lunedì 13 dicembre 2021

"Il rilegatore" di Bridget Collins


Immagina un mondo in cui il passato non può farti del male, un mondo in cui puoi rinchiudere i tuoi ricordi più dolorosi in un libro.

Bridget Collins, nel suo romanzo d'esordio "Il rilegatore", inventa un passato in cui una simile utopia è realizzabile, grazie all'esistenza di persone dal talento specialissimo: i rilegatori, individui capaci di sottrarre, a chi lo desidera, momenti particolarmente dolorosi con cui ritiene sia troppo difficile convivere, rinchiudendoli in un libro.
L'unico vincolo dei rilegatori è l'impossibilità di rilegare qualcuno senza il suo consenso. Tuttavia, in un mondo in cui esiste una simile possibilità, i potenti non esitano a sfruttare i loro sottoposti con malvagi soprusi, per poi obbligarli tramite minacce e pressioni a recarsi presso i rilegatori per dimenticare i torti subiti, testimonianze scomode o semplicemente incidenti sconvenienti. 
Può avvenire, quindi, che non sia effettivamente volontà del singolo richiedere la rilegatura, ma che sia stato obbligato. Questo è il destino del giovane Emmett Farmer il quale, dopo essere diventato apprendista rilegatore, durante la sua prima rilegatura scopre che esiste un libro con il proprio nome, e comprende di essere stato obbligato a dimenticare qualcosa. 
Per recuperare la memoria di un ricordo rilegato, è necessario bruciare il proprio libro. Emmett è pronto a farlo, non ha paura di scoprire cosa ha dimenticato, perché si sente incompleto e spezzato senza la sua memoria. E ciò che ricorderà sarà effettivamente molto più intenso di ciò che avrebbe mai osato immaginare. Perché il suo passato non riguarda soltanto lui stesso, ma anche qualcun altro, un ragazzo di nome Lucian Darnay. Eppure, anche lui è stato rilegato. Ma per Emmett è assolutamente necessario che lui ricordi, perché ciò che hanno condiviso è troppo importante per essere dimenticato. Ma Lucian si è sottoposto di propria spontanea volontà alla rilegatura. E se non avesse alcuna intenzione di ricordare? 


Emmet e Lucian sono uno opposto all'altro, personaggi che ricalcano lo stereotipo di Romeo e Giulietta. 
Analogamente agli sfortunati amanti di Shackespeare, un unico incontro, un incrocio di sguardi è sufficiente a far sbocciare dentro di loro una profonda e reciproca attrazione. 
Emmet non comprende fino in fondo il complesso intreccio di sentimenti che gli opprime il petto ogni volta che è vicino a Lucian. Capisce solo che prova un fastidio bruciante ed insopportabile quando lui rivolge complimenti alla sorella, sa che non vuole vederlo in casa sua. Vorrebbe stargli vicino, e allo stesso tempo vorrebbe odiarlo, rendendosi conto che il suo desiderio è diverso dal sentimento di benessere che si dovrebbe provare nei confronti di un amico. 
Gli occhi profondi di Lucian lo turbano, lo devastano. 
Lucian, al contrario, ha accettato pacificamente la sua identità, non è per niente turbato dai suoi desideri, solo preoccupato di non essere scoperto dagli altri.
Emmet, unico destinatario degli sguardi intensi di Lucian, si sente speciale, custode di un segreto bellissimo, proprietario del bellissimo tesoro costituito dal suo primo amore. A Lucian non interessa che Emmet sia povero, che lavori nei campi e non sia particolarmente colto: si innamora del suo animo sensibile e della sua sincera bontà. 
Emmet, dopo i primi pregiudizi nei confronti di Lucian, si lascia lentamente incantare dalla sua tenerezza e coinvolgere dalla sua passione. 
Lucian ed Emmet, quando sono insieme, possono mostrarsi per ciò che sono, senza fraintendimenti, convinti e sicuri di essere apprezzati e capiti. 



Il padre di Lucian, perverso e manipolatore, è il principale antagonista del romanzo: manovra chiunque per i suoi scopi, senza preoccuparsi minimamente di servirsi delle persone come se fossero semplici strumenti. 
Lucian lo disprezza profondamente, e tenta più volte di ostacolare i suoi piani. In realtà, il suo più profondo desiderio è quello di essere amato da lui, e invece è distrutto dalla consapevolezza di non potersi aspettare niente, dal genitore. 
In Emmet, Lucian scorge la semplicità genuina che ha sempre cercato in un compagno, l'autenticità di un sentimento donato in completezza e totalità. 
Sempre rispettoso del suo riserbo e della sua iniziale diffidenza, riesce a farsi strada nell'animo di Emmet camminando in punta di piedi, mostrandogli la forza del sentimento che vuole offrirgli. 
I genitori di Emmett, i quali speravano che Darnay fosse interessato alla loro figlia Alta ed erano felici alla prospettiva di migliorare la loro vita con una situazione economica migliore, si mostrano disgustati quando scoprono il tipo di relazione che lo lega al loro figlio maschio. 

Emmett è deluso: perché Lucian poteva amare Alta e non lui? Il ragazzo non intende vivere il sentimento che prova come una colpa, ma viene obbligato a sentirsi pieno di vergogna, come se avesse commesso il più orribile dei crimini, e non fosse semplicemente stato insieme a qualcuno di cui si sente perdutamente innamorato. 

L'autrice usa delicatezza struggente del descrivere questo amore: la sorpresa di un'inattesa premura, un sorriso d'intesa scambiato mentre nessuno guarda, il timore di fare all'altro una carezza. 

"Il rilegatore" è un romanzo potente, dal ritmo serrato. L'uso di due punti di vista differenti avvince completamente nella narrazione, rendendo impossibile interrompere la lettura sino all'adrenalinico e dolcissimo finale. 

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