mercoledì 26 agosto 2020

"Sangue Pirata" di Eugenio Pochini



"Sangue Pirata" è il primo, intrigante romanzo di Eugenio Pochini, laureato in lettere e filosofia. 


Il romanzo è collocato temporalmente in un momento storico imprecisato, definito approssimativamente l’epoca d’oro della pirateria, nella pittoresca Port Royal, luogo popolato da loschi personaggi, dove essere troppo tolleranti o eccessivamente attaccabrighe significa rischiare la vita. 


Johnny, il giovane protagonista, per non far preoccupare la madre, che lavora come locandiera nel "Pássaro do mar" cerca di mantenere un basso profilo, sforzandosi di non immischiarsi in affari pericolosi che non lo riguardano. Non sempre riesce ad evitare risse e screzi con i compagni, che gli provocano qualche ferita superficiale ma non costituiscono un pericolo serio.

"Era nato e cresciuto in quella che molti consideravano la città più ricca e malfamata del mondo. [...] Lui non si era mai cacciato in guai seri. Qualche bravata... del tutto normale per uno della sua età. Ma a sentire sua madre il mondo era pericoloso e Port Royal lo era ancora di più."

Però un giorno, insieme ad Avery - il maestro presso il quale lavora- si trova per uno sfortunato caso coinvolto in uno scontro fra pirati. Trova infatti un oggetto che il capitano Brarbanera sta cercando. È l’occhio di vetro di un pirata defunto, un oggetto dotato di proprietà quasi magiche e, dopo averlo toccato, diventa capace di rivedere, tramite delle visioni, le immagini della passata vita del pirata. Questo rende Johnny l'unica persona al mondo in grado di leggere i ricordi del pirata e quindi di ricostruire il percorso esatto per trovare un antico e miracoloso tesoro: un talismano capace di realizzare qualsiasi desiderio. 

Il pirata Barbanera, capitano dell’imponente nave Queen Anne’s Revenge, desidera quell’amuleto ad ogni costo e per ottenerlo è pronto a tutto. Dopo aver scoperto il legame che si è instaurato fra Johnny e l'occhio di vetro costringe il ragazzo a seguirlo sulla propria nave come prigioniero e mozzo. Johnny è spaventato, ma non può disobbedire a Barbanera, che altrimenti lo ucciderebbe. Inizia così un viaggio di disavventure e arrembaggi attraverso acque agitate, venti violenti e terre selvagge, che lo condurrà sino ai confini del mondo.



Questo romanzo riesce, grazie ad una prosa in terza persona descrittiva e coinvolgente, in cui la narrazione segue i vari personaggi, a non far venire mai meno l’attenzione del lettore. 

Eugenio Pochini usa termini navali specifici, che possono presentarsi ostici per chi è meno esperto dell'argomento, ma grazie al pratico glossario in fondo al volume sarà facile colmare questa lacuna.


I capitoli sono lunghi, ma la suddivisione del testo in brevi paragrafi, intervallati dal disegno di un piccolo teschietto con due tibie incrociate, (classico simbolo pirata) rende più agevole la lettura. 



I personaggi sono un punto di forza del romanzo, ben tratteggiati e coerenti. I protagonisti sui quali si concentra la narrazione sono tre: il giovane Johnny, il pirata Barbanera, e la sua nemesi, l'ex pirata Morgan, ora corsaro, cacciatore di pirati. 



Barbanera, personaggio di chiara influenza stevensoniana è emblema del classico pirata dall'aspetto minaccioso, sanguinario, violento, apparentemente privo di cuore e pietà. Tuttavia presenta elementi originali, caratteristiche apparentemente insospettabili che vengono rivelate durante il romanzo. 

"Rimasero tutti in contemplazione della visione che gli si palesava innanzi, senza azzardarsi ad aprire bocca o anche solo a muovere un muscolo.
Barbanera si trovava seduto al centro di una rientranza, inerte, il viso rivolto al cielo. Il chiarore della luna gli conferiva un aspetto granitico, come se fosse stato pietrificato sul posto. Una statua perfetta, opera di uno scultore dalle doti eccezionali."
 

Il corsaro Morgan invece ha votato la sua vita alla ricerca continua dello scontro con Barbanera. Ogni giorno si lascia andare ad azioni più turpi, imbruttendosi sempre di più. È un personaggio del tutto negativo, che non desidera -e non ottiene- redenzione.

"Morgan, [...] malgrado fosse riconosciuto come l'autorità in carica più importante di Port Royal, in molti lo consideravano ancora un pirata dai modi gretti e meschini."

Johnny è un ragazzo strappato alla giovinezza, che imparera a sopravvivere in una situazione difficile ed affronta una crescita violenta e improvvisa, attraverso il viaggio che gli insegnerà a navigare nel mare tempestoso della vita.


"Sangue pirata" è un libro d'avventura appassionante, che si presenta anche come un interessante romanzo di formazione.

martedì 25 agosto 2020

"Dio di illusioni" di Donna Tartt: un dramma umano di tragica bellezza


"Dio di illusioni" è il primo romanzo della scrittrice statunitense Donna Tartt, autrice che ha vinto il premio Pulitzer con il romanzo "Il cardellino". 
Il titolo in lingua originale è "The secret history" ma la primissima versione del titolo era "Il dio delle illusioni", versione scelta per la traduzione italiana, che personalmente ritengo più suggestiva. 

Il protagonista Richard Papen, un giovane di vent'anni, dopo scelte universitarie poco adatte alle proprie inclinazioni si iscrive all'Hampden College, nel Vermont, che gli sembra un'ottima scuola con interessanti indirizzi letterari.
Avendo studiato per un due anni il greco, lingua che lo affascina e in cui è anche molto bravo, vorrebbe continuare a studiarlo. Quando esprime tale desiderio al rettore, però, questi lo mette in guardia: Julian Morrow, l'unico professore che tiene quel corso, è un tipo eccentrico che non rispetta le regole accademiche, e accetta pochissimi studenti. Al momento, infatti, le sue lezioni contano solo cinque persone, e se Richard vuole aggregarsi a loro deve incontrare il professore di persona e fargliene esplicita richiesta. Tuttavia, ad una prima occhiata, il professore non lo accetta, probabilmente influenzato negativamente dai suoi abiti umili. Richard infatti è povero, e gli studenti del professor Morrow sono tutti facoltosi. 
Affascinato, Richard osserva più volte da lontano il piccolo gruppo - quattro ragazzi e una ragazza - che ai suoi occhi sembrano una élite privilegiata, a cui sogna aggregarsi.
Un pomeriggio, dopo aver chiesto un prestito al rettore per un guasto all'auto che non possiede, usa il denaro per comprare vestiti costosi.
Si ripresenta dunque dal professore il quale, impressionato dal suo aspetto, questa volta si mostra improvvisamente benevolo nei suoi confronti, e disposto a concedergli un colloquio. Richard inventa una realtà familiare benestante e il professore, dopo aver parlato con lui, lo ammette al suo prestigioso corso, spiegandogli che lo avrà come insegnante anche in quasi tutti gli altri corsi. 
Il ragazzo è inizialmente insospettito da questa richiesta e vorrebbe quasi tornare sui suoi passi. Ma l'idea di poter finalmente conoscere i ragazzi che tanto ammira, prospettiva che prima gli sembrava irraggiungibile, lo induce ad accettare le sue strane richieste. 
I cinque ragazzi che frequentano il corso di greco sembrano subito accoglierlo nel loro piccolo circolo, dando a Richard la vertiginosa sensazione di essere un privilegiato. Henry, il leader del gruppo, lo fa sentire stimato e ben accetto. Julian, Bunny e Charles sono sempre affabili e gentili e la bella Camilla, sorella di Charles, riesce a conquistarlo al primo sguardo. 
Una comitiva in apparenza perfetta, un gruppo compatto di ragazzi spaventosamente colti e dannatamente ricchi, amici fedeli uniti da una salda amicizia. Ma col tempo si scoprono relazioni ingarbugliate e complesse, segrete perversioni, ossessioni e relazioni sbagliate, che galleggiano a fatica in un'inaspettata disomogeneità. Richard si troverà senza volerlo coinvolto in un crimine terribile, e il suo destino sarà indissolubilmente legato ai cinque misteriosi studenti del corso di greco. 

