martedì 10 novembre 2020

"Lampo il cane ferroviere" di Daniele Nicastro


"Chi non ha avuto un cane non sa cosa significhi essere amato" scriveva Shopenhauer. Come dargli torto? Guardando alcuni cani, infatti, sembra di scorgere nei loro occhi l'intelligenza di chi conosce qualche segreto ignoto agli esseri umani.
Lo spirito nobile dei cani, la bontà innata di questi animali e la loro proverbiale fedeltà sono caratteristiche che hanno commosso da sempre l'uomo, e sono numerosi gli scrittori che hanno voluto omaggiandone qualcuno in particolare, narrandone la storia in un libro, rendendolo immortale. 

Elvio Barlettani, capoferroviere, nel 1962, nel suo romanzo "Lampo il cane viaggiatore" ha raccontato la storia del cane che aveva adottato, un animale speciale con una particolare predilezione per i treni. L'animale infatti li prendeva abitualmente come un normale passeggero, ed era sempre capace di fare ritorno dal suo padrone. Un istinto segreto lo guidava rendendolo speciale, attirò perciò su di lui una notevole attenzione mediatica. 
Dopo la sua morte, in suo onore venne eretto un monumento, che lo raffigura seduto con una zampa sollevata, congelato per sempre nell'atto spontaneo e sincero dei cani di porgere una zampa a chi si avvicina loro. Un gesto che è la rappresentazione della fiducia che essi ripongono nei confronti dell'uomo, dal quale si aspettano di essere amati e non temono che gli sia fatto del male. La storia di Lampo ha commosso generazioni di lettori che a distanza di molti anni ancora lo ricordano con affetto. 
Tra di loro si annovera Daniele Nicastro, affermato scrittore, autore di numerosi racconti per ragazzi, il quale, dopo aver amato da bambino il romanzo, ha voluto scrivere a sua volta un'opera di fantasia dedicata a questo grande cane. 
Secondo la storia di Lampo, infatti, per un periodo di cinque mesi si erano perse le sue tracce, e nessuno sapeva dove si trovasse. 
Cosa potrebbe essergli accaduto, durante quei mesi di assenza? Che la sua indole buona lo avesse indotto ad aiutare qualcuno? 
Nasce così la storia di Severino, un ragazzo pugliese in difficoltà e di un cane malnutrito incontrato "per caso", ribattezzato "Scheggia" per la sua rapidità, un animale fedelissimo che diventa suo compagno di avventure durante i mesi più difficili della sua vita quando, temendo che il padre sia stato ucciso, scappa di casa perché non vuole essere rinchiuso in un orfanotrofio. 
Riuscirà a cavarsela da solo? E, dopo lunghi viaggi insieme a Scheggia, a piedi e in treno, attraversando l'Italia, troverà finalmente la felicità?

"Lampo il cane ferroviere" è un romanzo toccante che narra la sincera amicizia che può nascere tra uomo e animale, riuscendo a toccare molti altri argomenti, quali le rivendicazioni dei lavoratori e il sopruso dei potenti sugli ultimi, negli anni appena successivi alla Seconda Guerra Mondiale.
Un libro che intrattiene il lettore con una bella storia ma che si presenta anche istruttivo ripercorrendo, con una scrittura semplice ed accessibile, un difficile momento storico che ha segnato la storia dell'Italia.

Un ottimo romanzo per ragazzi, come sostiene Ammaniti, non è solo per i più giovani ma per lettori di ogni età, quindi consiglio "Lampo il cane ferroviere" ai ragazzi che non hanno mai sentito parlare di Lampo e a chi vorrebbe incontrarlo di nuovo, salutarlo come un vecchio amico fra le pagine di una storia scritta per lui.

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