lunedì 12 aprile 2021

"Reaver: sei guerrieri per un inferno"


"Reaver: sei guerrieri per un inferno" è un fumetto di Justin Jordan, Rebekah Isaac e Alex Guimaràes, pubblicato da Saldapress a settembre 2020, nella collana Skybound. 
Si tratta di un titolo dark fantasy destinato ad un pubblico maturo, sia per il linguaggio sia perché contiene rappresentazioni di violenza esplicita.

Un plauso va all'edizione: la Saldapress ha raccolto i primi sei episodi della storia in un primo volume di grande formato, con una copertina cartonata e arricchita da dettagli patinati, illustrata da Becky Cloonan. 

Dopo duecento anni dalla scoperta del continente di Madaras, che ha permesso la formazione di nuove colonie, Escalene e infedeli Rael si stanno ribellando agli Imperiali, i quali non riescono a capire come mai stanno perdendo progressivamente potere sul protettorato di Escalene. 
Il colonnello Travvos riceve per un colloquio privato il vecchio Marris e la guerriera Thes, i quali affermano di sapere cosa sta accadendo nonché di avere una soluzione. Secondo lui, gli Escalene stanno vincendo perché fanno uso di una magia terribile: tramite il sacrificio di vite umane, possono vedere il futuro, e naturalmente in guerra prevedere le mosse del nemico significa sconfiggere gli avversari. Il vecchio Marris suggerisce dunque al colonnello di mandare in missione sei guerrieri, tra cui lui stesso e la sua fedele Thes, sino all'Incudine, la prigione degli Escalene, edificio dove i prigionieri in realtà vengono sacrificati moltissimi uomini per la predizione del futuro. 
I guerrieri prescelti non sono inidividui distinti per lealtà, nobiltà d'animo e coraggio, semmai il contrario: sono scelti fra i più turpi criminali perché, in caso di fallimento della missione, il colonnello possa poi dire che si trattava semplicemente di prigionieri fuggiti dagli Imperiali, che hanno cercato di trovare rifugio presso gli Escalene. 


Il vacchio convoca dunque i quattro criminali selezionati: il sergente Mahn, il pluriomicida Styrian, Kaenash la mangiapelle, ed Essen Breaker, un temibile guerriero soprannominato "figlio del diavolo" per via dell'elmetto cornuto che era solito indossare in battaglia. 
Inizialmente non tutti sono favorevoli ad accettare, ma il vecchio Marris, che è uno stregone, con l'inganno fa bere loro un veleno che può ucciderli nel giro di un giorno, se non assumono un antidoto che egli stesso provvederà a preparargli di volta in volta. 
Senza nessuna alternativa, i quattro criminali lasciano la prigione per affrontare la missione suicida che è stata loro affidata, senza altra arma se non sé stessi. 
Riusciranno a portarla a termine, e uscirne vivi? 


I protagonisti di questa cupa graphic novel sono tutti antieroi, nel senso più completo del termine: è difficile trovare qualcosa di buono in uno solo di essi e, quando si spera di poter scorgere in loro la più piccola traccia di redenzione, gli avvenimenti seguenti sconfessano questo sospettato pentimento. 
Tra i protagonisti si instaurano relazioni ambigue. Quali rapporti possono instaurerarsi tra criminali? Solidarietà oppure diffidenza?
Il sospetto aleggia su di loro perennemente durante la lettura, inducendo il lettore ad interrogarsi riguardo ciascuno di essi, chiedendosi inevitabilmente se sono sinceri l'uno con l'altro oppure se ciascuno nasconde qualcosa, come in una grande partita di blackjack in cui nessuno vuole far capire agli avversari quali sono le carte della propria mano. 

Il sergente Mahan, arrestato perché scappato dalla guerra come un codardo, riesce difficilmente a perdonarsi di aver lasciato un amico in difficoltà, sul fronte, e aver tentato la fuga come un coniglio. In carcere aveva meditato di togliersi la vita, travolto dalla vergogna della sua viltà, ma la missione gli ridona la speranza di potersi sentire di nuovo utile e provare il suo coraggio.


Kaenash è una Rael, nota come "mangiapelle" perché, grazie ai denti particolarmente aguzzi, durante il combattimento attacca gli avversari a morsi e non le dispiace nutrirsi di carne umana. 
Nonostante la sua malvagità, sembra possedere un intimo e segreto seppur discutibilissimo codice morale. Quando conosce il sergente Mahan capisce subito che non è veramente cattivo, e prova per lui un ruvidissimo ma sincero affetto. 


Styrian, biondo e sarcastico, sempre pronto a pavoneggiarsi per la sua bellezza, è un individuo veramente riprovevole: nasconde dietro l'aspetto piacente una mente crudele, difficile da indagare. 


Essen Breaker, il guerriero più forte di tutti, temuto in ogni dove per il suo soprannome e la sua forza bruta, sembra nascondere un passato di dolore e si comporta come se provasse un sincero rimorso nei confronti di tutte le sue vittime. 


Il vecchio stregone Marris e la guerriera Thes costituiscono un duo inscindibile: hanno orchestrato l'intera missione e sembrano essere sempre un passo avanti agli altri, ma cosa nascondono veramente?


Per quanto sia particolare l'idea di usare sei protagonisti cattivi, ciascuno con la propria coscienza sporca e i suoi demoni, non ho apprezzato la caratterizzazione dei personaggi, che risultano un pò troppo stereotipati e adottano un comportamento ingiustificabile. Cosa li ha condotti a comportarsi così? Come sono diventati quelli che sono? Avrei apprezzato qualche retroscena sul passato di ciascuno di essi, che invece così appaiono come essenze diverse del male incarnato, personaggi funzionali alla storia ma troppo poco umani. 
Trattandosi di un primo volume, però, non escludo che questa caratterizzazione possa giungere in un secondo momento, proseguendo con la storia.


REAVER è un fumetto cruento, in cui la violenza e i combattimenti sono estremi e terrificanti, spinti sino allo splatter. 
Per quanto sia un'opera con illustrazioni curate in ogni dettaglio, con grandi tavole interamente a colori, sicuramente si tratta di una graphic novel consigliabile solo ad un pubblico adulto ed appassionato di fantasy epico, nella sua connotazione più selvaggia e spietata.
Quello di Reaver è un mondo oscuro in cui risuona il clangore delle armi e dove l'azione più pura che si possa commettere è il sacrificio del proprio stesso sangue. 

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