 Ero legato a loro, a tutti loro, in modo definitivo.

Dopo aver appreso che i compagni hanno commesso, senza volerlo, un omicidio, Richard non fa che domandare loro "Che farete?"

«Che farete?» chiesi. Era la sola domanda che avevo posto loro nelle ultime ventiquattr’ore, e nessuno ancora mi aveva dato una risposta soddisfacente.

Domanda che chiaramente anela a trasformarsi in un più ampio "Che faremo?", un'ipotesi che includa anche lui: non si cura di quanto possa essere cupo lo scenario. L'importante è essere più di una sagoma sullo sfondo di questo tremendo dramma teatrale, condividere con i compagni, eroi tragici da romanzo ottocentesco, ogni momento, anche il più terribile.

Come si evolverà la storia? I protagonisti troveranno la redenzione o le loro vite sono irreverisibilmente corrotte? 

Lungi dall'essere un thriller - l'omicidio viene svelato nel prologo, quindi non c'è alcun mistero da svelare e nessun ignoto killer che si muove nell'ombra - il romanzo si concentra sull'aspetto psicologico dei protagonisti e sul loro personale rapporto con il lato oscuro del mondo e di sé stessi. 
L'autrice, in un'intervista, ha dichiarato di aver costruito la tensione del romanzo basandosi sulla definizione di "suspense" di Hitchcock: nelle prime righe narra l'accaduto al lettore, che in questo modo si sente maggiormente coinvolto nel racconto poiché sa più dei protagonisti, e la sua curiosità risiede dunque nel domandarsi come si comporteranno i personaggi e cosa nascondono l'uno all'altro.
Richard, con una narrazione in prima persona retrospettiva - racconta l'intera storia molti anni dopo l'accaduto, con la sincerità di una confessione - analizza e sviscera le proprie azioni passate, intessendo una tela complessa di bugie e giustificazioni in perfetto stile sveviano, che soltanto nella seconda parte del romanzo vengono violentemente spazzate via, per lasciare spazio alla brutale realtà. 
Richard descrive tutte le fasi della sua follia: la fascinazione, il coinvolgimento e solo infine l'allontanamento da un ambiente che comprende essere malato e dannoso.

Racconta dal proprio punto di vista i comportamenti di tutti i compagni - particolarmente conquistato dalla personalità di Henry - svelandone gli inganni poco a poco dinanzi al lettore. 

Henry Winter è il personaggio più cupo e contemporaneamente anche il più attraente. È il più ricco ed è il pupillo del professore Julian. Ha folti capelli neri e i profondi, enigmatici occhi azzurri, un'altezza considerevole e un fisico aggraziato ma possente. 

Buffo, ma la gente non si accorgeva mai alla prima occhiata di quanto grosso fosse Henry. Forse a causa dei suoi vestiti, che somigliavano a uno di quei goffi ma stranamente impenetrabili travestimenti di un fumetto (perché mai nessuno riconosceva che il topo di biblioteca Clark Kent altri non era, senza occhiali, che Superman?); o forse per come si mostrava alla gente. Possedeva infatti lo straordinario talento di rendersi invisibile – in una stanza, in un’auto, una capacità di smaterializzarsi a comando – e forse tale dono era solo l’inverso dell’altro: l’improvviso riconcentrarsi delle sue sparse molecole gli restituiva la forma solida tutto di un colpo, con una metamorfosi che sorprendeva gli astanti.

È molto affascinante, e il suo aspetto possiede "la grazia studiata della tigre", specchio del suo carattere.

 Per la prima volta, da un po’ di tempo a questa parte, notai che bell’aspetto avesse, e quanto i suoi modi rigidi e tristi si fossero trasformati in altri più naturali e rilassati. Non avevo mai pensato a Henry come a un bel ragazzo – anzi, avevo sempre ritenuto che solo la compostezza dell’atteggiamento lo salvasse dalla mediocrità, riguardo all’aspetto fisico –, ma ora, meno austero e contenuto nei movimenti, possedeva una sicura grazia da tigre, sorprendente per agilità e disinvoltura.

Sempre elegante ma intimidatorio quando lo desidera, possiede un'autostima che sfocia nell'autocelebrazione, riuscendo, grazie alla sua sicumera, ad esercitare sui compagni un fascino irresistibile suscitando in loro un forte senso di sudditanza. 
Ha un temperamente gelido e non perde mai il suo sdegnoso contegno, a cui si richiama anche il cognome, scelta per nulla casuale. 
È il più colto, eppure il suo sapere è estremamente disorganizzato, manifestazione del suo disordine mentale. Non studia ciò che non lo interessa, tanto da non aver neanche concluso le superiori. Infatti, nonostante il suo talento, è improbabile che riesca ad avere un effettivo successo in qualche campo. 
Anche quando palesa i propri intenti più turpi, esercita sui compagni il fascino terribile di una cometa nera, luce buia che guida gli altri con sé verso l'abisso.


Henry, che può a buon titolo essere definito il manipolatore del gruppo, è a sua volta manipolato dal professor Julian Morrows, uomo dal fascino dannunziano. Egli è l'unica persona nei cui confronti Henry provi un sincero affetto, sentimento che sfocia in un'insana venerazione. Il professore ne è perfettamente consapevole, e sfrutta con compiacimento il proprio ascendente. 

Egli riflette il volto di chi gli sta dinanzi, creando un’illusione di profondità e calore quando in realtà è rigido e superficiale come uno specchio.

Edmund, detto Bunny, soprannome che sottolinea la sua innocenza ed è immagine della sua identità in quanto preda di cacciatori spietati, è un ragazzo semplice, persino un po' volgare. Il protagonista narratore non manca, più volte, di sottolinearne l'ignoranza e la dabbenaggine. 

Bunny, con tutta la sua apparenza di amabile, incallita stabilità, aveva invece un carattere imprevedibile. E ciò per svariate ragioni, principalmente per la sua completa incapacità di pensare prima di agire. Si fiondava nella vita guidato solo dalla fioca luce dell’impulso e dell’abitudine, fiducioso che il suo corso non sarebbe stato interrotto da ostacoli troppo grandi da non poter essere atterrati dalla bruta forza d’inerzia. 

In confronto con gli altri ragazzi del gruppo gli appare inizialmente banale e sciatto anche se, nella sua rozzezza, riesce a cogliere la verità e l'abiezione dietro le maschere scintillanti di ciascuno dei protagonisti.
"Non chiamare le cose con altri nomi" scriveva Stefano Benni, in "Margherita dolcevita".
Edmund chiama i suoi compagni con i nomi dei loro stessi vizi, svelandone le ipocrisie. Essi non tollerano di guardarsi nei suoi occhi e vedersi per ciò che sono realmente, preferiscono la fiaba di bugie che hanno inventato per sé. Lo smontare di questa menzogna in cui amano vivere diventa la vera ragione per cui gli altri desiderano il suo annientamento. 


Francis, un ragazzo che non nasconde la sua omosessualità, è forse il personaggio più sincero del gruppo, ma anche lui si lascia incatenare nel groviglio di illusioni e bugie, diventando dipendente dall'amore di Charles, il quale invece lo sfrutta solo quando ne ha voglia. 

I gemelli Charles e Camilla, bellissimi e affascinanti, hanno un rapporto insano, in bilico fra l'amore ed il conflitto. Non sono sinceri neppure fra di loro. 

Questo intreccio di personaggi, con l'aspetto di maschere da tragedia, discutono di argomenti fuori dal tempo. Ossessionati dal mondo ellenistico, anelano a vivere una realtà che recuperi quello stile di vita, diventano sempre più alienati e maturano idee e convinzioni sempre più folli.

"La bellezza è terrore", sostiene più volte Henry, avallato dal professor Morrows.  


«La morte è la madre della bellezza» disse Henry.
«E cos’è la bellezza?»
«Terrore.»
«Ben detto!» esclamò Julian. «La bellezza è raramente dolce o consolatoria. Quasi l’opposto. La vera bellezza è sempre un po’ inquietante.»


