dire possederla, ed è la sola che sembri apprezzare il suo potenziale. 
Affettuosamente, Loki la soprannomina "incantatrice", e ne è profondamente infatuato, desideroso di attenzioni, si aggrappa alle sue parole confortanti come se fossero un'ancora di salvezza nel mare di ostilità ed indifferenza che lo circonda, e in cui rischia di annegare. 


"Loki si era sentito sprofondare il cuore, pensando di essere stato troppo difficile, troppo sensibile, troppo freddo, tutte quelle cose che suo fratello non era, le cose che i suoi tutori gli avevano detto di non essere, tutto ciò per cui gli altri apprendisti sul campo di allenamento lo prendevano di mira.
Ma poi lei aveva tolto di colpo i piedi dal posto lì accanto e gli aveva chiesto: 《Non ti siedi?》
E lui lo aveva fatto."


In un momento di particolare debolezza, le confessa che il padre ha scorto, in uno specchio magico, un'immagine del futuro in cui uno dei suoi figli marciava su Asgard a capo di un esercito. Loki non sa se il padre abbia visto lui o suo fratello Thor, ma teme si tratti di lui, e vorrebbe vedere egli stesso quella visione. Incoraggiato da Amora, decide di scrutare di nascosto insieme a lei lo specchio del padre. Tuttavia qualcosa va storto, lo specchio viene distrutto e la colpa ricade esclusivamente su Amora, che viene punita ed esiliata a Midgard, la terra dei mortali, condannata ad un'esistenza senza magia. 
Privato della compagnia dell'unica amica che avesse mai avuto, Loki resta ossessionato per anni dalla visione in cui si è visto nelle vesti del distruttore di Asgard, e si domanda se sia possibile cambiare il proprio destino oppure se la sua vita sia tracciata come una scia di orme ben visibili nella neve, che non può evitare di percorrere. Un giorno, punito dal padre per l'ennesimo incidente causato della sua eccessiva sicumera, (con lo scopo di impressionare il padre), viene mandato su Midgard per investigare su dei cadaveri misteriosi, dove ha la possibilità di conoscere i mortali, capire punti di vista diversi dal suo e  ritrova Amora. Ma lei è davvero la persona che Loki ricorda? Oppure ne ha idealizzato l'immagine e la realtà è molto diversa? 

Amora non è una figura del tutto inventata: l'autrice ha preso ispirazione da un personaggio comparso più volte nei fumetti Marvel, ideato da Stan Lee e Jack Kirby. Specialmente nei fumetti e nei cartoni animati, compare come antagonista di Thor.

La narrazione in terza persona mostra al lettore un Loki giovane, che non ha ancora scoperto le sue origini, crede di essere realmente figlio di Odino. Le sue relazioni familiari  sono estremamente conflittuali. Molto dotato, eppure corrotto dall'inividia che prova per il fratello, il quale non solo è più avvenente, ma possiede anche una forza fisica che gli permette di vincere con facilità i combattimenti. 
Loki, nonostante gli voglia bene, non riesce a reprimere del tutto l'astio che prova nei suoi confronti perché troppo concentrato su sé stesso, su quello che non è. Non accetta di non essere forte come lui, ed è il primo che si sminuisce perché si ritiene segretamente inferiore. Il vero problema di Loki è che egli stesso non riesce a vedere un uso positivo delle proprie abilità magiche, da cui viene lentamente dominato. 


