Chi non conosce la divina commedia di Dante Alighieri?
L'impervio viaggio del sommo poeta nei tre regni dell'aldilà è oggetto di studio in moltissime scuole del mondo. Spesso è stato però spiegato in maniera estremamente dettagliata e precisa: forse la Divina Commedia è stata spiegata troppo bene, così bene da risultare - Dante non ce ne voglia - eccessivamente impegnativa e ampollosa per essere davvero apprezzata come merita.
E quindi, se spiegarla troppo bene è controproducente, cosa accadrebbe se invece questa grande opera letteraria fosse... spiegata male? Muzzopappa, già autore di vari romanzi e libri illustrati per bambini e ragazzi, torna sul panorama editoriale con "L'inferno spiegato male": un libro game che propone la versione riveduta e scorretta del viaggio di Dante nel regno dei dannati. Narrata in prima persona dal famosissimo poeta, la storia segue le sue peripezie nell'inferno, i suoi pensieri e le sue riflessioni.
Dante, all'inferno, non voleva nemmeno andarci. Sia ben chiaro: è stata tutta colpa "dell'amico suo", il caro poeta Virgilio, il quale gli aveva promesso un "viaggio da urlo". Che dire, effettivamente così è stato... Dante ha urlato spesso, ma più per la paura che per l'entusiasmo. Insomma, si aspettava una gita un pò diversa, e meno cupa.
Tra camminate lunghissime e stancanti, svenimenti in grande stile e conversazioni filosofiche con le anime passate a miglior vita (o forse, sarebbe il caso di dirlo, peggior vita) Dante e Virgilio percorrono l'inferno, prendendosi il tempo per scherzare su tutto: dal macabro paesaggio alle fantasiose punizioni inflitte da mostri mitologici. Ridere all'inferno non è irrispettoso? Secondo i due originali viaggiatori, probabilmente no, anzi: ridere è il solo modo per affrontare al meglio qualsiasi avversità, e tenere sempre lo sguardo fisso al lato colorato del mondo.
Il Dante di Muzzopappa è un pò diverso dall'originale: sfrondato dei suoi aspetti più seri, risulta comico e divertente, anche se ci sono alcuni tratti in cui l'autore si concede la libertà di prendere in giro l'Alighieri, ironizzando sull'autostima spesso un pò eccessiva che si evince dai suoi scritti.
Anche con Virgilio si assiste ad una deformazione del personaggio originale: si fa ironia sulla calma compassata del personaggio, capace di mostrarsi tranquillo anche dinanzi alle situazioni più impervie, mai stanco e costantemente ansioso di mostrare a Dante questo o quel girone.
Il libro, usando un linguaggio moderno e incalzante, trasforma un'opera di indiscusso valore letterario in un'entusiasmante avventura accessibile e apprezzabile dai più giovani, usando frequentemente un miscuglio ben preparato di sarcasmo e battute anacronistiche, che danno vita ad un fantastico contrasto tra classico e contemporaneo.
Divertentissimi sono i capitoli extra: trattandosi di un libro gioco, il romanzo è costruito a bivi. Le scelte giuste per proseguire con la narrazione lineare sono molto intuitive, ma per godere appieno dell'esperienza di lettura consiglio di soffermarsi a leggere tutti i capitoli "alternativi" caratterizzati da irresistibile comicità.
Una menzione speciale va agli "specchietti", riquadri esplicativi dotati di vita propria - dispongono persino di un sindacato- che portano allegria in ogni pagina. Lo stesso Dante narratore interagisce più volte con gli specchietti, mettendo in scena spassosi siparietti, spesso risolti dalle altisonanti ma deliziosissime note esplicative della casa editrice, che conferma, avalla o si dissocia dalle idee sovversive degli specchietti o dello stesso Dante.
Grazie a battute esilaranti e una prosa pungente, Muzzopappa racconta la sua originalissima versione della prima cantica della Divina commedia con un tocco frizzante, riuscendo a rendere profondamente omaggio al modello di riferimento.
L'autore regala ai lettori un libro divertentissimo, perfetto per i più piccoli ma consigliato soprattutto a chi conosce bene l'opera originale e saprà apprezzare meglio riferimenti, parodie e ammiccamenti all'universo letterario dantesco, così vasto che ancora oggi non smette di meravigliare, di suscitare riflessioni e di costituire una fonte di ispirazione.
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