martedì 15 settembre 2020

"Buongiorno, Wuhan!" di Sara Platto


"Buongiorno, Wuhan!" è un romanzo di Sara Platto, che da oggi potete trovare in tutte le librerie, pubblicato dalla casa editrice DeAgostini. 
Il titolo evoca subito l'argomento dell'opera, ossia il virus che ha costretto il mondo ad inginocchiarsi, che ha spezzato innumerevoli  vite umane e ha obbligato i sopravvissuti a vivere nella paura: il Covid-19, più familiarmente noto come Coronavirus.

È il 23 gennaio e sono le due e venti del mattino quando Matteo viene svegliato dai passi nervosi di sua madre Sara, che percorre l'appartamento con evidente ansia. Poco dopo la donna entra nella stanza del figlio, annunciandogli che "il governo ha deciso per il lockdown". 
Matteo è turbato dalla notizia: proprio quel giorno avrebbe dovuto festeggiare il dodicesimo compleanno con gli amici.

"Non potranno venire. Una festa senza invitati."

Ma come si è giunti a questa scelta drastica? Il libro, che inizia in medias res, torna indietro con la narrazione all'11 ottobre dello scorso anno, per raccontare il lento espandersi del virus, che inizialmente si presentava come un'infezione polmonare particolarmente resistente e contagiosa, che lasciava spiazzati i dottori.

"Due settimane di febbroni da cavallo, debolezza, crisi respiratoria. Sara non ricorda un numero così alto di polmoniti, nei sette precedenti autunni passati a Wuhan."

Il nuovo virus riesce a piegare gli uomini più robusti e apparentemente in perfetta salute. Il libro ricostruisce il rapido e aghiacciante susseguirsi di eventi che hanno condotto il governo a chiudere Wuhan,  dove è iniziata pandemia. 
Il libro descrive in modo accurato la paura, la difficoltà di convivere con un virus potenzialmente mortale che rende anche la più semplice delle attività - come fare la spesa - un'occasione di possibile contagio.

"Si coglie la presenza di un ospite senza invito: la diffidenza. Anche se tutti si comportano con la consueta affabilità, è impossibile non farsi una domanda, mentre si parla con gli amici.
E se anche lui avesse il virus?
Non è possibile rilassarsi."

La città è silenziosa, le strade sono vuote: il mondo assume un aspetto inquietante.

"È come se un incantesimo fosse calato sull’intera città.
Da quella mattina Wuhan è avvinta dentro un silenzio sfrontato. La sensazione di mancanza è agghiacciante, gelida come il vento che spazza le strade ormai deserte. Vengono i brividi da quanto sembrino… ferme. Certo, una strada lo è sempre, ma non pare mai davvero immobile: merito della velocità perenne che la percorre.
Quella stasi, invece, regala solo brutte sensazioni."

Matteo, confinato nel suo appartamento insieme alla mamma e ai due affettuosi gatti di casa, come tanti altri ragazzi della sua età, prima a Wuhan e poi in tutto il mondo, deve rinunciare alle sue passioni, alla scuola e agli incontri con gli amici a causa del virus, costretto a guardare il mondo attraverso le finestre: quelle della sua abitazione e soprattutto quelle del suo computer, le quali gli permettono di mantenere i contatti con le persone a cui vuole bene. 
Matteo e Sara anche quando avrebbero la possibilità di tornare in Italia scelgono di restare a Wuhan, e così facendo danno forza e coraggio agli abitanti, i quali si sentono onorati della fiducia riposta in loro. Ogni giorno, Sara è solita scrivere nella chat comune, aperta con gli altri italiani che vivono a Wuhan, e invia un messaggino: "Buongiorno, Wuhan" (da cui il titolo) un piccolo incoraggiamento, l'ottimismo derivante dalla tacita speranza che i sacrifici fatti porteranno un domani migliore. 

Convivere con un virus letale ha spiazzato l'umanità, ponendola di fronte alle sue fragilità. L'uomo, abituato a sedere incontrastato sul trono della piramide alimentare, si è visto sfuggire dalle mani la cosa più preziosa che, quasi inconsapevolmente, possedeva, ossia il controllo sulla propria vita. 
Ogni persona si è vista imporre delle limitazioni, delle catene che ne hanno precluso la libertà: mascherine, guanti, distanza di sicurezza da mantenere. 
Una realtà nuova, che porta con sé un modo diverso di concepire la vita: un restringerla per preservarla. 
Il libro critica aspramente gli atteggiamenti superficiali che mettono a rischio la sicurezza del prossimo, rischiando di vanificare i sacrifici altrui.

