martedì 9 settembre 2025

"Giura" di Stefano Benni


Giura di Stefano Benni è un libro particolare che mescola surrealismo e riflessione esistenziale.

Benni gioca con le parole come se fossero le palline di un giocoliere, e durante la lettura mi è sembrato di girare su una giostra, proprio come quella che si vede in copertina.
Racconta la storia di Luna, ragazza cresciuta in un ambiente familiare difficile che si rifugia in un mondo silenzioso di storie, sogni e creature fantastiche. Fino alla fine, non è mai chiaro se gli elementi fantastici che lei narra siano reali oppure no.
Luna è innamorata di Febo, un suo coetaneo, che vede le sue stranezze, ma ne è intrigato. Questo legame è molto particolare e si snoda lungo tutta la loro vita, come se i due si aspettassero, si cercassero, ma sempre incapaci di raggiungersi davvero. Una storia difficile, che dimostra quanto spesso un sentimento non basti, per amarsi, e quanto sappiano essere forti i vari ostacoli dell'esistenza.
Dall’inizio il romanzo alterna piani narrativi diversi: l'infanzia travagliata, con la sua dimensione spirituale, la ricerca di un’identità e la sacralità delle promesse e delle illusioni della gioventù; e l'età adulta, con la sua dimensione fisica, carnale e disillusa.
Il tono del libro oscilla tra favola oscura e romanzo di formazione, con brevi momenti di poesia e tanti di malinconia.

Il tema delle radici e dell’appartenenza è centrale in Giura, ma non è l’unico. Il titolo stesso richiama l’idea di una promessa che va oltre il tempo e lo spazio, qualcosa che tiene ancorati ad un luogo e un passato, a una memoria, a una storia personale ma anche alla storia collettiva del piccolo paese da cui entrambi i protagonisti provengono, che inevitabilmente si portano dietro.

"Giura" è un libro sul desiderio di emanciparsi e su come le storie -quelle che ci raccontano e quelle che ci raccontiamo- siano quelle che alla fine, nel bene e nel male, ci definiscono.

venerdì 18 luglio 2025

Dark Room Etiquette di Robin Roe


Dark Room Etiquette è un romanzo che affonda le mani nel cuore più oscuro dell’esperienza umana, raccontando con brutalità e delicatezza insieme cosa succede quando la realtà si spezza a causa di un'esperienza terrificante e bisogna imparare a sopravvivere a tutto quel che viene dopo.

Il protagonista è Sayers Wayte, un ragazzo privilegiato: bello, ricco, arrogante, amato e sicuro del proprio posto nel mondo. Ma quell'equilibrio perfetto viene distrutto in un istante, quando viene rapito da uno sconosciuto che sostiene di essere il suo padre biologico.
Sayers si risveglia in una casa isolata, chiusa, senza finestre. Un ambiente claustrofobico e irreale, dove il rapitore impone nuove regole, un nuovo nome, una nuova narrazione della sua vita. È qui che il romanzo prende una piega inquietante e affascinante: per buona parte della storia restiamo con Sayers dentro quella “dark room”, mentre lentamente le sue certezze si sgretolano, la sua identità si confonde, e la realtà si mescola con la manipolazione. La narrazione in prima persona ci trascina nella mente del protagonista, costringendoci a vivere il suo stesso senso di disorientamento, paura, annullamento.

Ma Dark Room Etiquette non finisce con la liberazione. Anzi, è proprio nella seconda metà che il romanzo colpisce più a fondo. Una volta fuori, Sayers non riesce più a riconoscere la sua vecchia vita. La casa, gli amici, la scuola, la famiglia: nulla è come prima. È sopraffatto da un forte disturbo post-traumatico da stress (PTSD) che si manifesta in incubi, flashback, episodi di dissociazione, difficoltà relazionali. Il trauma non si è concluso con la fuga: lo ha invaso, lo ha trasformato. Sayers deve affrontare un altro tipo di prigionia – quella della sua mente, che è rimasta bloccata in quell'esperienza scioccante.

Robin Roe, con grande sensibilità e una scrittura limpida e incisiva, racconta la complessità del trauma e la fatica immensa del recupero. Non offre soluzioni facili né finali rassicuranti, ma regala al lettore un ritratto autentico di dolore, memoria e identità fratturata. Il romanzo diventa così un'esplorazione intensa di cosa significhi perdere se stessi e provare, passo dopo passo, a ritrovarsi.

Dark Room Etiquette non è solo un thriller psicologico o un romanzo sul trauma. È una storia profonda sul potere e la fragilità del cervello umano, sull’ambiguità dell’amore e sul difficile cammino verso la guarigione.