Voleva farlo. Voleva essere come Thor e discutere con suo padre per poi allontanarsi sentendosi in diritto e nella ragione, sapendo che Odino sarebbe stato segretamente orgoglioso della sua testa calda e del modo in cui difendeva le sue posizioni. Ma lui non era suo fratello. La sua insolenza non sarebbe stata un segno di forza, ma di sfida. Lui e suo fratello potevano anche giocare allo stesso gioco ideato dal loro padre, ma le regole non sarebbero mai state le stesse. L'oscurità combatte in modo diverso dalla luce. E' sempre presente, ben prima della luce. Deve essere più veloce, più intelligente e più furtiva. Loki non era suo padre. Non era suo fratello, né sua madre. Lui era come Amora, e lei era stata portata via in catene e bandita su Midgard. Doveva essere più intelligente e prudente di quanto fose stata lei. Doveva imparare tutto quello che poteva, senza far mai capire quanto sapeva. Non si sentiva un principe. Non sarebbe mai stato re. Non era fatto per essere un soldato, e non era sicuro di voler essere cattivo. Ma non era sicuro di aver la possibilità di decidere. L'unica cosa che sapeva era di essere potente. Abbastanza potente da causare la fine del mondo."

L'ostinazione di Loki è nel volersi inserire a tutti i costi in una storia in cui non gli è stato lasciato un  ruolo diverso da quello dell'antagonista, che sceglie di rivestire. Come gli dice Theo, un giovane umano che incontra sulla terra, se volesse cambiare il suo destino potrebbe "cambiare storia". 
Esiste un destino forse, ma siamo noi ad andare incontro ad esso percorrendo una strada lastricata di decisioni consapevoli, imputabili a noi stessi e non ad un fato avverso, anche se non particolarmente favorevole.

Theo diventa anche occasione per trattare il tema della discriminazione omosessuale. Loki lo incontra a Londra alla fine dell'Ottocento, una città che giudica arretrata perché condanna come crimine le relazioni con persone dello stesso sesso. Egli, provenendo da un ambiente aperto, non comprende come possa essere punita un'inclinazione che rientra nella sfera strettamente intima e personale, che non dovrebbe mai essere oggetto di qualsivoglia giudizio da parte di terzi.


Il punto di vista che l'autrice sceglie di usare - la narrazione in terza persona con focalizzazione interna - permette al lettore di calarsi nei pensieri del protagonista, un racconto in cui vanno divise attentamente le bugie dalle autogiustificazioni, attraverso le quali Loki prova a convincersi di essere migliore di quello che è.

Questo mi ha ricordato una mia recente lettura: "Dio di illusioni" di Donna Tartt. Seguendo lo stesso meccanismo il protagonista, Richard Papen, tenta di autogiustificare la propria partecipazione all'omicidio di Bunny, ripetendosi come un mantra che assistere ad un omicidio e compierlo sono azioni differenti. 
Proprio come Richard comprende molto più tardi, anche Loki si rende conto che non c'è differenza tra assistere al male e compierlo, che la "non azione" non lo assolve: ciò che conta è la posizione che viene presa nei suoi confronti, altrimenti il silenzio diventa assenso e approvazione.

Questo libro si concentra con sensibilità sull'approfondimento della natura umana, delle ragioni che muovono le azioni di ciascuno, sulla visione che ogni persona ha di sé stessa. 

"Ci sono cose che non possono essere insegnate, e una è come cambiare il proprio cuore. Il nostro vero essere si rivela sempre alla fine."


sabato 19 settembre 2020

"Il sogno del rinnegato" di Aligi Pezzatini e Simone Gambineri



Nella terra di Amnia deve vivere tutto in equilibrio. Gli dei Valor, Tyran e Samas formano la Triade che governa il mondo. I primi due sono destinati, attraverso i loro popoli, umano e rettiloide, a combattersi mentre Samas ha il compito di mantenere l'equilibrio tra le due fazioni. Una profezia infausta rivela, infatti, che se uno qualsiasi dei due dei dovesse prevalere sull'altro, sarebbe la fine di tutto con il ritorno di Nemesi a la distruzione totale del mondo.
Il romanzo segue le vicende di otto protagonisti: un paladino ed un chierico di Valor, una druida, tre elfi e due ladri appartenenti alla gilda della Maschera Oscura. Dopo aver combattuto contro il temibile Rhao, alla ricerca del Bracciale posseduto dal paladino Duncan, Keldon, Morgase, Liriel, Firion, Nalatien, Joel e Noa si ritroveranno in una situazione a dir poco inaspettata e saranno costretti a lottare fino allo stremo delle forze per cercare di impedire l'irreparabile. Il finale, con una serie di colpi di scena appassionanti, lascerà il lettore esterrefatto e ansioso di leggerne il seguito.


