lunedì 25 maggio 2020

"Viola di notte" di Ilaria Bianchi

                   






Viola di notte di Ilaria Bianchi è un romanzo pubblicato dalla casa editrice “bookabook”, a dicembre 2019.  In questo libro l’autrice racconta, in forma di fiaba, una storia al lettore, come se fosse seduto davanti a lei. La narrazione è intessuta di delicatezza e poesia, come una storia della buonanotte in un’epoca in cui nessuno le racconta più.

Mattia, un diciottenne bello e sicuro di sé, ha sempre vissuto l’istante, non il momento. Vivere l’istante significa bruciarlo, vivere il momento significa sentirlo davvero.
Ma Mattia non ha idea di come sentire davvero. Non ha mai sentito nulla veramente. Si è concentrato sulle vittorie di nuoto. Sui traguardi, sui riconoscimenti. Sulla popolarità tra le ragazze, sulla stima dei compagni. È convinto di vivere una vita perfetta, invidiabile.
Ma un giorno, il trenta agosto, con il finire dell’estate finisce anche la sua apparente perfezione, a causa della morte prematura del gemello Matteo, che ha scelto di togliersi la vita, saltando giù da un palazzo di periferia.
Scioccato dal gesto del fratello, Mattia avverte qualcosa rompersi anche dentro di sé e si rende conto di non aver mai conosciuto Matteo. Non sapeva cosa facesse nel tempo libero, cosa volesse fare da adulto, quali fossero le sue canzoni preferite. Si chiede cosa pensasse, cosa si nascondesse dentro quegli occhi grandi, enigmatici, che ora nel ricordo gli sembrano incredibilmente vuoti e tristi. Si domanda come abbia potuto essere tanto cieco al suo dolore, e si rende conto di essere sempre stato troppo concentrato su sé stesso e sulla ricerca del compiacimento del padre per preoccuparsi di come si sentisse il gemello, che invece aveva la perenne disapprovazione dei genitori.
Concentrato su tutto ciò che era futile, forse non ha mai veramente cercato di toccare il cuore delle cose.
Mattia inizia a mettersi in discussione e capisce che, fuori dagli stretti spazi degli occhi degli altri, lui non esiste davvero.
La perdita dell’identità lo fa scoprire privo di punti di riferimento. In questo squilibrio dell’animo durante una passeggiata notturna per schiarirsi le idee si trova, senza quasi accorgersene, in un Luna Park abbandonato. Sale sulla ruota panoramica, e lì trova un quaderno. È il diario abbandonato da una ragazza, che si firma “Viola di notte”.
C’è una spiegazione a questo strano soprannome: il suo nome è Viola, e in un certo senso può “esistere” solo dopo il tramonto perché sta perdendo lentamente la vista, a causa di una grave forma di fotofobia.
Nel diario Viola ha voluto lasciare che il destino donasse i suoi pensieri più segreti ad una persona a caso. Ha scritto parole bellissime, parole in cui si racconta con tutte le sue debolezze, le sue paure, le sue tristezze. Teme che nessuno potrà amarla mai a causa del suo problema, e ha paura che se anche qualcuno un giorno la amasse sarà troppo tardi perché lei possa guardarlo negli occhi.
Mattia leggendo le parole di Viola si commuove, e scopre in quelle frasi una persona molto diversa dalle ragazze che è abituato a frequentare. Inizia così un distacco decisivo dal ragazzo che era prima, concentrato su studio, nuoto e ragazze per affrontare un viaggio in cui cerca di ritrovarsi, di capire chi è e cosa può diventare, di cogliere la bellezza che lo circonda e di cui non si è mai reso conto, che non ha mai guardato davvero. Si sofferma a notare le piccole cose alle quali Viola, nel diario, gli ha consigliato di prestare attenzione.
Viola ha scritto che non vuole essere trovata. Però Mattia, dopo averla conosciuta attraverso le sue parole, sente di provare qualcosa per lei, e non vuole che resti una voce senza suono, invisibile come un’amica immaginaria.
Perciò decide di sfruttare gli indizi presenti nei suoi scritti per trovarla. Vuole vederla, toccarla, avere la certezza che in un mondo così cupo lei esista davvero e non sia solo un sogno, un’illusione, o finga di essere chi non è.
Ma Viola non ha mentito nel suo diario quando scrive che è sempre stata invisibile, in un mondo nel quale una bellezza come la sua, delicata e non appariscente, difficilmente viene notata. Riuscirà a trovarla?

Non è specificato dove sia ambientato il romanzo e dopotutto non è neppure importante. Lo spazio vero dello svolgimento delle vicende infatti è l'anima del protagonista, che si scopre a guardarsi dentro per la prima volta, in cerca di un modo per districare gli intrecciati nodi che scopre di celare nel cuore. Crea dunque dentro di sé spazio per un cambiamento fondamentale che avverrà gradualmente per tutta la durata del libro.

