venerdì 26 giugno 2020

Review Party: "La Grazia dei Re" di Ken Liu

                 



"La Grazia dei Re" è un romanzo di Ken Liu, edito in Italia dalla casa editrice Oscar Mondadori. 

L'arcipelago di Dara, un tempo diviso in regni autonomi, è stato riunito sotto un unico dominio dall'imperatore Mapidére, dopo anni di lotte sanguinose. Ma come preannunciato da una profezia alla sua morte l'impero si sgretola. 

L'imperatore Erishi, successore di Mapidére, salito al potere molto giovane, non si rende conto delle reali difficoltà del popolo e gestisce male il suo ruolo. Quando esclama: "Perchè insistono con il voler mangiare riso? La carne è molto meglio!" le sue parole sono un chiaro riferimento alla figura di Maria Antonietta e alle sue "Brioches" durante la Rivoluzione Francese.

Tra intrighi, lotte clandestine e ribellioni, si fanno strada due uomoni molto diversi le cui azioni determinano il cambiamento delle sorti dell'Impero per sempre: Mata e Kuni. 
Mata Zyndu, erede e rampollo della dinastia Zyndu, imponente e quasi semidivino, ha la forza di cento uomini ed una particolare caratteristica fisca: la presenza di due pupille per ciascun occhio, simbolo del favore degli dei. Kuni Garu invece è un uomo scaltro e pieno di risorse che mette la sua mente e le sue capacità al servizio di un bene maggiore, anche se inizialmente in maniera riluttante. 

"Se si scende in guerra, si dovrebbe fare tutto il possibile per vincere. Un coltello non può dirsi maligno soltanto perché è affilato, e un complotto non può dirsi malvagio soltanto perché è efficace. Dipende tutto da chi lo brandisce. La grazia dei re non è la stessa cosa della morale che guida gli individui".

Quest'ultima frase racchiude perfettamente il concetto di questo romanzo. L'autore mette in chiaro da subito che non c'è una giustizia assoluta, che non esiste solo bianco e nero. Tutto è grigio, anche nel Bene può annidarsi il seme della malvagità e della crudeltà così come nel Male può esserci la necessità di fare del bene. 


Nel mondo di Dara giocano un ruolo fondamentale le forze soprannaturali, infatti i Sette Dei dell'Arcipelago, anche se non in maniera diretta, si interessano e provano ad interferire per i loro tornaconti nelle vicende degli uomini. Una presenza del mondo etereo molto simile a quella che si trova nelle opere di Omero dove le forze in campo sono aiutate, o messe in difficoltà, da dèi capricciosi. Nonostante ciò la decisione ultima spetta agli uomini che hanno sempre la capacità di essere misericordiosi oppure, anche in nome di concetti alti come l'onore ed il rispetto, concedersi alle crudeltà più disumane. Sta ad essi capire che gli dèi sono come "il vento e le maree, grandiosi correnti di potere che possono essere cavalcate soltanto da chi è disposto a prendere l'iniziativa".



In relazione a ciò le profezie hanno un significato molto ambiguo, infatti anche se direttamente dettate dagli dèi stessi, saranno interpretabili in maniere molto diverse tra loro. Ciò si ricollega ad un tema fondamentale del romanzo: ogni uomo, anche il più forte, ha un punto debole. La forza fisica non può nulla contro l'intelligenza e la scaltrezza, ma allo stesso tempo la scaltrezza non può nulla contro lo strapotere fisico. L'equilibrio è la chiave di volta di quest'opera e sarà proprio l'equilibrio spezzato a determinare vincitori e vinti. Nonostante questo solo quando non esisteranno più nè vincitori nè vinti il mondo potrà salvarsi.

Un altro tema portante è l'importanza dei fiori e del loro significato all'interno del mondo e della vita di ogni uomo. Una delle protagoniste, Jia la moglie di Garu, esperta in erbe e piante, è in grado di utilizzarle per volgere a suo favore, e a favore di chi ama, le sorti del destino. Mata e Kuni si definiscono rispettivamente un Crisantemo ed un Dente di Leone, esprimendo, secondo il linguaggio dei fiori, le loro caratteristiche in comune con queste piante.

Interessante è anche notare l'importanza data al modo di sedersi di ogni personaggio a confronto con gli altri. Infatti la "seduta" è importante per rendere chiaro il rapporto tra coloro che parlano secondo il ceto sociale e il rapporto personale, passando da un tipo molto formale ad uno estremamente informale. Ciò è anche un modo, in alcune occasioni, di mettere in risalto le differenze di visione che hanno i personaggi l'uno dell'altro:
«Quando sono poveri e in affanno è facile per gli uomini essere amici fraterni, ma diventa molto più difficile quando le cose vanno bene. Un’amicizia non sarà mai forte quanto un legame di sangue" e ciò ha delle conseguenze fondamentali per lo svolgimento dei fatti.

Altro tema importantissimo è la visione delle donne all'interno del mondo di Dara. 
Inizialmente sono infatti considerate come sesso debole e definite persino nei testi sacri come figure di estrema inutilità, necessarie solo per gestire l'alcova familiare. Tuttavia, lentamente ma inesorabilmente, le protagoniste femminili, si mettono in mostra per ciò che veramente sono in grado di fare.
I due protagonisti si differenziano anche dal punto di vista della fiducia che ripongono nel genere femminile: uno dedito all'onore e alla tradizione, preferisce non fare affidamento su di loro. L'altro invece, più aperto, è propenso a trovare soluzioni alternative, cerca quindi aiuti importantissimi proprio ricorrendo all'ingegno delle donne.

Con il suo stile di scrittura semplice, ma a tratti aulico, Ken Liu porta il lettore all'interno di un mondo fantastico molto simile a quello attuale, ispirato alla Cina del Medioevo: il mondo di Dara. 
Dopo un iniziale momento di introduzione, la narrazione mette in risalto non soltanto le gesta e le strategie militari e politiche ma anche, e soprattutto, i cuori degli uomini che spesso devono lottare contro sé stessi per un Bene più grande. La fondamentale differenza tra i fantasy classici e questo è l'assenza di un Male assoluto e, così come già detto in precedenza, anche di un Bene assoluto. Il mondo è fatto di esseri umani e da tali si comportano con i loro errori e le loro gesta eroiche. La domanda é: cosa prevarrà? La forza o la scaltrezza? La vendettà o il perdono? L'onore o l'astuzia?


"La Grazia dei Re" è un romanzo estremamente interessante e coinvolgente, che spinge il lettore ad affezionarsi ai numerosi personaggi. Assolutamente da non perdere per gli appassionati del genere.









Le altre tappe del Review Party le trovate sui seguenti blog:

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