Primo libro di una saga, "Il sogno del Rinnegato" ci trasporta nel mondo fantastico di Amnia dove convivono tre razze: gli uomini, i rettiloidi e gli elfi. Sin dal primo momento gli autori ci catapultano nel punto focale dell'intera storia: la Profezia che non dovrà mai avverarsi. Farci capire subito qual è la posta in gioco mette in risalto l'intera atmosfera dell'opera che, anche se inizialmente non troppo cupa, ci porta mano mano ad addentrarci in una oscurità sempre più soffocante.
Il mondo di Amnia è attanagliato tuttavia da problemi importanti come quelli del nostro mondo: uno su tutti la tolleranza per il diverso. Nonostante sia chiaro, almeno dal punto di vista dei protagonisti, chi siano i buoni e chi i cattivi, abbiamo la possibiltà con altri punti di vista di mettere a confronto le due fazioni rendendoci conto che non sono poi tanto diverse l'una dall'altra. E' importante notare come l'ipocrisia dell'una e dell'altra parte possano soltanto avvicinare due popoli così apparentemente lontani.
In questo romanzo è anche fondamentale e reale l'intervento della divinità sul destino degli uomini. Gli dei della Triade non sono presenti solo in quanto tali, ma se interpellati rispondono garantendo forza di spirito e forza d'animo ai loro chierici. Anche se ugualmente potenti  garantiscono la forza solo a chi segue le loro direttive. Nonostante però la presenza di dei che si preoccupano della sorte dei loro seguaci, c'è un'altra forza in gioco ugualmente potente: l'Eteria. Questa forza, non collegata a nessun dio ma alla natura, sarà fondamentale e ugualmente importante.
Il modo di scrivere è diretto e non troppo complesso. Fa sue le espressioni più elaborate proprie del genere, ma non ne fa abuso e non crea dislivelli all'interno della narrazione. L'introduzione dei personaggi è magistrale: limita di moltissimo il problema di molti fantasy ogni volta che si entra in un nuovo mondo.

Infatti, nonostante ne presentino ben dieci  importanti nei primi capitoli, gli autori fanno in modo che non ci si perda sia grazie all'uso di nomi semplici, per quanto lo possano essere quelli del genere, sia per la gestione ottima dei capitoli introduttivi.


Un romanzo avvincente che terrà incollato il lettore un capitolo dopo l'altro. Ricco di foreshadowing e colpi di scena "Il sogno del Rinnegato" è un degno inizio di una storia fantastica.