Ma a cosa cavolo servono?» Matteo è infastidito dagli elastici che tirano sulle orecchie, dai visi celati dalla stoffa, da quel nuovo, imprevisto, obbligo.
«Non fare finta di non aver capito, l’hanno ripetuto in tutte le salse. Serve a evitare possibili infezioni, non possiamo sapere se c’è qualcuno che ha il virus o meno.»
«Il coronavirus.»
Sara sorride. «Sì, il coronavirus, mister precisino.»
Sara ha spiegato a suo figlio le caratteristiche di quella microscopica particella di mondo che sta terrorizzando la città. [...]
Sara controlla la mascherina del figlio, poi gli tende la mano.
«Lasciare fuori il naso è utile come indossare gli occhiali sulle mani.» "

Il Coronavirus si è presentato tra noi come una minaccia serpeggiante e invisibile, liquida, trasparente. Un pericolo impossibile da identificare concretamente ma estremamente reale, che ha trasformato la nostra quotidianità in un brutto film dell'orrore, in cui la morte sceglie le sue vittime in modo casuale e spietato. Ci si guarda l'un l'altro con diffidenza, con sospetto, domandandosi chi sarà il prossimo ad essere preso, il prossimo birillo che cadrà, la prossima pedina mangiata da un imprevedibile e folle alfiere, in una grande partita a scacchi dove le regole sono d'improvviso cambiate, e nessuno le comprende.

Il libro ripercorre tutte le tappe di un periodo terribile che abbiamo affrontato tutti, il confronto senza precedenti con una pandemia che, nel nostro mondo globalizzato, ha avuto modo di diffondersi con la rapidità di un incendio (non è casuale infatti la scelta del termine "focolai"per indicare un gruppo di persone contagiate potenzialmente pericolose). 
L'autrice usa un linguaggio semplice per rivolgersi ai più piccoli e spiegare dettagliatamente concetti complicati come cos'è esattamente un virus, cosa sono i batteri, cos'è una pandemia.
Le spiegazioni non si trovano solo nel testo, ma vengono anche riepilogate nella ricca appendice, dove si trova un pratico glossario di facile consultazione.

Il libro narra anche le vicende di Niccolò, lo studente italiano rimasto bloccato a Wuhan, tornato in Italia solo il 15 febbraio, che tuttavia ha potuto sentire il calore di molte persone che, pur senza conoscerlo, non hanno esitato ad aiutarlo e a offrirgli un alloggio e anche conforto e compagnia, fra cui la stessa Sara Platto.

"«Certo che sono sfortunato» dice un giorno Niccolò. «Proprio a me doveva capitare di restare bloccato qui?»
Sara non è d’accordo: «Secondo me non è così. Pensaci bene… Se fossi stato sfortunato, saresti ancora all’aeroporto ad aspettare un aiuto. Invece, nel bel mezzo di una città chiusa per un’epidemia, hai trovato in poche ore tre perfetti sconosciuti che ti hanno aiutato. Con questa esperienza, la vita ti ha mostrato che anche nei momenti più disperati c’è sempre una mano tesa in tuo aiuto… indipendentemente dalla nazione in cui ti trovi»."

L'autrice non perde poi occasione per parlare del tragico problema dell'inquinamento ambientale e ricordare ai lettori l'importanza della tutela del pianeta, che va trattato come una casa da amare e curare.

"Buongiorno, Wuhan!" è un libro delicato e commovente, una lettura importante specialmente per i bambini, che permetterà loro di comprendere meglio la situazione che abbiamo vissuto e che, purtroppo, stiamo ancora affrontando. 

L'autrice comunica al lettore che solo la cura attenta verso l'ambiente e una rigida osservanza delle regole potranno permettere a tutti noi di uscire da questa grave emergenza che ci sta mettendo a dura prova, e che potrebbe renderci migliori o peggiori: tutto dipende dal comportamento maturo e consapevole di ciascuno. 
Bisogna liberarsi di un modo di pensare egoistico e concentrato su di sé, perché "è meglio affrontare le cose, invece di nascondersi e attendere che passino da sole."

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