giovedì 18 giugno 2020

"Un singolo passo": una nuova graphic novel Tunué




"Un singolo passo" è una graphic novel edita da Tunué, in uscita oggi.
È un'opera interamente a colori che si rivolge ad un pubblico adulto.
Le vicende narrate ruotano attorno ad un protagonista mai chiamato per nome, una particolarità che mi ha ricordato "Il diavolo in corpo" di Raymond Radiguet. Anche il suo volto viene mostrato poco, sempre coperto da una mano, o al massimo in metà vignetta.


Questo non avviene con i volti degli altri personaggi, ed è importante perché è come se in questo modo gli autori avessero voluto mostrare al lettore la stessa prospettiva del protagonista, permettendogli di calarsi nella sua anima e nei suoi pensieri. Infatti le illustrazioni essenziali e i colori brillanti concentrano l'attenzione sulla sua visione della realtà che egli, essendo nel pieno della giovinezza, percepisce con particolare intensità.
Il protagonista è un ragazzo di vent'anni, iscritto da poco all'università. È distrutto perché la sua fidanzata, che amava molto, lo ha lasciato. Si sente come una marionetta a cui sono stati staccati i fili, oppure come un puzzle scomposto.


Genitori e amici cercano di confortarlo. Cosa sarà mai la fine di una storia? "Morto un papa se ne fa un altro" dice suo padre, ma lui non è della stessa opinione. Si sente come se ogni luce dentro di lui fosse stata spenta, e non sa come riaccenderla. A volte per distaccarsi da una situazione che causa sofferenza c'è bisogno di un allontamanto fisico, così coglie l'opportunità di partecipare ad un progetto Erasmus, che gli permetterà di trascorrere alcuni mesi di studio all'estero. Precisamente a Porto, in Portogallo.



Poco dopo l'arrivo però, gli si presentano le prime difficoltà. La lingua gli sembra incomprensibile e poi non conosce nessuno. Inoltre per la prima volta è costretto a vivere da solo quindi deve imparare ad autogestirsi.
Ogni problema gli appare insormontabile, la solitudine pesa sulle sue spalle come un macigno e già poco dopo l'arrivo nasce in lui il desiderio prepotente di tornare subito in Italia.
Ma una coinquilina capisce il suo stato d'animo e lo incoraggia a darsi una possibilità, a non sprecare l'occasione dell'Erasmus a causa di un momentaneo e comprensibile senso di iniziale disagio. Lo invita perciò ad uscire con i suoi amici. Il ragazzo sceglie di fidarsi di lei e accetta l'invito. Grazie a lei conosce altri ragazzi in Erasmus che gli confermano di essersi sentiti spaesati come lui all'inizio e di essersi ambientati solo dopo qualche giorno.
Rincuorato, abbandona l'idea di ripartire e inizia ad affrontare i vari ostacoli che gli si presentano con un atteggiamento più positivo ed ottimista. 



Grazie all'esperienza dell'Erasmus tornerà più forte e consapevole del proprio valore, nonché della propria indipendenza.

Vivendo da solo riesce a superare anche l'attaccamento nei confronti dei genitori, instaurando con loro una relazione più sana, non di dipendenza ma di reciproco affetto e stima.

All'inizio della storia il protagonista si sente come se si trovasse su un palco, dinanzi ad un pubblico immenso da compiacere ad ogni costo, pronto a deriderlo e scuotere la testa in segno di disapprovazione. Dopo la sua crescita si rende conto che non esiste nessun pubblico al quale dimostrare qualcosa.
La meta dell'Erasmus non è casuale: la penisola iberica è molto accreditata per viaggi di studio, ma gli autori hanno scelto tale collocazione anche per il bellissimo oceano che ne lambisce le coste. Con il suo movimento lento ma incessante, capace di modellare le rocce, sembra al protagonista senza nome "inevitabile" come il destino, e come il cambiamento che dà forma alla personalità di ogni persona.


L'evoluzione interiore del protagonista viene comunicata al lettore tramite la metafora visiva dei baffi. Quando si trova a Porto, avviene in lui un cambiamento che desidera vedere anche sul suo volto quando si guarda allo specchio, grazie ad un dettaglio, anche piccolo ma indispensabile. Così inizia a farsi crescere i baffi, tanto che i nuovi amici iniziano a chiamarlo "baffo" come se in un certo senso riconoscessero la sua nuova identità.



Così tutto sommato non mi importava più sapere se stessi tornando o partendo e verso chi o cosa andassi. Ciò che contava, adesso, era sapere finalmente chi fossi diventato.

Alla fine della sua esperienza il protagonista scopre di aver abbandonato definitivamente nel passato le sue difficoltà, e di riuscire ad essere di nuovo felice. Senza neanche rendersene conto, passo dopo passo, questo è accaduto perché si è aperto lentamente alla vita.

Così le giornate ripresero a scorrere lente, e pensavo... ripensavo al destino, da cui non si può fuggire. Ai suoi segni, alla sua ciclicità. E alla sua unica, amara e puntuale ironia. DI cui iniziavo, però, a saper ridere.

Mentre poco dopo l'arrivo a Parto con gli amici brinda "alla fine" prima di partire riesce a brindare ai nuovi inizi. Ha imparato ad accettare il fluire inesorabile degli eventi, sorridendo perché sono accaduti ma senza rimpiangerli e crogiolarsi in modo passivo, come faceva prima di partire, in un passato triste che non può cambiare.

Finalmente capivo, infatti, cosa mi era succcesso, cosa avevo fatto. Era stato l'aver avuto il coraggio di osservare tutto ciò che c'era al di fuori di quello che non avevo vissuto fino a quel momento.

Consiglio questo libro a tutti coloro che sognano di fare un viaggio all'estero e soprattuto a quei lettori che si sono sentiti smarriti, in un certo momento della propria vita, e per ritrovarsi hanno trascorso un periodo di tempo lontano da casa, tornando profondamente cambiati.


Naturalmente ne consiglio la lettura in modo particolare a coloro che hanno vissuto l'esperienza dell'Erasmus: si riconosceranno sicuramente in questa delicata graphic novel, che gli porterà alla mente tanti piacevoli ricordi.






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