Dreamless boy~ Capitolo 8

Natalia richiuse svelta la portiera dell’auto, chiudendosi dentro.
Ripensò agli eventi della giornata. Non poteva davvero lamentarsi. Le ragazze della sua classe sembravano gentili, e lei avrebbe tanto voluto mostrarsi più espansiva per non spegnere il loro entusiasmo, ma sapeva di non poterselo permettere. Doveva tenere sotto controllo le sue emozioni, per la propria sicurezza e quella altrui. Era snervante e per nulla facile, ma necessario.
Trasferirsi non era stata una cattiva idea, in fondo.
Qui nessuno sapeva chi era, cosa avesse fatto. Cosa era successo. 
Ma ripensare al suo passato era ancora infinitamente doloroso. 
-Allora Natalia, sono gentili le tue compagne? – le chiese sua madre, che occupava il posto di guida ed esibiva un sorriso da copione. 
Natalia sorrise appena. 
-Sì, hanno cercato subito di fare amicizia con me. Sono… simpatiche. Non mi aspettavo un’accoglienza così calorosa. – ammise. 
E soprattutto non mi aspettavo sguardi così. Curiosi e aperti. Non cattivi. Non gli sguardi di occhi che mi cercano solo per indicarmi e ridere. 
Lo pensò, ma non lo disse. 
-Dimmi, hanno fatto qualche domanda in particolare sul tuo aspetto? – 
-Naturalmente… credevano fossi albina- 
-Come tutti – rise sua madre. –Del resto, nemmeno i dottori, sin da quando eri bambina, riuscivano a capire come potessi avere un tale aspetto, senza esserlo – Ricordò. 
Anche Natalia rise, se lo ricordava. Sua madre divenne seria.
-Sai perché siamo qui. Nessuno sa chi sei. Non dire nulla di ciò che dicevi prima… - 
-Non lo farò – assicurò la ragazza. L’atmosfera allegra e leggera di un attimo prima si era fatta improvvisamente tetra. 
-…E non fare nulla di strano – Natalia annuì, cupa. 
Quello sarebbe stato meno facile. 
A volte accadevano a torno a lei avvenimenti bizzarri di cui era consapevole di essere la causa, ma che non sapeva come evitare. 
Qualche volta aveva provato a parlarne con sua madre. Ma lei, prevedibilmente, non aveva capito. Il suo sguardo si era fatto freddo, gelido, inespressivo, e Natalia aveva compreso che temeva un ritorno della sua presunta malattia. 
Subito dopo aveva detto che l’aveva presa in giro, era tutto uno scherzo, e lei si era rilassata. 
Ma quello scintillio gelido non era mai sparito del tutto dai suoi occhi, e a volte le sembrava di scorgerlo ancora. E la feriva più di qualunque altra cosa. 
Come biasimare le sue reazioni? Chiunque avrebbe reagito come lei. Natalia doveva rassegnarsi, non poteva condividere i suoi segreti con nessuno. Non più, almeno. L’unica persona con cui lo avrebbe fatto, ormai non c’era più. Lei la guardava sempre con affetto, lei l’avrebbe capita, lei non l’avrebbe mai chiamata pazza… una parola che adesso le faceva male sentirla pronunciare persino per scherzo. 
Da bambina, quando veniva additata dagli altri per il suo aspetto, osservata con curiosità, si sentiva a disagio. Ma lei le aveva spiegato che la curiosità è un sentimento normalissimo e umano, e che lei non
doveva essere intimidita dagli sguardi altrui, ma orgogliosa della sua diversità. Era come gli altri bambini, solo con qualcosa di più. Una bambina bianca come la neve. 
Quegli sguardi non l’avevano turbata più.
Ma poi avevano iniziato a guardarla non come si guarda qualcuno con un aspetto diverso, bensì con il compatimento riservato ad un malato di mente. 
Scrollò la testa. Non voleva ricordare quei momenti spiacevoli.
Aveva sempre saputo distinguere gli occhi stretti e sospetti di chi la riteneva pazza dalle occhiate incuriosite, con gli occhi sgranati, di chi la credeva albina, e la osservava perché era una rarità che non si vedeva tutti i giorni. 
Non conosceva altri sguardi, o meglio, a lei non erano mai stati rivolti, per molto tempo.
Almeno non fino a quel mattino, quando l’aveva fissata quel ragazzo dai lunghi capelli biondi. 
Lo aveva già visto, mentre passava sotto la sua finestra. Ma per la prima volta, quel mattino, i loro sguardi si erano incrociati, senza essere separati da un vetro o da una barriera.
E aveva avuto la strana, assurda impressione, di conoscerlo. Sapeva di non averlo mai visto prima, ma aveva provato una strana sensazione, come se lo avesse incontrato in una vita precedente, cento anni prima. Come se… lo riconoscesse, in un certo senso. 
Era assurdo, mai con nessuno aveva provato una simile sensazione. 
Anche lui aveva avuto la stessa impressione, quando si erano guardati? 
Lo sguardo nei suoi grandi occhi verdi non era stato di curiosità, né di pietà. Lui l’aveva guardata, e non aveva visto né l’albina, né la matta. 
L’aveva guardata come se le leggesse l’anima, come se sapesse chi era e cos’era. 
Ma ciò era impossibile, perché nemmeno lei lo sapeva.

