martedì 11 agosto 2020

Review Party: Terramare, una saga d'altri tempi


Due anni dopo la morte di Ursula K. Le Guin, una scrittrice che ha segnato la storia della narrativa fantasy, la casa editrice Mondadori, nella collana Oscar Vault Draghi, ha ripubblicato la sua opera più famosa in una nuova superba edizione. Il volume, arricchito dalle illustrazioni originali, contiene i cinque libri del ciclo di Terramare, tutti i racconti speciali e i commenti dell'autrice che spiega genesi e metafore dei suoi romanzi.




Anche i libri riflettono l'epoca durante i quali vengono scritti, e questo vale moltissimo per Terramare, opera d'altri tempi, in cui il ritmo della narrazione è lento, il tono un po’ fiabesco dei racconti antichi, molto diverso dalla maggior parte dei romanzi contemporanei il cui ritmo è veloce, quasi frenetico, ricco di avvenimenti e colpi di scena. 


Quello che offre Terramare non è l'avventura che lascia senza fiato, in un susseguirsi di eventi ma un viaggio lentissimo e dolce, che permette di percepire al lettore ogni rollio della barca sul mare, ogni passo stanco dei protagonisti che avanzano nella sabbia. 
È un cammino lento che conduce alla crescita non senza un notevole dolore.


È una storia impegnativa, che chiunque dovrebbe leggere, ma che necessita di una lettura approfondita. Pur prendendo ispirazione dal fantasy epico classico se ne distanzia, caratterizzandosi come un'opera interamente metaforica. Una storia simile ad un mare tranquillo in superficie, ma che negli abissi profondi cela una corrente impetuosa. 


Le Guin ha creato un intero mondo, di cui ha descritto dettagliamente geografia, usi, costumi e abitanti, dando vita ad una realtà fantastica che risulta facile da immaginare.
Di chiara ispirazione Tolkeniana, il fantasy di Ursula è intimista; la vera magia avviene nel cuore e nell'animo dei protagonisti, dando così all’opera anche la connotazione di romanzo di formazione. 



Sono presenti numerosi testi dell’autrice, spiegazioni interessanti riguardanti le sue scelte letterarie e i significati di determinati personaggi e simboli. 

L’intera opera è arricchita dalle curatissime e sognanti illustrazioni di Charles Vess, l’unico disegnatore di cui Ursula abbia approvato le opere. 

Il primo romanzo, "Il mago", è la storia di un bambino dotato di abilità magiche che diventa ragazzo e poi uomo. Durante questa crescita – difficile, persino dolorosa- il protagonista perde il suo nome e nd conquista uno nuovo. Durante un gioco goliardico per dimostrare il proprio valore come mago, Ged evoca dalle tenebre un’ombra che lo segue ovunque vada. Afflitto da quella cosa a cui non sa dare un nome e che quindi non riesce a sottomettere, si chiude in sé stesso. Riuscirà a capire cos’è quell’ombra? E capirà come liberarsene? 

Il mago" è un libro di profonda intensità metaforica: il racconto di un contrasto fra luci ed ombre, una battaglia che si combatte perennemente nell’animo dell’uomo. Una lotta che può annichilire, o rendere più forte. 



Un elemento interessante è la regola fondamentale dei nomi: ogni cosa può essere sottomessa conoscendone il nome, e questa “magia dei nomi” come la definisce la stessa autrice è un incanto pericoloso ed affascinante, perché metafora di tutti i demoni interiori che non sappiamo sconfiggere finchè non troviamo il coraggio di definirli, rendendoli così innoqui e annientandone il potere. 



La magia dei nomi non solo è una metafora importante del dare un nome a ciò che fa paura affinché causi meno inquietudine, ma è anche un ossequio al grande ed immenso potere delle parole, un tributo alla magia della scrittura che è capace di stregare gli animi, un inchino ad uno strumento che ha il potere di liberare e di imprigionare, di sciogliere e di legare. Le parole danno potere alle cose, creano immagini dal nulla, e per questo costituiscono la magia più potente di tutte. 

Il secondo libro "Le tombe di Atuan" invece narra le avventure di una bambina strappata dai genitori, cresciuta come sacerdotessa tra le tombe, convinta da altri che il suo destino sia essere la regina delle ombre.

Regnare sulle tenebre però non è possibile come le hanno fatto credere. Infatti Ged spiega a Tenar che sono le tenebre a regnare sul cuore dell'uomo che ha l'avventatezza di aggirarsi fra le sue segrete vie, sino a perdersi per sempre. 


La ragazza è incuriosita da Ged, dal suo passato, che percepisce simile al proprio cupo presente.



