lunedì 10 maggio 2021

"Apollo Justice": il quarto capitolo di Ace Attorney


Ricordate Phoenix Wright, il principe del foro, l'avvocato capace di vincere contro l'imbattuto procuratore Edgeworth? Bene, quell'uomo... non esiste più. O meglio, non è più un avvocato. Infatti è stato radiato dall'albo dopo essere stato accusato di aver presentato una prova falsa in tribunale. 
Frode o errore inconsapevole? Chi conosce la sincerità dell'avvocato dai capelli a punta e il completo azzurro saprebbe rispondere senza indugio, ma lui, il diretto interessato, sembra non essere intenzionato a dare spiegazioni al riguardo, deciso a non confermare né smentire le voci che girano sul suo conto.
  

Il gioco inizia così, sette anni dopo "Trials and Tribulations", anni durante i quali Phoenix non è più un avvocato, ha una bambina di cui occuparsi e si procura da vivere lavorando in un bar, dove qualche volta suona - molto male - il pianoforte. La sua attività principale non è quella del musicista mediocre, bensì del giocatore di poker: nel locale presso cui lavora costituisce una vera e propria attrazione, perché vince sempre, contro tutti.
Proprio durante una delle sue serate al locale viene però accusato di aver ucciso un suo avversario. Torna dunque in tribunale, questa volta come imputato, e gli viene affidato come avvocato Kristoph Gavin. Phoenix però rifiuta la sua difesa, chiedendo piuttosto che a difenderlo sia il suo giovanissimo apprendista, Apollo Jutice. Guidato dai suggerimenti di Phoenix, il processo prende una piega inattesa, e lo stesso Kristoph Gavin viene accusato dell'omicidio. L'uomo non nega, anche se non spiega la ragione del suo gesto. Viene dunque incarcerato. Rimasto senza più un pigmalione, Apollo si reca da Phoenix per lavorare nella WAA, Wright Anithing Agency, costituita dallo stesso Phoenix e dalla figlia quindicenne Trucy. 
Sebbene inizialmente abbia seri dubbi al riguardo, non avendo alternative accetta di lavorare presso la loro agenzia offrendo consulti giuridici. Conoscendolo giorno dopo giorno, però, Apollo non può fare a meno di porsi delle domande. Ha veramente presentato prove false, giocandosi l'intera carriera? Perché ha chiesto proprio a lui di difenderlo dalla pesante accusa di omicidio? Come faceva a sapere che il colpevole fosse Kristoph? E cosa nasconde questo crimine? 

"Apollo Justice", quarto titolo della saga di Ace Attorney, (trovate la recensione della prima trilogia cliccando qui) è un gioco che potrebbe lasciare inizialmente perplessi gli affezionati giocatori che hanno amato la saga. Chi è questo Apollo? Da dove arriva? perché Phoenix sembra conoscerlo, mentre lui non ha la minima idea di chi sia? E chi è Trucy Wright? Come mai Phoenix ha una figlia, dal momento che non ha neppure una fidanzata?
Tutte queste domande apparentemente senza risposta sembrano far pensare ad un sequel creato "tanto per vendere" con una storia di base incoerente e slegata dai giochi precedenti, ma non è così. Qualche quesito rimasto aperto nei giochi precedenti resta effettivamente insoluto (dove si trova Edgeworth? Perché non viene mai menzionato? E Iris, con cui Phoenix sembrava aver riallacciato il sentimento perduto? Anche se, ammettiamolo, nessuno di noi faceva il tifo per questa coppia) tuttavia la maggior parte delle questioni vengono spiegate, anche se bisogna procedere nella storia con fiducia: soltanto alla fine ogni mistero sarà risolto. 


IL GAMEPLAY 

Ancora una volta, le modalità di gioco principali sono due: la raccolta degli indizi tramite la fase punta e clicca, e le conversazioni con testimoni e personaggi vari, e la fase processuale, durante la quale sollevare la propria obiezione per scoprire la verità. 
Tuttavia, viene inserita una novità, ossia il potere psichico di Apollo Justice. Anche l'origine di questo potere, che sembra una mera sostituzione del vecchio Magatama, verrà spiegato e si rivelerà elemento essenziale non solo nel gioco, ma anche nella storia. 

Apollo Justice, costituito da quattro casi strettamente interconnessi, è un gioco che si caratterizza per una grafica migliorata ma che si fa apprezzare lentamente dai fan di vecchia data della saga. 


Apollo Justice

Se c'è forse un punto di debolezza, è proprio il protagonista. Pieno di buona volontà, se non avesse il suo potere psichico non servirebbe a molto, perché è prevalentemente un inetto, guidato in tutto e per tutto da Phoenix, che ha un disperato bisogno dell'aiuto di un avvocato che possa fare quel che a lui non è più permesso, ossia costituire parte attiva in un tribunale. 

Trucy Wright 

Phoenix Wright ha una figlia? 
Questa è la prima domanda che si pone ogni personaggio che senta parlare di Trucy Wright. Phoenix non si preoccupa minimamente di spiegare da dove provenga, quasi preferisse lasciare un alone di mistero attorno alla sua famiglia. Ad ogni modo, Trucy è sua figlia, ma adottiva... e le circostanze che lo hanno indotto a prendersi cura di lei non sono assolutamente convenzionali. 
Trucy è una ragazzina piena di vita e di brio, che si dedica con impegno all'arte della magia e spesso tiene spettacoli in vari locali.


Essendo molto matura per la sua età, nonostante qualche inevitabile ingenuità, non fa mai pesare a Phoenix il fatto di non avere un vero e proprio lavoro. Anche perché, nel corso degli anni, Phoenix è stato impegnato in una missione particolarmente importante, i cui dettagli saranno svelati soltanto nell'ultimo caso del gioco. 

CONSIGLIATO? ASSOLUTAMENTE SÌ!

Apollo Justice è un titolo eccezionale da scoprire poco a poco, che si dimostra il degno sequel della saga videoludica originale e appassionante di Phoenix Wright. 

Questo gioco ha un unico difetto: dov'è Miles Edgeworth? 


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