domenica 27 giugno 2021

"Non volevo innamorarmi" di Minta Suzumaru

"Non volevo innamorarmi" (Koi wo suru tsumori wa nakatta) è un manga pubblicato dalla casa editrice Starcomics, ultimo numero della collana Queer, scritto e disegnato da Minta Suzumaru. 


Yoshino Kiritani è uno stachanovista, che si è sempre concentrato solo sul lavoro e, a causa della sua timidezza, non è mai riuscito ad intraprendere una relazione amorosa. Grazie al suo bell'aspetto ha sempre riscosso molto successo con le donne, ma gli apprezzamenti femminili gli sono del tutto indifferenti dal momento che il suo interesse è rivolto agli uomini i quali, però, sembrano non considerarlo minimamente dal punto di vista romantico. L'apprestarsi del suo trentesimo compleanno coglie Yoshino quasi di sorpresa, e la coincidenza tra il suo compleanno e le festività natalizie sembra una beffa per lui, che ogni volta spera di non trovarsi più da solo, e invece, anno dopo anno, non c'è mai nessuno, quando torna a casa, che gli faccia gli auguri con un un gesto affettuoso. 

Ormai perse le speranze di trovare un fidanzato, gli rimane un unico desiderio: l'avventura di una sera per provare almeno una volta cosa si prova ad essere desiderato da qualcuno. Non sa proprio come fare quando una conversazione origliata per caso tra due colleghe gli suggerisce una soluzione: recarsi in un gay bar. Dopo una rapida ricerca online sceglie il luogo che gli sembra più tranquillo, e la sera della vigilia, non avendo altro da fare, decide di andarci.
Con sua sorpresa i ragazzi presenti lo trovano tutti molto attraente, non sa neppure a chi concedere le sue attenzioni, finché non incrocia gli occhi di Ro, un bellissimo ragazzo dai capelli d'argento, che lo conquista immediatamente, e gli regala la notte che tanto desidera.
Eppure, dopo l'euforia del momento capisce di non essere riuscito a vivere l'esperienza senza lasciarsi coinvolgere e di essersi infatuato di Ro. Teme, però, che per lui il loro incontro non abbia significato niente. 

Yoshino torna varie volte nel locale, solamente per vederlo e parlargli ancora, godendo di ogni momento che gli dedica, sperando che tra di loro possa nascere qualcosa, ma Ro, con disinvoltura, gli dice che fra loro non può esserci nulla. 
Quella frase lo ferisce profondamente, perchè anche se non ne aveva l'intenzione, si è innamorato. Yoshino invece è stato davvero, per Ro, nient'altro che un'avventura? 


Yoshino è un personaggio rappresentato nella sua fragile umanità, costantemente a disagio con sé stesso. 
È un protagonista triste, che contempla le vite altrui da una posizione d'angolo. 
Si è convinto che l'intimità possa sostituire i sentimenti che il destino gli ha negato ma, quando la vive, si rende conto di non sentirsi soddisfatto: si scopre solo più infelice. 

Anche Ro, nonostante sembri inizialmente un personaggio frivolo, con alle spalle moltissime relazioni superficiali, desidera l'amore  proprio come Yoshino, dal cui candore si ritrova spiazzato e affascinato. 

I disegni di Minta Suzumaru sono stupendi: le tavole sono di indescrivibile delicatezza e straordinariamente dettagliate, il tratto nitido e ben delineato. I personaggi, così finemente definiti, anche grazie ad un attento gioco di chiaroscuri, riescono a restituire al lettore espressioni e sentimenti. 
Mi hanno particolarmente colpita le vignette mute e gli sguardi, suggestivi scorci sull'universo emozionale dei protagonisti. 
Purtroppo trattandosi di un manga yaoi (che personalmente non preferisco) ci sono alcune pagine che presentano contenuti piuttosto espliciti, con immagini ed espressioni che lo rendono adatto, sebbene si concentri sulla storia d'amore, solo ad un pubblico adulto e agli appassionati del genere. 

Un particolare sfizioso sono i cocktail offerti da Ro a Yoshino, che hanno significati ben precisi, spiegati in fondo al volume.

"Non volevo innamorarmi" sottolinea che una relazione meramente fisica non riempie nessun vuoto e non può essere sufficiente a sfamare un animo assetato d'amore: ciò che ciascuno desidera veramente è il calore di un cuore che batta all'unisono con il proprio, non un corpo che possa offrire soltanto il triste mero piacere di una notte. 

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