martedì 24 novembre 2020

Review Party: "Kid~Il ragazzo che voleva essere Diabolik" di Guido Sgardoli



A tutti piacciono i supereroi. Individui fuori dal comune per qualche caratteristica sovrumana, come Clark Kent, il ragazzo proveniente da un altro pianeta, o un eroe benedetto dai poteri della scienza, come Capitan America. 
Supereroi o anche supereroine (dico "superuomini" ma esistono anche numerose declinazioni femminili del concetto, donne guerriere che si distinguono per forza, audacia e intelligenza, hanno attirato l'attenzione degli uomini sin dai tempi più antichi, quando, in contrapposizione agli dèi, crudeli fautori del destino degli uomini, veniva immaginata la figura di Ercole, eroe semidio che si schierava in difesa dell'umanità. O, andando più indietro, pensiamo a Prometeo, che osò sfidare Zeus per aiutare gli uomini donando loro il fuoco.
Storie nate come leggende, individui che, distinguendosi da tutti gli altri per qualche ragione, riescono a difendere l'umanità, a proteggerla dal male, tenerla al sicuro. 
Un eroe, meglio ancora se mascherato, è qualcuno che potrebbe essere chiunque: il tranquillo  vicino di casa, o un insospettabile impiegato. Una figura che si schiera contro un sistema in modo esplicito.

Ma gli eroi non sono tutti irreprensibili come Superman, modello praticamente irraggiungibile di rettitudine. 
Sappiamo che ci sono anche eroi -nella letteratura e nella fumettistica- guidati da un codice morale magari altrettanto chiaro, ma un pò più... discutibile.

I ladri. 
Il ladro è un personaggio certamente diverso dall'eroe, ma a sua volta affascinante. Non è buonista come un eroe, o almeno non completamente. Il suo comportamento elude la legge accettata, eppure il suo disprezzo delle regole di solito si attiene sempre ad un suo codice personale. E la sua "moralità" nell'immoralità riesce ad affascinare molti ("Il fine giustifica i mezzi" scriveva Machiavelli). 

Solitamente il ladro identificato come superuomo non è colui che ruba ai bisognosi. Ma anzi il ladro che sottrae al ricco, che copre di ridicolo il magnate di turno che si è arricchito a danno dei più poveri, magari svelando pubblicamente la sua corruzione. Tra i più grandi ladri della letteratura ricordiamo l'amato Robin Hood, o l'inafferrabile Arsenio Lupen (di entrambi, sono state fatte numerose trasposizioni animate e cinematografiche). 
Da allora, il mondo dei media (soprattutto fumetti e videogiochi) è stato invaso dalla figura del "buon ladro", il furbo capace di coprire di ridicolo i potenti, che non ruba per necessità ma solo per diletto, colui che non è troppo limpido ma possiede un codice d'onore, da rispettare a costo della morte, aiutando chi ha bisogno. 

Mi viene in mente Sly Cooper, protagonista di un celebre videogioco di alcuni anni fa, o, nel mondo Disney, Fantomius, il ladro gentiluomo.

Gli eroi -e i ladri coraggiosi- sono figure che affascinano perché, coperti da una maschera, vivono vite avventurose e affascinanti, prive della monotonia che intesse la nostra quotidianità. Inoltre, con coraggio, vendicano da soli le ingiustizie altrimenti lasciate impunite dalle autorità.

La vita del ladro, in particolare, più che eroica è sicuramente una continua sfida, contro sé stesso e la società, contro la polizia che, di solito, tenta di acciuffarlo, ma senza successo. 

Un personaggio sfuggente, capace di scappare da ogni ostacolo e persino dai giudizi, rendendo impossibile una valutazione morale delle sue azioni. 

Uno dei più grandi esempi degli ultimi tempi è Diabolik, personaggio ideato dalle sorelle Giussani nel 1962, pubblicato per la prima volta dalla casa editrice Astorina, fondata dalle stesse autrici.
Dopo un'iniziale perplessità da parte del pubblico -poiché Diabolik, soprattutto nelle prime avventure, era una figura oscura, un uomo piuttosto spietato e crudele, lato poi smussato nel corso degli anni- il fumetto ha riscosso notevole successo, tanto che le stampe degli albi continuano regolarmente ancora oggi.