giovedì 17 settembre 2020

Utena~After the revolution


Quando ho iniziato la lettura di "After the revolution", mi sono chiesta se ci fosse veramente bisogno di questo nuovo albo. Dopotutto la storia di Utena era conclusa: con un finale sicuramente aperto ma per cui mi risultava difficile immaginare un seguito.

Eppure, dopo averlo letto, mi è stato subito chiaro che sì, c'era assolutamente bisogno di questo volume.
Un volume che non conclude niente - dopotutto nessuna storia si conclude mai veramente - ma che lega i fili rimasti sciolti, riempie i vuoti, chiude le porte rimaste aperte, apre gli usci rimasti bloccati.
Un volume più profondo degli altri tre. Una lettura intima, metaforica, struggente.
La protagonista non è Utena, la cui presenza tuttavia ricorre costantemente tra le pagine. Ma il ruolo principale è rivestito dagli amici di Utena: Saionji, Kiryu, Miki, Juri, di cui leggiamo le storie in tre racconti: "After the revolution", "Splendide spine" e "Tu ed io: la notte prima della rivoluzione".

Sono trascorsi circa vent'anni dai tempi del liceo, ed ognuno di essi ha intrapreso vite diverse, destini diversi. Tranne Kiryu, nessuno ricorda Utena. Eppure tutti loro hanno una ferita ancora aperta nell'animo, un taglio nel petto, uno squarcio che non si è mai rimarginato. Nascondono nel cuore incubi che ancora adesso li perseguitano.
Dovranno richiudere quegli squarci, guarire quelle ferite infettate per poter andare avanti.
Hanno un passato da fronteggiare con il quale devono fare i conti.

Il primo racconto, "After the revolution", si concentra su Saionji e Toga, diventati galleristi, spesso rivali durante le aste, in competizione per assicurarsi le opere d'arte migliori.
Un giorno, Toga riceve un biglietto. È un invito, che gli chiede di tornare all'accademia Othori se vuole "La rivoluzione".
Questo è il nome di un'importante opera d'arte, che Toga vorrebbe tanto per la propria galleria. Quando si reca, di notte, all'accademia -luogo ricco di ricordi - incontra anche Saionji: come lui ha ricevuto un invito.
Ma nell'accademia incontrano lo spettro del defunto direttore dell'accademia, il quale chiede loro di proteggere "La rivoluzione" il preziosissimo dipinto che raffigura sua sorella. Domanda di proteggerlo, poiché desidera che nessuno lo veda. In cambio promette ai due galleristi di cedere loro tutte le altre opere che ha realizzato in vita, ormai quadri di un valore inestimabile. I due sono insospettiti, ma decidono di unire le forze e abbandonare le rivalità per trovare il quadro.
Negli antichi corridoi dell'accademia però, si susseguono strane visioni. Toga e Saionji sono costretti a rivivere il proprio passato, un passato fatto di abusi e solitudine.
In questo mondo strano di ricordi reali e immaginari vedono Utena, una bambina che ricordano vagamente di aver incontrato durante l'infanzia. L'hanno vista in un momento difficile, in cui lei ha dato loro la forza di risollevarsi. Non è cresciuta, è ancora come un tempo, simbolo incorrotto di quella parte della loro anima rimasta candida che può purificare il loro passato. 


Grazie a lei Toga e Saionji recupereranno i legame perduto, tornando a sostenersi amichevolmente.