" «Quelle cicatrici…»
Lui non rispose subito.
«Un drago?» chiese ancora lei, cercando di scherzare. Non era forse scesa laggiù per 
schernire la sua vittima, per tormentarlo sottolineando la sua impotenza?
«No, non è stato un drago.»
«Allora almeno non sei un Signore dei Draghi.»
«Ti sbagli» disse lui un po’ riluttante. «Io sono un Signore dei Draghi. Ma le cicatrici fanno parte di un’altra storia. Ti ho detto che ho incontrato i Poteri dell’Oscurità in precedenza, in altri luoghi della terra. Quello che vedi sul mio volto è il segno lasciato da uno 
che discende dagli Innominabili. Ma non è più innominabile, perché alla fine ho scoperto il suo nome.»
«Che cosa vuoi dire? Quale nome"


Ged è il portatore di luce, nella vita di Tenar, che vive dunque il secondo momento decisivo di separazione: quando lui la porta via dalla sua esistenza. Ma questa volta Tenar sceglie di seguirlo, rifiutando il destino che le era stato imposto. Solo così diventa libera. 



"Lei non disse niente.
«Hai davvero pensato che fossero morti? Dentro di te sai che non è così. Loro non muoio-
no. Loro sono le tenebre che non muoiono mai e odiano la luce: la breve luce scintillante della nostra mortalità. Loro sono immortali, ma non sono dei. Non lo sono mai stati. Loro non meritano l’adorazione e il culto di nessuna anima umana.»
Lei lo ascoltava, gli occhi pesanti, lo sguardo fisso sulla fiamma guizzante nella lanterna.
«Che cosa ti hanno mai dato, Tenar?»
«Niente» mormorò lei.
«Non hanno nulla da dare. Non hanno il potere di fare nulla. Tutto il loro potere si esaurisce nell’oscurità, nella distruzione e nella morte. Loro non possono lasciare questo luogo. Loro sono questo luogo e questo luogo dev’essere lasciato a loro. Non dovrebbero essere rinnegati né dimenticati, ma neppure adorati. La terra è bella, luminosa e benevola, ma questo non è tutto. La terra è anche tremenda, buia e crudele. Il coniglio strilla quando muore nei verdi prati. Le montagne allungano le loro grandi mani piene di fuoco nascosto. Ci 
sono squali nel mare e c’è crudeltà negli occhi degli uomini. E dove gli uomini adorano tutto ciò che è male e si umiliano davanti a esso, allora il male cresce, si espande, prende forza. Ci sono luoghi nel mondo in cui l’oscurità si raccoglie, luoghi abbandonati al potere di coloro che noi chiamiamo Innominabili, gli antichi e sacri poteri della terra prima della Luce, i poteri dell’Oscurità, della Rovina, della Follia… "




Particolarmente importante in questo romanzo è la figura della donna. L'autrice ha spiegato di credere nella cooperazione fra uomo e donna, che da possono trovare il lieto fine della propria storia, solo unendo le proprie forze e capacità. Non si tratta infatti di un'unione romantica (il lieto fine tradizionalmente inteso) bensì di un'unione di anime, un'unione mentale, una cooperazione che verte verso un fine comune.

Nel terzo romanzo "La spiaggia più lontana" invece il protagonista è Lebannen, un principe che intraprende un lungo viaggio insieme a Ged, ormai anziano e stanco ma molto saggio, alla ricerca dell'uomo che sta causando la scomparsa della magia dal mondo di Terramare. Un viaggio estremamente lento e difficile, durante il quale Arran impara a fidarsi di Ged anche quando non capisce cosa pensa o non comprende le ragioni delle sue azioni. Crede in Ged anche quando l'anziano mago sembrerà averlo condotto ai confini del mondo, e questa sua fiducia sarà ripagata. 


I racconti che corredano il libro offrono diversi punti di vista su personaggi secondari e diversi scorci del mondo di Terramare, permettendo dunque un ulteriore approfondimento. 



Sono pochissimi i libri come Terramare, che riesce a scandagliare l'animo del lettore come se vi scavasse
all'interno, nei recessi più nascosti della sua anima. 
Terramare indaga l'abisso nel cuore dell'uomo ed esplora la tenebra che nasconde, come Tenar che cammina fra le tombe e si illude di regnare sull'oscurità.
La storia di Terramare indaga le cicatrici di ciascuno, percorrendone ogni tratto.


Terramare è un libro che con le sue parole vi brucerà l'anima, la pelle, il cuore. Andrà a toccare tutti i vostri punti fragili, vi mostrerà dinanzi agli occhi la vostra vita. 
Mi sono chiesta, leggendo Terramare, cosa avrei pensato se lo avessi letto durante l'adolescenza: lo avrei capito meno o lo avrei capito meglio? 

A causa di questo piccolo rimpianto personale è una lettura che consiglio a ogni età, perché credo che possa dare molto in ogni momento della vita, dal momento che il testo veicola messaggi universalmente validi e magnifici con l'uso di metafore potenti.



2 commenti:

  1. Sempre avuta in TBR, forse sarebbe ora di fare qualcosa a riguardo ahah! Bella recensione :)

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  2. Non era affatto facile da recensire, bravissima

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