domenica 16 gennaio 2022

"Burn-out pandemia" di Stefano Giglio


Stefano Giglio è un artista eclettico e poliedrico che vive e lavora tra l'Italia ed il Giappone, paese di cui ammira moltissimo il folklore e al quale si ispira molto nelle sue opere. 
"Burn Out Pandemia - Seguendo le nove code" è una piece teatrale che trae spunto dalla recente pandemia che ha sconvolto il mondo, un'opera complessa ed ambiziosa che si propone come  contemplazione della contemporaneità per poi commentarla, e nel farlo si discosta da qualsiasi tentativo di definizione, se non quello di pura e originalissima performance artistica. 

Il protagonista è Darma, un giovane uomo presuntuoso e arrogante di origini indonesiane che lavora per AI, un robot, il quale gli ha ordinato di registrare tutto quello che accade, in modo particolare i pensieri e i sentimenti delle persone che lo circondano. 
La storia si costruisce attraverso le sue interazioni con Kate, una ragazza come tante che si è trovata all'improvviso costretta ad affrontare le privazioni della pandemia.
 Kate è una persona semplice, cha spera di trovare in Darma qualcuno con cui poter ricominciare una vita normale. Ma il destino di Darma è essere asservito all'uomo volpe, una creatura sacra che sembra essere interessata ad osservare l'esistenza umana come un esperimento scientifico, analizzandone non soltanto i comportamenti e i pensieri durante la pandemia ma soprattutto studiandone i cambiamenti della vita nel corso degli ultimi anni, riflettendo amaramente sui mutamenti causati dall'entrata prepotente dei social nelle nostre esistenze.

La pandemia ha sicuramente accentuato un disagio il cui seme era ampliamente presente nella società contemporanea, ormai cresciuto in una zizzania apparentemente sradicabile, che rende falso ogni sentimento e che deforma relazioni sociali e convinzioni. 
In un mondo che cambia e mette a dura prova la nostra umanità, ci ritroviamo schiavi del progresso, dipendenti dalle tecnologie come se fossero una droga, che ci impedisce di vivere serenamente. 
E l'uomo volpe, onnisciente, scruta ogni cosa, intrigato dal genere umano che racchiude in sé la facoltà di distruggersi. 


"La volpe a Nove code" (Kumiho) è una figura famosissima nel folklore orientale, seppur con declinazioni leggermente diverse in Giappone, Cina e Corea. La volpe a nove code è considerata figura di un demone maligno o benevolo, come segno di fortuna o foriero di sventure. Si tratta di un simbolo ancora oggi molto citato soprattutto nell'universo fumettistico e videoludico, caratteristico di un immaginario ormai ampliamente diffuso anche nel mondo occidentale, grazie all'entusiasmo che circonda i prodotti nipponici. 

Partendo dalla figura leggendaria della volpe a nove code, l'autore costruisce intorno  ad essa un insieme di personaggi le cui interazioni diventano occasione per discutere i vari modi in cui l'umanità affronta le difficoltà e le avversità, con un focus particolare sulla pandemia che negli ultimi anni ha causato un completo deragliamento delle nostre vite. 
Inoltre, con precisione e dovizia di dettagli, ha arricchito il suo testo anche di particolari riguardo la sceneggiatura e la metafora di tutti i personaggi, per fornire al lettore  elementi e suggestioni necessari  per comprendere la storia. 
Gli scenari, ridotti all'essenziale, hanno lo scopo di trasmettere la scarnificazione, l'eliminazione di qualsiasi accessorio esteriore e costruire la narrazione su una dimensione interiore e psicologica. 

Dal libro è stata tratta anche una trasposizione a fumetti, con le illustrazioni in stile manga realizzate da Antonella Alaricò, nella quale l'attenzione maggiore è rivolta ai personaggi, alle loro espressioni facciali e ai loro pensieri - infatti sono presenti dialoghi lunghi e complessi e monologhi - a discapito degli sfondi, che invece passano in secondo piano, e tendono ad essere appena abbozzati. 

Entrambe le opere - sia il testo teatrale sia il manga - sono scritte in italiano e giapponese, perchè sono  state pubblicate anche in Giappone.

Con descrizioni di luoghi e personaggi volutamente vaghe, l'autore intende comunicare lo struggimento di un'umanità che cerca disperatamente di decifrare le nuove regole della società in cui vive, come se la vita stessa fosse diventata un gioco con una serie di criteri nuovi da seguire per vincere, per non soccombere. 

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