Fairfold è un paese particolare. I suoi abitanti sono consapevoli che la foresta poco lontana custodisce il reame di un popolo fatato, da tutti temuto e sognato.
"Fairfold era un luogo davvero strano. Una città nel cuore della foresta di Carling, la foresta incantata, che brulicava di Verdini, come li chiamava il nonno di Hazel, e di LorSignori o Popolo dell’Aria, come li chiamava la mamma. In quei boschi potevi vedere una lepre nera nuotare nel torrente, fatto alquanto insolito per una lepre, o un cervo tramutarsi in un batter d’occhio in una fanciulla veloce come una gazzella. D’autunno, una porzione di mele raccolte veniva messa da parte per il crudele e capriccioso re Alno e ogni primavera si preparavano ghirlande di fiori in suo onore. La gente di Fairfold aveva imparato a temere il mostro della foresta, che attirava i turisti con un verso che ricordava il pianto di una donna. Le sue dita erano fatte di rami, i capelli di muschio. Si nutriva di dolore e seminava la rovina intorno a sé. Lo potevi stanare con una cantilena tipo quelle che le ragazze intonano ai pigiama party per i compleanni. E poi, in mezzo a un cerchio di pietre, c’era un biancospino dove potevi esprimere i desideri che ti stavano a cuore, attaccando un pezzetto di stoffa ai rami dell’albero in una notte di luna piena, e aspettando che arrivasse un membro del Popolo."
Ormai hanno imparato a convivere con le bizzarre magie che si verificano di continuo e amano ogni stranezza del paese.
In particolare molti sono affezionati ad un ragazzo con le corna di irreale bellezza che, come un'assopita Biancaneve, dorme in mezzo alla foresta sotto una bara di vetro che nessuno è riuscito mai a rompere. Tutti lo chiamano "il principe". E cos'altro potrebbe essere, con quella sua inumana e incorruttibile perfezione?
"Lungo un sentiero che si addentrava nella foresta, oltre un ruscello e un tronco cavo brulicante di onischi e termiti, c’era una bara di vetro. Giaceva sulla nuda terra e dentro vi riposava un ragazzo con le corna in testa e delle orecchie affilate come coltelli.
Per quel che ne sapeva Hazel Evans, da quello che le avevano detto i suoi genitori, e i genitori dei suoi genitori, il ragazzo era lì da sempre. E per quanto avessero provato, non si era mai più svegliato.
Non si era svegliato nelle lunghe estati, quando Hazel e suo fratello Ben si sdraiavano sopra la bara e ci guardavano dentro, e il loro respiro si condensava sul vetro, mentre architettavano arditi piani. Non si era svegliato al passaggio dei turisti meravigliati o dei demistificatori venuti ad appurare che lui non era vero. Non si era svegliato nei fine settimana d’autunno, quando le ragazze gli ballavano sopra, volteggiando ai suoni metallici che uscivano dai vicini amplificatori dell’iPod, né si era accorto di quando Leonie Wallace aveva alzato la sua birra come per salutare l’intera foresta incantata. [...]Non importa quante feste fossero state fatte intorno a quel ragazzo con le corna, tanto che il prato brillava di riflessi verdi e ambrati per tutti i cocci di bottiglie rotte nel corso degli anni e i cespugli scintillavano di lattine argentate, dorate, arrugginite. E qualunque cosa fosse successa durante quelle feste, niente poteva svegliare il ragazzo dentro la bara di vetro."
A Fairfold vive anche Hazel, un'adolescente ribelle e disillusa. Non vuole amare nessuno, perché teme di non esserne in grado, ha paura di ferire chi si avvicini a lei. Da sempre trascurata dai genitori, è indipendente e sembra forte ma nel cuore cela un invonfessabile segreto. Ha stretto un patto con il Popolo fatato a beneficio del fratello, e quando una mattina si scopre che nella bara di vetro il principe è sparito e Hazel si sveglia con i piedi coperti di fango teme che sia giunto il momento di dare al popolo ciò che ha loro avventatamente promesso.
Il risveglio del principe è collegato al suo patto?