Diabolik, di cui nessuno conosce la vera identità, è un ladro professionista dai molteplici talenti (che vanno dell'abilità per la chimica alle doti mentalistiche quali l'ipnotismo) compie furti impossibili con la sua fidata compagna Eva Kant, donna intelligente, furba, pericolosa e fatale, dal fascino raffinato e mai volgare. È in perenne rivalità con l'ispettore Ginko, irreprensibile uomo di legge che consacra la sua vita al tentativo di acciuffarlo, senza mai riuscirci. 

Ispirandosi al personaggio di Diabolik, in collaborazione con la Astorina, la DeAgostini ha lavorato al romanzo "Kid~Il ragazzo che voleva essere Diabolik".
Il personaggio di KID è stato creato da Mario Gomboli, Andrea Artusi, Andrea L. Gobbi (autore di "Navarro~Il Mondo di Sotto" edito da Fanucci) e Mirco Zilio. 
Il romanzo, invece, è stato scritto da Guido Sgardoli, già autore di numerose pubblicazioni di successo.
Una menzione speciale va alle illustrazioni di Andrea Artusi, il cui stile ricorda l'adattamento di Diabolik a cartoni animati. I suoi disegni sono a tutta pagina e divisi in vignette, proprio come se fossero le tavole di un fumetto.


Kid Clermont ha tredici anni e una grande passione: il minicross, sport che pratica regolarmente, in cui è anche piuttosto bravo. Ma la sua passione ancora più grande è quella che nutre per i fumetti di Diabolik. Sebbene la sua vita non sia certo priva di stimoli e possibilità, quella del suo eroe a fumetti gli appare sfavillante ed invidiabile, e ama perdersi per ore tra le pagine dei suoi albi, di cui non perde nemmeno un numero. 
Quando suo padre, Mario Clermont, procuratore, gli annuncia che a casa loro per un periodo abiterà anche una ragazzina che ha da poco perso i genitori e deve essere tenuta sotto tutela, Kid non è particolarmente entusiasta. Ma, quando la conosce, si rende conto che è molto diversa da come l'aveva immaginata. Evelyn, detta Eve -questo il nuovo nome fittizio che le viene assegnato in procura, dopo essere stata legalmente dichiarata morta per evitare di essere rintracciata dagli stessi assassini dei genitori- è una ragazza brillante e piena di talenti. Ha visitato vari paesi del mondo, conosce molte lingue ed ha a cuore i problemi ambientali del pianeta, per cui la sua famiglia si è sempre battuta.

"Eve era stata ovunque, parlava quattro lingue. Cosa poteva dire che lei non sapesse già? Nonostante questo, non aveva mai l’aria di chi se la tira, di chi si sente superiore. Era fragile, Kid lo avvertiva sulla pelle, si sosteneva grazie ai nervi e alle esperienze vissute, inusuali per una ragazzina della sua età, che erano ricche e colorate e solide, mentre tutto, dentro di lei, stava lentamente implodendo."

Kid comprende che Eve è una ragazza molto forte, e come potrebbe essere altrimenti visto che, con i capelli biondi e i grandi occhi verdi, ricorda la fedele compagna di Diabolik, la tostissima Eva Kant? 
Che il suo arrivo sia un segno del destino? Eve, infatti, sembra la persona giusta per accompagnarlo nelle avventure che ha sempre desiderato vivere. 
Sarebbe interessante scoprire, insieme, cosa riuscirebbero a fare... forse, potrebbero persino individuare ed incastrare il colpevole della morte dei genitori di Eve?

Questo romanzo è riuscito a conquistarmi dalla prima pagina, presentando Kid, un protagonista non scontato, ricco di sfaccettature.

Kid, nonostante la passione per il motocross- che magari molti lettori non praticheranno - si presenta subito vicino a qualsiasi altro ragazzino grazie alla sua passione per i fumetti, in modo particolare per quelli di Diabolik. Nei suoi momenti di lettura appassionata, quando sogna sulle pagine le grandi avventure del suo idolo, chiunque potrebbe rivedersi in lui. 

