"Eliza" è un romanzo di Sara Caporilli, edito da Newton Compton Editori a Novembre 2019.
Il titolo coincide con il nome della protagonista, e non potrebbe essere diversamente in una storia che si concentra sulla narrazione in prima persona, della vita di Eliza.
Personaggio dall'esistenza travagliata, la giovane Eliza è un'alternativa Raperonzolo che ha trascorso la vita in una torre, inferno personale di isolamento e violenza dal quale fuggire sembra impossibile: un crudele sovrano, Sigismund, il re di Lashcote, la tiene prigioniera sin dall'adolescenza, costringendola ad essere la sua concubina, giorno e notte. Ogni tentativo della giovane di allontanarsi da lui o respingerlo viene represso con terribili torture.
L'incontro con il conte Leonard, uomo dall'animo nobile e gentile, le offre l'insperata occasione di scappare. Il conte la porta in salvo e si prende cura di lei, mostrandole il mondo che le è ignoto, poiché il suo universo era circoscritto a poche stanze della torre, e riservandole il rispetto che la fanciulla non ha mai conosciuto.
"«Eliza», chiamò la sua voce.
In un attimo mi destai, spalancando gli occhi.
«Padrone», risposi tirandomi su a sedere. Ma non era stato il mio padrone a chiamare, no, lui non era lì, non accanto a me, ma solo nella mia testa. Chi l’aveva fatto non aveva di certo urlato, al contrario mi aveva chiamata piano, standomi ora davanti, con la mano sulla spalla e il volto contrito.
«Stavate avendo un incubo», disse.
Il suo disagio si mischiò all’umiliazione provata per l’incubo avuto, per l’aver detto ancora quella parola da me tanto odiata, padrone, ricordando a entrambi come avevo vissuto sino ad allora. Era difficile perdere le abitudini di una vita.
Vent’anni di reclusione, pensai, vent’anni."
Già impegnata nella propria battaglia personale per ottenere il riscatto che ha sempre desiderato, Eliza scoprirà anche verità scomode riguardo la propria identità, dovrà fronteggiare una realtà difficile e inattese responsabilità.
"«Eliza vi ha segregata e torturata!», sbraitò Leonard, ormai senza più alcuna remora. Che fosse dinanzi al suo re o meno, non importava più.
«Credete che non lo sappia?!», risposi alterata, ero io a portarne le cicatrici.
«Vi ha costretta», ribadì spiegandosi meglio.
«Per anni l’ho accettato».
«Vi avrebbe uccisa», disse tra i denti.
«Ed è così che doveva andare,
dovevo oppormi e morire», dissi. Poi guardai il re. «Mi ha già resa sua, un matrimonio lo renderebbe solo evidente», sussurrai, riuscendo soltanto a pensare alle vite umane che avremmo perso e a quelle che avremmo potuto risparmiare.
Il re scosse il capo. «Sono d’accordo con voi, conte. Sono certo, Anna, che l’assetto attuale del nostro esercito possa tenere a bada un’invasione», continuò, ma sapevo che anche lui non ne era davvero convinto.
«Mio signore, non ho paura di lui, non più», dissi mentendo. «La mia protezione non vale una guerra», affermai.
Come poteva la vita di altri valere più della mia?
«Non potete essere seria, volete tornare a supplicare quell’uomo? Non ve lo permetterò!», sbraitò ancora Leonard.
«Per il mio popolo mi inginocchierei e supplicherei chiunque».
Avrei piegato me stessa, se fosse stato necessario."
Il gentile Leonard riesce presto a scalfire le difese di Eliza, conquistandone la fiducia, la stima e infine il cuore.
Il tenero amore di Leonard riuscirà ad aprire un varco nel suo animo e a farle capire che nel mondo non è solo possibile sopravvivere, ma anche vivere e sorridere. Eppure per Eliza sarà difficile vivere il suo sentimento: infatti, anche se contraccambiata, incontrerà numerosi ostacoli nel suo percorso verso una vita serena.
"L’amore dovrebbe essere semplice, conciliarsi a pieno con le vite di chi tocca. Il nostro travaglio non sembrava appartenere all’amore; questo ci aveva ripudiati entrambi, sin dall’inizio."
Eliza trova conforto nell'amore di Leonard ma non la salvezza, che riesce a conquistare con le proprie forze grazie ad un coraggio incrollabile.
"Una volta pronta feci uscire le mie dame e la balia. Quest’ultima prima di seguirle mi si accostò. Teneva tra le mani un rosario consumato dalle troppe preghiere, le più dette per me. Mi baciò la fronte per poi guardarmi dritta negli occhi e mimare: “Voi sarete forte”.
Eliza e Leonard rappresentano il bene, l'amore che lotta contro ogni ostacolo. Sigismund invece incarna il male assoluto, senza pietà, mai sazio di crudeltà.
Intorno a questi estremi ruotano personaggi profondamente umani: sarebbe impossibili definirli buoni o cattivi, poiché incarnano tutte le contraddizioni e le sfaccettature dell'animo umano.
La balia di Eliza, ad esempio, soffre per il destino della ragazza. È sicuramente un personaggio positivo, eppure, soprattutto inizialmente, non ha la forza di schierarsi apertamente contro Sigismund.
Accursio, forse il personaggio più intrigante del romanzo, amico di Leonard, stima Eliza come persona anche se, a causa di una mentalità antica da cui non è in grado di affrancarsi, non riesce a considerarla una donna rispettabile.
“…la cercherà fino alla morte”.
Le parole di quell’uomo, di Accursio, si fecero vive tra i miei pensieri. Ciò che aveva affermato con tanta sicurezza era la verità, avrei forse passato una vita a fuggire fin quando uno dei due non sarebbe morto. Stavo illudendo la mia mente con visioni di un futuro inesistente.
“Se solo mi aveste lasciato morire”, pensai con rabbia.
“L’avete condannata”, aveva poi aggiunto Accursio. Ma non lo ero già stata? Tra il mio presente e il mio passato non vedevo alcuna differenza."
Anche se ci sono numerose parti cruente e vari momenti passionali tra i protagonisti l'autrice non diventa mai scurrile o volgare: anzi il linguaggio è molto curato in ogni proposizione, delicato e classicheggiante, ricorda una prosa da romanzo d'altri tempi.
La storia di Eliza, di una donna che si riappropria della dignità perduta, è metafora di ogni donna contemporanea, che deve scoprire la forza per andare avanti dentro di sé, e non negli altri.
"Ero stata sempre e solo del mio padrone e ora non lo ero più. Forse la situazione sarebbe durata meno di quanto potessi sperare, ma in quegli istanti, mentre attendevo che il sonno si impadronisse del mio corpo, mi sentii di me stessa. Appartenevo solo a me, alla mia volontà."
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