In realtà Richard si renderà conto che ciò che Henry definisce bellezza è il fascino adrenalico del male, quel brivido in grado di provocare un singulto nella sua esistenza piatta da ragazzo ricco e viziato che, trascurato dai genitori, vive con la sola compagnia del denaro, costantemente anestetizzato da alcool, droghe e fumo.
Esso diventa motore di una scintilla di azione che va ad interrompere un'esistenza ripetitiva e monotona, ammanta tutto di una luce entusiasmante, come se gli orrori commessi non fossero altro che una bravata goliardica, un grande gioco. 
Un po' come Ged in Terramare, i cinque ragazzi hanno risvegliato l'ombra, e si renderanno conto del loro atto terrificante solo molte settimane dopo il delitto.

Alcune cose sono troppo terribili per entrare a far parte di noi al primo impatto; altre contengono una tale carica di orrore che mai entreranno dentro di noi. Solamente più tardi, nella solitudine, nella memoria, giunge la comprensione: quando le ceneri sono fredde, la gente in lutto è andata via; quando ci si guarda intorno e ci si ritrova in un mondo completamente diverso.

La differenza tra bellezza e fascino del vuoto non è distinta: si vede bene soltanto da una certa distanza - come Richard che esamina i fatti dopo molti anni - ma se la si osserva da vicino, o peggio, dall'interno, è molto difficile capirne la differenza. 

«Non c’è nulla di sbagliato nell’amore per la Bellezza; ma la Bellezza – se non è sposata a qualcosa di più profondo – è sempre superficiale.》

Dopo aver chiuso il libro, quali sentimenti prevalgono nella mente del lettore, nei confronti di personaggi così complessi e ombrosi? In particolare, cosa provare nei confronti di Henry, figura più enigmatica ed importante dell'intero romanzo? Quale complessa psicologia cela dentro di lui? Freddo manipolatore privo di sentimenti oppure vittima di sé stesso e della sua arroganza?
Cosa provare per Henry, odio o pietà? E' una domanda che mi sono posta sin dalle prime pagine e a cui trovo ancora, a lettura ultimata, estremamente difficile rispondere. 
Il romanzo, che non manca di condannare le azioni dei protagonisti, impedisce infatti di esprimere un giudizio su ciascuno di loro, mostrando una realtà troppo complessa per essere incesellata e definita in qualche modo. 

Questa storia estremamente intensa mi ha spiazzata. Però se un libro ti spiazza - e ti spezza - penso sia da considerare un buon libro. Un ottimo libro. Un libro indimenticabile. 

Dio di illusioni per molti versi potrebbe essere considerato brutale, ma ritengo che "triste" sia un termine più adatto per una definizione: il ritratto disincantato di una gioventù che brucia le opportunità, fragile e disorientata, troppo spesso vittima di false illusioni, tanto corrotta e anestetizzata dal consumismo e dal desiderio di eccessi da essere incapace di riconoscere la giusta stella da seguire.


domenica 23 agosto 2020

Utena~ La fillette révolutionnaire: il terzo volume della nuova edizione Starcomics



"Utena~La fillette révolutionnaire 3", è il terzo tankobon che narra la conclusione della storia di Utena, appena pubblicato in una nuova e curatissima edizione da Starcomics.


Trovate sul blog la recensione del primo volume cliccando qui
e del secondo cliccando qui

Questo è l'albo più ricco di contenuti speciali. 
Innanzitutto, nelle prime settantacinque pagine, c'è la conclusione della storia.
Utena si è fidata di Akio, il presidente dell'accademia Othori, e si è lasciata convincere a compiere insieme ad Anthy il rituale della promessa, attraverso il quale è diventata lei stessa la sposa della rosa. Ma Dios è sceso in suo soccorso dal palazzo sospeso per aiutarla a salvarsi e a liberare Anthy dal feretro di vetro nel quale Akio l'ha imprigionata. 
Insieme a lei, Utena è entrata nel palazzo, dove ha scoperto che Dios è stato ferito a morte da Akio. È dunque tutto perduto? 

Ogni domanda trova risposta in questo ultimo capitolo, nel quale si scoprirà la vera storia di Akio, Dios, Anthy. E anche l'incredibile segreto che Utena cela, senza saperlo, dentro di sé. 

Il personaggio di Utena in questa ultima parte della storia porta a pieno compimento la sua maturazione, diventa indipendente e si rende conto di aver cercato per anni un principe di cui non aveva bisogno. È lei, metaforicamente, un principe senza macchia e senza paura, l'eroe che può salvare sé stessa, e chi ama. 

In copertina ci sono Utena e Anthy che si tengono la mano. È un'illustrazione significativa, poiché il volume si concentra particolarmente sulla relazione fra le due.

Viene svelato il passato di Anthy Himemya: la sua storia d'amore bellissima e tragica. Anthy è sempre piuttosto dimessa e triste, arresa agli eventi e senza il desiderio di ribellarsi, perché non si è mai davvero ripresa dal dolore di aver perduto la persona che amava.

Il rapporto fra Utena e Anthy diventa un intenso legame di reciproco rispetto ed incoraggiamento. Grazie ad Utena, finalmente Anthy mostra la propria personalità e riesce ad aprire il suo cuore, che ha sempre nascosto sotto strati di fredda indifferenza. 
Utena comprende, grazie ad Anthy, cosa vuol dire combattere sino al sacrificio di sé stessa per salvare qualcuno.
Un detto comune recita che "Anche l'amicizia è una forma di amore", è questo è particolarmente vero per questi due personaggi femminili, uniti da un legame intenso e speciale.


Si assiste anche ad una maturazione di Toga Kiryu, il quale comprende la vera natura dei sentimenti che prova per Utena. La vede speciale, come una rosa bianca in un roseto di rosse rosse. Capisce di provare per lei un sentimento che va oltre la semplice attrazione: un amore sublime, che si è elevato perché era elevata la persona che lo ha ispirato. 


Utena si presenta al lettore come una figura leggendaria, decisa a combattere anche quando la sconfitta sembra scontata. 

L'inatteso finale, adrenalinico e struggente, saprà emozionare e commuovere i lettori che hanno scoperto le avventure di Utena in questa nuova edizione, in cui le pagine in grande formato contribuiscono ad una maggiore immedesimazione nella storia. 


Sono presenti inoltre due racconti extra.

Il primo, "Un'ombra di un intenso color lapislazzuli", è incentrato su Yuri, personaggio secondario di cui ho apprezzato l'approfondimento. 

Nononostante la sua bellezza non ha trovato un ragazzo che ricambi i suoi entimenti e sebbene sia una ragazza forte il suo orgoglio spesso le impedisce di aprirsi davvero con gli altri. 
In questo racconto, collocato temporalmente poco dopo la perdita del duello contro Utena, ci viene mostrata una Yuri depressa e abbattuta: per il suo orgoglio, aver perso lo scontro contro una ragazzina più giovane, che oltretutto cattura l'interesse del ragazzo che ama, è stato un colpo terribile. 
Ma il ritorno di Ruka, il ragazzo di poco più grande che le aveva insegnato i rudimenti della scherma per poi ritirarsi dall'accademia a causa di una lunga malattia, ricorda a Yuri il suo primo amore e le presenta nuove sfide. 
Riuscirà l'affascinante pantera a recuperare la propria determinazione? E scoprirà il profondo segreto di Ruka? 
Una storia commovente, che vi farà rivalutare Yuri. 

Il secondo racconto extra è "Il sigillo della rosa nera."



Una storia collocata temporalmente più o meno nello stesso periodo della storia precedente. 
Il protagonista è un personaggio completamente nuovo: un ragazzo misterioso, in possesso di un anello con una rosa nera: il sigillo della rosa nera. 
Intende impossessarsi del potere di Dios, perché solo con quell'immenso potere potrebbe salvare la vita dell'amato Memya, che ha gravi e poco specificati problemi di salute.


Sfida dunque Utena a duello, attirandola con l'inganno in una remota zona dell'accademia. 
Ma Utena, a seguito di approfondite ricerche, scopre qualcosa di inimmaginabile: il ragazzo dovrebbe avere molti più anni di quelli che dimostra. Quale incantesimo lo tiene in vita? Cosa cerca davvero da Utena?
Un altro racconto se possibile ancora più struggente del precedente. 

