"Nel nome della madre" di Maria Cristina Grella è un thriller pubblicato dalla casa editrice "Libro-Mania", vincitore della sesta edizione di "Fai viaggiare la tua storia", premio organizzato da Libromania in collaborazione con Deagostini libri e al quale hanno partecipato autori da tutta Italia e anche dall'estero.
In una Salerno avvolta dal freddo di dicembre, illuminata dalle scintillanti luci d'artista che fanno da contraltare al degrado imperante il commissario Irene Bruno, donna severa e ligia al dovere, si trova a dover affrontare insieme alla sua squadra un caso difficile. Una donna incinta viene brutalmente uccisa, e il suo omicidio sembra collegato alle morti di altre donne in dolce attesa, avvenute in circostanze simili alcuni mesi prima. Irene e la sua squadra investigativa sono convinti che il colpevole possa essere la stessa persona, iniziano quindi un'approfondita indagine per restringere la lista dei sospettati e individuare il colpevole.
-Io non ci campo con i morti. Non sono un becchino. Ma cerco giustizia per i morti ammazzati, perché possano riposare in pace. (...) Da piccola andavo a scuola dalle suore. Ci parlavano spesso della vita dopo la morte. Io e le mie compagne ci eravamo fatte l'idea che i morti ammazzati non potessero andare in paradiso fino a che non avessero ottenuto giustizia.-"
Nell'atmosfera magica, surreale e spietata di una città meridionale in bilico fra le sue mille contraddizioni, Irene deve affrontare una tremenda corsa contro il tempo, per assicurare il colpevole alla giustizia prima che faccia del male ad altre donne innocenti. Ma fin dove sarà pronta a spingersi pur di risolvere il caso?
Irene Bruno, la protagonista del romanzo, commissario intelligente dal carattere burbero e il passato difficile. È rimasta vedova da poco, da quando il marito è venuto a mancare si sente sola e infelice. Il caso sul quale si trova costretta a indagare tocca corde profonde dentro di lei, facendo riemergere un dolore mai veramente sopito, che ha minato per anni il suo orgoglio di donna e la sua femminilità. La storia narrata si intreccia profondamente alla sua storia personale, che viene svelata al lettore poco alla volta, man mano che si progredisce nell'indagine.
Andrea, il vice commissario, originario di Perugia, fatica a integrarsi nella realtà Salerinatana. Discreto ammiratore di Irene, è un uomo affidabile e intelligente, che resta al suo fianco anche nei momenti in cui lei si mostra distante ed ostile, rappresentando per lei una spalla indispensabile su cui contare.
"Vivere al Sud non era poi tanto male. Certo, bisognava imparare a comprendere le singolari abitudini del posto e adattarsi a un disordine endemico che non faceva parte né del suo DNA né della sua cultura."
Amina Najib, inspettrice fidata e arguta, determinata e competente nel suo lavoro, è una donna brusca nei modi ma d'animo gentile, sempre sensibile e attenta ai sentimenti altrui. Le sue origini straniere, sebbene viva in Italia da tanti anni, sono spesso causa di discriminazioni razziali, che la fanno soffrire molto.
L'autrice ha dato vita ad un piccolo gruppo di personaggi verosimili e ben costruiti, una squadra omogenea, ma caratterizzata da tipici screzi, pregi, difetti e imperfezioni. La lettura risulta coinvolgente non solo perché si desidera scoprire di più riguardo al caso, ma anche perché il lettore si interessa inevitabilmente alle vite e alle storie dei vari personaggi.
Inoltre, piuttosto di puntare sulla scoperta del colpevole - che, con una lettura attenta, non è difficile da individuare - il romanzo costruisce la tensione narrativa sull'analisi della psicologia e dei turbamenti interiori dei suoi personaggi: del commissario, del vice, degli altri membri della squadra investigativa, delle vittime ma soprattutto dell'assassino.
Il lettore viene indotto a proseguire la lettura spinto dal dubbio di non sapere come si comporteranno i personaggi, come reagiranno di volta in volta, quali saranno le loro decisioni.
Caratteristica importante del romanzo è la preponderanza di personaggi femminili: donne forti, coraggiose, determinate e professionalmente realizzate. Ma anche donne dalla femminilità svilita, venduta, buttata, distrutte dalla miseria e dall'orrore. Eppure, anche nella peggiore delle circostanze, l'autrice osserva persino le prostitute vittime di omicidio con compassione, dando loro dignità nel raccontarne le storie.
"Nel nome della madre" è un thriller ben scritto, truculento e impressionante: orrore, morte, amore e rinascita si alternano fra le pagine di Maria Cristina Grella, che dà prova di una grande sensibilità nell'analizzare i sentimenti di ciascuno, indagando le motivazioni dietro gli atti più abietti, senza giudicare ma sviscerando persino gli anfratti più oscuri del cuore umano.
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