"Splendide spine" narra la storia di Juri. Diventata una campionessa di scherma, dopo una lunga serie di successi, vorrebbe ritirarsi, perché perseguitata da incubi che le impediscono di sentirsi in pace con sé stessa. 


Solo dopo aver visto Utena, capirà che per sconfiggere i suoi demoni e comprendere cosa desidera davvero deve scrutare a fondo nel suo cuore e analizzare il passato sotto una luce nuova, in modo da riappacificarsi con i suoi rancori.



In "Io e te: la notte prima della rivoluzione"
Miki deve fare i conti con l'amore incestuoso della sorella nei suoi confronti: un sentimento che non ha mai ricambiato, e che però ha corroso il loro rapporto, allontanandoli.
Katou ha sposato un uomo, sperando che il suo amore potesse allontanarla dal suo sentimento sbagliato. Purtroppo egli non si è rivelato il marito ideale che aveva sperato, ma piuttosto violento e molto geloso.
Fuggendo da lui, Kozue si è ripresentata dal fratello, sperando che lui accettasse il suo amore. Ma lui l'ha rifiutata ancora una volta, e lei, da quel giorno, è caduta in un coma profondo, dal quale, come nottambula, si risveglia solo per suonare al pianoforte una musica che aveva composto da giovane insieme al fratello. 


Miki vorrebbe farla tornare in sé, ma questo è possibile solo affrontando la ragazza e parlando apertamente con lei.
Miki e Kozue si renderanno conto che il loro rapporto è in divenire, e che può evolversi in una relazione sana e bella.



La consapevolezza che il cambiamento sia possibile matyra in loro dopo l'incontro con Utena, che i due fratelli ricordano di aver conosciuto molti anni prima, quando erano piccoli, rimasti da poco orfani a seguito della morte dei genitori.

Con il volto innocente di una bambina, Utena percorre le vite degli amici che ha conosciuto al liceo. Tranne Kiryu nessuno la ricorda, ma tutti vedono in lei una presenza affettuosa che hanno memoria di aver incontrato durante la loro infanzia: li ha indirizzati allora e lo farà ancora, con il suo sguardo deciso e i suoi passi impossibili da fermare.



Utena non è una ragazza, non è una bambina, non è una visione celeste. È una metafora silenziosa, è la presa di coscienza che ciascuno matura dentro di sé.
"UTENA~After the revolution" è un volume che ispira ogni lettore a meditare sulla propria vita, individuando gli incubi che la tormentano, per poi capire "cos'è" questa rivoluzione necessaria nella propria esistenza al fine di cambiarla e renderla migliore.

mercoledì 16 settembre 2020

Review Party: "Cuori arcani" di Melissa Panariello


Melissa Panariello, autrice di "Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire", torna sul panorama letterario con un'opera completamente diversa: "Cuori arcani", un libro per ragazzi dalle sfumature fantasy. 

Greta è un'adolescente che ha perduto il padre e la madre in tragiche circostanze. Dopo la morte dell'amatissima nonna, la sola persona che le fosse rimasta accanto, viene  condotta in una piccola casa famiglia dove Anna, una donna dall'atteggiamento ostinatamente gentile, diventa la sua nuova tutrice. Greta dovrebbe provare riconoscenza nei suoi confronti, eppure percepisce finzione nel suo atteggiamento, perciò non si fida del tutto di lei. 
Inizialmente ha un rapporto conflittuale anche con gli altri ragazzi della casa famiglia, ciascuno con un passato difficile. Hanno sofferto e hanno costruito attorno al loro cuore armature impenetrabili, difficili da scalfire. 
Greta è particolarmente incuriosita da Arturo, un ragazzo bellissimo e invadente, che sembra disturbarla nei momenti più inopportuni. 
Chiedendo informazioni su di lui però, Greta fa una scoperta inquietante: sembra essere l'unica in grado di vederlo. 
Come è possibile? Chi è davvero quel ragazzo? Perché la cerca di continuo? Cosa vuole comunicarle? 

