sabato 9 maggio 2020

"La Negromante" di Laura Pegorini


"La negromante" è un racconto breve di Laura Pegorini.


Nei primi giorni di settembre del lontano 1600 Sorella Febe, suora Orsolina di ventisei anni, è incaricata dal fratello avvocato di recarsi in un piccolo paese in cui un uomo e una donna sono accusati di essere servi del demonio. In particolare la donna, Annaluna, è accusata di stregoneria. In molti sostengono di averla vista correre nei boschi al crespuscolo, sicuramente per compiere qualche rito malvagio o parlare con i morti. Addirittura qualcuno è pronto a giurare di aver subito gli effetti di un suo maleficio.
Per le doti sovrannaturali che le sono attribuite la donna viene spesso chiamata "La negromante".
Inoltre molti sono convinti che tra lei e l'uomo ci sia una relazione incestuosa.
Tutti i compaesani di Annaluna sembrano pronti a puntare il dito contro di loro e a dire ogni sorta di malignità.

Il racconto è ambientato nel Seicento, epoca buia, in cui un'accusa di stregoneria poteva costare la vita.
Sorella Febe, di mente aperta e bendisposta nei confronti del prossimo, non vuole incolpare nessuno ingiustamente.



Avallata da Padre Geraldo, che come lei è intenzionato a scoprire la verità, decide di recarsi a casa dei due, per informarli delle accuse che gli vengono mosse e chiedergli di difendersi dandole spiegazioni.

"Era dunque venuto il momento di parlare con i diretti interessati.
Andai una mattina poco dopo l’alba, cercando riparo nella nebbia padana e nell’umidità che lasciava sui vestiti e sulla pelle. La casa si ergeva scura contro il bosco ancora più nero, ma forse era solo la suggestione causata dai racconti delle persone che avevo ascoltato a darmi questa sciocca impressione. Per risolvere il caso, avrei dovuto giudicare tenendo conto delle loro parole, ma soprattutto vedere con mente lucida e razionalità ciò che mi si sarebbe mostrato quel giorno. Forse, la verità."



La donna le rivela problemi legati ad un un passato oscuro e terribile. Sorella Febe vedrà messa a dura prova ogni convinzione morale e la sua stessa fede. Cosa deciderà di fare?

Signora, Iddio ha parlato: chi è senza peccato, scagli la prima pietra. Io sono qui per verificare la veridicità di tutte le accuse non portare alla morte un’innocente”

"La negromante" è un racconto molto breve, scritto in prima persona dal punto di vista della protagonista, che in forma di lettera racconta gli avvenimenti recenti al fratello.
Nonostante la brevità il testo riesce in poche pagine a trasmettere la cupezza di un momento storico difficile, soprattutto per le donne.
Sono infatti le donne le protagoniste di questa storia: Annaluna e Sorella Febe figure agli antipodi. La serva del signore e la donna accusata di essere un'adepta del demonio si mostrano dinanzi al lettore senza difese, con una sincerità quasi brutale, muovendosi dentro un cerchio di maldicenze.
Si empatizza subito con Sorella Febe, donna anticonformista per la propria epoca, capace di sfidare i pregiudizi e di non dare loro credito.

"Ma per la prima volta nella mia intera esistenza, il tarlo del dubbio divora la mia mente: e se davvero quella donna non avesse compiuto nulla di male? Può essere una colpa sembrare qualcosa che non si è? Siamo decisi a portarla davanti al Tribunale e con ogni probabilità condannarla al rogo soltanto perché gli abitanti di uno sperduto villaggio ritengono che sia una strega? Per quel poco che conosco quella donna e il suo compagno, so per certo che non confesserebbero mai colpe che pensano di non avere e forse non hanno. Ho molto pregato e molto riflettuto su questo caso e il mio parere da uomo che ha avuto l’opportunità di studiare è questo: non sappiamo nulla di ciò che avviene in quella casa né quale sia il passato di Vernante e Annaluna, ma non possiamo condannare a morte una donna soltanto per la sua riservatezza, per il suo aspetto o il suo comportamento. Dio ci ha creato a sua immagine e somiglianza, ma ognuno con una differenza di talenti: e se lei fosse semplicemente unica? Se fosse soltanto originale e accettasse con serenità questa sua diversità? È forse un peccato apprezzare se stessi per come siamo nati?”

Annaluna, persona dal passato difficile, cerca comprensione ma ha sempre trovato soltanto cattiveria e repulsione da parte dei compaesani, decide infine di trincerarsi dietro le loro parole e usarle quasi come uno scudo protettivo per difendersi da un mondo che vuole solo denigrarla.

"Lo so che non si devono dire certe cose, ma questa è la verità e mai nessuno ha voluto ascoltarla. Se solo si prestassero le orecchie più di quanto si presti la lingua, di sicuro ora non ci troveremmo qui a parlarne."


Le chiacchiere, da sempre tra i mali del mondo, si riveleranno ancora una volta i veri demoni che si aggirano, ieri come oggi, fra le strade del nostro mondo, perennemente assetati di nuove vittime da dilaniare.
La storia è narrata splendidamente, con uno stile delicato ed una prosa curata e coinvolgente, in cui ogni parola è una perla.
"La negromante" è un piccolo gioiello che riesce ad interessare proponendo al lettore un'intrigante sfida morale.

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