"Perché ho ballato da solo per tutto questo tempo? Perché non ho capito che è molto meglio ballare con gli altri?"
"La vita segreta di Albert Entwistle" è il romanzo d'esordio di Matt Cain, pubblicato recentemente dalla casa editrice Sperling & Kupfer.
Albert Entwistle lavora come postino, e di lui nessuno sa altro oltre alla sua professione: è un uomo ombroso e scostante, che non si ferma mai a scambiare due parole con i colleghi, non ha nessun amico, vive da solo con l'amatissima gatta, che un giorno viene a mancare causandogli un terribile dolore.
Si aggiunge alla sua perdita la scoperta dell'imminente pensionamento, che manda Albert nello sconcerto.
Cosa farà della sua vita, quando non potrà più identificarsi nel suo lavoro e costruire la sua vita sulla rassicurante routine?
"<<Non posso smettere di lavorare. Come posso continuare a essere la persona che sono se smetto di fare il postino?>>
Come avrebbe riempito le giornate? Avrebbe finito per passare giorni e giorni senza rivolgere la parola a un essere umano? Si sentì lacerare da una fitta interiore. La riconobbe: era la solitudine.
<<Ecco>>, disse ad alta voce. <<Lo ammetto: sono un uomo solo>>."
Veder crollare le sue certezze diventa un modo per ripensare al passato, e aprire il cuore per trovarvi ricordi di tanti anni prima.
Albert infatti ha un segreto, un segreto di cui si è vergognato per troppi anni: è omosessuale e da giovane è stato innamoratissimo di un ragazzo, George, dal quale si è separato a causa di circostanze avverse.
Sebbene sia trascorso tanto tempo dall'ultima volta che lo ha visto, dentro di sé sente di amarlo ancora, e pensa che valga la pena andarlo a cercare. Ritrovarlo, per raccontargli come sono andate davvero le cose, chiedergli come sta, scoprire come ha vissuto, domandargli se è stato felice. E rivelargli che lo ama ancora, nonostante il tempo, nonostante le ferite. E che ora, senza più nascondersi, sarebbe pronto ad amarlo, con tutto sé stesso. Senza scappare né nascondersi.
Lo ritroverà? E potrà coronare il suo sogno, oppure scoprirà che è ormai troppo tardi?
Questo romanzo, scritto in terza persona con una prosa piacevole, ricercata e mai volgare, si concentra sul narrare, in un intreccio ben costruito tra passato e presente, la storia difficile della vita di un uomo, di cui Matt Cain desidera far conoscere al lettore gioie e dolori, rendendolo partecipe del suo viaggio e dei suoi progetti, lungo un percorso che lo porterà a cambiare vita.
La storia di Albert viene svelata poco a poco, proprio come quando si fa amicizia con una persona nella realtà: tramite frammenti, mezze frasi, sguardi nostalgici. Ogni piccolo particolare contribuisce a regalare una visione più ampia del suo mondo interiore.
Durante la lettura ho avuto l'impressione di conoscerlo poco a poco, come se l'autore nel raccontare il suo personaggio stesse dipingendo un paesaggio prima soltanto abbozzato e poi impreziosito di dettagli, contribuendo ad aumentare il coinvolgimento durante la lettura.
Albert ha vissuto tutta la sua vita nella solitudine: omosessuale in un'epoca in cui il suo orientamento era punibile con il carcere e oggetto di pesanti mortificazioni, anche a distanza di anni non riesce a liberarsi dal timore delle discriminazioni e del giudizio altrui. Pur essendo consapevole che i tempi siano cambiati, non riesce ad accettare la sua identita, tanto da arrivare a rifiutarla con fermezza per oltre cinquant'anni. Innegabile impatto ha avuto su di lui la disapprovazione della famiglia, in particolar modo quella del padre, che considerava la sua inclinazione orribile e vergognosa.
"Ormai gli era chiaro che il padre gli aveva instillato una tale paura di quegli uomini da renderlo cieco di fronte a tutte le possibili somiglianze. Per decenni era stato così caparbio da ripetersi che la sua attrazione per gli uomini non costituiva parte integrante della sua natura. Si era convinto di non avere bisogno di elaborare una sua definizione dell'amore, né di doversi scegliere un'etichetta e di annunciarla al mondo intero. (...) Era fuori di dubbio che i suoi sentimenti avevano plasmato ciò che era, rappresentavano una grossa fetta della sua identità."
Albert si è totalmente chiuso al mondo esterno, guardando tutti con malcelato disprezzo e invidia, sentimenti che lo hanno logorato nell'impossibile desiderio di un'esistenza basata sulla totale atarassia.
Eppure cos'è la vita senza la presenza degli altri?
Improvvisamente, a sessantacinque anni, Albert viene trafitto dalla consapevolezza che gli altri esseri umani possono avere un impatto su di lui e che lui può avere un impatto sulle loro vite, che basta aprire la sua anima anche solo un pochino perché anche gli altri aprano la propria.
Che non è necessario che sia un'ombra che passeggia non vista nel mondo, che non è invisibile, che può fare la differenza.
Albert è il vero protagonista del romanzo, ma un altro personaggio importante incrocia la sua strada: Nicole, giovanissima madre single molto povera che studia duramente per realizzare il sogno di aprire un suo personale centro di bellezza e offrire alla sua bambina una vita migliore. Ha un nuovo ragazzo che la rende felice, ma ha paura di perderlo. Albert, dopo averla conosciuta, scopre in lei una persona gentile, dolce e piena di entusiasmo, e la invita a combattere per la sua relazione sicuramente difficile ma bella, perché lui stesso vorrebbe aver lottato di più per restare insieme al ragazzo che ha amato in gioventù. Nicole aiuta moltissimo Albert, spiegandogli come destreggiarsi con le tecnologie per cercare anche online l'amato George.
Tra diversi punti di vista, salti temporali e lunghe parti introspettive, non ho trovato mai il testo noioso. Nella seconda parte è stato sicuramente più lento e dispersivo, ma probabilmente la mia impressione è stata anche dovuta all'impazienza di scoprire come sarebbe finita la storia.
Inoltre durante la lettura sono stata colpita in modo particolare dalla componente fortemente positiva del libro: sebbene il protagonista abbia raggiunto l'età della pensione e abbia vissuto gran parte della sua vita in completa solitudine, facendosi bastare i felici ricordi adolescenziali e portando avanti una non vita fatta di finzione, non ho riscontrato una narrazione improntata al pessimismo. Semmai c'è malinconia, tristezza ma non amarezza, e un'ottica orientata verso il futuro, un futuro che può essere migliore, brillare di speranza.
L'invito dell'autore al lettore è quello di accettare e rispettare gli altri ma anche di accettare e rispettare sé stessi: non solo se si ha un particolare orientamento sessuale, ma anche se si ha un certo carattere, una passione nascosta o se si teme di non poter piacere agli altri. Un'esortazione a non tarparsi mai le ali, a non limitarsi, a non nascondersi.
Un invito bellissimo ma sicuramente difficile da accogliere, che se abbracciato avrebbe il potere di cambiare la vita di ciascuno.
Forse nel finale il libro è eccessivamente ottimistico e fiabesco, ma non critico questo aspetto: non si leggono i libri anche per sognare?
"Sforzarsi di essere una persona diverssa non ti renderà mai felice. Insomma, come fai a sapere che la gente non ti apprezza, se non ti mostri mai per come sei realmente?"
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