"Una vocina tormentava Hazel, le sussurrava che non era una coincidenza se si era svegliata con il fango sui piedi, proprio la mattina dopo che qualcosa aveva destato il principe dal suo lungo sonno. Lei lo aveva sempre sperato in cuor suo, ma appena si abbandonava a quel pensiero per più di due secondi, si riprendeva subito, come quando guardi qualcosa di così prezioso da rischiare di restarne abbagliato."
E, soprattutto, ora che si è risvegliato, sarà buono o crudele?
"Nel profondo della foresta" è un romanzo che contiene esattamente ciò che qualsiasi lettore si aspetterebbe dalla scrittrice della saga di "fate delle tenebre": un mondo lussureggiante ed oscuro, scintillante e tetro, in cui la magia non rappresenta il candido universo delle fiabe per bambini, nel quale trovano realizzazione i sogni dell'infanzia, ma si avvicina più alla buia inventiva dei fratelli Grimm, una narrazione da incubo eppure immaginifica, seducente perché spaventosa.
Il libro mischia la poesia urbana di personaggi tragici ad un mondo fatato popolato da creature affascinanti, potenti ma crudeli.
Hazel, la protagonista, è un personaggio dalla psicologia complessa. Non è lo stereotipo della ragazza incompresa, ma è lei stessa che decide di ergere una fortezza attorno al proprio cuore, perché nessuno le si possa avvicinare.
Ha paura di sé stessa ed è sempre preoccupata di proteggere il fratello e i suoi amici.
Le paure di Hazel rappresentano il timore, sicuramente condiviso da chiunque, di non essere all'altezza dei propri ideali.
Altro personaggio importante, naturalmente, è Severin, il principe addormentato.
Ambiguo come ogni personaggio fatato nel mondo bizzarro creato dall'autrice, rappresenta l'incarnazione del pregiudizio: un ragazzo con le corna - simbolo emblematico del male- si rivela in realtà buono di cuore ed incredibilmente capace di altruismo. Severin è un personaggio che resta impalpabile come l'aria anche quando la sua bara viene infranta, e da figura fiabesca ed intangibile diventa un personaggio concreto nella storia. Non perde la sua aura di magia, e affascinerà sicuramente il lettore.
L'amore condiviso degli abitanti di Fairfold per il principe diventa anche occasione di unione, un sentimento particolare che nel nostro mondo, spesso incentrato su celebrità quali cantanti ed attori, si verifica frequentemente. Il risveglio di Severin costringe Hazel e suo fratello a confrontarsi con quello che era sempre sembrato loro un sogno lontanissimo ed irraggiungibile, che improvvisamente assume la concretezza di una persona reale.
"Hazel e Ben [...] ne erano innamorati perché lui era un principe e una creatura magica e apparteneva a un mondo magico, ed era normale innamorarsi di principi e creature magiche. Lo amavano come avevano amato la Bestia la prima volta che aveva fatto volteggiare Bella nel suo abito giallo. Lo amavano come avevano amato l’Undicesimo dottore di Doctor Who, con il suo farfallino e il ciuffone, o il Decimo dottore, con la sua risata inquietante. Lo amavano come amavano i cantanti di certi gruppi o gli attori di certi film, lo amavano talmente tanto che quell’amore li faceva sentire vicini."
Holly Black, grazie alla sua prosa ricca e sempre delicata, a tratti poetica e a tratti così intensa da diventare persino violenta, presenta al lettore una magia potente come un incanto tangibile, che riesce a sfiorare il mondo umano da vicino: una magia che vive tanto vicina all'uomo al punto di condizionarne le scelte, presentandosi a lui come una perenne sfida.
I personaggi del mondo magico presentano un'affascinante realtà duale: sono capaci di fedele amore e di crudeltà assoluta, a seconda dei loro capricci. Pur nella loro inumanità, spesso si rivelano più giusti degli stessi esseri umani, da sempre i veri antagonisti nei racconti di Holly Black, nemici del mondo magico che rappresenta la natura, libera nella sua autonomia, che l'uomo cerca in ogni modo di asservire.
Fra le pagine di questo romanzo ogni incantesimo può diventare una benedizione o una condanna, ma dipende soltanto da chi ne fa uso determinarne le sorti.
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