"Mia mamma aveva visto una parte sola di me, il profilo buono. Non so come, ma non aveva minimamente notato l'altra parte della mia testa, l'altro profilo.
Quello brutto e cattivo."
Alcune fiabe raccontano le storie di principi e principesse senza difetti, perfetti, quasi inumani, che affrontano pochi ostacoli e raggiungono immancabilmente il lieto fine.
Eppure esistono anche fiabe verosimili. Fiabe che iniziano con un esordio un pò diverso.
Fiabe che iniziano con "C'era una volta un ospedale."
Il romanzo "Brutto e Cattivo", pubblicato dalla case editrice Deagostini, racconta proprio una di queste fiabe: la storia di Raffaele Capperi.
Raffaele Capperi è nato con la rarissima sindrome di Treacher Collins, che colpisce un individuo su cinquantamila, e causa serie malformazioni al viso, problemi di udito e respirazione.
Diverso nell'aspetto rispetto ai coetanei e obbligato a rispettare numerosi limiti imposti dalla sua delicata condizione di salute, ha vissuto sulla sua pelle l'emarginazione che, nella società contemporanea - una società che valorizza l'immagine e l'esteriorità delle cose - condanna chiunque non si inserisca nei modelli fisici e comportamentali universalmente accettati come "normali".
Raffaelle Capperi in questo romanzo ha scelto di raccontarsi in maniera sincera e aperta con i suoi lettori, senza nascondere nemmeno le pagine più infelici e sofferte della sua giovinezza, offrendosi nella sua interezza, consegnandoci la sua storia nella sua completezza.
Oggi Capperi è un Tiktoker con tantissimi followers, che sui social racconta la sua storia, le difficoltà affrontate e superate, soprattutto durante l'adolescenza, ponendosi come un modello di coraggio ed ispirazione per tutti coloro che, a causa di qualche difetto fisico o di qualche differenza rispetto alla massa, vengono ancora oggi discriminati.
Anche l'approdo sui social non è stato semplice. Molti, protetti dalla distanza dello schermo, si sentivano potenti e in diritto di scrivergli parole di disprezzo e di scherno per il puro gusto di far male.
Eppure, Raffaele non ha abbandonato i social, per dimostrare che le parole di odio non devono, non possono avere il potere di distruggere una persona. E ha combattuto le frasi di odio con le sue parole: parole di perdono, di rinascita, di coraggio. Di bellezza.
"Brutto e Cattivo" è una storia che ha tanto da insegnare a tutti noi, perché il suo racconto - sincero, narrato con parole semplici, che arrivano subito al cuore - racchiude una storia di speranza, di crescita, di scoperta, di una vita affamata di esperienze che non si ferma e non si arrende dinanzi agli ostacoli e alla cattiveria altrui.
La vita di Raffaele è un esempio positivo per i giovani, sia per il modo in cui affronta le difficoltà causate dalla sua sindrome sia per il modo in cui reagisce, con coraggio, le angherie dei coetanei e dei compagni, atti di prevaricazione di chi usa la parola per far male.
Raffaele Capperi, al contrario, usa le parole per accarezzare, per raccontare una storia di forza e rinascita quotidiana. E consegna a tutti noi questo regalo fatto di parole, righe traboccanti di gratitudine e di amore per la vita, una fiaba che ci insegna a guardare il mondo con occhi nuovi, più sereni e, forse, più grati.
"Il mondo è stato spesso cattivo con me. Sono stato preso in giro da coetanei e adulti. Il bullismo mi ha fatto male, mi ha fatto sentire inadeguato, non accettato, disprezzato, non sapevo davvero cosa fare per non essere visto e svanire.
Mi hanno chiamato "mostro", "alieno", ridendo come matti alle mie spalle. Ma perché tutto questo? Dopo tanti anni di vita passata a nascondermi e stare lontano da tutti, dentro di me qualcosa è cambiato. Ho trovato il coraggio di mostrare il mio viso anche sui social. Volevo dire basta a chi prendeva in giro le persone per il loro aspetto.
Ed è proprio lì che ho ricevuto gli attacchi più terribili. Vorrei davvero riuscire a dare il mio piccolo contributo alla lotta contro il bullismo. Perché nessuno dovrebbe accanirsi contro chi ha il coraggio di mostrare la propria diversità. Siate gentili."
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