Infine questo volume comprende anche "Apocalisse Adolescenziale", una reinterpretazione dell'intera storia di Utena che differisce da quella del manga tradizionale, sia dall'anime. È la trasposizione realizzata dalla sensei (maestra) Chiho Saito dell'omonimo film d'animazione, che prende ispirazione dallo storyline di base pur distaccandosene molto. 
In questa seconda versione Utena ha i capelli corti e indossa la divisa maschile con i pantaloni lunghi. I compagni la chiamano "il principe" e provano nei suoi confronti un misto di attrazione e rispetto.
Al suo arrivo all'accademia Othori incontra Toga Kiryu, che già conosceva: sembra infatti che il ragazzo, due anni prima, la frequentasse, per poi sparire all'improvviso. Divorata dal rancore, Utena ha deciso dunque di diventare il principe di sé stessa, per dimostrare di non avere bisogno di nessuno che la salvi. 


Ma Toga è davvero sparito dalla sua vita perché non voleva più vederla? 
Mentre il passato fra i due si rivela lentamente, Utena scopre il regolamento del sigillo della rosa, un gioco di duelli nei quali si trova suo malgrado coinvolta, poiché desidera strappare Anthy Himemiya, la sposa della rosa, da un destino che le sembra crudele, quello di servire ogni volta il vincitore dei duelli. Ma Anthy sembra essersi calata perfettamente nel ruolo di ragazza oggetto, convinta che servire con dedizione il vincitore possa permetterle di essere amata. 


Utena non accetta il suo strano comportamento, vuole comprendere il suo passato,  capire cosa l'ha portata a diventare la sposa della rosa. E convinta che ci sia un profondo dolore in Anthy, e infatti non si sbaglia: nel suo cuore e sulla sua pelle c'è un cicatrice terribile, che solo un affetto sincero potrebbe guarire, permettendole di tornare a vedere tutta la bellezza che può nascondere dentro di sé. 
Grazie ad Utena, Anthy guarirà dal dolore per cui si punisce da anni?

Questa seconda versione della storia non mi è piaciuta come la saga principale, anche perché ormai mi ero affezionata alla prima versione. La nuova Utena inoltre, anche se più maschile, si presenta più fragile e ha un carattere meno deciso rispetto alla prima Utena. 
C'è però un approfondimento interessante del personaggio di Toga, che viene mostrato al lettore in una luce diversa, enigmatica, in un certo senso più positiva. 


Sono magnifiche le nuove tavole, che rivelano una maturazione dello stile della mangaka -sebbene sia rimasta comunque molto fedele al tratto originale- con illustrazioni ricche e poetiche, immagini impalpabili come un sogno confuso. 

In appendice, si trova una lunga intervista all'autrice, in cui Chiho Saito fornisce particolari inediti riguardo la genesi della storia. Sono presenti anche interventi dell'autore dell'adattamento dell'anime. 
È una sezione interessante perché permette, soprattutto agli appassionati di Utena, di approfondire retroscena della storia, capire le ragioni di determinate scelte narrative e comprendere come sono nati i personaggi.

Se state seguendo con curiosità le avventure di Utena o se siete fan di vecchia data di Chiho Saito, non perdetevi questa edizione! 


sabato 22 agosto 2020

"Nel profondo della foresta": torna il mondo delle fate crudeli di Holly Black




Fairfold è un paese particolare. I suoi abitanti sono consapevoli che la foresta poco lontana custodisce il reame di un popolo fatato, da tutti temuto e sognato. 

"Fairfold era un luogo davvero strano. Una città nel cuore della foresta di Carling, la foresta incantata, che brulicava di Verdini, come li chiamava il nonno di Hazel, e di LorSignori o Popolo dell’Aria, come li chiamava la mamma. In quei boschi potevi vedere una lepre nera nuotare nel torrente, fatto alquanto insolito per una lepre, o un cervo tramutarsi in un batter d’occhio in una fanciulla veloce come una gazzella. D’autunno, una porzione di mele raccolte veniva messa da parte per il crudele e capriccioso re Alno e ogni primavera si preparavano ghirlande di fiori in suo onore. La gente di Fairfold aveva imparato a temere il mostro della foresta, che attirava i turisti con un verso che ricordava il pianto di una donna. Le sue dita erano fatte di rami, i capelli di muschio. Si nutriva di dolore e seminava la rovina intorno a sé. Lo potevi stanare con una cantilena tipo quelle che le ragazze intonano ai pigiama party per i compleanni. E poi, in mezzo a un cerchio di pietre, c’era un biancospino dove potevi esprimere i desideri che ti stavano a cuore, attaccando un pezzetto di stoffa ai rami dell’albero in una notte di luna piena, e aspettando che arrivasse un membro del Popolo."

Ormai hanno imparato a convivere con le bizzarre magie che si verificano di continuo e amano ogni stranezza del paese.
In particolare molti sono affezionati ad un ragazzo con le corna di irreale bellezza che, come un'assopita Biancaneve, dorme in mezzo alla foresta sotto una bara di vetro che nessuno è riuscito mai a rompere. Tutti lo chiamano "il principe". E cos'altro potrebbe essere, con quella sua inumana e incorruttibile perfezione? 

"Lungo un sentiero che si addentrava nella foresta, oltre un ruscello e un tronco cavo brulicante di onischi e termiti, c’era una bara di vetro. Giaceva sulla nuda terra e dentro vi riposava un ragazzo con le corna in testa e delle orecchie affilate come coltelli.
Per quel che ne sapeva Hazel Evans, da quello che le avevano detto i suoi genitori, e i genitori dei suoi genitori, il ragazzo era lì da sempre. E per quanto avessero provato, non si era mai più svegliato.
Non si era svegliato nelle lunghe estati, quando Hazel e suo fratello Ben si sdraiavano sopra la bara e ci guardavano dentro, e il loro respiro si condensava sul vetro, mentre architettavano arditi piani. Non si era svegliato al passaggio dei turisti meravigliati o dei demistificatori venuti ad appurare che lui non era vero. Non si era svegliato nei fine settimana d’autunno, quando le ragazze gli ballavano sopra, volteggiando ai suoni metallici che uscivano dai vicini amplificatori dell’iPod, né si era accorto di quando Leonie Wallace aveva alzato la sua birra come per salutare l’intera foresta incantata. [...]Non importa quante feste fossero state fatte intorno a quel ragazzo con le corna, tanto che il prato brillava di riflessi verdi e ambrati per tutti i cocci di bottiglie rotte nel corso degli anni e i cespugli scintillavano di lattine argentate, dorate, arrugginite. E qualunque cosa fosse successa durante quelle feste, niente poteva svegliare il ragazzo dentro la bara di vetro."


A Fairfold vive anche Hazel, un'adolescente ribelle e disillusa. Non vuole amare nessuno, perché teme di non esserne in grado, ha paura di ferire chi si avvicini a lei. Da sempre trascurata dai genitori, è indipendente e sembra forte ma nel cuore cela un invonfessabile segreto. Ha stretto un patto con il Popolo fatato a beneficio del fratello, e quando una mattina si scopre che nella bara di vetro il principe è sparito e Hazel si sveglia con i piedi coperti di fango teme che sia giunto il momento di dare al popolo ciò che ha loro avventatamente promesso.
Il risveglio del principe è collegato al suo patto?

"Una vocina tormentava Hazel, le sussurrava che non era una coincidenza se si era svegliata con il fango sui piedi, proprio la mattina dopo che qualcosa aveva destato il principe dal suo lungo sonno. Lei lo aveva sempre sperato in cuor suo, ma appena si abbandonava a quel pensiero per più di due secondi, si riprendeva subito, come quando guardi qualcosa di così prezioso da rischiare di restarne abbagliato."


E, soprattutto, ora che si è risvegliato, sarà buono o crudele? 



"Nel profondo della foresta" è un romanzo che contiene esattamente ciò che qualsiasi lettore si aspetterebbe dalla scrittrice della saga di "fate delle tenebre": un mondo lussureggiante ed oscuro, scintillante e tetro, in cui la magia non rappresenta il candido universo delle fiabe per bambini, nel quale trovano realizzazione i sogni dell'infanzia, ma si avvicina più alla buia inventiva dei fratelli Grimm, una narrazione da incubo eppure immaginifica, seducente perché spaventosa.


