giovedì 23 aprile 2020

"I kill Giants": graphic novel o film?

                     


I Kill Giants è un fumetto statunitense, scritto da Joe Kelly e disegnato da J. M. Ken Niimura. Oltre ad aver vinto numerosi premi e riconoscimenti, da questa graphic novel è stato tratto anche un bellissimo film, fedele all'opera originale. 
La casa editrice Bao, che ha pubblicato il fumetto in Italia, ha dedicato proprio a quest’opera la prima spilla commemorativa del 2010, per l’iniziativa “Dieci anni, dieci libri”. 


*Questa foto è stata presa dal sito di Bao Publishing 


Barbara Thorson è una ragazzina che frequenta la quinta elementare. È ribelle, indipendente, ha sempre la risposta pronta. Spesso viene presa in giro per le sue stranezze, infatti sostiene di “uccidere i giganti”. Quando viene derisa per le sue strane affermazioni reagisce con aggressività, e il suo comportamento le comporta frequenti colloqui dal preside. 
La bambina è convinta che stia per arrivare nel suo paese un gigante immenso, e decide di prepararsi ad affrontarlo costruendo un martello magico, sul quale incide delle rune.
Solitamente le altre ragazzine la lasciano sola, ma una nuova arrivata, Sophia, fa subito amicizia con lei. Barbara, abituata a stare da sola, si rende conto di essere contenta della compagnia dell’amica, e tenta di coinvolgerla nei suoi giochi.
Ma anche Sophia ad un certo punto inizia ad essere spaventata da lei. Perché insiste con la storia dei giganti? Esistono davvero? O sono la metafora di qualcosa che Barbara non sa come affrontare e trasfigura con l’immaginazione?



 "I kill giants" è una storia delicata e commovente. Mi ha fatto ridere e piangere, ricordandomi “Sette minuti dopo la mezzanotte” di Patrick Ness. 


Il fumetto, interamente costituito da tavole in bianco e nero, ha uno stile di disegno semplice ed essenziale, ma che risulta comunque gradovole anche se leggermente caotico. 


Il film, a mio parere, riesce a trasmettere il senso della storia meglio della stessa graphic novel, grazie ad una protagonista estremamente espressiva e ad una regia perfetta, capace di concentrare l'attenzione sui silenzi di Barbara e sulla sua originalissima visione del mondo. E riesce anche a insinuare il dubbio che ciò che lei vede, attraverso le lenti tonde dei suoi occhiali, sia reale.

2 commenti:

  1. Il film è davvero bello, ma io ho preferito la graphic novel.. Sarà il fascino della carta stampata? ahah

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