Il romanzo si concentra su pochi personaggi: Mattia, il protagonista; il ricordo del fratello Matteo, assente ma presente in ogni pagina con la sua dolorosa assenza; Viola, invisibile, non assente come Matteo ma semplicemente nascosta; Luca, il miglior amico di Matteo, che permetterà a Mattia di conoscere meglio quel fratello che non si è mai sforzato davvero di comprendere.

Il personaggio di Mattia può essere ciascuno di noi, incatenato in una routine che diventa più importante di ogni cosa, una routine che rende ciechi alle cose veramente importanti.
Mattia è un ragazzo che a seguito di un forte dolore indaga sé stesso e si scopre privo di una vera personalità. Dunque sceglie, con coraggio, anche se in maniera un po’ goffa, di sforzarsi di capire chi è davvero. Senza la lucente cotta di maglia che ha sempre esibito davanti a tutti, cosa rimane? Il nulla, come il cavaliere inesistente di Calvino? Oppure c’è qualcosa di molto disordinato e difficile da capire, che va ricostruito?
Ed è, alla fine, davvero necessario comprendere chi è? Forse l’importante è vivere, per scoprirlo durante quel bellissimo e doloroso percorso chiamato crescita.


Viola è una ragazza delicata, che a causa di un problema di salute si è trovata ad analizzare con occhio più attento – lei paradossalmente quasi cieca- la realtà che la circonda.
Viola ha deciso di accettarsi per ciò che è, anche se dubita che qualcuno possa amarla e questo la fa soffrire.

"Lei in fondo si era sentita sola sempre, lei che poteva rivolgere gli occhi verso il cielo e imprecare contro un Dio qualunque era sempre lì, sulla stessa strada, senza avere alcuna voglia di fermarsi."


L’invisibile Viola è l’anti Giulia, la ragazza che cerca di attirare le attenzioni di Mattia all’inizio del libro, con la sua appariscenza, le sue lunghe gambe e i pantaloncini corti.
Mentre Giulia vuole farsi notare per il proprio aspetto, Viola invade la mente di Mattia con la sua delicata anima.
Con tante lentiggini sul viso e i grandi occhi verdi e malati, viene descritta con poche righe, come un disegno appena tratteggiato su un foglio liscio. Rappresenta la verità, che nel modo più semplice possibile passeggia per le strade al calar del sole, silenziosa e senza far nulla per attirare l’attenzione. Esiste, e nessuno la nota, nessuno vuole vederla perché è scomoda, perché mostra a ciascuno ciò che tutti dovrebbero essere.

"Sono rari certi animi, pietre preziose che brillano al primo sole e scompaiono in mezzo ai sassi appena si spegne la luce. Ecco chi era Viola ed ecco perché lo era di notte. Una stella che si nascondeva al giorno. Ecco cos’era per lui quella voce che non conosceva ma che iniziava a sentire dentro: un pensiero diverso dagli altri, una riflessione che vorresti aver fatto prima ma che devi esserti perso per strada."

La bellezza dell’anima di Viola intriga Mattia che, ancor prima di vederla, riconosce in lei un’autenticità mai incontrata prima. Vorrebbe appropriarsi di quella verità che lei incarna e rappresenta, vorrebbe avvicinarsi a lei che gli appare come la più bella e la più enigmatiche delle ragazze. Ma per raggiungerla nel suo mondo dovrà spogliarsi di ogni sua bugia, di ogni maschera, di ogni finzione. E capirà che controllare tutto e cercare di mostrarsi infallibile, come ha fatto fino a quel momento, non è l’atteggiamento giusto per piacere ad una ragazza come Viola. Inizia dunque ad abbandonarsi alla vita e agli eventi, sentendosi finalmente sereno.

"Tutta quell’insicurezza che sentiva era un’emozione bellissima perché alla fine lo faceva sentire vivo non sapere cosa sarebbe successo. Le certezze spesso sono come la routine di ogni giorno, come tutti quei momenti già visti, come le notti in cui si dorme soltanto. Le certezze spengono la luce delle emozioni in certe occasioni e svuotano l’intensità del domani che verrà."





Viola attraverso le parole ha mostrato a Mattia il suo cuore, un cuore bellissimo perché rivelatore di un animo che non si è mai vestito di finzioni.
Lei, come gli fa notare un amico, non è diversa dagli altri perché è speciale, ma semplicemente perché, in un mondo in cui quasi tutti si sforzano di sembrare ciò che non sono, lei non cerca neanche vagamente di mostrarsi come quella che non è: una ragazza fragile con debolezze, sogni, paure e speranze.
Questa consapevolezza porterà Mattia a rendersi conto che ogni persona intorno a lui possiede un mondo interiore luminoso e ricco di sfaccettature, soltanto che cercano di nasconderlo, perché temono che mostrare la debolezza li renderebbe esposti agli attacchi degli altri.

"Non aveva mai raccontato a nessuno certe cose, era sempre stato tutto freddo e calmo dentro le mura di casa, nella sua famiglia eppure in quell’istante lui aveva capito che c’era sempre stata un’esplosione di sentimenti dentro gli occhi di tutti.
Si ricordava dei silenzi a tavola, della paura di rientrare a casa con un brutto voto a scuola, si ricordava di tutte le discussioni tra suo padre e suo fratello, di quel metro di misura domestico che lo aveva allontanato da Matteo, da quel legame che avevano avuto un tempo. Fraterno, vero. Sincero.
C’erano tutte quelle cose che voleva dire ma non ci riusciva."


