martedì 13 aprile 2021

"Mary Shelley: Cacciatrice di mostri"

Il nome "Frankestein" evoca subito alla mente il celebre romanzo di Mary Shelley, opera che rientra certamente nella narrativa dell'orrore. La storia del mostro costituito da varie componenti umane, portato in vita da un folle che intendeva sostituirsi a Dio e giocare con la vita e la morte, punito dalla sua stessa creatura, ha turbato generazioni di lettori, incerti se provare orrore o pietà per l'innaturale creatura del dottor Frankestein. Una cosa è certa: nessuno che abbia letto l'opera è riuscito a rimanere indifferente, perché "Frankestein" è un romanzo che spaventa, che scuote le coscienze, che turba, oggi come all'epoca della prima pubblicazione.

Adam Glass, Olivia Cuartero Briggs e Hayden Sherman hanno lavorato ad un'opera a fumetti, pubblicata in Italia dalla Saldapress, la cui storia trae spunto proprio dal racconto di Mary Shelley. Non si tratta però di un adattamento del romanzo, bensì di una reintepretazione, in chiave forse persino più cupa dell'originale, che intreccia avvenimenti realmente accaduti della drammatica vita dell'autrice con altri puramente inventati.

Il numero 24 di Chester Square, a Londra, è stata l'ultima residenza di Mary Shelley. La storia inizia quando una giovane guida turistica, che sta illustrando la storia dell'autrice ai visitatori dell'abitazione, scopre che un'anta nel pavimento è un pò scossa. Per evitare che qualcuno si faccia male, dopo aver congedato i visitatori, cerca di risistemarla, e nel mentre scopre, nascosto nel pavimento, un manoscritto della defunta autrice, in cui lei stessa racconta la propria versione della storia di Frankestein: una versione del tutto inedita, eppure, narrata con un'intensità tale da sembrare terribilmente reale. 


Mary Shelley, giovanissima, trascorre l'estate d 1816 con l'amato Percy, Lord Byron e la compagna Claire Clairmont e John Polidori, a Ginevra, in Svizzera. Qui, dove stando alla sua biografia avrebbe iniziato la stesura della sua opera più famosa, nel manoscritto narra la genesi dell'inquietante idea del mostro: Mary ha assistito alla sua raccapricciante creazione. 
Qui infatti diventa testimone del lavoro di Victoria Frankestein, donna dal cipiglio sicuro e forte, che le chiede di non spaventarsi e le spiega il suo piano: dare vita, sfruttando il potere della scienza, ad un esercito di uomini che servano esclusivamente la causa femminile, senza provare il desiderio di prevaricare le donne. Uomini creati con il solo scopo di favorire il cammino delle donne nella società retrograda e maschilista. 
Mary, inizialmente reticente, anche a causa del suo stato interessante, decide poi di appoggiare la causa della donna, scoprendo che, nelle più piccole cose, la misoginia degli uomini che la circondano le rende la vita impossibile.
La creazione di un essere umano a cui insegnare tutto dal principio si rivela, inizialmente, un'esperienza esaltate. Eppure, ben presto, la creatura si rivela tutt'altro che umana, ma animata da istinti terribili. 
Eppure, chi sono i veri mostri, in questa storia?


Mary Shelley, protagonista dell'opera, viene subito mostrata al lettore come una figura femminile sopra le righe. Si è ribellata alle convenzioni sociali della sua epoca, essendosi sentimentalmente ed intimamente legata ad un uomo già sposato, con cui poi si è potuta unire effettivamente solo dopo il suicidio della moglie. 


Victoria Frankestein, versione femminile del dottor Frankestein da cui prende il nome il romanzo, è una figura funzionale alla storia. Affascinata sin da giovanissima dalla medicina, usando il nome del cugino ha studiato all'università, che le ha riconosciuto un grande talento ma, quando la sua vera identità di donna è venuta alla luce, l'ha scacciata come se il solo fatto che avesse varcato le soglie di un luogo simile avesse disonorato l'intera università. Umiliata, Victoria non ha mai abbandonato la sua passione, cercando anzi il modo per prendersi la propria rivincita nei confronti del genere maschile, che disprezza completamente. 

Il personaggio di Victoria è importantissimo, perché introduce nell'opera la questione femminile. Mary, che è spesso stata vittima di pregiudizi e maldicenze, approva completamente le sue idee, facendone ben presto un'ossessione. 
Neppure l'amato Percy sembra comprenderla del tutto, perché spesso le donne sono lasciate sole nelle loro battaglie. 


Il volume, di grandi dimensioni, contiene tavole interamente a colori: tinte cupe danno vita a paesaggi disturbanti, personaggi dalle espressioni grottesche, occhi allucinati, le sagome emergono dalle tenebre con sorrisi distorti. 
Le illustrazioni riescono a trasmettere perfettamente un senso di tensione e paura nel lettore, che si ritrova avvinto in una storia terribile, in cui scegliere per quale personaggio parteggiare è impossibile. 


"Mary Shelley - Cacciatrice di mostri" è la tragica rivisitazione di un classico perturbante che, al pari del romanzo, scuote le coscienze e fa pensare, proponendosi non solo come uno strumento per meditare sui limiti del genere umano e sulla necessità di contrastare il male, ma anche e soprattutto come un manifesto per l'emancipazione delle donne, ancora oggi troppo spesso costrette ad eclissare il proprio genio all'ombra di un uomo prevaricatore. 




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