Negli anni 80 venne prodotto "Dark Crystal": un film fantasy interamente realizzato con pupazzi tridimensionali, una pellicola che si sarebbe affermata come precursore del genere.
All'epoca, per i film di successo era spesso prevista la trasposizione letteraria così Jim Henson, regista del film, incaricò A.C. Smith di scrivere un romanzo tratto dal film.
Questa edizione, pubblicata da Kappalab, è imperdibile per gli appassionati perché impreziosita di vari contenuti speciali: c'è infatti una ricca appendice di illustrazioni e un'ampia sezione che riporta tutte le note apportate dal regista sulla prima versione del manoscritto di Smith.
Jen è un Gelfling, l'ultimo sopravvissuto al genocidio che ha sterminato la sua specie. Ha sempre vissuto con gli urRu, creature che si sono prese cura di lui.
Sebbene si senta amato, Jen vorrebbe una compagna della sua specie e una famiglia, tuttavia si è rassegnato a trascorrere l'esistenza insieme al popolo che lo ha accolto. Ma un giorno il suo mentore gli spiega che il suo destino non è restare lì bensì intraprendere un lungo viaggio alla ricerca di una scheggia perduta per riunirla alla roccia nera da cui si è staccata, al fine di estirpare il male dal mondo.
"Jen rimaneva lì, immobile, timoroso all'idea che la sua vita dovesse cambiare, smarrito al pensiero delle responsabilità che, nel suo sconnesso borbottio, il Maestro dava l'impressione di volergli imporre."
Il viaggio attraverso terre mai viste condurrà Jen alla maturità. Inoltre, durante il cammino incontra Kira, un Gelfling come lui, un'altra sopravvissuta. Al suo fianco, Jed si sente forte e pieno di speranza. Dovrà combattere duramente per proteggerla, e per portare a termine insieme a lei la difficile missione che gli è stata affidata.
Ci riuscirà?
Jen, il protagonista, sa molto poco del pianeta in cui vive e delle creature che lo abitano. Conosce solo il popolo che lo ha accolto dal quale, alla morte del suo maestro, deve allontanarsi. La morte del maestro rappresenta l'inizio del suo viaggio per diventare adulto.Jen è emozionato perché finalmente finirà la sua esistenza monotona, ma anche inquieto perché non ha più certezze riguardo il proprio futuro, si troverà per la prima volta da solo ad affrontare i pericoli, e dovrà capire quali scelte compiere e quali strade intraprendere.
Anche Kira è una Gelfling, ma non ha mai custodito nel cuore nessuna speranza di incontrare qualcuno come lei.
Accolta da un popolo pacifico, ha accettato con rassegnazione quanto di buono la vita poteva offrirle: una comunità che le volesse bene.
L'incontro con Jen apre per lei le porte di una nuova realtà, che improvvisamente la spaventa: infatti la possibilità di avere una famiglia la rende felice però anche più vulnerabile, perché la induce a trovarsi nella condizione di avere al suo fianco qualcuno che non vorrebbe perdere.
"Quasi su rammaricava di aver incontrato Jen. Fino ad allora aveva vissuto senza speranza, perché non aveva niente in cui sperare. Si era accontentata di una vita semplice nella comunità agricola dei Podling, e non aveva mai desiderato altro. Sì, anche lei, come Jen, qualche volta si era lasciata andare a fantasticherie, nate dal suo trauma infantile, in cui sognava d'incontrare altri Gelfling.
Vedendo i Podlilng sposarsi e creare delle famiglie aveva intuito che anche lei, in un mondo diverso, avrebbe potuto avere dei figli. Ma erano fantasie passeggere, che non lasciavano traccia, che dimenticava subito, e che per nessuna ragione immaginava realizzabili.
E poi era comparso Jen. Come gli aveva detto, il suo primo impulso era stato di scappare senza farsi scorgere. Ora capiva perché. Jen rappresentava la speranza, e la speranza, lo sapeva per istinto, era adombrata dal dolore."
Il male non è visto come qualcosa di concreto né come un'assenza: viene piuttosto intepretato come una disarmonia, una frattura nella perfezione del mondo, che interrompe il flusso, la connessione intima fra il cuore e la ragione profonda dell'esistenza. La rottura del cristallo, causata dall'avidità, è l'azione che ha portato la malvagità su pianeta. Appunto, una frattura, una scheggia che apre paradossalmente nella grande roccia magica una breccia che porta le tenebre ad irrompere su un mondo pacifico portando morte e distruzione.
Il male viene definito come una disarmonia perché è messo in opposizione all'armonia della musica, che simboleggia il bene, incarnato dal protagonista. Infatti Jen, suonando il suo flauto, riesce a instillare il potere nel cristallo, ed egli possiede questa forza benefica perché mosso da idee positive.
"Nella mano di Jen, la scheggia emetteva una fredda luce intensa. Lui la guardava intimorito dal suo potere intrinseco e da ciò che la scheggia gli aveva detto. Era giunto il suo momento. Se finora aveva avuto dubbi e debolezze, adesso doveva andare fino in fondo. Non era più possibile tornare indietro. Del resto, non aveva più paura. Si sentiva proteso verso il suo obiettivo, come una freccia diretta al bersaglio. Vincere o perdere: entro questi termini era racchiuso il motivo stesso della sua esistenza, e nessun altro."
Il ritmo narrativo del romanzo è lento, tipico del fantasy classico: l'autore si sofferma sulle descrizioni e sul cammino del protagonista, sui suoi pensieri e i suoi dubbi. Questo non appesantisce la lettura ma anzi, rende il lettore maggiormente partecipe del suo percorso e dei suoi drammi mentali. Proprio per questo ho trovato il libro più completo rispetto al film, sicuramente irrinunciabile per chi lo ha amato, poiché offre un punto di vista più preciso e completo sui vari dettagli della storia.
"Dark Crystal" è un romanzo imperdibile per gli appassionati del fantasy classico: con una prosa ricca e forbita questa avventura dal sapore antico è riuscita a coinvolgermi come la saga di Terramare. Un libro che si concentra sulla forza creatrice del bene mettendo in guardia dalla potenza distruttrice del male, che ovunque passa lascia dietro di sé solo terra bruciata e solitudine.
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