Matteo è un altro personaggio importante nel romanzo, che domina la scena con la sua assenza, con l'irrevocabile scelta di un eterno silenzio. Con la morte chiude per sempre lo scrigno del suo cuore, nel quale si celano le spiegazioni dell’assurdo gesto che ha compiuto. Mattia cercherà le colpe, in sé stesso e negli altri, per dare una ragione a quanto è accaduto. Vuole incolpare la sensibilità del fratello, la severità dei genitori, l’imposizione di un futuro che non voleva. Ma la verità è che dopo una crisi si può, con coraggio, costruire un equilibrio diverso che possa portare nuove gioie e sorrisi. Suo fratello invece, a seguito di un problema ignoto che gli ha aperto una spaccatura nel cuore, non ha avuto questo coraggio.
Il personaggio di Matteo è in opposizione a quello di Viola. Infatti al contrario di lei che, dopo aver scoperto che la fotofobia la porterà a perdere per sempre l’uso della vista, seppur con sofferenza, si sforza di andare avanti senza perdere la voglia di vivere, Matteo ha scelto la strada dell’annientamento.
Egoisticamente, ha pensato solo a sé stesso quando ha deciso di togliersi la vita, non si è soffermato a meditare sulla voragine di sensi di colpa e dolore che i suoi familiari dovranno affrontare.
Il dubbio che si apre nel cuore di Mattia è proprio questo: ha avuto ragione il fratello, a rinunciare al mondo, dove non riusciva a trovare neppure uno spiraglio di verità, un mondo che non corrispondeva ai suoi desideri e che vedeva finzione anche nel suo stesso fratello? Non esistono alternative, vivere una vita finta o morire?
Quanto Mattia incontra Viola la crisi si risolve, perché si rende conto che una terza via è possibile, che nella vita si può cercare di essere sé stessi con tutte le proprie forze.
Matteo, che accusava il fratello di essere cieco, era invece l’unico che si trovava nel buio più completo, incapace di vedere la strada che avrebbe potuto percorrere.

"Era stato in quel momento che, pensando a suo fratello, si era reso conto che la sua decisione di perdere la vita era stata la più stupida, insensata e ingiustificabile che avesse mai preso.
Nessun dolore, nessuna sconfitta, nessun senso di tristezza doveva essere più forte della bellezza di andare incontro ad ogni attimo."


Questa consapevolezza fa maturare Mattia e gli permette, finalmente, di voltare pagina e lasciar andare il rancore e la rabbia, lasciando che il dolore lo cambi senza ucciderlo.


Viola di notte è un libro con una prosa così poetica e tanto delicata da avvicinarsi alla poesia.
Viola è un simbolo, una metafora di tutti quei sogni irrealizzati che teniamo a distanza, perché non ci sfiorino e non ci ostacolino.
"Viola di notte" è uno di quei libri che andrebbero assaporati lentamente, accarezzando ogni frase, ogni parola, con le cuffie nelle orecchie, magari ascoltando proprio una delle canzoni che l’autrice consiglia al lettore, nelle primissime pagine. Le parole del romanzo suggeriscono una musica delicata, capace di suscitare nell’animo una struggente malinconia di cose passate ed incerti giorni futuri. Viola di notte è quel tipo di libro che, dopo averlo letto, fa venir voglia di scrivere ogni frase su muri e diari, per decorare il mondo con la dolcezza della protagonista.
Eppure leggere questo libro un po’ alla volta, magari per farlo durare più a lungo, non è possibile: si legge d’un fiato, si divora, è inafferrabile come la notte e dura poco come un tramonto.
Le pagine si sfogliano con la rapidità di un sogno e, giunti alla fine, viene il desiderio di lasciarlo su una panchina, perché qualcun altro possa trovarlo, e lasciarsi toccare il cuore dalle parole che contiene.



"Piangi la tristezza, la bellezza. Piangi il grigio di giorni di pioggia, anche la dolcezza, quando possibile.
Sogna l’amore, il mare quando il vento lo porta in tempesta. Sogna i desideri e lasciali scivolare via con le stelle cadenti.
Incantati guardando il cielo, e tutte le volte che qualcuno riesce a guardarti dentro.
Non ingoiare il tempo, vivi ogni attimo anche quando l’ultimo è ancora distante.
E abbi paura, lo spavento è un fremito senza uguali, fa vibrare le amozioni con il loro cuore. (…)
Accetta i tuoi limiti, ogni tuo difetto, fai tesoro dei tuoi errori. Non dimenticarti le sconfitte.
Dillo ad alta voce quello che non vuoi, combatti per quello che vuoi.
Se avessi solo le parole per insegnarti la vita, le userei.
Trova il tuo battito, l’emozione che sa dirti chi sei.
Poi chiudi gli occhi.
Vivi"





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