Il libro mischia la poesia urbana di personaggi tragici ad un mondo fatato popolato da creature affascinanti, potenti ma crudeli. 
Hazel, la protagonista, è un personaggio dalla psicologia complessa. Non è lo stereotipo della ragazza incompresa, ma è lei stessa che decide di ergere una fortezza attorno al proprio cuore, perché nessuno le si possa avvicinare. 
Ha paura di sé stessa ed è sempre preoccupata di proteggere il fratello e i suoi amici. 
Le paure di Hazel rappresentano il timore, sicuramente condiviso da chiunque, di non essere all'altezza dei propri ideali. 

Altro personaggio importante, naturalmente, è Severin, il principe addormentato. 
Ambiguo come ogni personaggio fatato nel mondo bizzarro creato dall'autrice, rappresenta l'incarnazione del pregiudizio: un ragazzo con le corna - simbolo emblematico del male- si rivela in realtà buono di cuore ed incredibilmente capace di altruismo. Severin è un personaggio che resta impalpabile come l'aria anche quando la sua bara viene infranta, e da figura fiabesca ed intangibile diventa un personaggio concreto nella storia. Non perde la sua aura di magia, e affascinerà sicuramente il lettore. 

L'amore condiviso degli abitanti di Fairfold per il principe diventa anche occasione di unione, un sentimento particolare che nel nostro mondo, spesso incentrato su celebrità quali cantanti ed attori, si verifica frequentemente. Il risveglio di Severin costringe Hazel e suo fratello a confrontarsi con quello che era sempre sembrato loro un sogno lontanissimo ed irraggiungibile, che improvvisamente assume la concretezza di una persona reale.

"Hazel e Ben [...] ne erano innamorati perché lui era un principe e una creatura magica e apparteneva a un mondo magico, ed era normale innamorarsi di principi e creature magiche. Lo amavano come avevano amato la Bestia la prima volta che aveva fatto volteggiare Bella nel suo abito giallo. Lo amavano come avevano amato l’Undicesimo dottore di Doctor Who, con il suo farfallino e il ciuffone, o il Decimo dottore, con la sua risata inquietante. Lo amavano come amavano i cantanti di certi gruppi o gli attori di certi film, lo amavano talmente tanto che quell’amore li faceva sentire vicini."



Holly Black, grazie alla sua prosa ricca e sempre delicata, a tratti poetica e a tratti così intensa da diventare persino violenta, presenta al lettore una magia potente come un incanto tangibile, che riesce a sfiorare il mondo umano da vicino: una magia che vive tanto vicina all'uomo al punto di condizionarne le scelte, presentandosi a lui come una perenne sfida. 

I personaggi del mondo magico presentano un'affascinante realtà duale: sono capaci di fedele amore e di crudeltà assoluta, a seconda dei loro capricci. Pur nella loro inumanità, spesso si rivelano più giusti degli stessi esseri umani, da sempre i veri antagonisti nei racconti di Holly Black, nemici del mondo magico che rappresenta la natura, libera nella sua autonomia, che l'uomo cerca in ogni modo di asservire.

Fra le pagine di questo romanzo ogni incantesimo può diventare una benedizione o una condanna, ma dipende soltanto da chi ne fa uso determinarne le sorti. 



mercoledì 19 agosto 2020

SEGNALAZIONE: "The Vampires' Enchantress"


Trama:
La vita semplice e tranquilla di Grace sta per cambiare. Ma quando la magia e un'attrazione irresistibile la trascineranno dall'altra parte del mondo, ci sarà molto altro ad attenderla... passione, amore, intrighi, misteri. Così Grace diventerà ciò che è sempre stata destinata a essere... l’ incantatrice dei vampiri.
La giovane Grace, dopo la morte della madre, viene cresciuta dalla zia. La sua vita trascorre apparentemente serena tra gli studi e il lavoro in una caffetteria. Fino a quando una tragedia sconvolge completamente la sua tranquillità e Arthur, affascinante ed enigmatico, fa irruzione nella sua esistenza. Con lui Grace intraprenderà un viaggio che la porterà in Australia, dove verrà a contatto con un mondo a lei completamente estraneo e soprattutto con quella che si rivelerà essere la sua vera natura.                                    La verità la coglie impreparata ma Grace, con caparbietà e coraggio, accetta il suo destino e i misteri che avvolgono il suo passato. Perché Grace è in realtà una potente strega, così come lo è stata sua madre. Con l’aiuto di Arthur, il vampiro a cui donerà il suo cuore, Grace è pronta ad affrontare nuove sfide e a scoprire il segreto legato alle sue origini. Ma qualcuno sembra avere altri progetti. Gerralt, seducente e ambiguo capo clan della tenuta dove Grace è stata costretta a trasferirsi, ha messo gli occhi su di lei e non sembra intenzionato ad arrendersi all’idea di non averla per sé. Inoltre, la rivalità e le guerre con altri clan mettono a dura prova il coraggio dell’incantatrice di vampiri. Nuovi amici entrano a far parte della sua vita ma… saranno tutti degni della sua fiducia?
Chi tra Arthur e Gerralt riuscirà davvero a conquistare l’amore di Grace?
Una giovane strega. Due vampiri che lottano per il suo amore. Un mistero celato in uno splendido giardino. Una storia appassionante che vi incanterà con la sua magia.



BIOGRAFIA AUTRICE:
Maria Leonetti è nata l’8 aprile del 1995, vive ad Acerra (in provincia di Napoli) ed è attualmente iscritta al corso magistrale di Ingegneria Biomedica alla Federico II, dopo aver conseguito nel marzo del 2019 il titolo triennale. Nonostante la sua carriera accademica sia un mondo a parte, Maria ha sempre avuto la passione per la lettura e per la scrittura. Appena ha un momento libero dallo studio, infatti, coglie l'occasione per fare shopping di libri e riempire le mensole di casa. Sin da bambina si è cimentata in piccoli racconti, per lo più rimasti tra le mura di casa o della scuola, ha partecipato a vari progetti per la stesura di articoli di giornale e a Rimini, per uno stage di lavoro, ha collaborato con il giornale “La voce”.  La sua passione per la lettura e per i fantasy trascende le barriere linguistiche, di fatti ormai da anni preferisce leggere anche in lingua originale alcune delle sue serie preferite.




ESTRATTO1:
«Amico?» lui scoppiò a ridere tenendosi persino una mano sul petto con fare teatrale «Brutto bastardo, sai cosa ho trovato vicino la tua zona? Tre corpi dei vampiri del mio clan»                                                                          Successe tutto così veloce che non seppi chi aveva iniziato la rissa. Gerralt mi bloccò con il braccio, impedendomi ogni movimento: non potevo correre da Arthur che ora si stava pulendo la mano con nonchalance dallo sguardo di uno dei cinque vampiri con cui stava combattendo.
«Gerralt, li devi fermare!» avevo gli occhi spalancati e cercavo di liberarmi dalla sua stretta mentre Arthur schivava e combatteva per quello che almeno gli lasciavano fare gli altri.





