Elena Corti, laureata in Giurisprudenza e da sempre appassionata di letteratura, ha firmato un romanzo di rara bellezza e profondità: “I viaggi segreti di Carlo Rossmann”.
Carlo Rossmann conduce un’esistenza sedentaria lavorando come archivista presso ente pubblico. È contento di intrattenersi fra carte e faldoni, e non prova alcun desiderio di cambiare mestiere, anche se forse non era davvero quello il lavoro dei suoi sogni.
Eppure, quando viene licenziato senza preavviso, si trova costretto ad abbandonare la sua comfort zone per cercare un altro lavoro.
“Carlo era un sognatore. Una di quelle persone che vivono sempre con un piede nella realtà e un piede fuori, in un luogo indefinito, conosciuto solo da loro.
Un sognatore. Un cercatore d’oro. Un cacciatore di emozioni.
Così si definiva nella sua mente. E viaggiava, viaggiava di continuo, avendo come mezzo di trasporto le pagine dei libri, che lo sollevavano e lo portavano lontano, ovunque volesse andare.
La solitudine per lui non era una compagna fastidiosa; per questo amava così tanto il lavoro di archivista alla provincia di C. Adorava la quiete di cui poteva godere nel seminterrato del suo ufficio, con l’unica compagnia del silenzio e del profumo della carta, catalogata e riposta in ordine nelle pratiche sugli scaffali: l’aroma dell’inchiostro che si sprigionava dalle pagine stampate da poco, e quello delicato di muffa che saliva da quelle più vecchie.
La consapevolezza, improvvisa e inconfutabile, che non avrebbe più potuto mettere piede in quel luogo a lui così caro lo gettò in uno stato di smarrimento.”
Inizia così la lunga odissea alla ricerca di un nuovo impiego, che lo porterà a lavorare nei posti più disparati: un’azienda farmaceutica; “Il Chiosco del Pollo Felice”; la “Artet Elettrodomestici”; il cimitero di San Quintino.
Luoghi tanto diversi quanto posti di lavoro ugualmente problematici, nei quali Carlo incontra personaggi strambi che manifestano un comportamento al limite del ridicolo, ma anche figure tragiche, ciascuno con le proprie storie e dolori segreti.
Inoltre, dietro burocrazie infinite e impiegati del tutto incompetenti oppure letteralmente ossessionati dal proprio mestiere sembrano nascondersi misteri inquietanti. Carlo si troverà in bilico tra ciò che vede realmente e ciò che crede di vedere. È tutto frutto della sua immaginazione? Oppure dietro la patinata apparenza si nasconde una torbida realtà?
Carlo, il cui nome è un omaggio al romanzo America di Kafka, ha una visione strana del mondo e delle persone che lo circondano.
Vede le persone attorno a lui con fattezze fiabesche o terrificanti, come se i suoi occhi fossero un prisma capace di filtrare la realtà a vederla per quello che è realmente, senza finzioni.
Ben poco di quel che vede corrisponde alla realtà: quasi tutto – persone ed eventi - viene travisato dalla sua mente che, in modo molto fantasioso, spesso grottesco, intravede la verità dietro la maschera delle cose, che come una scintillante carta da regalo tenta di ammantarla di un fascino che non possiedono.
Inoltre spesso intrattiene lunghe discussioni con il suo inconscio, il quale ha le fattezze di un ragazzo che lo chiama “Chris”, e che lo incoraggia a non subire passivamente la vita, ma a diventarne attore, opponendosi alle ingiustizie ed esprimendo sempre il proprio parere. Carlo, da uomo taciturno e riservato, trova difficile un cambiamento. Eppure le numerose vicissitudini che dovrà affrontare lo indurranno a lavorare su sé stesso e ad intraprendere un radicale cambiamento.
Nelle sue varie avventure, Carlo si scontra con le incoerenze del mondo del lavoro, tema su cui il romanzo invita profondamente a riflettere.
“-Beh, ma, e le domande sulle lingue straniere, il computer, il fatto di essere un leader e tutto il resto? –
-Sono certo che quelle qualità le torneranno utili prima o poi. Impara l’arte e mettila da parte. E poi, a cosa crede che ci serva uno che parla il vietnamita? –
-Non saprei –
-Appunto. Vedrà, il lavoro le piacerà tantissimo. Si fidi di me: so quello che dico-
Il titolo dell’opera potrebbe lasciar supporre che il libro si incentri sul protagonista, ma non è precisamente così. Nell’orbita di Carlo entrano infatti in collisione tantissime persone diverse, con le loro storie e le loro disavventure che narrano a lui, perfetto ascoltatore, custode silenzioso dei segreti di tutti.
La storia segue quindi il percorso dello sfortunato impiegato per poi ampliarsi, diventando un’opera corale.
Ciascuno dei personaggi nasconde dentro il cuore un passato particolarmente drammatico o una vita di difficoltà e dolore, e cerca di salvarsi sfruttando l’immaginazione.
Carlo incontrerà un’umanità varia: scoprirà il mondo segreto della notte e le diverse persone che si muovono e lavorano nelle ore più tarde; chi per disperazione sarebbe disposto ad accettare qualsiasi mansione, senza porsi nessuna domanda.
Il libro propone una profonda riflessione sul conforto che può fornirci la nostra mente, anche quando la situazione che viviamo sembra senza soluzione.
“I viaggi segreti di Carlo Rossmann” è un’opera difficile da inserire in un genere, personalmente posso solo affermare che è riuscito ad emozionarmi, commuovermi, divertirmi.
Un libro geniale, sfaccettato come un diamante, che proprio come un gioiello è un prezioso tesoro letterario capace di aprire l’anima come una finestra sul mondo, e su sé stessi.
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