“La Stella Purpurea- gli eredi di Angisi” è un libro fantasy, scritto da Giulia Borzumati ed edito dalla casa editrice Bookabook.
“Sempre tu, cercando, troverai ciò che non vuoi; e ciò che odi sarà ciò di cui necessiti.”
Angisi è una terra di redenzione, dove tutte le razze magiche si sono trincerate e hanno ricominciato a prosperare a seguito dell’antichissima e feroce guerra contro i druidi. Adesso è un mondo come gli altri, diviso in razze più o meno magiche e umani,
tutti sotto il dominio di una regina che ora si fa chiamare Imperatrice.
“Nessuno sfugge al proprio destino,
nemmeno tu, occhi di giada."
È a Maccah che vive Sidhe, una giovane i cui genitori sono stati assassinati quando lei era ancora piccola e il cui unico desiderio è
scoprire la verità sulla loro morte. Sebbene però, dall’esterno, sembri una normale umana, la ragazza nasconde, sotto una tinta
coprente preparatale da una rinomata, quanto reietta, erborista della città, lunghi capelli viola e, segretamente, riesce a manipolare alcuni poteri magici a cui non le sarebbe possibile accedere a causa
del suo sangue umano.
“Da quando aveva sorvolato Maccah, sfiorandola, non aveva smesso di chiedersi quali limiti e quali scoperte ci fossero nel suo potere.”
Quando Thegga, la tutrice di Sidhe, le chiede di sposarsi per sollevare dalle sue spalle il peso economico di sostentarla e, contemporaneamente Thakart, futuro Erede della piana e amante di Sidhe, le trova il nome di un uomo legato alla scomparsa dei
genitori, la ragazza decide di partire alla ricerca della sua verità, seguita da Shluba l’erborista, che le insegnerà a manipolare e
controllare il proprio potere.
“La pietra scintillante di Thegga le danzò sulla pancia, pesante e leggera come solo una casa d’infanzia può essere.”
Ma quando, quando raggiungono l’abitazione dell’uomo, scoprono che un segreto molto più oscuro si cela dietro la misteriosa morte
dei genitori di Sidhe, un segreto che l’Imperatrice vuole a tutti i costi celare e che potrebbe portare alla rovina del regno di Angisi.
“Avvertì il sole scaldarle le palpebre con un bacio leggero e si sentì in pace nonostante tutto: ci era riuscita, era in viaggio alla ricerca della sua verità.”
“La Stella Purpurea” si presenta come un fantasy di stile classico con una punta di originalità, mischiando il nuovo e il vecchio con sapienza e dedizione. Assieme a nomi, vicende e razze, nate dalla mente dell’autrice, infatti, vengono mescolati razze più note, come elfi, nani e simili creature, la cui origine è a tutti familiare.
Il romanzo, pure essendo piacevole nella lettura, grazie ad uno stile narrativo descrittivo, seppur fluido, si presenta al lettore,
più che come un vero primo libro, come un enorme introduzione a tutte le vicende che avverranno in seguito, e che vengono
preannunciate alla fine della narrazione. La scrittrice, infatti, porta per mano il lettore nelle fondamenta del suo mondo e, anche
grazie ai capitoli visti da punti di vista differenti, ci permette di scoprire psicologia, stratificazione sociale, storia e costruzione
del mondo per come si dipanano nella sua mente e fra le pagine del libro.
Una nota di merito importante va alla costruzione curata dei personaggi secondari che popolano il racconto in grande quantità e
che, pertanto, non sono lasciati sullo sfondo come pupazzi senza vita, ma che mostrano storie e caratterizzazioni dalla quale è
evidente evincere l’amore e la cura che si è dedicata loro.
“Stanotte non diciamo addio solo agli amici, ma a una parte della
nostra vita.”
“Gli Eredi di Angisi – La Stella Purpurea” è un'introduzione ben ponderata e ben scritta di una storia complessa, che si preannuncia sorprendente e fornita di colpi di scena inaspettati ma anche di svolte di trama annunciate. Un libro che parla del coraggio di lasciare casa per cercare la propria via ma che non rinnega la paura, il vuoto e la perdita che questo ci può causare e che anzi, incoraggia a camminare per inseguire la ricerca della propria verità e del proprio io.
“Nulla è facile, tutto è oblio e quando il sole muore muoiono i miei sogni, muore il mio dio. Mentre lascio casa , in mano un pugno
di more, sento che questo è un addio, il mio addio.”
~Articolo a cura di Luinil
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