ESTRATTO2:
«Sì, me ne sono accorto» lo sguardo del ragazzo scese sul corpo ancora intrappolato dalla magia. I rovi avevano smesso di crescere ma comunque non riusciva in alcun modo a liberarsene. Io provavo in tutti i modi a richiamare la magia, ma le mani mi tremavano e non riuscivo a concentrarmi appieno.                         «Ci stai pensando troppo» mi prese le mani, portandosele al viso «Hai dei poteri meravigliosi, tesoro» il suo sussurro era lieve: non riuscivo in alcun modo ad alzare lo sguardo e a fissarlo negli occhi. Lo tenevo puntato sui rovi che gli bloccavano i piedi, incapace di muovere un muscolo sia per liberarlo che per tenerlo preda lì. Mi dispiaceva così tanto che si stesse facendo male per quella magia, ma a lui sembrava non importare per niente. Era più applicato a sfiorarmi lentamente le dita e a tenerle sulla sua guancia, lo sguardo fisso su di me.                                                                                                                                                                  «Devi imparare a controllare le emozioni perché letale soltanto con uno sguardo» rise piano tra i miei capelli «Anche se per me sei già letale così…»                                                                                                         «Non volevo lanciare questa magia, mi sono messa a pensare a quel vampiro e insomma mi sono arrabbiata…»                                                                                                                                                                                     «Oh, anche io sono incazzato e anche Hardy lo è» disse Arthur «E fidati, gli faremo davvero del male». Strinsi piano le dita tra le sue, alzando lo sguardo e fissandolo. «Riserba questo rancore e la tua rabbia per lui, tesoro.»                                                                                                                                                                                                La sua carezza lieve ed il suo sorriso, assieme alle parole che mi sussurrava mentre non smetteva di fissarmi, riuscirono in qualche modo a far breccia nell’incantesimo.
CURIOSITA’ LIBRO:
Il libro “The vampires’ enchantress” è il primo di una saga che conta almeno due volumi ( il secondo è in fase di stesura e non uscirà per la fine di quest’anno ed è in programma anche uno spin off su uno dei personaggi). Il genere è urban fantasy/ paranormal romance e l’idea della storia è nata per puro caso, dopo aver sognato uno dei personaggi che si incontreranno nel libro. Fergus, in particolare, è quello che mi è subito balzato in testa: sapevo già i suoi modi di fare, come volesse agire, il suo caratteraccio e le sue caratteristiche fisiche. Dopo di lui, anche Arthur ha iniziato ad infestare i miei pensieri, tra un esercizio di campi elettromagnetici e l’altro, ed alla fine ho deciso di iniziare a scrivere dell’incontro con Grace. Inizialmente doveva esserci una fiera di città, con il ragazzo che seguiva la protagonista e che le si avvicinava soltanto quando entrambi erano lontani dagli altri cittadini. Le diceva subito la verità sul suo sangue, ingannandola con la storia di sua madre e poi combatteva tre vampiri. Le dava persino il suo giubbotto di pelle, cui è affezionato tantissimo. 
In fase di rilettura del libro mi sono accorta che l’apparizione di Arthur in quel modo era troppo strana, forzata, sembrava uno stalker e non volevo che i lettori avessero questa idea di lui. Così ho pensato di farli incrociare per puro caso, nella caffetteria, con lui che non l’aveva riconosciuta come la ragazza da proteggere del proprio clan. Per questo ci prova con lei e le lascia il numero. Poi, quando lei lo chiama e succede tutto il resto, capisce che è la persona che sta cercando ed il resto è storia. 
Con i nomi dei personaggi invece, sono andata un po’ alla cieca all’inizio. Sapevo soltanto di Arthur, ero sicura di volere come protagonista maschile un ragazzo dai capelli rossi, occhi azzurri e con quel nome. Grace e Gerralt sono usciti più tardi, mentre Ariadne e Roxy sono dei tributi alle mie due sorelle (Ariadne è il nome greco di Arianna, Roxy è il corrispettivo di Rossella).

domenica 16 agosto 2020

Barrage 1~ Il primo volume di una duologia di Kohei Horikoshi


Barrage 1 è il primo volume di una duologia di Kohei Horikoshi, che ha avuto visibilità solo dopo la fortunata saga My hero Academia, che ha consacrato l'artista alla fama.

Il tratto inconfondibile dell'autore riesce a travolgere il lettore fin dalla primissima pagina, dove un breve prologo fornisce le necessarie informazioni storiche per la comprensione della storia. 

"Questa è la storia di un certo pianeta di una certa galassia. Un tempo, a governare, era una certa famiglia reale e vi regnava la pace. 
Tuttavia in seguito allo sviluppo delle relazioni interstellari degli alieni malvagi cominciarono a disturbare il governo. Cinquant'anni dopo il pianeta era diventato teatro non di una guerra civile, ma di una vera e propria guerra planetaria."


Subito dopo, viene introdotto il protagonista, Astro, un ragazzo povero ma dal cuore gentile, non amareggiato dalle ristrettezze finanziarie in cui vive. Al lavoro viene continuamente vessato dai superiori ma non perde la propria bontà, e si schiera sempre dalla parte dei più deboli, sebbene lui stesso si trovi in una posizione umile, che non gli consente di difendere nessuno. 

Astro inoltre è orfano e sogna dal profondo del cuore di avere una famiglia, che percepisce come un insieme di persone che si aiutano e si sostengono a vicenda. 
Così ha "adottato" gli altri orfani del quartiere, caricandosi dell'onere di prendersi cura di loro. Impresa non facile, perché  ha molta buona volontà ma poca pazienza quando vede le ingiustizie, e a causa di questa sua intolleranza ha perso molti lavori. 
Perde l'ennesimo lavoro proprio dopo aver difeso il capo dall'attacco di un nobile alieno. L'uomo si rivela molto ingrato e, nel timore di avere delle ripercussioni, lo licenzia. 
Astro non è tipo da perdersi d'animo, e sa che troverà un nuovo impiego. Anche se non sarà facile, deve provarci per i bambini. 

Proprio mentre si domanda cosa potrebbe fare i suoi pensieri vengono interrotti dall'arrivo di uno sconosciuto che gli assomiglia in modo impressionante. È Barrage, il principe del suo pianeta. Non desidera gli oneri che gravano su di lui, vuole far perdere la proprie tracce confondendosi nella plebe.
Vista la somiglianza con Astro, gli propone di scambiarsi i ruoli, poiché egli è stanco di regnare. Astro non ha neanche il tempo di rispondere: Barrage infatti rimane accidentalmente ucciso da un fucile laser, quindi, al sopraggiungere delle guardie che cercano il principe, viene scambiato per lui e condotto a palazzo. 
Il ragazzo non fa che ripetere di non essere il principe, ma nessuno sembra credere alle sue parole.

Astro però sa che prima o poi il re si renderà conto che non è suo figlio. Cosa accadrà a quel punto? Sarà creduto o punito come impostore? E chi si prenderà cura dei bambini che vivono con lui, in sua assenza?


Punti di forza di quest'opera, che prende liberamente ispirazione dal romanzo di Twain "Il principe e il povero", sono i personaggi, ben caratterizzati e ai quali è possibile affezionarsi già dopo poche pagine.

Anche il principe Barrage, che compare in poche pagine, viene ben delineato. È un personaggio non molto positivo, eppure Astro non esprime alcun giudizio su di lui. Comprendendo la difficoltà della sua vita, capisce quanto effettivamente non sia semplice assumersi tutte le responsabilità di cui il ragazzo è obbligato a farsi carico. Ciascuno di noi è frutto di quel che ha vissuto, Astro che ha conosciuto solo la solitudine, ha idealizzato l'idea di famiglia, e non capisce chi non comprende la fortuna di averne una;  Barrage  invece non la apprezza, avendo vissuto la realtà familiare soltanto come oppressione e non come sostegno. 


Tiamat, il forte e giovane vicecomandante del primo squadrone della polizia militare planetaria, è un personaggio ombroso ed interessante. 
Il suo compito iniziale è assicurarsi che il principe non scappi di nuovo dal palazzo, ed è il primo ad intuire che Astro non sia Barrage, vedendo in lui determinazione e coraggio, doti che il principe non ha mai posseduto. Incaricato dal sovrano di stare al suo fianco ed impartirgli i giusti insegnamenti per diventare il futuro re planetario di Industria, ha modo di apprezzarne sempre più le virtù, maturando nei suoi confronti una stima crescente. 
Ha un problema con le donne, che per qualche ignota ragione non riesce neanche a guardare in volto. Chiaramente turbato da traumi passati, spero di scoprire qualcosa di più sulla sua storia nel prossimo volume.

Ho apprezzato particolarmente i dialoghi e i pensieri dei personaggi. I testi non sono mai banali, ricchi e forbiti, impreziositi da un notevole umorismo riescendo a dare un'indiscutibile frizzantezza a quest'opera. 


I disegni di Horikoshi conferiscono ulteriore dinamismo ad una storia adrenalinica dal ritmo serratissimo in un universo dai tratti steampunk, creando tavole caotiche ma mai troppo difficili da seguire, perfette per chi ama il genere sci fi e per chi già conosce ed apprezza lo stile dell'autore. 


