lunedì 13 giugno 2022

"Io sono Persefone" di Daniele Coluzzi


"Io sono Persefone" è un romanzo di Daniele Coluzzi, professore di Lettere in un liceo di Roma, volto noto sui social dove numerosi followers seguono la sua attività di divulgatore di storia, letteratura e mitologia, argomento su cui ha scritto la sua opera.
In particolare  si è concentrato non su un retelling, bensì sulla narrazione del mito di Persefone dall'inedito punto di vista della giovanissima dea.

"Io sono Persefone" è un libro per ragazzi che racconta infatti in prima persona la storia della divina Core, strappata dal suo mondo, dall'amata madre e dalle amiche, da Ade, sovrano del mondo dei morti, il quale la rapisce per farne la sua sposa, dandole un nuovo nome, Persefone, e offrendole il suo regno come regalo di nozze.
Tuttavia Core non vuole essere Persefone, desidera tornare sulla terra, e fa di tutto pur di trovare uno stratagemma che le consenta di tornare alla sua vita precedente. Ma ci riuscirà? 

Lo scopo del romanzo è chiaro: l'autore vorrebbe lodare il coraggio di una ragazza che smette di essere bambina e trova la forza di essere donna, emancipandosi da tutti coloro che cercano di controllarla. Tuttavia alcuni elementi non risultano ben riusciti, in particolar modo si nota l'inadeguatezza di un narratore maschile nel raccontare la storia di una ragazza rapita e vittima della violenza di un uomo arrogante e prepotente.

Argomento chiave è il destino: i vari personaggi che Core incontra cercano di convincerla che il destino scelto per lei da sua madre, ossia quello di essere una dea vergine, sia sbagliato. Ma Core ha solo sedici anni, e quindi non risulta così anormale che sia la madre a indirizzarla nelle sue scelte: se fosse diventata adulta restando nel suo mondo e non fosse stata rapita, sicuramente avrebbe preso da sola le decisioni riguardo al tipo di vita che intendeva condurre e al genere di dea che intendeva diventare. Inoltre non vengono spiegate le cause dell'avversione di Demetra nei confronti degli uomini, nello specifico viene omessa la torbida vicenda della nascita di Core, figlia di una violenza perpetrata da Zeus a danno di Demetra, che aveva cercato di sfuggirgli in ogni modo. Dopo un evento simile, e considerando che tutta la storia della mitologia è piena di personaggi maschili dalla morale discutibile, risulta forse tanto assurdo che Demetra non fosse particolarmente desiderosa di vedere sua figlia affiancata da un uomo che avrebbe potuto renderla infelice e farla soffrire?
Sì, forse era stata affrettata nell'orientarla verso la strada da lei scelta. Ma perché non fare neppure un accenno ai timori di un'affettuosa madre che desidera soltanto proteggere sua figlia? Eppure nella narrativa contemporanea si cerca ogni giustificazione possibile persino per i comportamenti dei personaggi più abietti.

Ade, il dio degli inferi che rapisce Core, ammette di averla contemplata di nascosto molte volte, e Core scopre che la sua passione amorosa è stata indotta da una delle frecce di Eros: con questo l'autore sembra tentare di giustificare il rapimento, facendo apparire la figura del dio in una luce positiva.
Quando Core si mostra indignata per il suo riprorevole comportamento, Ade si scusa  dichiarando di aver provato a chiedere gentilmente la sua mano a Demetra, che l'ha rifiutata, e a quel punto di averla chiesta a Zeus, il quale, quasi dimentico dell'esistenza di sua figlia, gli aveva concesso di farla sua senza problemi.
Eppure, se Ade si dichiara così rispettoso della volontà di Core, perché non poteva chiedere direttamente a lei? Il dio degli inferi si impone nella vita di Core presentandosi a lei addirittura come una benedizione, come se le offrisse generosamente l'opportunità di una vita diversa, di renderla la potente regina degli inferi.

Invece di esaltare Ade come figura positiva e quasi salvifica, che ha strappato Core dalle grinfie di una madre oppressiva, sarebbe stata preferibile un'analisi più approfondita dei personaggi e del rapporto madre figlia, un rapporto che era idilliaco prima che gli altri lo mettessero in discussione, facendolo apparire agli occhi di Core come sbagliato e poco sano, in confronto al quale sembra invece apparire normale un rapimento che l'ha portata lontano da casa contro la sua volontà.

Cercare di dipingere in una luce diversa il personaggio di Ade e l'intera storia di Core è un tentativo mal riuscito di attualizzare personaggi ed un contesto assolutamente impossibili da decontestualizzare: non c'è nessuna angolazione narrativa possibile che cambi la vicenda, ponendo Persefone nella condizione di essere una protagonista consapevole che si autodetermina e non una vittima. Ancora troppo giovane per decidere, viene strappata alle cure della madre ritrovandosi in balia di persone che vogliono solo condizionarla ulteriormente e finiscono col confonderla.

Core non emerge come una protagonista forte e coraggiosa, piuttosto come una ragazza spaventata e poco convinta di ogni sua decisione, che si lascia facilmente persuadere dai suoi interlocutori.

Anche dal punto di vista mitologico si discosta dalla storia del mito originale perché omette parti importanti che impediscono, a chi non conosce tutta la storia, di comprenderne appieno le sfaccettature.

"Io sono Persefone" è un romanzo scritto con uno stile  semplice, sicuramente adatta ai lettori più giovani che tuttavia non riesce a rendere incalzante la storia, la quale risulta estremamente lenta e statica, dal momento che, dopo il rapimento di Core, non ci sono eventi significativi. Persino il finale appare affrettato e incoerente con quanto narrato fino a quel momento, lasciando il lettore un pò spiazzato.

L'idea è sicuramente molto carina, ma non del tutto riuscita: sicuramente non lo consiglio agli appassionati di mitologia e a chi si aspetta un retelling in chiave contemporanea della storia di Persefone. 

Nessun commento:

Posta un commento