"Era a un passo dal mio letto, sul quale sedette facendomi sussultare. Avevo la sensazione che se si fosse avvicinato di più mi sarei dissolta e forse un po’ lo aveva capito, perché si fece pericolosamente vicino e nonostante il freddo che emanava dal suo corpo sentivo dentro di me un calore rovente che mi faceva girare la testa. Mi sorrise e, nel farlo, mi guardò distrattamente la bocca, uno sguardo dato per caso che mi procurò una serie di emozioni come mai ne avevo provate fino ad allora. Non aveva peso, il materasso non aveva ceduto sotto la pressione del suo corpo, ma non me ne resi conto subito, ero troppo impegnata a combattere la paura e la rabbia di vederlo ancora lì e di essere stato capace di aver tirato fuori quella marea di emozioni che con cura avevo cercato di tenere chiuse dentro di me dalla morte della nonna. Non potevo permettergli di entrare così prepotentemente nella mia stanza, né nella mia vita; la sua presenza era un ago che qualcuno mi conficcava nella pelle suscitando terrore e insieme gioia e gratitudine. Cosa mi stava succedendo? Chi era? E chi ero io?"

Dopo una lunga ricerca, Greta scopre che il passato della sua famiglia nasconde numerosi segreti, e che dentro di sé custodisce un grande potere tramandato sino a lei da generazioni: la capacità di leggere i tarocchi. E' un'abilità potente quanto pericolosa. Greta saprà usare il suo talento per il bene, senza cedere alla tentazione di sfruttarlo per fini egoistici? 

L'idea di base è carina: un racconto che unisce magia, tarocchi, fantasmi e amicizia per dar vita ad un libro di formazione rivolto ai lettori più giovani. 
Tuttavia la storia si rivela incoerente in più punti, e si disvela al lettore tramite una narrazione a tratti eccessivamente lenta, a tratti invece decisamente troppo affrettata. 

La protagonista, che si presenta come una ragazza forte di carattere, cambia stato d'animo e opinione in maniera ridicolmente rapida e le sue scelte sembrano essere guidate da una totale mancanza di istinto di autoconservazione. 

Arturo, personaggio ambiguo, sembra il classico cattivo ragazzo, dall'aspetto cupo e dal passato torbido. La sua figura è estremamente stereotipata, ma sarebbe accettabile se fosse davvero solo il classico "bad boy" di uno Young Adult. Invece, la scoperta della sua vera identità, mi ha spiazzata. Negativamente.  

La prosa è estremamente semplice, banale e scialba, anche se impreziosita da rare frasi più curate, che prese singolarmente sono carine, ma che sembrano "incollate" in mezzo al resto del testo. 

Nel cuore di ogni dolore si nasconde sempre una possibilità che le cose possano andare meglio. 
“Vai, scopri quel dolore e rinasci!”

Nei dialoghi alcune parole in dialetto sicilano rendono più frizzante la lettura.

"Le dieci donne cantilenarono una domanda. 
« Cu trasi co ventu e nesci co focu? » chiesero. 
« Iu, picchì trasu cu nenti e nesciu addubbata» risposi senza pensarci. Non avevo mai sentito da nessuna parte quelle parole, nessuno me le aveva mai dette, ma sapevo nel profondo di me 
stessa che era quello che dovevo rispondere. 
Il primo gruppo si fece da parte e mi fece passare. 
« Cu voli sapiri li cosi di lu cielu e li stiddi talia? » cantilenò il secondo gruppo. 
« Iu, picchì lu futuru non mi scanta, vardu li stiddi e votu la carta» 
dissi con la stessa sicurezza di prima."

Interessante è anche l'inserimento di leggende e tradizioni tipiche della Sicilia, che evocano immediatamente una realtà misteriosa e ammantata di magia.

Ma nonostante il buon potenziale il plot è sviluppato male e si conclude con un finale del tutto sconcertante.