Sono curiosa di scoprire il seguito di questa interessante miniserie che si concluderà con il secondo volume, in uscita a settembre. 

mercoledì 12 agosto 2020

Vuoto

Guardo nel mio bicchiere
penso che non è vero 
che non può entrarci il mare
perché ci sto annegando.
Il dj è concentrato:
con due cuffie come corona e una consolle a fare da scettro
è il re di questo piccolo mondo assurdo.
Lo crea e lo plasma
a sua immagine
attraverso la sua musica.

È uno strano concerto
un'unica canzone ininterrotta
che non ha nessun senso
non ha melodia né parole
ha solo ritmo, è solo ritmo.
Lo sento nella carne
attraversarmi le vene
diventare sangue
e in esso potrei scomparire
dimenticarmi persino di me.


C'è solo il ritmo
che divora il tempo
maciulla le ore
vomita i minuti
e anche se c'è suono
azzera ogni altra cosa
e mi sembra di vedere un film muto, senza parole
o dove le parole sono troppo dolorose
per essere pronunciate
udite
o capite.
Qui ogni cosa annega nel giallo di una birra
ogni sogno scompare nel fumo di una sigaretta
la vita finisce dove iniziano le gonne corte.
È un mondo di luci acide e mani ghiacciate
rossetti perfetti e mascara sbavato
barbette imprecise e movimenti senza senso
accennati passi di ballo che sono aborti,
perché non diventano mai danza.


E tutto sparisce ancora e ancora
nel bianco flash di una fotografia
uno scatto rubato al tempo
un tempo scomparso
che non c'è più:
Forse l'ho soltanto immaginato
non è esistito mai. 

martedì 11 agosto 2020

Review Party: Terramare, una saga d'altri tempi


Due anni dopo la morte di Ursula K. Le Guin, una scrittrice che ha segnato la storia della narrativa fantasy, la casa editrice Mondadori, nella collana Oscar Vault Draghi, ha ripubblicato la sua opera più famosa in una nuova superba edizione. Il volume, arricchito dalle illustrazioni originali, contiene i cinque libri del ciclo di Terramare, tutti i racconti speciali e i commenti dell'autrice che spiega genesi e metafore dei suoi romanzi.




Anche i libri riflettono l'epoca durante i quali vengono scritti, e questo vale moltissimo per Terramare, opera d'altri tempi, in cui il ritmo della narrazione è lento, il tono un po’ fiabesco dei racconti antichi, molto diverso dalla maggior parte dei romanzi contemporanei il cui ritmo è veloce, quasi frenetico, ricco di avvenimenti e colpi di scena. 


Quello che offre Terramare non è l'avventura che lascia senza fiato, in un susseguirsi di eventi ma un viaggio lentissimo e dolce, che permette di percepire al lettore ogni rollio della barca sul mare, ogni passo stanco dei protagonisti che avanzano nella sabbia. 
È un cammino lento che conduce alla crescita non senza un notevole dolore.


È una storia impegnativa, che chiunque dovrebbe leggere, ma che necessita di una lettura approfondita. Pur prendendo ispirazione dal fantasy epico classico se ne distanzia, caratterizzandosi come un'opera interamente metaforica. Una storia simile ad un mare tranquillo in superficie, ma che negli abissi profondi cela una corrente impetuosa. 


Le Guin ha creato un intero mondo, di cui ha descritto dettagliamente geografia, usi, costumi e abitanti, dando vita ad una realtà fantastica che risulta facile da immaginare.
Di chiara ispirazione Tolkeniana, il fantasy di Ursula è intimista; la vera magia avviene nel cuore e nell'animo dei protagonisti, dando così all’opera anche la connotazione di romanzo di formazione. 



Sono presenti numerosi testi dell’autrice, spiegazioni interessanti riguardanti le sue scelte letterarie e i significati di determinati personaggi e simboli. 

L’intera opera è arricchita dalle curatissime e sognanti illustrazioni di Charles Vess, l’unico disegnatore di cui Ursula abbia approvato le opere. 

Il primo romanzo, "Il mago", è la storia di un bambino dotato di abilità magiche che diventa ragazzo e poi uomo. Durante questa crescita – difficile, persino dolorosa- il protagonista perde il suo nome e nd conquista uno nuovo. Durante un gioco goliardico per dimostrare il proprio valore come mago, Ged evoca dalle tenebre un’ombra che lo segue ovunque vada. Afflitto da quella cosa a cui non sa dare un nome e che quindi non riesce a sottomettere, si chiude in sé stesso. Riuscirà a capire cos’è quell’ombra? E capirà come liberarsene? 

Il mago" è un libro di profonda intensità metaforica: il racconto di un contrasto fra luci ed ombre, una battaglia che si combatte perennemente nell’animo dell’uomo. Una lotta che può annichilire, o rendere più forte. 



Un elemento interessante è la regola fondamentale dei nomi: ogni cosa può essere sottomessa conoscendone il nome, e questa “magia dei nomi” come la definisce la stessa autrice è un incanto pericoloso ed affascinante, perché metafora di tutti i demoni interiori che non sappiamo sconfiggere finchè non troviamo il coraggio di definirli, rendendoli così innoqui e annientandone il potere. 



La magia dei nomi non solo è una metafora importante del dare un nome a ciò che fa paura affinché causi meno inquietudine, ma è anche un ossequio al grande ed immenso potere delle parole, un tributo alla magia della scrittura che è capace di stregare gli animi, un inchino ad uno strumento che ha il potere di liberare e di imprigionare, di sciogliere e di legare. Le parole danno potere alle cose, creano immagini dal nulla, e per questo costituiscono la magia più potente di tutte. 

Il secondo libro "Le tombe di Atuan" invece narra le avventure di una bambina strappata dai genitori, cresciuta come sacerdotessa tra le tombe, convinta da altri che il suo destino sia essere la regina delle ombre.

Regnare sulle tenebre però non è possibile come le hanno fatto credere. Infatti Ged spiega a Tenar che sono le tenebre a regnare sul cuore dell'uomo che ha l'avventatezza di aggirarsi fra le sue segrete vie, sino a perdersi per sempre. 


La ragazza è incuriosita da Ged, dal suo passato, che percepisce simile al proprio cupo presente.



" «Quelle cicatrici…»
Lui non rispose subito.
«Un drago?» chiese ancora lei, cercando di scherzare. Non era forse scesa laggiù per 
schernire la sua vittima, per tormentarlo sottolineando la sua impotenza?
«No, non è stato un drago.»
«Allora almeno non sei un Signore dei Draghi.»
«Ti sbagli» disse lui un po’ riluttante. «Io sono un Signore dei Draghi. Ma le cicatrici fanno parte di un’altra storia. Ti ho detto che ho incontrato i Poteri dell’Oscurità in precedenza, in altri luoghi della terra. Quello che vedi sul mio volto è il segno lasciato da uno 
che discende dagli Innominabili. Ma non è più innominabile, perché alla fine ho scoperto il suo nome.»
«Che cosa vuoi dire? Quale nome"


Ged è il portatore di luce, nella vita di Tenar, che vive dunque il secondo momento decisivo di separazione: quando lui la porta via dalla sua esistenza. Ma questa volta Tenar sceglie di seguirlo, rifiutando il destino che le era stato imposto. Solo così diventa libera. 