Kid è figlio unico e, anche se i suoi genitori sono spesso impegnati con il lavoro, ha un buon rapporto con loro. Perciò spesso gli racconta le avventure dei fumetti che legge, anche se loro si mostrano preoccupati per la morale discutibile del personaggio di cui il ragazzino è grande ammiratore. Suo padre, da buon procuratore, non vede di buon occhio i ladri, neppure nei fumetti.

Ma Kid, da appassionato lettore, sa bene che dalla lettura dei fumetti si evince che anche Diabolik ha un codice etico, e che i suoi nemici non sono mai individui irreprensibili bensì corrotti uomini impuniti, persone potenti che sfruttano la loro posizione per loschi fini e meritano una punizione. 

Quando a casa sua arriva Evelyn, Kid inizialmente non è contento del suo arrivo. Tuttavia comprende con il tempo lo stato d'animo della ragazza e impara a starle accanto con gentilezza e senza mai essere invadente, rispettoso del suo dolore, diventando propositivo per riuscire a farle tornare il sorriso. 

Se Eva Kant si è distinta per essere un personaggio fuori dal comune nei fumetti di Diabolik, non subalterna bensì essenziale comprimaria nelle avventure del criminale mascherato, anche Eve non è da meno, dimostrandosi forte alla pari del personaggio da cui la sua figura prende ispirazione. 
Nonostante abbia perso la sua famiglia accetta l'affetto sincero che le viene offerto dalla famiglia Clermont, aprendosi con entusiasmo alla vita quando si rende conto di poter onorare la memoria dei genitori vivendo all'altezza dei loro ideali, combattendo battaglie che loro avrebbero reputato giuste. 
In Kid trova un appoggio, qualcuno che la comprende e che capisce ciò che è importante per lei, supportandola in ogni momento.


Oltre ad avere dei personaggio credibili, che funzionano perfettamente, il romanzo ha un ottimo intreccio. Il colpevole dell'omicidio dei genitori di Eve viene orientativamente intuito nella prima metà del romanzo e la tensione narrativa -riuscitissima- si costruisce sul tentativo dei due protagonisti di provarne la colpevolezza e portarne alla luce i crimini. 

La bellezza del libro sta soprattutto nella prosa, scorrevole e priva di ripetizioni, ricercata nel lessico e nelle metafore mai scontate e sempre adatte alle situazioni. 

La storia è ambientata nella città di Angel-Mer, nome di un luogo fittizio, tributo ai nomi delle autrici di Diabolik, un luogo inprecisato tra Francia ed Italia.

Il romanzo sfrutta la triste vicenda dei genitori di Eve anche per parlare dei problemi ambientali del mondo contemporaneo, al cui inquinamento non solo contribuiscono ancora molte aziende ma per cui ciascuno di noi fa ancora troppo poco.

"Eve [...] aveva ragione. A parte il rumore assordante dei motori, c’era da considerare che in gara gli scarichi producevano una quantità spropositata di gas tossici. Se in ogni categoria, sulle strade come sulle piste, tutti avessero iniziato a usare mezzi elettrici, magari qualcosa sarebbe cambiato. Erano proprio i qualunquisti (come aveva detto lei) a pensare che nulla sarebbe mai cambiato o che, a cambiare, dovevano cominciare sempre gli altri. Ma chi sono gli altri, stava pensando Kid, se non noi stessi?"

Sebbene Kid e Eve "vestano i panni dei supereroi", entrambi si renderanno conto che il vero eroismo sta soprattutto nell'affrontare con coraggio le piccole sfide che la vita propone ogni singolo giorno.

"Kid sorrideva e pensava che la vita era davvero strana e che a volte, quando pensi che tutto andrà in una certa direzione e ne sei contento, poi magari capita che le cose cambiano verso e tu te ne rallegri ugualmente. La vita non era un fumetto, ma poteva essere comunque eccitante e piena di imprevisti."

"Kid~Il ragazzo che voleva essere Diabolik" è un libro che ho amato e che avrei adorato ancora di più a tredici anni, l'età dei protagonisti.
È un romanzo perfetto per ragazzi e ragazze che, almeno una volta nella vita, hanno desiderato essere dei supereroi e lo consiglio anche a chi, da adulto, abbia voglia di leggere un'opera capace di coinvolgere proprio come un adrenalinico, bellissimo fumetto.


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