"Lei non disse niente.
«Hai davvero pensato che fossero morti? Dentro di te sai che non è così. Loro non muoio-
no. Loro sono le tenebre che non muoiono mai e odiano la luce: la breve luce scintillante della nostra mortalità. Loro sono immortali, ma non sono dei. Non lo sono mai stati. Loro non meritano l’adorazione e il culto di nessuna anima umana.»
Lei lo ascoltava, gli occhi pesanti, lo sguardo fisso sulla fiamma guizzante nella lanterna.
«Che cosa ti hanno mai dato, Tenar?»
«Niente» mormorò lei.
«Non hanno nulla da dare. Non hanno il potere di fare nulla. Tutto il loro potere si esaurisce nell’oscurità, nella distruzione e nella morte. Loro non possono lasciare questo luogo. Loro sono questo luogo e questo luogo dev’essere lasciato a loro. Non dovrebbero essere rinnegati né dimenticati, ma neppure adorati. La terra è bella, luminosa e benevola, ma questo non è tutto. La terra è anche tremenda, buia e crudele. Il coniglio strilla quando muore nei verdi prati. Le montagne allungano le loro grandi mani piene di fuoco nascosto. Ci 
sono squali nel mare e c’è crudeltà negli occhi degli uomini. E dove gli uomini adorano tutto ciò che è male e si umiliano davanti a esso, allora il male cresce, si espande, prende forza. Ci sono luoghi nel mondo in cui l’oscurità si raccoglie, luoghi abbandonati al potere di coloro che noi chiamiamo Innominabili, gli antichi e sacri poteri della terra prima della Luce, i poteri dell’Oscurità, della Rovina, della Follia… "




Particolarmente importante in questo romanzo è la figura della donna. L'autrice ha spiegato di credere nella cooperazione fra uomo e donna, che da possono trovare il lieto fine della propria storia, solo unendo le proprie forze e capacità. Non si tratta infatti di un'unione romantica (il lieto fine tradizionalmente inteso) bensì di un'unione di anime, un'unione mentale, una cooperazione che verte verso un fine comune.

Nel terzo romanzo "La spiaggia più lontana" invece il protagonista è Lebannen, un principe che intraprende un lungo viaggio insieme a Ged, ormai anziano e stanco ma molto saggio, alla ricerca dell'uomo che sta causando la scomparsa della magia dal mondo di Terramare. Un viaggio estremamente lento e difficile, durante il quale Arran impara a fidarsi di Ged anche quando non capisce cosa pensa o non comprende le ragioni delle sue azioni. Crede in Ged anche quando l'anziano mago sembrerà averlo condotto ai confini del mondo, e questa sua fiducia sarà ripagata. 


I racconti che corredano il libro offrono diversi punti di vista su personaggi secondari e diversi scorci del mondo di Terramare, permettendo dunque un ulteriore approfondimento. 



Sono pochissimi i libri come Terramare, che riesce a scandagliare l'animo del lettore come se vi scavasse
all'interno, nei recessi più nascosti della sua anima. 
Terramare indaga l'abisso nel cuore dell'uomo ed esplora la tenebra che nasconde, come Tenar che cammina fra le tombe e si illude di regnare sull'oscurità.
La storia di Terramare indaga le cicatrici di ciascuno, percorrendone ogni tratto.


Terramare è un libro che con le sue parole vi brucerà l'anima, la pelle, il cuore. Andrà a toccare tutti i vostri punti fragili, vi mostrerà dinanzi agli occhi la vostra vita. 
Mi sono chiesta, leggendo Terramare, cosa avrei pensato se lo avessi letto durante l'adolescenza: lo avrei capito meno o lo avrei capito meglio? 

A causa di questo piccolo rimpianto personale è una lettura che consiglio a ogni età, perché credo che possa dare molto in ogni momento della vita, dal momento che il testo veicola messaggi universalmente validi e magnifici con l'uso di metafore potenti.



domenica 9 agosto 2020

"Warrior Cats": il fumetto tratto dall'opera di Erin Hunter

  


"Warrior cats ~ L'avventura di Strisciagrigia" di Erin Hunter è il primo capitolo delle avventure a fumetti tratte dall'omonima saga fantasy che ha conquistato milioni di lettori in tutto il mondo. 


Strisciagrigia è un felino dal folto pelo grigio, caratterizzato da una striscia più scura lungo la spina dorsale, da cui prende il nome. 
Un tempo viveva nella foresta, era un gatto guerriero, orgoglioso membro di un gruppo affiatato di gatti combattenti: il clan del tuono. 
Era un gatto libero, che dormiva sotto le stelle e cacciava per nutrirsi, sentendosi un perfetto ingranaggio del delicato meccanismo che armonizza la natura.
Un giorno però degli umani hanno invaso il territorio del suo clan e abbattuto la sua casa. 
Hanno catturato tutti i gatti che non sono riusciti a sfuggire, dandoli in adozione presso alcune famiglie umane di un centro cittadino. 

Mentre aiutava alcuni compagni a fuggire, Strisciagrigia è stato catturato, ed ora vive in una casa dove è viziato e coccolato. La loro abitazione è piuttosto calda e spaziosa. Strisciagrigia non può certo dire di star male, ma non ama la vita casalinga. 
Detesta un'esistenza eccessivamente tranquilla e mal tollera i cuccioli umani che cercano di impartirgli ordini o coinvolgerlo con giochi stupidi. 
Lui è un gatto guerriero, e un forte richiamo lo attira verso la foresta, alla quale desidera fare ritorno. Tuttavia non sa quale strada prendere, poiché la città è lontana, rumorosa e ricca di pericoli a lui del tutto sconosciuti. 
Avrebbe bisogno dell'aiuto di qualcuno che conosca bene la zona e possa illustrargli tutti gli ostacoli, spiegandogli come evitarli. Ma su chi potrebbe mai contare? Essendo l'ultimo arrivato, i vari gatti del quartiere non lo vedono di buon occhio, e nessuno sembra disposto a "dargli una zampa".
Il destino permette tuttavia a Strisciagrigia di incontrare Milly, una gatta domestica gentilissima, che si affeziona a lui e decide di aiutarlo, conducendolo sino ai confini della città.
Strisciagrigia si trova bene con lei, è una gatta sveglia ed intelligente. Vorrebbe chiederle di partire con lui. Ma Milly sarà disposta ad abbandonare la vita domestica, una vita che la rende felice, per seguire l'incerto percorso di Strisciagrigia, ed iniziare una quotidianità in cui ogni giorno diventa un'avventura e ciascun pasto va cacciato e conquistato? 

Sorprendentemente, Milly, sceglie di seguirlo, e i due iniziano un lungo viaggio alla ricerca del clan del tuono.



Strisciagrigia è il protagonista di questa graphic novel. È un gatto irascibile, che non si rassegna alla vita domestica. Nel suo cuore sa che desidera la libertà, e vuole riconquistarla a tutti i costi, anche se abbandonare la sua nuova casa significa voltare le spalle ad una vita di comodità che dopotutto non gli dispiace completamente. 


Il viaggio di Strisciagrigia è metafora delle strade che conducono verso i sogni, strade che bisogna avere il coraggio di percorrere, lasciandosi dietro la comodità di una vita magari noiosa, ma certamente sicura e poco problematica.

Milly è una gattina molto coraggiosa: sempre gentile con tutti, è determinata e propensa all'apprendimento di nuove capacità. Strisciagrigia le insegna a cacciare e a battersi, attività che la gatta impara con entusiasmo e passione. 

Nonostante non possa provare nostalgia per il passato avventuroso che le narra Strisciagrigia, è affascinata dal suo racconto. Crede che la vita libera potrebbe renderla felice e decide di seguirlo, sebbene il viaggio presenti, sin dall'inizio, non poche difficoltà, che minano la sua convinzione iniziale.
Solo sostenendosi a vicenda e incoraggiandosi nei momenti di sconforto, i due gatti riusciranno a proseguire, fiduciosi di trovare il clan del tuono. Con la sua dolcezza, inoltre, Milly cerca sempre di mitigare il temperamento rissoso di Strisciagrigia, aiutandolo a diventare più maturo e riflessivo.
E, forse, fra i due nascerà anche un legame più forte di quello che unisce due semplici compagni di viaggio...


Durante il cammino, Strisciagrigia e Milly incontrano vari personaggi, che li aiutano oppure ostacolano il loro percorso. Scomprono così che non tutti gli umani sono cattivi, imparano ad aiutare il prossimo senza aspettarsi niente in cambio e a condividere ciò che possiedono. 

Un tema importante è la cura per l'ambiente, che l'uomo inquina e distrugge con cattiveria e senza rispetto, rendendo il mondo un luogo inospitale ed ostile per i piccoli e grandi animali che vi abitano.


Questo primo volume, con tre racconti delicati, dolci e adrenalinici permette ai lettori, attraverso le meravigliose e dettagliate tavole a colori di James L. Barry, di avvicinarsi all'avventuroso universo elaborato dalle autrici di Warrior Cats. È sicuramente una lettura che fa riflettere e sognare, imperdibile per chi ha letto la saga e anche per chi ama quei meravigliosi, raffinati animali che sono i gatti.